Diagnostica morfologica: Neuroradiologia - Centauro

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29.05.2013 Views

830 – terziari (macchie ipocromiche, cisti renali confermate radiologicamente, polipi rettali amartomatosi confermati istologicamente, cisti ossee confermate radiologicamente, linfangiomatosi polmonare confermata radiologicamente, fibromi gengivali, eterotopie confermate da esami neuroradiologici, amartomi confermati radiologicamente, spasmi infantili). La diagnosi di questa malattia, può essere: – sicura, se si riscontra la presenza di un criterio diagnostico primario; o di due criteri diagnostici secondari; o di un criterio diagnostico secondario e di due criteri diagnostici terziari; – probabile, se si riscontra la presenza di un criterio diagnostico secondario più un criterio diagnostico terziario; oppure di tre criteri diagnostici terziari; – sospetta, se si riscontra la presenza di un criterio diagnostico secondario; oppure di due criteri diagnostici terziari. Dal punto di vista anatomo-patologico le lesioni che si possono riscontrare a livello del SNC in questi pazienti sono: – tuberi corticali cerebrali e cerebellari, formati da ammassi di cellule giganti, neuroni o astrociti, in cui si verificano fenomeni gliotici e alterazioni della mielinizzazione; manifestano una tendenza a calcificare all’aumentare dell’età del paziente; – noduli subependimali, istologicamente simili ai tuberi corticali, anche se prevalgono le cellule di tipo astrocitario; – astrocitoma a cellule giganti, localizzato in prossimità dei forami di Monro, che può causare idrocefalo ostruttivo; il relativo quadro neuroradiologico è già stato discusso nel capitolo dedicato alla patologia tumorale; – anomalie della sostanza bianca, istologicamente aree di demielinizzazione o simili ai tuberi corticali e ai noduli subependimali. Si possono osservare anche amartomi retinici, aneurismi dell’aorta addominale e toracica, occlusione progressiva dei vasi intracranici con lo svilupparsi di circoli collaterali di compenso tipo Moya-Moya, altre lesioni extracraniche cutanee, renali, cardiache, polmonari, epatiche, della milza, pancreatiche e del sistema muscoloscheletrico. • La radiologia convenzionale evidenzia esclusivamente le calcificazioni dei tuberi corticali e dei noduli subependimali. • Tomografia computerizzata. I tuberi corticali sono evidenziati come aree iperdense nel 1° anno di vita, successivamente l’iperdensità diminuisce, ma all’aumentare dell’età i tuberi tendono, come i noduli subependimali, a calcificare e dunque diventano evidenti alla TC come aree marcatamente iperdense; all’età di 10 anni il 50% dei pazienti presenta tuberi corticali calcificati. I noduli subependimali sono evidenziati soltanto se calcificati, fenomeno che progredisce all’aumentare dell’età del paziente. Le anomalie della sostanza bianca non sono evidenziabili, a meno che non presentino calcificazioni. A livello oculare la TC può evidenziare calcificazioni a livello della papilla ottica, dovute a amartomi retinici, di norma bilaterali e multipli. • In risonanza magnetica i tuberi corticali hanno un segnale variabile con l’età del paziente, più esattamente nei neonati e in età infantile sono iperintensi in T1 e ipointensi in DP e T2 in confronto alla sostanza bianca non mielinizzata; negli adolescenti e negli adulti sono iso-ipointensi in T1 e iperintensi in DP e T2; i tuberi sono più facilmente riconoscibili in DP, perché in questa sequenza hanno un segnale diverso dal liquor. I noduli subependimali nei neonati, in cui la sostanza bianca non è mielinizzata, sono iperintensi in T1 e ipointensi in DP e T2; successivamente, a seguito della mielinizzazione della sostanza bianca, diventano isointensi in tutte le sequenze, ma possono ugualmente essere individuati a causa dell’impronta focale che determinano sulle cavità ventricolari; inoltre, quando calcificano, diventano ipointensi in DP e T2 e possono essere facilmente evidenziati qualora vengano acquisite immagini con sequenze gradient-echo, pesate in T2. Le lesioni della sostanza bianca appaiono lievemente ipointense in T1 e iperintense in DP e T2, con morfologia nodulare o a bande radiali estese dalla regione subependimale alla superficie cerebrale. • Dopo somministrazione di mezzo di contrasto il 5% dei tuberi corticali presenta un potenziamento che non deve essere considerato indicativo di neoplasia; una simile considerazione deve essere formulata anche per la più frequente presa di contrasto dei noduli subependimali, osservabile nel 30-80% di queste lesioni. Le lesioni della sostanza bianca non assumono il mezzo di contrasto. Parte Quinta • Procedimenti diagnostici nella patologia neurochirurgica

4. Malattia di Sturge-Weber 5. Malattia di von Hippel-Lindau 42 • Diagnostica morfologica: Neuroradiologia Per quanto concerne la differenziazione tra un nodulo subependimale ed un astrocitoma a cellule giganti, il solo criterio valido è la dimostrazione di un aumento di dimensione della lesione in controlli successivi. • L’angiografia digitale è insostituibile nella valutazione dei pazienti con alterazioni riconducibili a lesioni vascolari. È anche definita angiomatosi encefalo-trigeminale ed è sporadica, anche se ne sono state descritte forme a trasmissione ereditaria autosomica recessiva o dominante. È caratterizzata dall’associazione tra un angioma cutaneo monolaterale, non evolutivo, che interessa il territorio di distribuzione della I branca (oftalmica) del trigemino ed, eventualmente, anche quello delle altre due branche, e una angiomatosi leptomeningea, prevalentemente piale e omolaterale all’angioma cutaneo, localizzata al lobo occipitale ma che può interessare anche gli altri lobi cerebrali. Istologicamente entrambi gli angiomi sono caratterizzati da venule e capillari teleangiectasici, che a livello cerebrale decorrono nello spazio subaracnoideo. L’assenza di vene corticali, nell’area interessata dall’angioma cerebrale, causa stasi venosa e congestione vascolare con ipossia della corteccia interessata, progressiva atrofia e calcificazioni distrofiche che interessano gli strati corticali medi; il sistema venoso profondo tende a compensare la minore efficienza del sistema venoso superficiale. Le calcificazioni intracraniche sono osservabili solo dopo i due anni di età. • Radiologia convenzionale. Evidenzia calcificazioni corticali “a binario” in regione parieto-occipitale. L’atrofia cerebrale può essere evidenziata da segni indiretti, quali l’ispessimento della teca cranica, l’innalzamento della base cranica, l’ipertrofia dei seni paranasali e delle cellule mastoidee dal lato interessato. • Tomografia computerizzata. Documenta meglio le alterazioni ossee descritte precedentemente; evidenzia la dilatazione degli spazi subaracnoidei dovuta all’atrofia cerebrale e le calcificazioni corticali cerebrali, che nel 20% dei casi sono bilaterali. Il plesso corioideo omolaterale all’angioma è spesso ipertrofico e calcificato, a causa verosimilmente dell’aumento del drenaggio venoso da parte del sistema venoso profondo. • Risonanza magnetica. Il solo elemento utile che questa metodica aggiunge al bilancio della malattia è l’evidenziazione di aree gliotiche sottostanti alla lesione. Tuttavia, dopo la somministrazione di contrasto, le capacità multiplanari della RM possono essere preziose nella valutazione della reale estensione dell’angioma. • Somministrazione di mezzo di contrasto. La reale estensione dell’angioma piale è costantemente maggiore della superficie corticale interessata dalle calcificazioni ed è valutabile correttamente soltanto ricorrendo alla somministrazione di mezzo di contrasto che evidenzia un potenziamento lungo la superficie corticale cerebrale. • Studio dei vasi. L’angiografia digitale e l’angio-RM dimostrano scarsità o assenza delle vene corticali superficiali nell’area interessata dall’angioma, aumento di calibro delle vene cerebrali profonde e midollari. • Diagnosi differenziale. Si pone con l’angiomatosi mesencefalo-oculo-facciale, in cui si osservano angiomi cutanei a livello facciale, retinico e mesencefalico e con la sindrome delle calcificazioni occipitali bilaterali, epilessia e malattia celiaca. La trasmissione è di tipo autosomico dominante a penetranza incompleta. La diagnosi di von Hippel-Lindau può essere formulata qualora si osservino: – emangioblastomi multipli a livello del sistema nervoso centrale; – un emangioblastoma al SNC e una lesione viscerale (cisti, carcinoma renale, feocromocitoma); – un emangioblastoma al SNC e parentela di I grado con un paziente affetto da von Hippel-Lindau. Possono coesistere emangioblastomi retinici. Il quadro clinico è caratterizzato da ipertensione endocranica che si presenta in media dopo i 30 anni, a causa del progressivo aumento di dimensioni delle lesioni in fossa cranica posteriore. Gli emangioblastomi sono localizzati a livello cerebellare (75% dei casi) e midollare (25% dei casi); rare ma possibili sono le localizzazioni sopratentoriali. Il quadro neuroradiologico degli emangioblastomi è descritto nel capitolo dedicato ai tumori (→ 35:III,D4). 831

4. Malattia di<br />

Sturge-Weber<br />

5. Malattia di<br />

von Hippel-Lindau<br />

42 • <strong>Diagnostica</strong> <strong>morfologica</strong>: <strong>Neuroradiologia</strong><br />

Per quanto concerne la differenziazione tra un nodulo subependimale ed un astrocitoma a<br />

cellule giganti, il solo criterio valido è la dimostrazione di un aumento di dimensione della<br />

lesione in controlli successivi.<br />

• L’angiografia digitale è insostituibile nella valutazione dei pazienti con alterazioni riconducibili<br />

a lesioni vascolari.<br />

È anche definita angiomatosi encefalo-trigeminale ed è sporadica, anche se ne sono state descritte<br />

forme a trasmissione ereditaria autosomica recessiva o dominante.<br />

È caratterizzata dall’associazione tra un angioma cutaneo monolaterale, non evolutivo, che interessa<br />

il territorio di distribuzione della I branca (oftalmica) del trigemino ed, eventualmente, anche<br />

quello delle altre due branche, e una angiomatosi leptomeningea, prevalentemente piale e omolaterale<br />

all’angioma cutaneo, localizzata al lobo occipitale ma che può interessare anche gli altri lobi<br />

cerebrali.<br />

Istologicamente entrambi gli angiomi sono caratterizzati da venule e capillari teleangiectasici, che<br />

a livello cerebrale decorrono nello spazio subaracnoideo.<br />

L’assenza di vene corticali, nell’area interessata dall’angioma cerebrale, causa stasi venosa e congestione<br />

vascolare con ipossia della corteccia interessata, progressiva atrofia e calcificazioni distrofiche<br />

che interessano gli strati corticali medi; il sistema venoso profondo tende a compensare la minore<br />

efficienza del sistema venoso superficiale.<br />

Le calcificazioni intracraniche sono osservabili solo dopo i due anni di età.<br />

• Radiologia convenzionale. Evidenzia calcificazioni corticali “a binario” in regione parieto-occipitale.<br />

L’atrofia cerebrale può essere evidenziata da segni indiretti, quali l’ispessimento<br />

della teca cranica, l’innalzamento della base cranica, l’ipertrofia dei seni paranasali e<br />

delle cellule mastoidee dal lato interessato.<br />

• Tomografia computerizzata. Documenta meglio le alterazioni ossee descritte precedentemente;<br />

evidenzia la dilatazione degli spazi subaracnoidei dovuta all’atrofia cerebrale e le calcificazioni<br />

corticali cerebrali, che nel 20% dei casi sono bilaterali.<br />

Il plesso corioideo omolaterale all’angioma è spesso ipertrofico e calcificato, a causa verosimilmente<br />

dell’aumento del drenaggio venoso da parte del sistema venoso profondo.<br />

• Risonanza magnetica. Il solo elemento utile che questa metodica aggiunge al bilancio della<br />

malattia è l’evidenziazione di aree gliotiche sottostanti alla lesione. Tuttavia, dopo la somministrazione<br />

di contrasto, le capacità multiplanari della RM possono essere preziose nella<br />

valutazione della reale estensione dell’angioma.<br />

• Somministrazione di mezzo di contrasto. La reale estensione dell’angioma piale è costantemente<br />

maggiore della superficie corticale interessata dalle calcificazioni ed è valutabile<br />

correttamente soltanto ricorrendo alla somministrazione di mezzo di contrasto che evidenzia<br />

un potenziamento lungo la superficie corticale cerebrale.<br />

• Studio dei vasi. L’angiografia digitale e l’angio-RM dimostrano scarsità o assenza delle vene<br />

corticali superficiali nell’area interessata dall’angioma, aumento di calibro delle vene cerebrali<br />

profonde e midollari.<br />

• Diagnosi differenziale. Si pone con l’angiomatosi mesencefalo-oculo-facciale, in cui si osservano<br />

angiomi cutanei a livello facciale, retinico e mesencefalico e con la sindrome delle<br />

calcificazioni occipitali bilaterali, epilessia e malattia celiaca.<br />

La trasmissione è di tipo autosomico dominante a penetranza incompleta.<br />

La diagnosi di von Hippel-Lindau può essere formulata qualora si osservino:<br />

– emangioblastomi multipli a livello del sistema nervoso centrale;<br />

– un emangioblastoma al SNC e una lesione viscerale (cisti, carcinoma renale, feocromocitoma);<br />

– un emangioblastoma al SNC e parentela di I grado con un paziente affetto da von Hippel-Lindau.<br />

Possono coesistere emangioblastomi retinici.<br />

Il quadro clinico è caratterizzato da ipertensione endocranica che si presenta in media dopo i 30<br />

anni, a causa del progressivo aumento di dimensioni delle lesioni in fossa cranica posteriore.<br />

Gli emangioblastomi sono localizzati a livello cerebellare (75% dei casi) e midollare (25% dei casi);<br />

rare ma possibili sono le localizzazioni sopratentoriali.<br />

Il quadro neuroradiologico degli emangioblastomi è descritto nel capitolo dedicato ai tumori<br />

(→ 35:III,D4).<br />

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