GiusePPe Troiano Quel 10 settembre del 1943 ... - Studi Cassinati

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Il Direttore Didattico Biagio Troiano, padre dell’autore di questo libro, nel 1925, quando era maestro degli alunni della prima classe delle scuole elementari di Pontecorvo, una cittadina non molto distante da Cassino. Saggio di ginnastica degli alunni del Collegio di S. Benedetto, nell’Abbazia, di Montecassino, giugno 1932, alla presenza del loro insegnante, Biagio Troiano. Foto cartolina Ferraiuolo. L’autore, in piedi sullo sgabello, con la madre, Elia Sensini, e i fratelli, Alfonso e Anna. Alle loro spalle zia Carmela, sorella di Giuseppe Simeone. 8/10/1942, foto cartolina Ferraiuolo. 52

Quel 10 settembre del 1943 Dal 10 settembre 1943 i miei ricordi d’infanzia cessano di essere dei flash per diventare una memoria abbastanza strutturata. Forse perché avevo raggiunto l’età giusta o, più probabilmente, perché nella mente degli esseri umani gli eventi traumatici si fissano più facilmente rispetto a quelli ordinari. La mattina del 10 settembre il cielo era terso. Mia madre era andata a fare le compere e i miei fratelli ed io, insieme agli altri bambini del condominio, eravamo a giocare nel campo accanto all’abitazione di Mosé. Non ricordo che ora fosse, forse le dieci o più tardi. Improvvisamente udimmo un suono sordo, che andava vieppiù crescendo. All’inizio sembrava un ronzio, poi, a mano a mano che si faceva più distinto, divenne un rumore cupo e minaccioso. Quando i bombardieri alleati furono nei pressi di Cassino, un rombo infernale ci soverchiò i timpani. Tutti i bambini, spaventati, alzarono lo sguardo verso il cielo. Nell’azzurro luminoso del firmamento erano ben visibili le sagome scure degli aerei anglo-americani. Oggetti strani e affusolati scendevano, altri salivano. Nessuno di noi aveva mai visto uno spettacolo simile. Non capivamo cosa fossero quegli oggetti. Più tardi, apprendemmo che si trattava di bombe e di proiettili d’artiglieria antiaerea. Rimanemmo, il naso all’insù, a contemplare la scena. Fu un attimo, perché un terribile frastuono di scoppi ci terrorizzò. Le femminucce cominciarono a correre per prime, precipitandosi verso casa. I maschietti le seguirono, me compreso. Essendo il più piccolo, ero il più lento e il più maldestro. Inciampai in un avvallamento e caddi. Mio fratello se ne accorse e tornò indietro per darmi una mano. Quando raggiungemmo il ciglio della strada, traversammo via Pascoli e ci precipitammo nell’androne del condominio, dove ci aspettavano gli altri bambini e la signora Tomassi, la moglie di un ferroviere, una donna dall’animo buono e generoso che abitava al primo piano. Il grosso portone si muoveva sui cardini, a causa degli spostamenti d’aria provocati dallo scoppio delle bombe. Il battente libero 53

Il Direttore Didattico Biagio <strong>Troiano</strong>, padre <strong>del</strong>l’autore di questo libro, nel 1925,<br />

quando era maestro degli alunni <strong>del</strong>la prima classe <strong>del</strong>le scuole elementari di Pontecorvo,<br />

una cittadina non molto distante da Cassino.<br />

Saggio di ginnastica degli alunni <strong>del</strong> Collegio<br />

di S. Benedetto, nell’Abbazia, di<br />

Montecassino, giugno 1932, alla presenza<br />

<strong>del</strong> loro insegnante, Biagio <strong>Troiano</strong>. Foto<br />

cartolina Ferraiuolo.<br />

L’autore, in piedi sullo sgabello, con la<br />

madre, Elia Sensini, e i fratelli, Alfonso e<br />

Anna. Alle loro spalle zia Carmela, sorella di<br />

Giuseppe Simeone. 8/<strong>10</strong>/1942, foto cartolina<br />

Ferraiuolo.<br />

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