29.05.2013 Views

GiusePPe Troiano Quel 10 settembre del 1943 ... - Studi Cassinati

GiusePPe Troiano Quel 10 settembre del 1943 ... - Studi Cassinati

GiusePPe Troiano Quel 10 settembre del 1943 ... - Studi Cassinati

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Volgendo gli occhi verso Montecassino, erano visibili le balze <strong>del</strong><br />

Monte, ai cui piedi scorreva la via Casilina. Era chiamata, in quel<br />

tratto, Corso Vittorio Emanuele (oggi via Di Biasio) e univa Roma e<br />

Napoli passando attraverso la valle <strong>del</strong> Liri, la piana <strong>del</strong> cassinate<br />

e l’agro casertano. La via Casilina, per la sua collocazione geografica,<br />

è stata sempre considerata un’arteria di comunicazione strategica<br />

dagli eserciti che intendevano raggiungere Roma o Napoli.<br />

Essere uno snodo viario tra nord e sud e trovarsi ai piedi di un<br />

Monte che dominava la piana con suoi cinquecentoventi metri d’altezza,<br />

furono i fattori che determinarono il tragico destino di Cassino<br />

sia nei secoli precedenti, in cui fu più volte distrutta da eserciti<br />

di diverse nazionalità, sia nelle vicende belliche <strong>del</strong>la seconda<br />

guerra mondiale.<br />

Tra le balze <strong>del</strong> Monte e via Arigni, di là degli Orti di S. Francesco,<br />

vi era una seconda distesa di orti. Erano solcati (e ancora oggi<br />

lo sono) dalle rinomate sorgenti <strong>del</strong> Gari, tra le più abbondanti d’acqua<br />

d’Europa. Le polle sorgive sgorgavano qua e là, gorgogliando<br />

tra salici piangenti e alberi fronzuti, oppure fluivano da sotto le<br />

falde <strong>del</strong> Monte. Le acque fresche e cristalline si univano con un<br />

ramo <strong>del</strong> fiume Rapido, che attraversava le due arterie <strong>del</strong>la città,<br />

Corso Vittorio Emanuele (via Enrico De Nicola, alias via Napoli) in<br />

località Ponte e Corso Principe Umberto (Corso <strong>del</strong>la Repubblica)<br />

nei pressi <strong>del</strong> giardino Petrarcone. Talvolta, a causa di violente e<br />

persistenti piogge, il fiumiciattolo straripava e allagava l’agglomerato.<br />

Per questa ragione, negli anni ’60 fu deviato e interrato.<br />

Via Pascoli, per com’era configurata, non presentava pericoli per<br />

i bambini <strong>del</strong> condominio. Ve ne erano undici, di diversa età, appartenenti<br />

a tre famiglie. Erano in maggioranza di sesso femminile,<br />

e il più grande aveva dodici anni. Io ero il più piccolo (mio fratello,<br />

Alfonso, aveva otto anni e mia sorella, Anna, dieci).<br />

Il rettifilo <strong>del</strong>la stazione era, invece, il cruccio <strong>del</strong>le mamme, a<br />

causa <strong>del</strong>le carrozzelle che lo percorrevano. Le mamme sapevano<br />

che i cavalli erano un’attrazione irresistibile per i bambini e che,<br />

ogni volta che ne compariva uno, era un precipitarsi di chiome sbarazzine<br />

verso il viale.<br />

Immancabilmente il vetturino faceva schioccare la frusta e il cavallo<br />

accelerava l’andatura. Io ero estasiato, ma i bambini più<br />

grandi cercavano di correre dietro i calessi. Le mamme intervenivano<br />

energicamente e, con grida perentorie, richiamavano i propri<br />

figli. Le mamme non si limitavano a sgridarci, ma, per intimorirci,<br />

ci raccontavano anche storie di disgrazie, i cui protagonisti erano<br />

40

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!