Storie e leggende - Bolognano - Comune di Riva del Garda

La Tria
Celia Seneci – Tania Negri – Corinne Zanini – Danny Giovanazzi – Luca Grill
Il diavolo stava osservando dalla cima di un albero il paesino ai piedi dello Stivo e guardava con
malignità tutta quella felicità.
Il diavolo era venuto dal portale che si chiamava “Porta del diavolo”, con il compito di catturare
tutte le anime degli uomini e, se fosse tornato senza anime, il suo capo lo avrebbe ucciso; poteva
stare via solo un mese.
Il diavolo era arrivato il primo gennaio e fino al dieci gennaio restò ad osservare la gente e ad
elaborare un piano per catturare le anime. L’undici gennaio andò in un negozio di vestiti, tutti
quelli del negozio si spaventarono e scapparono, così egli poté travestirsi da uomo e indossò una
parrucca arancione. Andò nel bosco e fece un incantesimo al suo corpo e alla sua faccia che
diventarono quelle di un uomo normale. Completata la trasformazione andò a cercare le erbe
magiche che servivano per catturare le anime: queste erano verdi, rosse e gialle.
Il diavolo però dimenticò i colori e raccolse le erbe sbagliate, quelle arancioni e bianche che
facevano diventare più buone le persone. Se il diavolo sventolava le erbe malefiche sotto il naso
delle persone le anime felici scappavano, mentre quelle tristi entravano nel corpo delle persone; se
sventolava quelle benefiche le anime erano ancora più felici.
Il diavolo naturalmente usò le erbe sbagliate e le anime degli uomini furono più felici, non se ne
accorse subito perché la magia faceva effetto solo dopo un po’ di tempo.
Intanto salì su un albero aspettando il risultato.