Diagnostica morfologica: Neuroradiologia - Centauro
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4. Emorragie<br />
subaracnoidee<br />
5. Danni<br />
assonali diffusi<br />
6. Contusioni<br />
corticali<br />
Il decorso postoperatorio degli ematomi subdurali cronici operati va monitorato più sull’andamento<br />
clinico che sulla ripetizione di accertamenti tomografici, in quanto spesso in questi controlli<br />
si evidenziano immagini di ematoma residuo, anche abbastanza esteso, destinato a riassorbirsi spontaneamente<br />
in un congruo lasso di tempo.<br />
Non infrequentemente, tuttavia, la non risoluzione del quadro clinico accompagnato da immagini<br />
tomografiche probanti, comporta la necessità di un nuovo intervento di drenaggio che consenta<br />
un’adeguata espansione cerebrale.<br />
Condizioni particolari possono realizzarsi nell’infanzia, con la permanenza di una falda di igroma<br />
al posto dell’ematoma evacuato, che in rari casi può richiedere l’impianto di una derivazione<br />
igroma-peritonale per risolversi.<br />
Sono di frequente riscontro nella maggior parte dei casi di traumi moderati o gravi.<br />
Sono causate da lacerazioni di piccoli vasi corticali, oppure da ferite penetranti.<br />
Si manifestano con le caratteristiche precedentemente descritte nel capitolo dedicato agli aneurismi.<br />
Questo fenomeno crea rilevanti problemi di diagnosi differenziale tra emorragia subaracnoidea<br />
conseguente al trauma e trauma conseguente ad un malore dovuto all’emorragia subaracnoidea causata<br />
dalla rottura di un aneurisma. Il problema spesso può essere risolto interrogando il paziente,<br />
ma qualora ciò non sia possibile sarà necessario ricorrere all’angiografia digitale.<br />
Rappresentano, insieme alla contusione corticale, la lesione più frequente nei pazienti traumatizzati,<br />
riscontrata nel 50% dei pazienti.<br />
Di norma i pazienti con lesione assonale diffusa hanno subìto un trauma grave, con perdita di conoscenza.<br />
Il meccanismo della lesione è legato all’accelerazione differenziale di sostanza grigia e bianca, con<br />
danno a carico dei vasi penetranti.<br />
Le lesioni emorragiche sono tipicamente di piccolo diametro, localizzate, in ordine di frequenza,<br />
all’interfaccia tra sostanza grigia e bianca, a livello del corpo calloso (splenio), e della parte dorsolaterale<br />
della parte superiore del tronco cerebrale (rara).<br />
• Tomografia computerizzata. La sensibilità della TC nei confronti di questo tipo di lesione<br />
è decisamente inferiore alla risonanza magnetica. Solo il 20-50% dei pazienti hanno una TC<br />
positiva nella fase iniziale; sono necessari controlli seriati o un esame RM.<br />
Se emorragiche, le lesioni appaiono come piccole aree iperdense, nelle localizzazioni precedentemente<br />
descritte.<br />
Se non emorragiche, appaiono come aree lievemente ipodense, difficili da individuare.<br />
• Risonanza magnetica. Le lesioni sono ovoidali, di diametro da pochi millimetri a due centimetri,<br />
con l’asse maggiore parallelo alla direzione delle fibre. Le alterazioni di segnale dipendono<br />
dalla natura (emorragica o meno) delle lesioni e dal tempo trascorso dal trauma.<br />
Se le lesioni non erano emorragiche, sono isointense in T1 ed iperintense in DP e T2.<br />
Se le lesioni erano emorragiche, potranno apparire iperintense in T1, ma saranno sicuramente<br />
marcatamente ipointense in T2 (emosiderina), specie nelle sequenze gradient-echo.<br />
La localizzazione è già stata descritta.<br />
Si osservano nel 45% dei pazienti, ma sono associate con minore frequenza del danno assonale diffuso<br />
alla perdita di coscienza immediatamente successiva all’evento traumatico.<br />
Possono essere conseguenza di una frattura depressa o dell’accelerazione e decelerazione differenziale<br />
della teca cranica rispetto all’encefalo.<br />
Spesso diventano più evidenti dopo 24-48 ore dal trauma.<br />
La metà interessa i lobi temporali (poli, superficie inferiore), un terzo i lobi frontali, il 25% sono<br />
parasagittali. Le contusioni diametralmente opposte al punto di impatto sono definite lesioni da<br />
contraccolpo.<br />
• Tomografia computerizzata. Inizialmente la TC può essere negativa o mostrare aree mal<br />
definite, ipodense, corticali con piccole aree tenuamente iperdense (emorragiche).<br />
Dopo 24-48 ore la lesione è più evidente, emorragica, l’edema e l’effetto massa aumentano<br />
nei giorni immediatamente successivi, poi (1-2 settimane) gradualmente diminuiscono.<br />
• Risonanza magnetica. È più sensibile della tomografia computerizzata, specie in fase subacuta.<br />
La lesione appare disomogenea, ipointensa in T1 e iperintensa in T2; se è emorragica<br />
si può osservare la presenza di prodotti di degradazione dell’emoglobina, che causano<br />
una marcata ipointensità in T2, specie se le scansioni sono acquisite con tecnica gradientecho.<br />
• Somministrazione di mezzo di contrasto. Si può osservare un potenziamento della lesione.<br />
Parte Quinta • Procedimenti diagnostici nella patologia neurochirurgica