Diagnostica morfologica: Neuroradiologia - Centauro

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29.05.2013 Views

792 1. Fratture del cranio IV - TRAUMI CRANIO-CEREBRALI A • Generalità. Finalità e metodi dell’accertamento Le lesioni cerebrali conseguenti a un trauma cranio-cerebrale vengono distinte in primarie (direttamente causate dal trauma) e secondarie (complicazioni delle lesioni primarie) (→ 17). Riteniamo opportuno trattare separatamente le sequele (esiti delle lesioni primarie e secondarie). Nei traumi penetranti il danno è causato dalle caratteristiche fisiche, dall’energia cinetica e dalle caratteristiche di moto (velocità longitudinale e rotatoria) dell’oggetto penetrante; l’esempio tipico è la ferita da arma da fuoco. Nei traumi chiusi il danno può essere causato dal contatto diretto tra l’oggetto contundente ed il cranio (es.: fratture della teca cranica) e dalle forze inerziali che causano accelerazioni differenziali tra cranio ed encefalo (es.: contusioni corticali da contraccolpo) e tra sostanza grigia e bianca (es.: lesione assonale diffusa). Le finalità dello studio neuroradiologico in questi pazienti sono: – individuare le lesioni acute extra ed intracerebrali primarie e secondarie passibili di intervento chirurgico, e gli eventuali corpi estranei presenti; – formulare un bilancio completo delle sequele delle lesioni traumatiche. La radiografia del cranio non fornisce informazioni utili alla valutazione di questi pazienti. La tomografia computerizzata è la metodica di scelta nella valutazione delle lesioni acute conseguenti al trauma; piccole emorragie extra-assiali in regione frontale, temporale e in fossa cranica posteriore possono sfuggire all’individuazione; in considerazione della possibilità che eventuali lesioni non si manifestino immediatamente, ma a distanza di 24-48 ore dal trauma possono essere necessari esami ripetuti nel tempo. La risonanza magnetica deve essere considerata un esame di seconda istanza nei traumi acuti, anche in conseguenza della difficoltà di gestione di un traumatizzato acuto, ma di prima istanza nella valutazione del traumatizzato in fase subacuta e cronica; l’esame è indispensabile quando il paziente abbia subito un trauma cranico grave con perdita di coscienza e presenti sintomi neurologici a distanza di tempo (possibile danno assonale diffuso). L’angiografia digitale è fondamentale nella valutazione delle emorragie intra-assiali (pseudoaneurismi, trombosi e lacerazioni vasali dei seni venosi) e di infarti cerebrali (dissezioni arteriose), particolarmente se in seguito a ferite penetranti. Per quanto sopra esposto: – la valutazione di questi pazienti è innanzitutto clinica (Scala del coma di Glasgow); – se il trauma è lieve (GCS = 12-15) è sufficiente un periodo di osservazione di 6-8 ore, senza fare ricorso ad esami neuroradiologici, a meno di evoluzione del quadro clinico; – se il trauma è moderato (GCS = 8-12) o grave (GCS = 3-8) è necessario eseguire una TC urgentemente, ed eventualmente ripeterla qualora si osservino evoluzioni del quadro clinico; – la RM, salvo sporadiche eccezioni (non corrispondenza tra quadro clinico e reperti TC), non dovrebbe essere richiesta in urgenza; – lo studio dei vasi (angio-RM, angiografia digitale) è necessario solo in presenza di possibili lesioni di origine vascolare. B • Lesioni primarie (→ 17:D) Sono presenti nei 2/3 dei pazienti con trauma cranio-encefalico. Sono accompagnate da ematoma dei tessuti molli sottocutanei ed eventuali lacerazioni cutanee. Interessano la volta cranica, la base cranica, la volta con irradiazione alla base cranica. Possono essere lineari, depresse, diastatiche, comminute. Le fratture depresse sono per lo più comminute. Le fratture lineari sono associate più frequentemente delle fratture depresse ad ematomi epi- e subdurali; le fratture depresse a contusioni cerebrali. Di grande importanza clinica è l’individuazione di fratture dell’osso temporale, sospettabili anche clinicamente. • La radiografia convenzionale e la tomografia computerizzata consentono di individuare e caratterizzare le fratture craniche. • La tomografia computerizzata permette anche un bilancio di eventuali lesioni intra-assia- Parte Quinta • Procedimenti diagnostici nella patologia neurochirurgica

2. Ematomi epidurali 3. Ematomi subdurali 42 • Diagnostica morfologica: Neuroradiologia li; naturalmente l’esame deve essere eseguito con tecnica adeguata utilizzando valori di finestra (1500-2000 HU) e livello (+600-700 HU) adeguati allo studio delle strutture ossee, strati da 1-2 mm per lo studio dettagliato, se necessario, delle rocche petrose. Le fratture la cui rima ha decorso parallelo al piano di scansione possono essere di difficile individuazione alla TC. Si riscontrano nell’1-4% dei pazienti con trauma cranio-cerebrale e nel 10% dei pazienti deceduti in seguito ad esso. Lo sviluppo di un ematoma epidurale può essere pressoché immediato dopo il trauma, ma dal 10 al 30% dei casi è ritardato e comunque entro le prime 24-48 ore; in particolare si sviluppano nel 20% dei pazienti con trauma moderato o severo in cui lo studio in tomografia computerizzata eseguito immediatamente dopo il trauma era negativo. Sono causati da fratture che lacerano l’arteria meningea media o un seno venoso durale; sono localizzati nello spazio (virtuale) tra la teca cranica e la dura ed hanno tipicamente forma biconvessa. I limiti corrispondono alle suture craniche, perché la dura è a questo livello fortemente aderente alla teca cranica. Il 95% è sovratentoriale; la localizzazione sottotentoriale è associata a una più elevata mortalità e morbidità; possono essere bilaterali. • Tomografia computerizzata. La raccolta ematica ha morfologia biconvessa, spontaneamente iperdensa, omogenea ed è adiacente al tavolato osseo interno. Una eventuale disomogeneità attesta sanguinamenti ripetuti. L’effetto massa sulle strutture cerebrali adiacenti è evidente e sono comuni le ernie cerebrali. Gli ematomi cronici sono ipodensi. • Risonanza magnetica. Sono morfologia e localizzazione che consentono la diagnosi di ematoma epidurale; le caratteristiche di segnale sono variabili. Gli ematomi epidurali acuti sono isointensi in T1 ma iperintensi in T2; se l’ematoma è subacuto (esame eseguito alcuni giorni dopo la sua formazione) appare iperintenso in T1 ed in T2. Si evidenzia un margine interno ipointenso in tutte le sequenze, dovuto alla dura. • Somministrazione di mezzo di contrasto. La capsula degli ematomi cronici può mostrare un potenziamento dopo contrasto. Si riscontrano nel 10-20% dei pazienti con trauma cranio-cerebrale grave e nel 30% dei pazienti deceduti in seguito ad esso. Sono dovuti a rottura delle vene a ponte che attraversano lo spazio subdurale, causata dalla accelerazione differenziale tra teca cranica ed encefalo; possono anche essere causati da una lesione corticale ad ampia componente emorragica in cui una lesione leptomeningea permette al sangue di stravasare nello spazio subdurale. Tendono ad avere maggiore estensione rispetto agli ematomi extradurali. Sono localizzati nello spazio (virtuale) tra dura ed aracnoide; possono essere bilaterali. Non possono estendersi oltre il tentorio, la falce cerebrale e cerebellare. • Tomografia computerizzata. La raccolta ha forma semilunare e può essere molto sottile; se acuta è di norma omogeneamente iperdensa; può essere disomogenea, con aree iperdense e ipodense a causa di sequestro di siero, della presenza di una componente non coagulata, o di un sequestro di liquor; può raramente essere ipodenso se esistono coagulopatie o gravi anemie. L’ematoma subacuto (da 3 giorni a 3 settimane dopo la sua formazione) è isodenso. L’ematoma cronico è marcatamente ipodenso, ma se si verificano nuovi sanguinamenti, si osservano aree iperdense ed ipodense, eventualmente con livelli liquido-liquido. La capsula di ematomi cronici può presentare calcificazioni. Se l’ematoma è isodenso la sua individuazione può essere problematica, specie se è bilaterale; tuttavia – anche in questi casi – si può osservare uno spostamento dell’interfaccia tra la sostanza grigia e bianca, asimmetria ventricolare e una minore evidenza dei solchi corticali dovuti all’effetto massa dell’ematoma. • Risonanza magnetica. L’ematoma subdurale iperacuto è isointenso in T1 ed iso-iperintenso in T2; l’ematoma acuto è iso-ipointenso in T1 e marcatamente ipointenso T2; il subacuto è iperintenso in T1 e T2; le caratteristiche di segnale dell’ematoma subdurale cronico sono variabili, ma tendono all’ipointensità in T1 ed all’iperintensità in T2, reperti correlabili ad una raccolta liquida, più che ai prodotti di degradazione dell’emoglobina. • Somministrazione di mezzo di contrasto. La capsula dell’ematoma si potenzia dopo somministrazione di contrasto. 793

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1. Fratture<br />

del cranio<br />

IV - TRAUMI CRANIO-CEREBRALI<br />

A • Generalità. Finalità e metodi dell’accertamento<br />

Le lesioni cerebrali conseguenti a un trauma cranio-cerebrale vengono distinte in primarie (direttamente<br />

causate dal trauma) e secondarie (complicazioni delle lesioni primarie) (→ 17). Riteniamo<br />

opportuno trattare separatamente le sequele (esiti delle lesioni primarie e secondarie).<br />

Nei traumi penetranti il danno è causato dalle caratteristiche fisiche, dall’energia cinetica e<br />

dalle caratteristiche di moto (velocità longitudinale e rotatoria) dell’oggetto penetrante; l’esempio<br />

tipico è la ferita da arma da fuoco.<br />

Nei traumi chiusi il danno può essere causato dal contatto diretto tra l’oggetto contundente<br />

ed il cranio (es.: fratture della teca cranica) e dalle forze inerziali che causano accelerazioni<br />

differenziali tra cranio ed encefalo (es.: contusioni corticali da contraccolpo) e tra sostanza grigia<br />

e bianca (es.: lesione assonale diffusa).<br />

Le finalità dello studio neuroradiologico in questi pazienti sono:<br />

– individuare le lesioni acute extra ed intracerebrali primarie e secondarie passibili di intervento<br />

chirurgico, e gli eventuali corpi estranei presenti;<br />

– formulare un bilancio completo delle sequele delle lesioni traumatiche.<br />

La radiografia del cranio non fornisce informazioni utili alla valutazione di questi pazienti.<br />

La tomografia computerizzata è la metodica di scelta nella valutazione delle lesioni acute conseguenti<br />

al trauma; piccole emorragie extra-assiali in regione frontale, temporale e in fossa<br />

cranica posteriore possono sfuggire all’individuazione; in considerazione della possibilità<br />

che eventuali lesioni non si manifestino immediatamente, ma a distanza di 24-48 ore dal<br />

trauma possono essere necessari esami ripetuti nel tempo.<br />

La risonanza magnetica deve essere considerata un esame di seconda istanza nei traumi<br />

acuti, anche in conseguenza della difficoltà di gestione di un traumatizzato acuto, ma di<br />

prima istanza nella valutazione del traumatizzato in fase subacuta e cronica; l’esame è indispensabile<br />

quando il paziente abbia subito un trauma cranico grave con perdita di coscienza<br />

e presenti sintomi neurologici a distanza di tempo (possibile danno assonale diffuso).<br />

L’angiografia digitale è fondamentale nella valutazione delle emorragie intra-assiali (pseudoaneurismi,<br />

trombosi e lacerazioni vasali dei seni venosi) e di infarti cerebrali (dissezioni<br />

arteriose), particolarmente se in seguito a ferite penetranti.<br />

Per quanto sopra esposto:<br />

– la valutazione di questi pazienti è innanzitutto clinica (Scala del coma di Glasgow);<br />

– se il trauma è lieve (GCS = 12-15) è sufficiente un periodo di osservazione di 6-8 ore, senza<br />

fare ricorso ad esami neuroradiologici, a meno di evoluzione del quadro clinico;<br />

– se il trauma è moderato (GCS = 8-12) o grave (GCS = 3-8) è necessario eseguire una TC urgentemente,<br />

ed eventualmente ripeterla qualora si osservino evoluzioni del quadro clinico;<br />

– la RM, salvo sporadiche eccezioni (non corrispondenza tra quadro clinico e reperti TC),<br />

non dovrebbe essere richiesta in urgenza;<br />

– lo studio dei vasi (angio-RM, angiografia digitale) è necessario solo in presenza di possibili<br />

lesioni di origine vascolare.<br />

B • Lesioni primarie (→ 17:D)<br />

Sono presenti nei 2/3 dei pazienti con trauma cranio-encefalico.<br />

Sono accompagnate da ematoma dei tessuti molli sottocutanei ed eventuali lacerazioni cutanee.<br />

Interessano la volta cranica, la base cranica, la volta con irradiazione alla base cranica.<br />

Possono essere lineari, depresse, diastatiche, comminute.<br />

Le fratture depresse sono per lo più comminute.<br />

Le fratture lineari sono associate più frequentemente delle fratture depresse ad ematomi epi- e<br />

subdurali; le fratture depresse a contusioni cerebrali.<br />

Di grande importanza clinica è l’individuazione di fratture dell’osso temporale, sospettabili anche<br />

clinicamente.<br />

• La radiografia convenzionale e la tomografia computerizzata consentono di individuare e<br />

caratterizzare le fratture craniche.<br />

• La tomografia computerizzata permette anche un bilancio di eventuali lesioni intra-assia-<br />

Parte Quinta • Procedimenti diagnostici nella patologia neurochirurgica

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