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Diagnostica morfologica: Neuroradiologia - Centauro

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1. Ipertensione<br />

arteriosa<br />

2. Infarti<br />

emorragici<br />

3. Infarti<br />

venosi<br />

42 • <strong>Diagnostica</strong> <strong>morfologica</strong>: <strong>Neuroradiologia</strong><br />

D • Emorragie cerebrali: cause di emorragia (→ 14:II,F2)<br />

È riconosciuta come la causa più frequente di emorragia intra-assiale non traumatica, responsabile<br />

di percentuali variabili nelle diverse casistiche dal 70 al 90% degli episodi.<br />

La localizzazione tipica è a livello dei nuclei della base (50-75%); più rare le localizzazioni<br />

a livello della sostanza bianca lobare (10%), del tronco cerebrale (10%), del cervelletto<br />

(10%).<br />

L’ipertensione arteriosa è verosimilmente il meccanismo patogenetico attraverso il quale la<br />

pre-eclampsia e l’eclampsia determinano emorragie cerebrali in donne in gravidanza.<br />

• Diagnosi differenziale. La sede e il quadro clinico, caratterizzato da insorgenza acuta della<br />

sintomatologia, sono i principali criteri che consentono di differenziare una emorragia<br />

ipertensiva da una tumorale.<br />

La trasformazione emorragica di un infarto cerebrale arterioso è dovuta a lisi dell’embolo che<br />

aveva occluso il vaso arterioso; il fenomeno si verifica nel 25% degli infarti e, di norma, tra le<br />

24 e le 48 ore dopo l’episodio infartuale.<br />

• Risonanza magnetica. È la tecnica più sensibile ed evidenzia una iperintensità giriforme,<br />

corticale in T1. In T2 non si osserva l’ipointensità tipica della deossiemoglobina, perché essa<br />

è mascherata dalla iperintensità dell’area infartuale. È anche possibile lo svilupparsi di<br />

emorragie di più ampie dimensioni, ed in questo caso l’evoluzione temporale segue l’andamento<br />

precedentemente descritto per le emorragie intra-assiali.<br />

• Somministrazione di mezzo di contrasto. Il comportamento del tessuto cerebrale interessato<br />

dall’infarto venoso è del tutto sovrapponibile a quanto descritto per l’infarto arterioso.<br />

• Diagnosi differenziale. Il problema della diagnosi differenziale con una emorragia tumorale<br />

si pone solamente per le emorragie di più ampie dimensioni, ed è difficile; i criteri sono<br />

l’esordio clinico acuto, l’intervallo di tempo trascorso tra esordio clinico ed esecuzione dell’esame,<br />

l’eventuale precedente evidenziazione di un infarto cerebrale in esami eseguiti prima<br />

della trasformazione emorragica, il fatto che l’ematoma presenta una evoluzione tipica;<br />

le emorragie tumorali, infatti, di norma si ripetono nel tempo e di conseguenza non rispettano<br />

la tipica evoluzione temporale precedentemente descritta.<br />

Sono secondari a trombosi. La sintomatologia clinica è caratterizzata, oltre che da deficit<br />

neurologici focali, da crisi epilettiche. Esistono condizioni predisponenti alla trombosi venosa<br />

(tab. 4).<br />

Tabella 4 - Principali cause di trombosi venosa<br />

(modificata da Grossman R.I., Yousen D.M., Neuroradiology, Mosby 1994)<br />

– Disidratazione acuta<br />

– Coagulopatie e discrasie ematiche<br />

– Mastoiditi, sinusiti<br />

– Meningiti<br />

– Leucemia<br />

– Malnutrizione<br />

– Gravidanza<br />

– Traumi<br />

Se diagnosticati precocemente, esiste la possibilità di intervenire con una terapia trombolitica.<br />

• Tomografia computerizzata. Si evidenziano multiple lesioni focali emorragiche. Possono<br />

essere presenti anche evidenziati i trombi iperdensi a livello del seno sagittale superiore, del<br />

seno retto o dei seni trasversi.<br />

• Risonanza magnetica. Oltre alle multiple lesioni emorragiche, si può evidenziare la trombosi<br />

dei seni interessati.<br />

In fase acuta si osserva una perdita, in T1, del normale vuoto di segnale; le strutture venose<br />

trombizzate appaiono ipointense in T2 (deossiemoglobina), ma questa ipointensità è priva<br />

di significato, perché può essere confusa con il normale vuoto di segnale dei vasi.<br />

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