Diagnostica morfologica: Neuroradiologia - Centauro
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2. Oloprosencefalia<br />
3. Displasia<br />
setto-ottica<br />
4. Disgenesie<br />
del corpo<br />
calloso<br />
È caratterizzata da una incompleta separazione tra emisfero destro e sinistro, associata a displasia<br />
cranio-facciale; è classificata tra le turbe dell’induzione ventrale (→ tab. 14).<br />
Se ne distinguono tre forme (esistono tuttavia forme di passaggio), che in ordine di gravità decrescente<br />
sono:<br />
– alobare, in cui le strutture della linea mediana (falce cerebrale, seno sagittale superiore, scissura<br />
interemisferica, setto pellucido, corpo calloso, III ventricolo, ipofisi, bulbi olfattori) sono assenti;<br />
i talami sono fusi; la cavità ventricolare è unica ed è in continuazione con una cisti mediana e<br />
craniale denominata “sacco dorsale”; esistono anomalie della migrazione neuronale (displasie ed<br />
eterotopie); ciclopia, etmocefalia, cebocefalia sono le malformazioni facciali frequentemente presenti;<br />
possono esistere una malformazione di Dandy-Walker associata, malformazioni extracraniche<br />
e anomalie cromosomiche;<br />
– semilobare, dove le strutture della linea mediana sono parzialmente sviluppate (la scissura interemisferica<br />
e la falce cerebrale sono parzialmente sviluppate nella loro parte posteriore, il setto<br />
pellucido ed il corpo calloso sono assenti, il terzo ventricolo è rudimentale, esiste una rudimentale<br />
formazione ippocampale); i talami sono parzialmente separati; la cavità ventricolare è unica<br />
ma più piccola ed esistono dei rudimentali corni temporali ed occipitali; possono essere presenti<br />
anomalie della migrazione; le malformazioni facciali sono minime o assenti;<br />
– lobare, in cui il setto pellucido è assente, i corni frontali dei ventricoli laterali sono fusi ed hanno<br />
aspetto squadrato (tipo B); in associazione a queste malformazioni i lobi frontali possono essere<br />
in parte fusi, con displasia della falce cerebrale nella sua parte anteriore (tipo A); il corpo calloso<br />
è parzialmente sviluppato; i talami sono ben separati; anomalie della migrazione possono essere<br />
presenti; le displasie facciali sono minime (schisi labiale e del palato).<br />
• Ecografia. Consente la diagnosi anche prenatale della oloprosencefalia alobare e semilobare.<br />
La diagnosi dell’oloprosencefalia lobare è estremamente difficile.<br />
• Tomografia computerizzata. Permette di formulare la diagnosi di oloprosencefalia e di differenziare<br />
le tre forme principali; inoltre, facendo ricorso alle ricostruzioni tridimensionali,<br />
è possibile analizzare in maniera ottimale le displasie facciali.<br />
• Risonanza magnetica. Consente un completo bilancio delle malformazioni intracraniche<br />
descritte e di formulare la diagnosi differenziale tra oloprosencefalia alobare, idranencefalia<br />
ed idrocefalo massivo (assenza delle strutture della linea mediana), o tra oloprosencefalia lobare<br />
tipo A e B (fusione dei lobi frontali) e tra quest’ultima e la displasia setto-ottica (normalità<br />
del chiasma e dei nervi ottici).<br />
È caratterizzata da ipoplasia dei nervi ottici, del chiasma, dell’ipofisi e dell’infundibolo con assenza<br />
o ipoplasia del setto pellucido; è classificata tra le turbe dell’induzione ventrale (→ tab. 14).<br />
Attualmente se ne distinguono due gruppi: il primo è associato a schizencefalia, esiste un residuo di<br />
setto pellucido e le radiazioni ottiche sono normali; il secondo non si associa a schizencefalia, presenta<br />
ipoplasia della sostanza bianca con dilatazione ventricolare, che interessa anche le radiazioni ottiche.<br />
Clinicamente si osservano disfunzioni dell’asse ipotalamo-ipofisario e disturbi visivi (riduzione<br />
del visus fino alla cecità, nistagmo).<br />
Può essere associata ad altre malformazioni congenite, quali: stenosi dell’acquedotto, malformazione<br />
di Chiari II, cefalocele, agenesia del corpo calloso, poroencefalia e idranencefalia.<br />
• La tomografia computerizzata e la risonanza magnetica consentono di evidenziare l’assenza<br />
del setto pellucido, con un aspetto squadrato dei corni frontali dei ventricoli laterali; questo<br />
elemento in associazione al rilievo (esame del fundus) di una ipoplasia dei dischi ottici<br />
consente di formulare la diagnosi.<br />
Indubbiamente, la RM permette il completo bilancio delle malformazioni associate, evidenzia<br />
direttamente l’ipoplasia dei nervi ottici e del chiasma nel 50-80% dei casi, l’eventuale<br />
ipoplasia dell’ipofisi e di individuare il tipo di displasia setto-ottica che il paziente presenta,<br />
tuttavia richiede una sedazione prolungata del paziente.<br />
• Diagnosi differenziale. Si pone con la oloprosencefalia lobare tipo B.<br />
Vanno dalla ipoplasia alla agenesia completa. Sono classificate tra le turbe dell’organogenesi (→ tab. 14).<br />
Nell’agenesia completa è interessato l’intero corpo calloso.<br />
Nell’ipoplasia sono di norma interessate le parti che si sviluppano per ultime, cioè lo splenio ed<br />
il rostro (18a-20a settimana di vita intrauterina).<br />
Nel 50% dei casi sono associate altre malformazioni (Chiari I e II, disordini della migrazione, cefaloceli,<br />
Dandy-Walker, oloprosencefalie, lipomi, cisti aracnoidee, sindrome di Aicardi).<br />
• Ecografia. La diagnosi prenatale può presentare difficoltà, dovute alla posizione del feto che<br />
impedisce di ottenere una adeguata incidenza del fascio di ultrasuoni. La diagnosi postnatale<br />
è relativamente agevole.<br />
Parte Quinta • Procedimenti diagnostici nella patologia neurochirurgica