Storie e leggende - Bolognano - Comune di Riva del Garda
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La Tria GIULIA PRATI - ELISA ZILIANI - LARISSA MARIA CHIRIAC - ANXHELA HOXA Tanto tempo fa, nella valle del Sarca, c’erano molti castelli abitati da signori e cavalieri. Nel castello dell’ Oltresarca vivevano due principi: Filippo e Davide, nel castello di Arco vivevano due conti: Simone e Federico. Un giorno Filippo e Davide si annoiavano così tanto che decisero di giocare al gioco della tria. Siccome spesso nascevano dei conflitti fra conti, principi e cavalieri per il controllo dei confini dei loro territori, pensarono che si potevano risolvere giocando anziché uccidersi in guerra. Il giorno dopo i principi spiegarono il gioco della tria ai conti e ai cavalieri. Le regole erano ben precise: 1. Ogni giocatore ha nove pedine. 2. I giocatori mettono le proprie pedine, a turno, sulla scacchiera cercando di mettere tre pedine in fila sugli angoli e sugli incroci. Chi fa “ tris” può mangiare una pedina avversaria. 3. Quando i giocatori hanno finito le pedine si spostano cercando, ancora, di fare “tris”. 4. Chi rimane con due pedine ha perso la partita. Quindi i principi chiesero ai conti e ai cavalieri se andasse bene. Ai conti e ai cavalieri andava bene e stabilirono che, chi perdeva, cedeva un quarto del proprio territorio al vincitore. La prima partita la giocarono i cavalieri contro i principi e vinsero i principi.
La Tria GIULIA PRATI - ELISA ZILIANI - LARISSA MARIA CHIRIAC - ANXHELA HOXA La seconda partita la giocarono i conti e i principi, questi ultimi vinsero contro i conti. La quarta partita la giocarono i principi e i cavalieri e vinsero i cavalieri, e continuarono fino alla quindicesima partita. Alla fine vinsero i cavalieri perché si erano allenati molto prima del torneo e sapevano che i vincitori erano loro così si sfidarono su un sasso sul quale incisero la rappresentazione della tria. Quando i giocatori furono pronti per giocare, ci fu un contrattempo. Mentre stavano giocando apparve all’improvviso un bruttissimo diavolo:era un mostro tutto rosso e aveva occhi, barba e forcone neri. Disse loro:”Andate via, questo è il mio territorio!” I principi gli risposero che stavano giocando a tria. Al diavolo non gliene importava neanche un po’,quindi li scacciò, cancellò il gioco e alla fine i signori furono costretti a gareggiare lì nei dintorni e scolpirono un nuovo schema su una roccia accanto alla strada che portava a Nago; del diavolo ne pensarono proprio male. Da quel giorno decisero di chiamare quel sasso “il sasso del diavolo”. Infatti quel giorno, mentre giocavano su quel sasso, apparve un diavolo che li spaventò e, se volevano sfidarsi, dovevano per forza giocare un po' più in là.
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La seconda partita la giocarono i conti e i principi, questi ultimi vinsero contro i<br />
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La quarta partita la giocarono i principi e i cavalieri e vinsero i cavalieri, e<br />
continuarono fino alla quin<strong>di</strong>cesima partita. Alla fine vinsero i cavalieri perché si<br />
erano allenati molto prima <strong>del</strong> torneo e sapevano che i vincitori erano loro così si<br />
sfidarono su un sasso sul quale incisero la rappresentazione <strong>del</strong>la tria.<br />
Quando i giocatori furono pronti per giocare, ci fu un contrattempo.<br />
Mentre stavano giocando apparve all’improvviso un bruttissimo <strong>di</strong>avolo:era un<br />
mostro tutto rosso e aveva occhi, barba e forcone neri.<br />
Disse loro:”Andate via, questo è il mio territorio!” I principi gli risposero che<br />
stavano giocando a tria. Al <strong>di</strong>avolo non gliene importava neanche un po’,quin<strong>di</strong> li<br />
scacciò, cancellò il gioco e alla fine i signori furono costretti a gareggiare lì nei<br />
<strong>di</strong>ntorni e scolpirono un nuovo schema su una roccia accanto alla strada che portava<br />
a Nago; <strong>del</strong> <strong>di</strong>avolo ne pensarono proprio male.<br />
Da quel giorno decisero <strong>di</strong> chiamare quel sasso “il sasso <strong>del</strong> <strong>di</strong>avolo”. Infatti quel<br />
giorno, mentre giocavano su quel sasso, apparve un <strong>di</strong>avolo che li spaventò e, se<br />
volevano sfidarsi, dovevano per forza giocare un po' più in là.