Diagnostica morfologica: Neuroradiologia - Centauro
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1. Note tecnicometodologiche<br />
42 • <strong>Diagnostica</strong> <strong>morfologica</strong>: <strong>Neuroradiologia</strong><br />
Il contributo della <strong>Neuroradiologia</strong> alla diagnostica neurochirurgica<br />
Come si è già accennato nella introduzione di quest’opera, non rientra nei propositi degli Autori<br />
descrivere analiticamente quadri ed aspetti morfologici forniti, nei diversi campi della patologia<br />
neurochirurgica, dalle tecniche diagnostiche in uso.<br />
Lo scopo di questa guida è precipuamente quello di mettere a disposizione del lettore alcuni<br />
criteri per la scelta della metodica diagnostica che consente di ottenere i risultati più attendibili<br />
per una corretta diagnosi, senza perdite di tempo dovute ad esami collaterali meno dimostrativi.<br />
Le diverse parti di questo voluminoso capitolo hanno una struttura omogenea comportando<br />
ciascuna di esse una successione analoga di argomenti trattati:<br />
a) finalità che si perseguono mediante l’uso delle indagini radiologiche più appropriate;<br />
b) breve descrizione delle lesioni e, in particolare, degli aspetti morfologici delle stesse. Queste<br />
nozioni sono già state riportate più estesamente nei rispettivi capitoli, perciò si dedica –<br />
salvo nei casi in cui non si è dato particolare rilievo in precedenza, in quanto patologia di<br />
confine con altre specialità – uno spazio ridotto al minimo;<br />
c) il carattere della informazione ai fini diagnostici che il lettore può ottenere da una determinata<br />
indagine diagnostica neuroradiologica in ogni tipo di affezione neurochirurgica.<br />
In termini più elementari: Quale esame è più opportuno usare in una determinata circostanza?<br />
Quali sono i dati che da esso posso attendere? Quale esame è utile e quale inutile? Esistono<br />
esami risolutivi? Quale è l’iter diagnostico più appropriato nei diversi casi?<br />
Per quanto riguarda invece i quadri morfologici specifici di ciascuna affezione, si rinvia ai<br />
manuali e trattati di <strong>Neuroradiologia</strong>.<br />
Per questioni di spazio, non è possibile aggiungere il numero di pagine che, anche a livello<br />
di manuale pratico, è indispensabile per riportare le nozioni pratiche elementari di morfologia.<br />
D’altronde il lettore troverà nei diversi capitoli dedicati alla patologia, un’iconografia dimostrativa,<br />
utile per l’interpretazione di quadri clinici ed anche per mettere in evidenza possibilità<br />
e limiti della diagnosi <strong>morfologica</strong>.<br />
Occorre finalmente sottolineare che, entro i limiti che si propone, il capitolo riporta, in modo<br />
esauriente e sintetico allo stesso tempo, tutti gli aspetti della patologia neurochirurgica ed<br />
anche di confine, in omaggio alla pluridisciplinarità o piuttosto al pluriuso a cui l’opera, nell’intenzione<br />
degli Autori, dovrebbe essere destinata.<br />
Troveranno quindi dati utili, neurologi, pediatri, ortopedici-traumatologi, internisti, chirurghi<br />
vascolari, chirurghi plastici ecc., a cui è demandato il primo orientamento diagnostico,<br />
spesso determinante ai fini di una corretta e sollecita terapia.<br />
A • Radiografia convenzionale<br />
I - TECNICHE DIAGNOSTICHE<br />
La radiografia convenzionale si basa sull’assorbimento subìto da un fascio di raggi X nell’attraversare<br />
la materia, funzione del peso atomico degli elementi presenti nei tessuti attraversati; l’immagine<br />
latente viene rivelata da una pellicola fotografica che si impressionerà in maniera tanto maggiore<br />
(tonalità di grigio via via più scure) quanto più radiotrasparenti saranno le strutture anatomiche<br />
attraversate.<br />
Lo studio radiologico del cranio richiede almeno due proiezioni (antero-posteriore e laterale);<br />
può essere integrato da proiezioni complementari (Towne, Waters, assiale) con lo scopo di<br />
evitare la sovrapposizione delle strutture ossee che si desidera studiare con altre di minore interesse.<br />
Lo studio del rachide cervicale viene eseguito con quattro proiezioni: laterale, antero-posteriore,<br />
ed oblique, queste ultime per lo studio dei forami di coniugazione; può essere integrato dal radiogramma<br />
transbuccale (studio della cerniera atlo-occipitale) e dai radiogrammi in condizione dinamica<br />
(flessione ed estensione) per l’evidenziazione di eventuali spostamenti relativi tra i vari segmenti<br />
vertebrali.<br />
Lo studio del rachide dorsale e lombosacrale contempla le proiezioni laterale ed antero-posteriore;<br />
le oblique possono facilitare lo studio dei peduncoli vertebrali (spondilolisi).<br />
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