Diagnostica morfologica: Neuroradiologia - Centauro
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3. Mega cisterna<br />
magna<br />
4. Cisti aracnoidee<br />
5. Malformazione<br />
di Chiari I<br />
6. Malformazione<br />
di Chiari II<br />
42 • <strong>Diagnostica</strong> <strong>morfologica</strong>: <strong>Neuroradiologia</strong><br />
Gli elementi caratterizzanti sono:<br />
– una fossa cranica posteriore di normali dimensioni con un angolo acuto formato dai seni retto e<br />
sagittale superiore (normale);<br />
– una ipoplasia di grado minore del verme cerebellare, che può anche essere ruotato verso l’alto;<br />
– una dilatazione cistica del IV ventricolo di entità minore;<br />
Il forame di Magendie è riconoscibile ma è aumentato di diametro. Raramente c’è idrocefalo.<br />
Può associarsi a oloprosencefalia, agenesia del corpo calloso, meningocele.<br />
Per quanto concerne il quadro neuroradiologico, sono valide le considerazioni formulate precedentemente<br />
per la forma classica di malformazione di Dandy-Walker.<br />
Sottolineiamo che l’elemento chiave per la diagnosi di queste forme è la evidenziazione di una fossa<br />
cranica posteriore di normali dimensioni, in presenza di una ipoplasia e di una eventuale rotazione<br />
verso l’alto del verme cerebellare.<br />
Fa parte del complesso di Dandy-Walker, classificato tra le turbe dell’induzione ventrale (→ tab. 14).<br />
È caratterizzata da:<br />
– fossa cranica posteriore di normali dimensioni;<br />
– aumento di ampiezza della cisterna magna con possibile impronta sul tavolato interno della teca<br />
cranica;<br />
– verme cerebellare, IV ventricolo, forame di Magendie normali.<br />
Sono state precedentemente descritte e rientrano tra le forme non classificabili delle malformazioni<br />
del SNC (→ tab. 14). Qualora siano localizzate nella regione della cisterna magna possono creare<br />
problemi di diagnosi differenziale con la mega cisterna magna, difficilmente risolvibili, a meno<br />
che non esistano segni di compressione sul verme cerebellare o sul IV ventricolo; possibile anche il<br />
ricorso alla più invasiva cisterno-TC.<br />
Il quadro neuroradiologico e la differenziazione con tumori cistici (gliomi pilocitici, emangioblastomi),<br />
epidermoidi e dermoidi è già stata discussa nel capitolo dedicato ai tumori.<br />
Le malformazioni di Chiari sono classificate tra le turbe dell’induzione primaria.<br />
È una erniazione bilaterale e simmetrica delle tonsille cerebellari al di sotto del forame magno nel<br />
canale cervicale; se ne distinguono tre sottogruppi, caratterizzati da:<br />
– idrocefalo congenito intrauterino, verosimile causa della Chiari I; è spesso associata a idromielia;<br />
– associazione con malformazioni cranio-cervicali (occipitalizzazione di C1, platibasia, Klippel-Feil);<br />
– associazione con malformazioni del forame magno (es.: platibasia).<br />
Nel 20-40% dei casi si osserva idrosiringomielia; può coesistere una dislocazione caudale del bulbo.<br />
Non coesistono mai malformazioni encefaliche o mielomeningoceli, tipiche della Chiari II.<br />
Può essere asintomatica, ma il 70% delle erniazioni comprese tra 5-10 mm sono sintomatiche, e<br />
tra il 60 e il 90% di queste causa idrosiringomielia.<br />
• La radiologia convenzionale è la metodica di scelta nello studio delle anomalie ossee craniche<br />
e del rachide cervicale associate.<br />
• La tomografia computerizzata permette di porre la diagnosi, purché vengano acquisite<br />
scansioni a livello del forame magno; importanti in un’ottica prechirurgica le ricostruzioni<br />
multiplanari e 3D.<br />
• La risonanza magnetica permette di precisare meglio l’entità della erniazione che dovrebbe<br />
essere misurata a partire da una linea tracciata tra basion e opisthion; poiché la posizione<br />
delle tonsille cerebellari è variabile con l’età, ed anche se limiti così rigidi sono discutibili,<br />
una Chiari I dovrebbe essere diagnosticata nella 1 a decade di età soltanto se le tonsille sono<br />
più basse di 6 mm in rapporto alla linea sopra descritta, tra i 10 ed i 30 anni se sono più<br />
basse di 5 mm, tra i 30 e gli 80 anni se sono più basse di 4 mm.<br />
È importante lo studio completo del midollo spinale, in quanto le cavità idrosiringomieliche<br />
possono interessare anche il midollo spinale dorsale e il cono midollare.<br />
L’incidenza è di 1-2 casi ogni 1000 nati vivi. L’eziopatogenesi è multifattoriale e comunque non facilmente<br />
riconducibile a un determinato periodo della vita fetale.<br />
È caratterizzata da:<br />
– dislocazione verso il basso dei lobuli inferiori del verme cerebellare, tronco cerebrale e IV<br />
ventricolo;<br />
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