Diagnostica morfologica: Neuroradiologia - Centauro
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4. Anomalie di<br />
differenziazione<br />
venosa<br />
1. Aneurismi<br />
sacculari<br />
42 • <strong>Diagnostica</strong> <strong>morfologica</strong>: <strong>Neuroradiologia</strong><br />
• Angiografia digitale. L’angioma cavernoso tipico non viene evidenziato. Se ha sanguinato,<br />
l’esame dimostra l’effetto massa dell’emorragia intra-assiale.<br />
Attualmente sono considerati varianti del normale di frequente riscontro, in passato etichettati come<br />
“angiomi venosi”.<br />
Sono formati da vene anomale, dilatate che convergono radialmente in una vena transcorticale<br />
di drenaggio tributaria del sistema venoso superficiale (70%) o di vene subependimali. Vengono<br />
considerati anomale vie di drenaggio venoso di normale tessuto encefalico.<br />
È stata segnalata l’associazione di queste malformazioni con anomalie della migrazione neuronale<br />
e con i cavernomi.<br />
Di norma sono asintomatici; le emorragie sono estremamente rare.<br />
• Tomografia computerizzata. È difficilmente individuabile all’esame di base. Edema ed effetto<br />
massa sono assenti.<br />
• Risonanza magnetica. Tipicamente le vene che formano l’angioma venoso sono caratterizzate<br />
da un vuoto di segnale dovuto alla velocità del flusso; occasionalmente presentano<br />
un alto segnale.<br />
• Somministrazione di mezzo di contrasto. In tomografia computerizzata la somministrazione<br />
di contrasto evidenzia le vene anomale, tali per localizzazione (sostanza bianca) e decorso<br />
(radiale). Naturalmente, l’angioma venoso sarà evidenziato in maniera ottimale solo se<br />
una scansione include per intero il collettore venoso, altrimenti, se le scansioni hanno un<br />
orientamento differente, le scansioni evidenzieranno soltanto aree rotondeggianti di presa<br />
di contrasto.<br />
In risonanza magnetica la somministrazione di gadolinio (non indispensabile) evidenzia meglio<br />
l’anomalia.<br />
• Angio-RM. È l’esame risolutivo, anche in considerazione della assenza di invasività, che<br />
dimostra l’anomalia ed il suo drenaggio.<br />
• Angiografia digitale. La malformazione si evidenzia esclusivamente in fase venosa; si osserva<br />
la presenza di vene midollari (il cosiddetto “caput medusae”) convergenti verso la vena<br />
transcorticale; la via di drenaggio è facilmente individuata.<br />
F • Aneurismi ed emorragie subaracnoidee (→ 14:I,B; II,B)<br />
Sono dilatazioni del lume vascolare, di forma grossolanamente sferica, causate verosimilmente da<br />
debolezza congenita della parete arteriosa; tendono a svilupparsi in prossimità dei punti di biforcazione<br />
arteriosa.<br />
Il sacco aneurismatico è formato da intima ed avventizia.<br />
La debolezza della parete arteriosa è attribuita da alcuni a difetti focali congeniti della media,<br />
da altri a un danno della parete arteriosa causato da fenomeni emodinamici; altre cause meno<br />
frequenti di aneurisma sono i traumi (specie se perforanti), le neoplasie (emboli tumorali nella<br />
parete vasale, tipicamente da mixoma atriale e coriocarcinoma), infezioni (emboli settici da endocardite<br />
che si localizzano a livello della parete vasale), le malformazioni artero-venose (aneurismi<br />
correlati all’elevato flusso), vasculopatie (displasia fibromuscolare). Esiste una predisposizione<br />
familiare.<br />
Sono multipli nel 20% dei casi, la molteplicità è più frequente nel sesso femminile (5:1) e può essere<br />
correlata a vasculopatie.<br />
I fattori emodinamici condizionano pesantemente la velocità di crescita dell’aneurisma, la tendenza<br />
alla trombosi ed alla rottura.<br />
L’85% origina dal circolo carotideo e le localizzazioni più comuni sono la comunicante anteriore,<br />
la carotide interna all’origine della comunicante posteriore, la cerebrale media. Per quanto concerne<br />
il circolo posteriore la localizzazione più frequente è l’apice della basilare (7-8%). Gli aneurismi<br />
che hanno origine da vasi distali sono – di norma – traumatici o micotici.<br />
Si manifestano clinicamente tra i 40 ed i 60 anni, il più delle volte con una emorragia subaracnoidea<br />
conseguente a rottura dell’aneurisma.<br />
Il rischio cumulativo di sanguinamento per un aneurisma ancora intatto è valutato nell’1-2% per<br />
anno.<br />
A seguito del primo sanguinamento più di un terzo dei pazienti muore.<br />
Il rischio di nuovo sanguinamento, in assenza di trattamento, è del 50% a 6 mesi e la frequenza<br />
è massima nei giorni immediatamente successivi al primo sanguinamento.<br />
Ogni nuovo sanguinamento comporta una mortalità del 50%.<br />
Pur esistendo una indubbia correlazione tra diametro e tendenza a sanguinare, anche aneurismi<br />
di piccole dimensioni possono sanguinare.<br />
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