Diagnostica morfologica: Neuroradiologia - Centauro

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29.05.2013 Views

786 Tomografia computerizzata L’aneurisma cerebrale non trombizzato appare come una massa iso-iperdensa localizzato nello spazio subaracnoideo, per lo più nella cisterna sovrasellare o nella porzione basale della scissura silviana. Se di grandi dimensioni (aneurisma gigante, di diametro maggiore di 2,5 cm) può causare effetto massa. La somministrazione di contrasto causa un potenziamento intenso, uniforme e comparabile a quello degli altri vasi. L’aneurisma cerebrale parzialmente trombizzato presenta al suo interno due componenti: la prima spontaneamente isodensa dopo contrasto si potenzia marcatamente e corrisponde al lume pervio dell’aneurisma; la seconda, spontaneamente iperdensa non si potenzia dopo contrasto e corrisponde alla parte trombizzata. Gli aneurismi completamente trombizzati sono spontaneamente iperdensi e non mostrano aree di potenziamento dopo somministrazione di contrasto. Possono essere presenti calcificazioni della parete dell’aneurisma. L’emorragia subaracnoidea determina una diffusa iperdensità degli spazi subaracnodei, la cui estensione ed intensità dipende dalla quantità di sangue stravasato e dal tempo trascorso dall’episodio. La tomografia computerizzata non ha, quindi, validità assoluta nell’evidenziare emorragie subaracnoidee: piccoli sanguinamenti possono sfuggire e, comunque, anche sanguinamenti massivi non sono evidenziabili dopo le prime 48 ore; nelle diverse casistiche è riportata una sensibilità variabile dal 60 al 100% in fase acuta. Risonanza magnetica L’aspetto di queste lesioni è estremamente variabile. L’aneurisma cerebrale non trombizzato, ad alta velocità di flusso, è caratterizzato da vuoto di segnale in tutte le sequenze; se il flusso all’interno dell’aneurisma è turbolento il segnale sarà più eterogeneo. A causa dell’alta velocità del flusso il contrasto non causa potenziamento del lume dell’aneurisma, ma soltanto della sua parete. L’aneurisma cerebrale parzialmente trombizzato ha caratteristiche di segnale più complesse: il lume mostra sempre il vuoto di segnale precedentemente descritto, ma può anche essere isointenso se il flusso è turbolento; la parte trombizzata mostra strati concentrici, di segnale variabile, ma prevalentemente iperintenso. Gli aneurismi completamente trombizzati sono iperintensi in tutte le sequenze, a strati concentrici. Angiografia digitale È l’esame di riferimento nello studio degli aneurismi. Lo scopo dell’esame è formulare un completo bilancio preoperatorio individuando tutti gli aneurismi presenti, il loro orientamento, la esistenza di un colletto, le dimensioni, la morfologia, i rapporti con il vaso da cui hanno origine e con i vasi adiacenti, valutando l’efficacia dei circoli collaterali (circolo di Willis in primis), e l’eventuale esistenza di vasospasmo. La circolazione intracranica deve essere studiata in maniera completa ed accurata, incluse entrambe le vertebrali (evidenziazione aneurismi delle PICA), ricorrendo a proiezioni oblique, iniezioni con compressione dei vasi per studiare tutti i vasi e risolvere eventuali dubbi diagnostici dovuti a convoluti; in considerazione della possibilità che una malformazione artero-venosa durale dia origine a una emorragia subaracnoidea, anche le carotidi esterne dovrebbero essere studiate, eventualmente attraverso iniezione in carotide comune. L’aneurisma viene visualizzato come una struttura sacciforme iniettata in fase arteriosa, in cui il contrasto tende a ristagnare, in continuità con un vaso arterioso. La differenziazione da un convoluto arterioso si basa sull’acquisizione di proiezioni in altri piani dello spazio, sulla morfologia regolare, sulla densità maggiore, sulla dinamica del flusso simile a quella del vaso di origine del convoluto. È importante anche evidenziare le eventuali dilatazioni infundibulari, localizzate all’origine di vasi arteriosi; il più delle volte sono coniche, hanno diametro massimo di 3 mm, sono localizzate all’origine della comunicante posteriore. Si ritiene che queste dilatazioni possano dilatarsi ulteriormente e diventare veri aneurismi. Qualora si dimostrino più aneurismi è importante determinare quale è responsabile del sanguinamento (è quello a più alto rischio di nuovo sanguinamento). Naturalmente lo stravaso del contrasto durante l’angiografia è patognomonico, ma raro e drammatico; altri segni indicativi sono: un ematoma focale evidenziato intorno all’aneurisma dalla TC o dalla RM; la presenza di Parte Quinta • Procedimenti diagnostici nella patologia neurochirurgica

2. Aneurismi traumatici 3. Aneurismi micotici 4. Aneurismi oncotici 5. Aneurismi correlati al flusso 42 • Diagnostica morfologica: Neuroradiologia una invaginazione del fondo dell’aneurisma (“Murphy’s tit”); le dimensioni degli aneurismi; la distribuzione del sangue stravasato; l’esistenza e la distribuzione del vasospasmo. Il vasospasmo si caratterizza come una riduzione di calibro dell’arteria interessata, più o meno esteso. Se l’esame angiografico, eseguito in un paziente con emorragia subaracnoidea, non dimostra aneurismi, è necessario considerare la possibilità di un’altra lesione causa del fenomeno. Le altre cause di emorragia subaracnoidea sono riportate nella tabella 6, e sono responsabili di una percentuale di emorragie subaracnoidee variabile nelle diverse casistiche dal 10 al 20%. Qualora anche queste cause vengano escluse è necessario ripetere l’angiografia dopo 1-2 settimane (nel 20% dei casi si dimostra un aneurisma); se anche la seconda angiografia è negativa l’emorragia subaracnoidea è “sine materia” (15% dei casi). Tabella 6 - Cause di emorragia subaracnoidea non aneurismatica (modificata da Osborn A.G., Diagnostic Neuroradiology, Mosby 1994) – Emorragia intra-assiale – Trauma – Malformazione artero-venosa (piale o durale) – Dissezione carotidea – Discrasie ematiche – Disturbi della coagulazione – Complicazioni della gravidanza Angio-TC ed angio-RM Il limite di queste tecniche è rappresentato dalla possibilità che aneurismi di diametro inferiore ai 5 mm sfuggano all’individuazione. L’angio-TC permette uno studio ottimale, prechirurgico, dei rapporti esistenti tra aneurisma e strutture ossee, e la valutazione dell’eventuale trombosi endoluminale; al momento attuale non può essere utilizzata per i controlli postembolizzazione o postchirurgici perché sia le spirali sia le clips vascolari causano artefatti. L’angio-RM è preziosa nei controlli degli aneurismi embolizzati, specie se si ha l’accortezza di eseguirne una immediatamente dopo l’embolizzazione (l’angiografia digitale non è direttamente confrontabile all’angio-RM, in quanto la prima dà informazioni di tipo morfologico, la seconda correlate al flusso). Rappresentano l’1% di tutti gli aneurismi. Possono essere secondari a un trauma penetrante o non penetrante. Si tratta, per lo più di pseudoaneurismi, cioè di cavità che si formano all’interno di ematomi e che sono in continuità con il lume vasale attraverso una soluzione di continuo della parete vasale. La sede più frequente è la carotide extracranica; occasionalmente possono essere interessate la carotide esterna e le sue branche. Una localizzazione particolarmente frequente in caso di trauma non penetrante è l’aneurisma dell’arteria pericallosa, che si produce a livello della parte distale dell’arteria pericallosa. Sono dal 2 al 3% di tutti gli aneurismi. Sono dovuti ad emboli settici (endocardite) che causano distruzione della parete arteriosa. L’aorta toracica è la sede più frequente; gli aneurismi intracranici sono meno comuni e si formano preferenzialmente a livello dei vasi distali al circolo di Willis. Sono rari. Si formano per invasione diretta della parete vasale da parte del tumore. Le metastasi da coriocarcinoma e da mixoma atriale sinistro possono dare origine a questi aneurismi, che frequentemente interessano i vasi distali. Sono gli aneurismi, già descritti, che si sviluppano a livello delle branche arteriose che nutrono le malformazioni artero-venose. Possono essere localizzati prossimalmente, a livello del circolo di Willis o distalmente a livello del nido della malformazione. I primi non sembrano causare un aumento del rischio di emorragia proprio della malformazione artero-venosa; i secondi sono considerati ad alto rischio di emorragia. 787

2. Aneurismi<br />

traumatici<br />

3. Aneurismi<br />

micotici<br />

4. Aneurismi<br />

oncotici<br />

5. Aneurismi<br />

correlati al flusso<br />

42 • <strong>Diagnostica</strong> <strong>morfologica</strong>: <strong>Neuroradiologia</strong><br />

una invaginazione del fondo dell’aneurisma (“Murphy’s tit”); le dimensioni degli aneurismi; la<br />

distribuzione del sangue stravasato; l’esistenza e la distribuzione del vasospasmo.<br />

Il vasospasmo si caratterizza come una riduzione di calibro dell’arteria interessata, più o meno<br />

esteso.<br />

Se l’esame angiografico, eseguito in un paziente con emorragia subaracnoidea, non dimostra<br />

aneurismi, è necessario considerare la possibilità di un’altra lesione causa del fenomeno.<br />

Le altre cause di emorragia subaracnoidea sono riportate nella tabella 6, e sono responsabili di<br />

una percentuale di emorragie subaracnoidee variabile nelle diverse casistiche dal 10 al 20%.<br />

Qualora anche queste cause vengano escluse è necessario ripetere l’angiografia dopo 1-2 settimane<br />

(nel 20% dei casi si dimostra un aneurisma); se anche la seconda angiografia è negativa<br />

l’emorragia subaracnoidea è “sine materia” (15% dei casi).<br />

Tabella 6 - Cause di emorragia subaracnoidea non aneurismatica<br />

(modificata da Osborn A.G., Diagnostic Neuroradiology, Mosby 1994)<br />

– Emorragia intra-assiale<br />

– Trauma<br />

– Malformazione artero-venosa (piale o durale)<br />

– Dissezione carotidea<br />

– Discrasie ematiche<br />

– Disturbi della coagulazione<br />

– Complicazioni della gravidanza<br />

Angio-TC ed angio-RM<br />

Il limite di queste tecniche è rappresentato dalla possibilità che aneurismi di diametro inferiore ai<br />

5 mm sfuggano all’individuazione.<br />

L’angio-TC permette uno studio ottimale, prechirurgico, dei rapporti esistenti tra aneurisma<br />

e strutture ossee, e la valutazione dell’eventuale trombosi endoluminale; al momento attuale<br />

non può essere utilizzata per i controlli postembolizzazione o postchirurgici perché sia le spirali<br />

sia le clips vascolari causano artefatti.<br />

L’angio-RM è preziosa nei controlli degli aneurismi embolizzati, specie se si ha l’accortezza di<br />

eseguirne una immediatamente dopo l’embolizzazione (l’angiografia digitale non è direttamente<br />

confrontabile all’angio-RM, in quanto la prima dà informazioni di tipo morfologico, la<br />

seconda correlate al flusso).<br />

Rappresentano l’1% di tutti gli aneurismi.<br />

Possono essere secondari a un trauma penetrante o non penetrante.<br />

Si tratta, per lo più di pseudoaneurismi, cioè di cavità che si formano all’interno di ematomi e che<br />

sono in continuità con il lume vasale attraverso una soluzione di continuo della parete vasale.<br />

La sede più frequente è la carotide extracranica; occasionalmente possono essere interessate la<br />

carotide esterna e le sue branche.<br />

Una localizzazione particolarmente frequente in caso di trauma non penetrante è l’aneurisma<br />

dell’arteria pericallosa, che si produce a livello della parte distale dell’arteria pericallosa.<br />

Sono dal 2 al 3% di tutti gli aneurismi.<br />

Sono dovuti ad emboli settici (endocardite) che causano distruzione della parete arteriosa.<br />

L’aorta toracica è la sede più frequente; gli aneurismi intracranici sono meno comuni e si formano<br />

preferenzialmente a livello dei vasi distali al circolo di Willis.<br />

Sono rari. Si formano per invasione diretta della parete vasale da parte del tumore.<br />

Le metastasi da coriocarcinoma e da mixoma atriale sinistro possono dare origine a questi aneurismi,<br />

che frequentemente interessano i vasi distali.<br />

Sono gli aneurismi, già descritti, che si sviluppano a livello delle branche arteriose che nutrono le<br />

malformazioni artero-venose. Possono essere localizzati prossimalmente, a livello del circolo di Willis<br />

o distalmente a livello del nido della malformazione. I primi non sembrano causare un aumento<br />

del rischio di emorragia proprio della malformazione artero-venosa; i secondi sono considerati ad<br />

alto rischio di emorragia.<br />

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