n° 67 - Eco della Brigna
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Gli auguri del Vescovo alla Comunità Eparchiale<br />
Al Rev.mo Clero, ai Religiosi, alle Religiose,<br />
agli Uomini e Donne di buona volontà<br />
che dimorano nell’Eparchia di Piana degli Albanesi.<br />
Vi scrivo queste righe<br />
per augurare a tutti<br />
Voi ed alle vostre rispettive<br />
famiglie un Buon Natale<br />
ed un sereno anno 2009.<br />
La Nascita di Cristo però<br />
se da un lato, quello che riguarda noi,<br />
costituisce un mistero di gioia grandioso<br />
perché ci parla di liberazione<br />
dalla schiavitù di Satana, di vicinanza<br />
con Dio divenuto nostro fratello nella<br />
debolezza <strong>della</strong> carne, di riabilitazione<br />
dell’uomo ritornato in possesso <strong>della</strong><br />
vita soprannaturale, di innalzamento<br />
<strong>della</strong> natura umana fino alla congiunzione<br />
<strong>della</strong> divinità nell’unica persona<br />
del Figlio di Dio con la cooperazione<br />
di una Donna portata dallo Spirito<br />
Santo al vertice <strong>della</strong> perfezione di cui<br />
poteva esser capace una creatura, dall’altro<br />
lato, quello che riguarda Dio<br />
fatto uomo e in parte la Sua Madre<br />
Santissima, costituisce un mistero di<br />
dolore ed un abisso di dolore.<br />
Perché Dio si è incarnato?<br />
Storicamente per espiare il peccato<br />
dell’umanità; tale espiazione, iniziatasi<br />
coi vagiti <strong>della</strong> nascita, è continuata<br />
tra le lacrime e il sangue fino alla<br />
morte sulla Croce. Erano Sofferenze<br />
fisiche a cui si accompagnavano sempre<br />
Sofferenze morali, certo più continuate<br />
e più acute di quelle fisiche, se è<br />
vero che l’essere ragionevole tanto<br />
più soffre quanto più è delicato nella<br />
sua complessione organica e pronto<br />
nelle sue reazioni psichiche e intellettuali;<br />
Sofferenze di un’intera vita,<br />
secondo l’espressione “Tutta la vita di<br />
Gesù fu una continua Crocifissione”.<br />
Tutta la vita, a cominciare dalla nascita,<br />
perché la Sua ipostasi divina era<br />
continuamente presente nella natura<br />
umana. Avrete visto qualche volta<br />
l’immagine di Gesù Bambino del<br />
“Pedhìon Neon” adagiato sulla Croce.<br />
Il freddo <strong>della</strong> grotta, la paglia <strong>della</strong><br />
mangiatoia erano quella Croce, né la<br />
presenza amorosa di Sua Madre leniva<br />
le Sue lacrime come la presenza di<br />
Maria sul Calvario non allevierà le<br />
Sofferenze atroci <strong>della</strong> Morte con le<br />
mani e i piedi trafitti e il corpo tutto<br />
una piaga.<br />
Ma quello che più ci deve impressionare<br />
è la constatazione che dopo più di<br />
2000 anni, tale Crocifissione duri tuttora,<br />
non certo nella Sua umanità<br />
ormai assunta nella Gloria, ma nell’intenzione<br />
e nelle opere di coloro che<br />
nel corso dei secoli Gli hanno dato<br />
campo per compiere la Sua espiazione<br />
con l’indifferenza e lo scetticismo, con<br />
le ripulse del materialismo, con gli<br />
attacchi del razionalismo, con le persecuzioni<br />
feroci e subdole contro la<br />
Chiesa ed i suoi fedeli, attraverso leggi<br />
inique e propagande scandalose dell’errore<br />
e del vizio, in pubblico e in privato,<br />
dissacrando la società, la famiglia, le<br />
anime: un cumulo di Sofferenze che,<br />
previste e temute, un giorno prostreranno<br />
Gesù nell’orto degli Ulivi, fino al<br />
punto di far sprizzare dalle Sue carni<br />
sudore e sangue in tal copia, afferma<br />
l’evangelista Luca, da inzuppare il terreno.<br />
A tali colpe dei lontani, ma nessuno<br />
per Cristo è lontano, si devono<br />
aggiungere quelle, spesso più gravi perché<br />
più coscienti, degli stessi cristiani,<br />
infedeli al loro battesimo, talvolta strumenti<br />
di una controtestimonianza ancora<br />
più scandalosa dei nemici aperti.<br />
Il Natale che celebriamo costituisca<br />
pertanto il ritorno vero di Gesù tra noi<br />
che ci richiami ad una vita migliore<br />
fatta di opere buone all’insegna del<br />
precetto dell’amor di Dio e del prossimo<br />
come ci inculca san Paolo, scrivendo<br />
al discepolo Tito: «È apparsa la<br />
grazia di Dio, apportatrice di salvezza<br />
per tutti gli uomini, che ci insegna a<br />
rinnegare l’empietà e i desideri mondani<br />
e a vivere con sobrietà, giustizia<br />
e pietà in questo mondo, nell’attesa<br />
<strong>della</strong> beata speranza e <strong>della</strong> manifestazione<br />
<strong>della</strong> Gloria del nostro grande<br />
Dio e Salvatore Gesù Cristo. Egli ha<br />
dato se stesso per noi, per riscattarci<br />
da ogni iniquità e formarsi un popolo<br />
puro che Gli appartenga, zelante nelle<br />
opere buone.»<br />
Questo dunque l’augurio che vi porgo<br />
con le parole dell’Apostolo. “Possiate<br />
vivere con sobrietà, giustizia e pietà in<br />
questo mondo…” anche per cento anni<br />
ancora se così piacerà al Signore, “ma<br />
in attesa <strong>della</strong> beata speranza”, coronata<br />
un giorno dall’incontro con Cristo.<br />
Buon Natale e Buon anno 2009 a tutti<br />
voi!<br />
† Sotir, vescovo<br />
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