Diagnostica morfologica: Neuroradiologia - Centauro
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4. Risonanza<br />
magnetica<br />
funzionale<br />
5. Spettroscopia<br />
in RM<br />
6. Studio dei vasi<br />
(→ 44)<br />
42 • <strong>Diagnostica</strong> <strong>morfologica</strong>: <strong>Neuroradiologia</strong><br />
Successivamente l’area infartuale evolve in senso malacico, con perdita di volume dell’area<br />
interessata, con tipica distribuzione in un territorio vascolare.<br />
Lo studio delle variazioni del coefficiente di diffusione delle molecole di acqua nei tessuti mette in<br />
evidenza una significativa riduzione di questo coefficiente a distanza di pochi minuti dalla occlusione<br />
arteriosa.<br />
Come già detto, le mappe di diffusione permettono di evidenziare esclusivamente le aree cerebrali<br />
dove la riduzione dell’apporto ematico ha causato una consistente alterazione dei processi<br />
metabolici cellulari. Si ritiene che le aree di “penombra ischemica”, recuperabili a condizione<br />
di ripristinare velocemente l’apporto ematico, possano essere identificate attraverso lo studio<br />
della perfusione, che, di norma, mette in evidenza una area di alterata perfusione più estesa<br />
dell’area di alterazione del coefficiente di diffusione. Le aree di “penombra ischemica” sono verosimilmente<br />
quelle dove esiste un difetto di perfusione, ma non ancora una alterazione del coefficiente<br />
di diffusione dell’acqua.<br />
Recentemente alcuni autori hanno osservato l’esistenza di una correlazione tra il ritardo temporale<br />
nell’arrivo del mezzo di contrasto, in pazienti portatori di stenosi carotidea, e il grado della stenosi.<br />
Gli spettri dell’H 1 evidenziano una marcata riduzione dei livelli di N-acetil-aspartato e un marcato<br />
aumento dei livelli di lattato.<br />
Il ruolo dell’angiografia digitale in pazienti con infarti cerebrali è individuare e determinare la<br />
natura di lesioni in grado di causare una ischemia cerebrale (placche ateromatose, vasculiti).<br />
Nel caso di lesioni ateromatose è necessario:<br />
– determinare il grado della stenosi;<br />
– valutare le caratteristiche delle placche individuate (ulcerate, calcifiche, miste);<br />
– identificare altre lesioni della medesima natura a livello del sifone carotideo o nella circolazione<br />
intracranica;<br />
– valutare l’esistenza e l’efficacia dei circoli di compenso.<br />
La percentuale della stenosi viene valutata in angiografia digitale sulla proiezione che mostra<br />
la stenosi più marcata, calcolando il rapporto tra il diametro del lume residuo nel punto di massima<br />
stenosi e il diametro della carotide interna misurato sopra il bulbo, e moltiplicando il risultato<br />
per 100; si ritiene che una stenosi tra il 70 ed il 99% in pazienti sintomatici (TIA omolaterali)<br />
sia indicazione all’intervento di endoarteriectomia. Le metodiche non invasive (angio-<br />
RM, angio-TC, color-Doppler) hanno una sensibilità sufficiente a differenziare le stenosi inferiori<br />
al 70% da quelle superiori a questo valore e quindi possono essere utilizzate per differenziare<br />
i pazienti candidati all’intervento chirurgico, che – comunque – dovranno essere sottoposti<br />
alla più invasiva angiografia digitale.<br />
Un problema di estremo interesse è la differenziazione delle stenosi severe (pseudo-occlusioni)<br />
dalle occlusioni vere, necessaria in quanto le stenosi severe – a differenza delle occlusioni<br />
complete – sono candidate all’intervento chirurgico. Non esiste una tecnica neuroradiologica<br />
in grado di operare correttamente questa differenziazione nel 100% dei casi; tuttavia le tecniche<br />
più efficaci a questo riguardo sembrano essere l’angiografia digitale (con acquisizione di<br />
immagini prolungate) e l’angio-TC (per la quale, tuttavia, i dati in letteratura sono ancora insufficienti);<br />
angio-RM e color-Doppler sono meno affidabili.<br />
L’importanza dell’identificazione di placche ulcerate è controversa, in quanto non è chiaro se<br />
esse causino un aumento del rischio di ischemia cerebrale, anche in pazienti che non presentino<br />
stenosi superiore al 70%. L’angiografia digitale ha una sensibilità variabile nelle diverse casistiche<br />
dal 50 all’80%, mentre l’angio-TC è il metodo che consente una migliore definizione<br />
delle caratteristiche delle placche: il lume vasale è perfettamente delineato, iperdenso a causa<br />
della presenza del mezzo di contrasto; le placche calcifiche sono iperdense, le fibrolipidiche sono<br />
ipodense, le miste presentano aree iperdense ed aree ipodense; le placche non ulcerate presentano<br />
margini regolari, mentre le ulcerate sono caratterizzate da indentazioni (immagine di<br />
“plus”) lungo il profilo interno della placca.<br />
Le lesioni “tandem”, localizzate a livello del sifone carotideo o dei vasi intracranici (presenti<br />
in circa il 2% dei pazienti con lesioni ateromasiche a livello dei sifoni carotidei) possono essere<br />
individuate solo dall’angiografia digitale; esse consistono in irregolarità del lume vasale, tortuosità<br />
vasali, aree di stenosi vasale alternate ad aree di ectasia. È anche importante valutare<br />
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