Diagnostica morfologica: Neuroradiologia - Centauro
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3. Meningiomi<br />
delle guaine del<br />
nervo ottico<br />
(→ 29:E12)<br />
4. Angiomi<br />
cavernosi<br />
(→ 29:E14)<br />
5. Angiomi<br />
capillari<br />
I rari gliomi del nervo ottico che insorgono in età adulta tendono ad avere un comportamento<br />
più aggressivo.<br />
Possono interessare uno o entrambi i nervi ottici e il chiasma estendendosi ai tratti ottici, ai corpi<br />
genicolati laterali e alle radiazioni ottiche; la crescita è in direzione centripeta.<br />
Il quadro clinico è caratterizzato da riduzione dell’acuità visiva, proptosi, atrofia ottica, papilledema.<br />
• Tomografia computerizzata. Evidenzia, particolarmente sulle scansioni coronali, un aumento<br />
di calibro del nervo ottico, e del relativo canale (finestre per l’osso), in caso di sviluppo<br />
intracanalicolare. La massa è disposta concentricamente al nervo stesso. Non è possibile<br />
individuare e distinguere il nervo ottico dalla massa, nemmeno dopo contrasto. Le calcificazioni<br />
sono molto rare, possono esistere cisti intratumorali ipodense.<br />
• Risonanza magnetica. La massa è isointensa in T1 e iperintensa in DP e T2. È possibile<br />
studiare facilmente anche l’eventuale estensione retrograda del tumore. Si conferma l’aumento<br />
di calibro del nervo ottico e l’impossibilità di individuare un piano di clivaggio tra tumore<br />
e nervo ottico.<br />
• Somministrazione di mezzo di contrasto. Il potenziamento è di entità variabile.<br />
• Diagnosi differenziale. Si pone con il meningioma, che si presenta più frequentemente in<br />
pazienti di età media, è eccentrico al nervo ottico e può essere distinto da quest’ultimo, soprattutto<br />
sulle scansioni coronali T2 o T1 dopo gadolinio.<br />
Sono più frequenti in pazienti nella 4ª-5ª decade di età; mostrano una netta predilezione per il sesso<br />
femminile. Il 16% di questi tumori si presenta in pazienti affetti da neurofibromatosi I, a volte<br />
bilateralmente.<br />
Sono adesi alla guaine meningee che avvolgono il nervo ottico, ma hanno spesso una disposizione<br />
eccentrica al nervo ottico.<br />
Il quadro clinico è caratterizzato da proptosi, limitazione della motilità oculare, diminuzione del<br />
visus, papilledema, atrofia ottica.<br />
• Tomografia computerizzata. Sono iperdensi al nervo ottico; il 20-50% di queste neoplasie<br />
presenta calcificazioni. I bordi della lesione si presentano lievemente irregolari, con un<br />
aspetto nodulare.<br />
• Risonanza magnetica. Sono isointensi in T1 e leggermente iperintensi in DP e T2, difficilmente<br />
differenziabili dal nervo ottico specie se di piccole dimensioni.<br />
• Somministrazione di mezzo di contrasto. Il potenziamento è di norma marcato e permette,<br />
specie sulle scansioni coronali, di distinguere il nervo ottico dalla massa tumorale; sono estremamente<br />
utili le tecniche di soppressione del grasso. In RM è possibile anche apprezzare l’eventuale<br />
interessamento dell’apice orbitario e del segmento intracanalicolare del nervo ottico<br />
(particolarmente utili le scansioni parasagittali orientate sull’asse del nervo ottico).<br />
• Diagnosi differenziale. Si veda quanto già detto a proposito del glioma del nervo ottico.<br />
Sono i tumori intraorbitari più comuni.<br />
Il picco di incidenza si estende dalla 2 a alla 5 a decade di vita; è più frequente nel sesso femminile.<br />
È di forma ovoidale, a volte sono presenti aree emorragiche al suo interno, causa proptosi.<br />
• Ecografia. Permette, di norma, di porre la diagnosi, evidenziando una massa iperecogena,<br />
a limiti netti, con spazi vascolari all’interno.<br />
• Tomografia computerizzata. Evidenzia una massa intraconica rotondeggiante o ovale<br />
spontaneamente iperdensa che può causare effetto massa sul nervo ottico o sui muscoli oculari<br />
ed improntare le pareti ossee.<br />
• Risonanza magnetica. Sono isointensi in T1 e iperintensi in DP e T2. Spesso si riesce a<br />
mettere in evidenza la presenza di una capsula ipointensa in T2.<br />
• Somministrazione di mezzo di contrasto. Il potenziamento è disomogeneo; in particolare<br />
in RM è possibile evidenziare aree di presa di contrasto (spazi vascolari) alternati ad aree caratterizzate<br />
da assenza di presa di contrasto.<br />
• Diagnosi differenziale. La diagnosi è frequentemente ecografica; tuttavia l’evidenziazione<br />
in RM di una lesione intraconica capsulata dovrebbe fare evocare questa possibilità diagnostica.<br />
Sono individuati durante il 1° anno di vita ed hanno una evoluzione regressiva.<br />
Appaiono come masse bluastre localizzate al quadrante supero-nasale dell’orbita, più evidenti<br />
quando il neonato piange.<br />
Parte Quinta • Procedimenti diagnostici nella patologia neurochirurgica