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Diagnostica morfologica: Neuroradiologia - Centauro

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794<br />

4. Emorragie<br />

subaracnoidee<br />

5. Danni<br />

assonali diffusi<br />

6. Contusioni<br />

corticali<br />

Il decorso postoperatorio degli ematomi subdurali cronici operati va monitorato più sull’andamento<br />

clinico che sulla ripetizione di accertamenti tomografici, in quanto spesso in questi controlli<br />

si evidenziano immagini di ematoma residuo, anche abbastanza esteso, destinato a riassorbirsi spontaneamente<br />

in un congruo lasso di tempo.<br />

Non infrequentemente, tuttavia, la non risoluzione del quadro clinico accompagnato da immagini<br />

tomografiche probanti, comporta la necessità di un nuovo intervento di drenaggio che consenta<br />

un’adeguata espansione cerebrale.<br />

Condizioni particolari possono realizzarsi nell’infanzia, con la permanenza di una falda di igroma<br />

al posto dell’ematoma evacuato, che in rari casi può richiedere l’impianto di una derivazione<br />

igroma-peritonale per risolversi.<br />

Sono di frequente riscontro nella maggior parte dei casi di traumi moderati o gravi.<br />

Sono causate da lacerazioni di piccoli vasi corticali, oppure da ferite penetranti.<br />

Si manifestano con le caratteristiche precedentemente descritte nel capitolo dedicato agli aneurismi.<br />

Questo fenomeno crea rilevanti problemi di diagnosi differenziale tra emorragia subaracnoidea<br />

conseguente al trauma e trauma conseguente ad un malore dovuto all’emorragia subaracnoidea causata<br />

dalla rottura di un aneurisma. Il problema spesso può essere risolto interrogando il paziente,<br />

ma qualora ciò non sia possibile sarà necessario ricorrere all’angiografia digitale.<br />

Rappresentano, insieme alla contusione corticale, la lesione più frequente nei pazienti traumatizzati,<br />

riscontrata nel 50% dei pazienti.<br />

Di norma i pazienti con lesione assonale diffusa hanno subìto un trauma grave, con perdita di conoscenza.<br />

Il meccanismo della lesione è legato all’accelerazione differenziale di sostanza grigia e bianca, con<br />

danno a carico dei vasi penetranti.<br />

Le lesioni emorragiche sono tipicamente di piccolo diametro, localizzate, in ordine di frequenza,<br />

all’interfaccia tra sostanza grigia e bianca, a livello del corpo calloso (splenio), e della parte dorsolaterale<br />

della parte superiore del tronco cerebrale (rara).<br />

• Tomografia computerizzata. La sensibilità della TC nei confronti di questo tipo di lesione<br />

è decisamente inferiore alla risonanza magnetica. Solo il 20-50% dei pazienti hanno una TC<br />

positiva nella fase iniziale; sono necessari controlli seriati o un esame RM.<br />

Se emorragiche, le lesioni appaiono come piccole aree iperdense, nelle localizzazioni precedentemente<br />

descritte.<br />

Se non emorragiche, appaiono come aree lievemente ipodense, difficili da individuare.<br />

• Risonanza magnetica. Le lesioni sono ovoidali, di diametro da pochi millimetri a due centimetri,<br />

con l’asse maggiore parallelo alla direzione delle fibre. Le alterazioni di segnale dipendono<br />

dalla natura (emorragica o meno) delle lesioni e dal tempo trascorso dal trauma.<br />

Se le lesioni non erano emorragiche, sono isointense in T1 ed iperintense in DP e T2.<br />

Se le lesioni erano emorragiche, potranno apparire iperintense in T1, ma saranno sicuramente<br />

marcatamente ipointense in T2 (emosiderina), specie nelle sequenze gradient-echo.<br />

La localizzazione è già stata descritta.<br />

Si osservano nel 45% dei pazienti, ma sono associate con minore frequenza del danno assonale diffuso<br />

alla perdita di coscienza immediatamente successiva all’evento traumatico.<br />

Possono essere conseguenza di una frattura depressa o dell’accelerazione e decelerazione differenziale<br />

della teca cranica rispetto all’encefalo.<br />

Spesso diventano più evidenti dopo 24-48 ore dal trauma.<br />

La metà interessa i lobi temporali (poli, superficie inferiore), un terzo i lobi frontali, il 25% sono<br />

parasagittali. Le contusioni diametralmente opposte al punto di impatto sono definite lesioni da<br />

contraccolpo.<br />

• Tomografia computerizzata. Inizialmente la TC può essere negativa o mostrare aree mal<br />

definite, ipodense, corticali con piccole aree tenuamente iperdense (emorragiche).<br />

Dopo 24-48 ore la lesione è più evidente, emorragica, l’edema e l’effetto massa aumentano<br />

nei giorni immediatamente successivi, poi (1-2 settimane) gradualmente diminuiscono.<br />

• Risonanza magnetica. È più sensibile della tomografia computerizzata, specie in fase subacuta.<br />

La lesione appare disomogenea, ipointensa in T1 e iperintensa in T2; se è emorragica<br />

si può osservare la presenza di prodotti di degradazione dell’emoglobina, che causano<br />

una marcata ipointensità in T2, specie se le scansioni sono acquisite con tecnica gradientecho.<br />

• Somministrazione di mezzo di contrasto. Si può osservare un potenziamento della lesione.<br />

Parte Quinta • Procedimenti diagnostici nella patologia neurochirurgica

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