29.05.2013 Views

GiusePPe Troiano Quel 10 settembre del 1943 ... - Studi Cassinati

GiusePPe Troiano Quel 10 settembre del 1943 ... - Studi Cassinati

GiusePPe Troiano Quel 10 settembre del 1943 ... - Studi Cassinati

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Partimmo una mattina, ma, lungo la strada, un caccia alleato<br />

mitragliò il carretto su cui viaggiavamo. Una provvidenziale grotta<br />

di tufo, sul lato <strong>del</strong>la strada, ci salvò la vita. Vi ci riparammo prontamente,<br />

prima che l’aereo scaricasse le sue bordate micidiali. Il<br />

pilota effettuò una picchiata, poi una virata, tornò indietro e sparò<br />

di nuovo. Terrorizzare doveva essere un piacere per gli aviatori, perché<br />

l’aereo si allontanò solo dopo aver ripetuto più volte quel giochetto<br />

mortale.<br />

Una volta a Vitorchiano, ci sistemammo in un casolare capiente<br />

che zio Pippo aveva preso in affitto da gente <strong>del</strong> posto. Il paese è in<br />

un luogo ricco di boschi e di anfratti tufacei. I partigiani <strong>del</strong>l’Appennino<br />

centrale vi sconfinavano spesso, per effettuare azioni rapide<br />

e improvvise, allo scopo di sabotare le linee di comunicazione<br />

tedesche. I soldati reagivano e scattava la caccia al partigiano.<br />

Una sera udimmo bussare concitatamente alla porta <strong>del</strong> casolare.<br />

Zio Pippo aprì e due uomini s’intrufolarono dentro. Erano armati<br />

e chiesero aiuto. Da lontano, proveniva il vociare dei tedeschi<br />

che li braccavano. Mio zio era un uomo generoso. Dopo un’occhiata<br />

d’intesa con la moglie e mia madre accettò di accompagnarli in un<br />

luogo nascosto.<br />

Vi era, dietro il casolare, un pendio coperto da vegetazione<br />

spessa. Seguendo uno stretto sentiero celato tra gli arbusti e le<br />

piante, si giungeva in un fondo valle. In una parete di tufo si apriva<br />

una grotta, dissimulata anch’essa dall’abbondante vegetazione.<br />

Avevamo fatto questa scoperta andando in cerca di castagne e di<br />

lumache, abbastanza diffuse sulle colline viterbesi. Era la nostra<br />

dieta quotidiana, insieme alle patate.<br />

I due partigiani furono condotti nella grotta. Restammo con loro<br />

in quell’antro buio e umido, sperando che i tedeschi non scoprissero<br />

il sentiero e non scendessero a fondo valle. Udivamo i rumori<br />

dei mezzi militari, le voci dure e secche dei soldati e il tramestio dei<br />

loro passi. Il cielo coperto di nuvole spesse e la mancanza di luna<br />

furono un ostacolo per le ricerche dei tedeschi. I fari dei loro veicoli<br />

sciabolarono più volte la vegetazione, ma le tenebre fitte impedirono<br />

ai tedeschi di individuare il sentiero in quell’ammasso di vegetazione<br />

scura e compatta. Restarono sul ciglio <strong>del</strong>la strada,<br />

incerti sul da farsi, parlottando tra di loro.<br />

Nella grotta, i due partigiani, non sapendo cosa stesse succedendo<br />

sulla strada, tenevano le armi pronte per ogni eventualità.<br />

Tendevano le orecchie per cogliere il minimo fruscio e le nostre<br />

madri li guardavano con occhi ansiosi, temendo un conflitto a<br />

113

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!