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n° 67 - Eco della Brigna

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e6<br />

L’A.C. di Mezzojuso, foto di gruppo<br />

A.C. Un impegno che si rinnova<br />

L’8 dicembre, anche a Mezzojuso i soci di AC hanno rinnovato il loro “Si”!<br />

Ogni anno la stessa storia! Ci sembra<br />

quasi di essere gli “esattori<br />

delle tasse” di cui parla tanto il<br />

Vangelo… Ogni anno ci sono nuove<br />

scuse, ogni anno nuove discussioni su<br />

perché “fare o non fare” questa benedetta<br />

tessera associativa! In fondo…<br />

cosa cambia?! Possiamo fare le stesse<br />

identiche cose anche se non siamo “tesserati”…<br />

ma ne siamo proprio sicuri?<br />

Spesso, anche nelle nostre parrocchie,<br />

l’adesione all’Azione Cattolica può<br />

correre il rischio di diventare una formalità<br />

al punto che qualche giovane<br />

entra ed esca dalla Chiesa nel corso<br />

<strong>della</strong> Liturgia come si può tranquillamente<br />

fare tra un gettone e l’altro<br />

durante una partita in sala giochi.<br />

È bene mettere in luce il significato<br />

simbolico di quella tessera ed il significato<br />

stesso di “adesione”. L’identità<br />

associativa non è un valore che si<br />

acquista una volta per tutte o che si<br />

deve avere ben presente prima di aderire,<br />

ma è un cammino che dura nel<br />

tempo e che ogni anno si rinnova e si<br />

motiva nuovamente.<br />

La qualità dell’appartenenza all’AC<br />

deve essere oggetto di continua cura,<br />

perché traduce la forma con cui si è<br />

scelto di essere discepoli del Signore e<br />

annunciatori del suo Vangelo.<br />

Così, l’8 dicembre, tra le circa 7.200<br />

associazioni parrocchiali presenti in<br />

Italia, anche a Mezzojuso i soci di AC<br />

hanno rinnovato il loro “Si”!<br />

È bello vedere che tanti Ragazzi,<br />

Giovani e (purtroppo pochi) Adulti<br />

trovano interessante impegnarsi in un<br />

cammino di crescita umana e spirituale,<br />

facendo gruppo e tenendo sempre la<br />

porta aperta, perché è questo lo stile<br />

che l’AC propone, inclusione e non<br />

esclusione.<br />

Negli ultimi anni l’Associazione parrocchiale<br />

è cresciuta parecchio ed ha<br />

maturato anche un sobria forma di<br />

protagonismo laicale che và dalle<br />

pulizie dei locali in oratorio all’organizzazione<br />

del mercatino natalizio per<br />

autofinanziare le attività, alla preparazione<br />

<strong>della</strong> liturgia, ad altri servizi resi<br />

nel silenzio alla comunità…<br />

Tuttavia, l’AC parrocchiale vive,<br />

oggi, una fase di difficoltà/affanno nel<br />

portare avanti gli incontri settimanali<br />

con i Ragazzi e con i Giovani.<br />

Nonostante gli inviti che don Enzo<br />

rivolge a giovani e adulti che hanno la<br />

maturità e la vocazione all’impegno<br />

educativo, nessuno, e da quasi due anni,<br />

vuole “mettersi in cordata”. Tra i sette<br />

educatori che si occupano dei gruppi<br />

ACR e dei Giovanissimi, tre sono catechiste<br />

e due fanno parte del coro.<br />

Ciò significa che, usando un termine di<br />

paragone gastronomico, la parrocchia<br />

cuoce sempre con lo stesso brodo... e<br />

cuocendo cuocendo il brodo finisce<br />

per evaporare e non ci resta che guardare<br />

il fondo inebriati e stupiti che “gli<br />

altri” non si siano presi cura di fare la<br />

propria parte dando il proprio contributo...<br />

trascurando però, che l’invito,<br />

era rivolto ad ognuno personalmente!<br />

L’aneddoto non vuole ridurre a semplicismo<br />

l’importanza di tale invito,<br />

ma vuole essere un monito di fiducia<br />

per chi vuole mettere Cristo ed il servizio<br />

ai fratelli, tra i tanti impegni che<br />

la vita ci pone dinanzi. L’AC non è<br />

l’unico modo di essere comunità<br />

ecclesiale, la parrocchia propone tante<br />

opzioni: il Coro, la Caritas, gli Scout,<br />

il Giornale parrocchiale, il gruppo<br />

liturgico, i Gruppi di preghiera… a noi<br />

allora, la scelta di vivere da cattolici<br />

impegnati il credo che professiamo.<br />

Francesco D’Orsa

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