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n° 67 - Eco della Brigna

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Mi fece visitare la casa.<br />

Era bella e comoda. Soffitti alti, stuccati ed affrescati, camere<br />

ampie e riccamente definite, cornici, lesene, capitelli,<br />

busti marmorei.<br />

Un ampio corridoio abbellito da statue a grandezza naturale<br />

fu il posto che mi impressionò di più.<br />

Le statue erano di ottima fattura ed Anna, vedendomi interessato,<br />

mi disse che suo padre le aveva fatte scolpire dai<br />

migliori scultori contemporanei.<br />

Una statua mi colpì più delle altre. Rappresentava un atleta<br />

a riposo. Ricalcava, nelle linee generali, le forme anatomiche<br />

del Discobolo di Mirone.<br />

L’atleta era appoggiato ad un giavellotto e, come il<br />

Discobolo, era nudo.<br />

La cosa che mi divertì fu che qualcuno si era preso la briga<br />

di vestirlo.<br />

“Mio padre…”, rimuginò Anna. “Quando nacqui mio<br />

padre ritenne poco decoroso che una bambina vedesse la<br />

statua di un uomo nudo. E così chiamò il sarto e gli fece<br />

confezionare l’abito”.<br />

Scoprii, e questo mi lasciò a dir poco di stucco, che l’atleta<br />

aveva un intero guardaroba. Veniva cambiato a seconda che<br />

ci fossero, in casa, ospiti importanti o amici di famiglia. I<br />

suoi abiti, inoltre, erano distinti in estivi ed invernali.<br />

“Follie e stravaganze da ricchi”, pensai.<br />

“Presto conoscerai i miei genitori” disse Anna.<br />

Li conobbi a pranzo.<br />

Sua madre era una donna dai modi gentili e delicati.<br />

Nonostante fosse di poche parole, manifestava la sua intel-<br />

Vittoriano Gebbia<br />

I suoi occhi<br />

Ultima puntata<br />

ligenza non appena apriva bocca.<br />

Il personale di servizio pendeva dalle sue labbra e lei, con i<br />

suoi modi affabili, non ordinava, chiedeva gentilmente, ringraziando<br />

ogni volta.<br />

Si vedeva che tutti le volevano bene.<br />

Aveva uno stile ed un’eleganza che non derivavano dagli<br />

abiti pregiati che indossava.<br />

Suo padre, invece, era un tipo rozzo e rude, ma non cattivo.<br />

Aveva sofferto la fame, da piccolo, e, con il duro lavoro, era<br />

diventato un ricco possidente.<br />

Aveva il viso scuro, il collo mosaicato dal sole, le mani<br />

dure, le dita grosse, i polsi forti.<br />

Aveva lavorato tutta la vita coltivando la terra.<br />

Per lui il valore di un uomo era direttamente proporzionale<br />

alla quantità di lavoro che riusciva a fare in una giornata.<br />

Era una persona corretta e precisa. I braccianti si accalcavano<br />

ogni giorno dietro ai cancelli <strong>della</strong> villa nella speranza di<br />

essere assunti nella lavorazione delle sue terre: sapevano<br />

che la paga era buona e sicura.<br />

Era sicuramente una persona molto intelligente, ma faceva<br />

fatica ad esternare le sue qualità.<br />

Parlava in maniera semplice, intercalando nei discorsi frasi dialettali,<br />

spesso incomprensibili. I suoi concetti, a volte profondi,<br />

erano espressi talmente male da non essere neanche uditi.<br />

Così come da un pezzo di roccia un bravo scultore tira fuori lo<br />

splendore di una statua, allo stesso modo, se le sue parole si fossero<br />

potute scolpire, sarebbero venuti fuori concetti profondi.<br />

I giorni trascorrevano e io mi trovavo bene. Ero considerato<br />

una persona apprezzabile, anche dai genitori di Anna,<br />

e11

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