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Diagnostica morfologica: Neuroradiologia - Centauro

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2. Emorragie<br />

della matrice<br />

germinativa<br />

3. Necrosi<br />

neuronali<br />

selettive<br />

4. Ischemie<br />

parasagittali<br />

42 • <strong>Diagnostica</strong> <strong>morfologica</strong>: <strong>Neuroradiologia</strong><br />

• Risonanza magnetica. La sostanza bianca profonda periventricolare appare ipointensa in<br />

T1 ed iperintensa in DP e T2; la sostanza bianca lobare e le fibre arciformi sono risparmiate;<br />

nei neonati la lesione è difficilmente evidenziabile in DP e T2 a causa del maggiore contenuto<br />

in acqua della sostanza bianca dovuto alla sua incompleta mielinizzazione. L’estensione<br />

è variabile dall’interessamento esclusivo delle regioni paratrigonali all’estensione all’intero<br />

centro semiovale.<br />

La morfologia dei ventricoli e delle loro pareti è simile a quanto descritto in TC. Il corpo<br />

calloso può essere ipotrofico. Le aree cistiche periventricolari residue sono facilmente evidenziabili<br />

perché hanno un segnale più marcatamente ipointenso in T1 ed iperintenso in T2<br />

rispetto alle aree gliotiche.<br />

Sono particolarmente frequenti nei neonati pretermine.<br />

La matrice germinativa è localizzata a livello subependimale ed è la sede dove avviene la proliferazione<br />

dei neuroblasti (dalla 7 a alla 20 a settimana di gestazione), che poi migrano verso la superficie<br />

encefalica lungo le fibre radiali formando la corteccia cerebrale; essendo riccamente vascolarizzata<br />

è estremamente vulnerabile a fenomeni iposso-ischemici, che si manifestano con emorragie dovute<br />

ad alterazioni della permeabilità ed eventuale rottura dei capillari.<br />

Il danno iposso-ischemico deve essere collocato temporalmente entro la 20 a settimana di gestazione.<br />

L’emorragia può interessare esclusivamente la regione subependimale, i ventricoli laterali o il tessuto<br />

cerebrale dei centri semiovali; l’evoluzione di una emorragia subependimale può essere verso:<br />

– l’estensione nei ventricoli laterali o nei centri semiovali;<br />

– il riassorbimento;<br />

– la formazione di una cisti poroencefalica (il cui quadro neuroradiologico verrà trattato in seguito).<br />

• Ecografia. È la metodica di scelta nella valutazione di questi pazienti perché è ripetibile e<br />

può essere facilmente eseguita nell’unità di terapia intensiva.<br />

Evidenzia chiaramente l’emorragia come una area iperecogena.<br />

Nei casi in cui si verifica una estensione intraventricolare dell’emorragia, si osserva costantemente<br />

un idrocefalo acuto dovuto ad un blocco transitorio dei villi aracnoidei; tuttavia se a controlli<br />

ripetuti nel tempo l’idrocefalo persiste ed aumenta è necessario ipotizzare lo svilupparsi<br />

di una aracnoidite obliterativa, che richiede l’inserzione di un drenaggio ventricolare.<br />

• Tomografia computerizzata e risonanza magnetica. Caratteristiche densitometriche, di segnale<br />

ed evoluzione dell’area emorragica sono simili a quelle precedentemente descritte nelle<br />

emorragie intra-assiali dell’adulto.<br />

È necessario fare ricorso a TC e RM, che richiedono la sedazione del paziente, soltanto qualora<br />

esistano dubbi sulla eziopatogenesi dell’emorragia.<br />

Sono rare e si sviluppano in neonati che abbiano sofferto di una marcata ipotensione o arresto cardiocircolatorio.<br />

Si osserva una necrosi che interessa le strutture a più elevato metabolismo: talami, nuclei lenticolari,<br />

ippocampi e fasci corticospinali. Le lesioni vanno incontro a gliosi.<br />

I pazienti che sopravvivono presentano epilessia, ritardo mentale, coreoatetosi.<br />

Le aree lesionali sono iperecogene, ipodense, ipointense in T1 ed iperintense in DP e T2 rispettivamente<br />

all’ecografia, alla tomografia computerizzata ed alla risonanza magnetica; più che le caratteristiche<br />

del quadro neuroradiologico indirizzano alla diagnosi la localizzazione delle lesioni, l’età<br />

dei pazienti e il quadro clinico.<br />

Sono relativamente frequenti in neonati a termine e sono caratterizzate da una necrosi cortico-sottocorticale<br />

a distribuzione parasagittale, alla convessità, in sede parieto-occipitale.<br />

Dal punto di vista fisiopatologico, il danno iposso-ischemico deve essere collocato temporalmente<br />

nel 3° trimestre di vita, quando la distribuzione vascolare è di tipo “adulto” (le aree più sensibili<br />

sono quelle di confine tra i territori di distribuzione delle arterie cerebrali anteriori, medie e<br />

posteriori), ma le capacità di autoregolazione del flusso cerebrale sono ancora scarse.<br />

• Ecografia. In fase acuta le lesioni sono iperecogene.<br />

• Tomografia computerizzata e risonanza magnetica. Le aree lesionali hanno caratteristiche<br />

densitometriche e di segnale sovrapponibili agli infarti cerebrali dell’adulto, e la distribuzione<br />

topografica precedentemente descritta; l’estensione delle lesioni può essere difficilmente<br />

valutabile fino al primo anno di vita, in risonanza magnetica, a causa del contenuto<br />

in acqua della sostanza bianca incompletamente mielinizzata; in fase cronica è possibile os-<br />

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