Diagnostica morfologica: Neuroradiologia - Centauro

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29.05.2013 Views

5. Metastasi delle leptomeningi e dello spazio subaracnoideo 762 6. Epidermoidi • Somministrazione di mezzo di contrasto. È di importanza fondamentale nell’evidenziare le lesioni più piccole (risonanza magnetica) e l’eventuale invasione delle strutture cerebrali adiacenti; le metastasi durali assumono marcatamente il contrasto. • Diagnosi differenziale. Nella prima settimana dopo una puntura lombare, si osserva costantemente una diffusa presa di contrasto della dura, che appare diffusamente ispessita; il fenomeno è legato ad una reazione aspecifica della dura, verosimilmente dovuta alla sottrazione liquorale. È estremamente importante segnalare al neuroradiologo l’eventuale esecuzione di una puntura lombare e la data in cui è stata praticata, al fine di evitare false diagnosi di carcinomatosi durale. Altre possibili cause di presa di contrasto patologica a livello delle meningi sono riportate nella tabella 2. Se una metastasi durale è isolata si pongono problemi di diagnosi differenziale nei confronti di un meningioma, che possono essere risolti solo dalla biopsia della lesione. Tabella 2 - Cause di anomala presa di contrasto meningea (modificata da Osborn A.G., Diagnostic Neuroradiology, Mosby 1994) Frequenti Rare Postchirurgica Infarti cerebrali Meningite Angiomi cavernosi durali Meningioma Malformazioni vascolari Metastasi Linfomi/leucemia Emorragia subaracnoidea Ematopoiesi extramidollare Noduli reumatoidi Sarcoidosi Istiocitosi Pachimeningite idiopatica ipertrofica Trombosi seni durali Perdita di liquido cefalorachidiano (PL, fistole liquorali) Sono più comuni delle metastasi durali e si diffondono per via liquorale. I tumori primitivi del sistema nervoso centrale da cui più frequentemente hanno origine queste lesioni secondarie sono: medulloblastoma, ependimoma, tumori della regione pineale, papilloma dei plessi corioidei, retinoblastoma, nei bambini; glioblastoma multiforme, linfoma, oligodendroglioma negli adulti. I tumori extracranici da cui hanno più spesso origine sono: neuroblastoma, leucemia e linfoma nei bambini; linfoma, leucemia, carcinoma del seno, del polmone, adenocarcinoma gastrico e melanoma negli adulti. • Possono essere individuate solo in studi con somministrazione di mezzo di contrasto e la risonanza magnetica ha una sensibilità molto superiore alla tomografia computerizzata; le localizzazioni più frequenti sono a livello delle cisterne basali e degli spazi subaracnoidei della convessità, lungo il decorso dei nervi cranici, lungo il midollo spinale e le radici della cauda equina. I depositi metastatici possono apparire come lesioni nodulari o lineari lungo la superficie delle strutture nervose. Data la grande tendenza di queste metastasi a diffondere per via liquorale, l’individuazione di una lesione di questo tipo nello spazio subaracnoideo impone uno studio RM completo del nevrasse, con somministrazione di gadolinio. Può essere associato un idrocefalo secondario. • Diagnosi differenziale. Il quadro neuroradiologico non è specifico: sarcoidosi e meningiti, trattate nel capitolo dedicato alla patologia infiammatoria, possono causare una presa di contrasto a livello dello spazio subaracnoideo (→ tab. 2). Gli epidermoidi sono cisti da inclusione ectodermica congenite, le cui pareti sono formate da cellule epiteliali con all’interno residui di cheratina e colesterina, che restano incluse nel nevrasse al momento della chiusura del tubo neurale; sono più frequentemente intradurali, ma possono anche essere extradurali (10% dei casi). Il picco di incidenza è nella 4ª decade di vita. Parte Quinta • Procedimenti diagnostici nella patologia neurochirurgica

7. Dermoidi 8. Lipomi 42 • Diagnostica morfologica: Neuroradiologia Gli epidermoidi intradurali sono localizzati più frequentemente a livello delle cisterne dell’angolo ponto-cerebellare, soprasellare, e prepontina. Il IV ventricolo è la localizzazione intra-assiale più frequente. Raramente gli epidermoidi sono localizzati a livello extradurale, intradiploico. • Radiografia convenzionale. È utile nella diagnosi di epidermoidi localizzati a livello intradiploico, caratterizzati come erosioni ossee focali rotondeggianti o lobulate, con margini sclerotici. • Tomografia computerizzata. Sono tipicamente ipodensi e non assumono il mezzo di contrasto; esercitano un effetto compressivo sulle strutture anatomiche del SNC. È possibile anche evidenziare fini calcificazioni al loro interno (10-25 % dei casi). • Risonanza magnetica. Queste lesioni appaiono ipointense (segnale simil-liquorale) in T1, ma disomogeneamente iperintense in DP e in T2; la iperintensità in DP è il principale elemento che consente la diagnosi differenziale con le cisti aracnoidee, che invece appaiono ipointense in DP; la diagnosi può anche essere confermata facendo ricorso a sequenze sensibili al flusso liquorale (steady-state free procession), che evidenziano la natura solida di queste lesioni. Occasionalmente l’esame può evidenziare una iperintensità in T1, conseguente a un alto contenuto in lipidi. La RM permette di analizzare meglio gli effetti compressivi causati da queste lesioni. • Somministrazione di mezzo di contrasto. Non assumono il mezzo di contrasto. • RM funzionale. Gli studi di diffusione permettono di differenziare agevolmente una lesione solida (epidermoide) da una a contenuto fluido (cisti aracnoidea). • Angiografia digitale. Sono lesioni avascolari, che esercitano effetti compressivi sui vasi. • Diagnosi differenziale. Il principale problema è posto dalle cisti aracnoidee; la diagnosi differenziale si basa sull’iperintensità in DP, sulla assenza di flusso liquorale all’interno della lesione, e sulla tendenza a inglobare i vasi più che a deviarli e spostarli. Sono cisti da inclusione ectodermica di origine congenita; contengono un fluido viscoso con metaboliti lipidici e colesterolo liquido derivati da cellule epiteliali decomposte. Se la cisti si rompe il suo contenuto può diffondere negli spazi subaracnoidei e nelle cavità ventricolari. Il picco di incidenza è nella 3ª decade. Sono lesioni della linea mediana, localizzate a livello parasellare, frontobasale e della fossa cranica posteriore; a livello della fossa cranica posteriore sono interessati il verme cerebellare e il IV ventricolo. • Tomografia computerizzata. La lesione appare rotondeggiante a limiti netti, marcatamente ipodensa (da –20 a – 40 UH), a causa della presenza di lipidi. Calcificazioni irregolari ai margini sono comuni. • Risonanza magnetica. Sono iperintensi in T1. In DP e T2 i dermoidi hanno un segnale variabile. In caso di rottura si evidenziano particelle lipidiche (spontaneamente iperintense in T1) all’interno degli spazi subaracnoidei e delle cavità ventricolari. La definizione dei limiti e dei rapporti è, di norma, agevole. • Somministrazione di mezzo di contrasto. Non assumono il mezzo di contrasto. • Angiografia digitale. Sono lesioni avascolari che esercitano effetti compressivi sui vasi. Sono di origine congenita, frequentemente (60%) associati ad altre anomalie di sviluppo del SNC; tipica, a questo proposito, l’associazione con l’agenesia del corpo calloso. Le localizzazioni più frequenti sono a livello pericalloso, della cisterna della lamina quadrigemina, della cisterna soprasellare e della cisterna dell’angolo ponto-cerebellare. • Radiografia convenzionale. Il lipoma può apparire – raramente – come una area di aumentata radiotrasparenza. Più frequentemente è possibile mettere in evidenza le eventuali calcificazioni associate. • Tomografia computerizzata. La lesione è marcatamente ipodensa; i valori densitometrici sono quelli tipici del grasso. Le calcificazioni sono comuni. Non assumono il mezzo di contrasto. • Risonanza magnetica. Sono iperintensi in T1, ipointensi in T2 qualora la sequenza di acquisizione sia una SE, iperintensi in T2 qualora la sequenza di acquisizione sia una Fast SE. La tecnica conosciuta come “soppressione del grasso” conferma la diagnosi, annullando il segnale del grasso. 763

7. Dermoidi<br />

8. Lipomi<br />

42 • <strong>Diagnostica</strong> <strong>morfologica</strong>: <strong>Neuroradiologia</strong><br />

Gli epidermoidi intradurali sono localizzati più frequentemente a livello delle cisterne dell’angolo<br />

ponto-cerebellare, soprasellare, e prepontina. Il IV ventricolo è la localizzazione intra-assiale<br />

più frequente.<br />

Raramente gli epidermoidi sono localizzati a livello extradurale, intradiploico.<br />

• Radiografia convenzionale. È utile nella diagnosi di epidermoidi localizzati a livello intradiploico,<br />

caratterizzati come erosioni ossee focali rotondeggianti o lobulate, con margini<br />

sclerotici.<br />

• Tomografia computerizzata. Sono tipicamente ipodensi e non assumono il mezzo di contrasto;<br />

esercitano un effetto compressivo sulle strutture anatomiche del SNC.<br />

È possibile anche evidenziare fini calcificazioni al loro interno (10-25 % dei casi).<br />

• Risonanza magnetica. Queste lesioni appaiono ipointense (segnale simil-liquorale) in T1,<br />

ma disomogeneamente iperintense in DP e in T2; la iperintensità in DP è il principale elemento<br />

che consente la diagnosi differenziale con le cisti aracnoidee, che invece appaiono<br />

ipointense in DP; la diagnosi può anche essere confermata facendo ricorso a sequenze sensibili<br />

al flusso liquorale (steady-state free procession), che evidenziano la natura solida di queste<br />

lesioni.<br />

Occasionalmente l’esame può evidenziare una iperintensità in T1, conseguente a un alto<br />

contenuto in lipidi.<br />

La RM permette di analizzare meglio gli effetti compressivi causati da queste lesioni.<br />

• Somministrazione di mezzo di contrasto. Non assumono il mezzo di contrasto.<br />

• RM funzionale. Gli studi di diffusione permettono di differenziare agevolmente una lesione<br />

solida (epidermoide) da una a contenuto fluido (cisti aracnoidea).<br />

• Angiografia digitale. Sono lesioni avascolari, che esercitano effetti compressivi sui vasi.<br />

• Diagnosi differenziale. Il principale problema è posto dalle cisti aracnoidee; la diagnosi<br />

differenziale si basa sull’iperintensità in DP, sulla assenza di flusso liquorale all’interno della<br />

lesione, e sulla tendenza a inglobare i vasi più che a deviarli e spostarli.<br />

Sono cisti da inclusione ectodermica di origine congenita; contengono un fluido viscoso con metaboliti<br />

lipidici e colesterolo liquido derivati da cellule epiteliali decomposte.<br />

Se la cisti si rompe il suo contenuto può diffondere negli spazi subaracnoidei e nelle cavità ventricolari.<br />

Il picco di incidenza è nella 3ª decade.<br />

Sono lesioni della linea mediana, localizzate a livello parasellare, frontobasale e della fossa<br />

cranica posteriore; a livello della fossa cranica posteriore sono interessati il verme cerebellare e<br />

il IV ventricolo.<br />

• Tomografia computerizzata. La lesione appare rotondeggiante a limiti netti, marcatamente<br />

ipodensa (da –20 a – 40 UH), a causa della presenza di lipidi. Calcificazioni irregolari ai<br />

margini sono comuni.<br />

• Risonanza magnetica. Sono iperintensi in T1. In DP e T2 i dermoidi hanno un segnale variabile.<br />

In caso di rottura si evidenziano particelle lipidiche (spontaneamente iperintense in<br />

T1) all’interno degli spazi subaracnoidei e delle cavità ventricolari.<br />

La definizione dei limiti e dei rapporti è, di norma, agevole.<br />

• Somministrazione di mezzo di contrasto. Non assumono il mezzo di contrasto.<br />

• Angiografia digitale. Sono lesioni avascolari che esercitano effetti compressivi sui vasi.<br />

Sono di origine congenita, frequentemente (60%) associati ad altre anomalie di sviluppo del SNC;<br />

tipica, a questo proposito, l’associazione con l’agenesia del corpo calloso.<br />

Le localizzazioni più frequenti sono a livello pericalloso, della cisterna della lamina quadrigemina,<br />

della cisterna soprasellare e della cisterna dell’angolo ponto-cerebellare.<br />

• Radiografia convenzionale. Il lipoma può apparire – raramente – come una area di aumentata<br />

radiotrasparenza. Più frequentemente è possibile mettere in evidenza le eventuali<br />

calcificazioni associate.<br />

• Tomografia computerizzata. La lesione è marcatamente ipodensa; i valori densitometrici<br />

sono quelli tipici del grasso. Le calcificazioni sono comuni. Non assumono il mezzo di contrasto.<br />

• Risonanza magnetica. Sono iperintensi in T1, ipointensi in T2 qualora la sequenza di acquisizione<br />

sia una SE, iperintensi in T2 qualora la sequenza di acquisizione sia una Fast SE.<br />

La tecnica conosciuta come “soppressione del grasso” conferma la diagnosi, annullando il<br />

segnale del grasso.<br />

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