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n° 67 - Eco della Brigna

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Con un litro d’acqua diceva che era<br />

stato capace di cuocere tre chili di<br />

patate.<br />

Nessuno osava smentirlo e questa storia<br />

rimase sempre una sorta di dogma<br />

perché se lo diceva lui, con tutto quello<br />

che aveva passato, c’era da credergli<br />

e basta.<br />

Gli credevamo per rispetto: uno che<br />

era riuscito a sopravvivere a un campo<br />

di concentramento nazista e che raramente<br />

parlava di quegli anni passati in<br />

prigionia, le poche volte che si lasciava<br />

andare e raccontava qualcosa non<br />

si poteva fare altro che credergli.<br />

Era stato catturato in Albania. Un solo<br />

tedesco con una mitragliatrice, apparentemente<br />

nemmeno puntata addosso<br />

IMI<br />

MILITARI ITALIANI INTERNATI<br />

Gli<br />

Hanno tenuto vivo nel cuore il ricordo delle loro sofferenze.<br />

Ci hanno raccontato squarci di dolorose verità.<br />

Ora che sono rimasti così pochi è giusto custodire<br />

nella nostra memoria il loro insegnamento.<br />

di Lillo Pennacchio<br />

a lui ed ai suoi commilitoni, così raccontava<br />

mordendosi ancora il labbro<br />

per la rabbia e tutti, buoni buoni,<br />

erano saliti su di un treno. Tutti, anche<br />

gli ufficiali, i quali, dopo avere confabulato<br />

per un po’ con degli ufficiali<br />

tedeschi, avevano dato l’ordine di salire<br />

su quel treno.<br />

Altro infame tradimento a danno di<br />

giovani che ora più che mai non capivano<br />

che cavolo li avevano mandati a<br />

fare in Albania. Alla partenza<br />

dall’Italia avevano detto loro che<br />

sarebbero andati a “spezzare le reni<br />

alla Grecia” e ora si ritrovavano come<br />

topi in trappola su di un treno sigillato<br />

che filava verso la Germania. Ma loro<br />

questo ancora non lo sapevano! Tutti,<br />

compresi gli ufficiali, credevano ad un<br />

regolare spostamento di truppe sullo<br />

scacchiere bellico <strong>della</strong> penisola balcanica.<br />

Invece non c’era proprio più<br />

niente da spostare, ci sarebbe stato<br />

solo da tornarsene a casa. Ma non fu<br />

così. C’era stato l’armistizio dell’8<br />

settembre ma loro non sapevano nulla<br />

e non tornavano a casa.<br />

Che le cose si mettevano veramente<br />

male Nino lo aveva capito quando<br />

quel treno, superata la Jugoslavia,<br />

stava attraversando l’Austria. Ad un<br />

certo punto, durante un rallentamento,<br />

era riuscito a stento a sporgersi un po’<br />

per guardare fuori e una scena spaventosa<br />

lo aveva messo davanti alla realtà:<br />

un prigioniero slavo, addetto con<br />

e15

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