Diagnostica morfologica: Neuroradiologia - Centauro
Diagnostica morfologica: Neuroradiologia - Centauro
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1. Note tecnicometodologiche<br />
Questo approccio è superato e deve essere oggi completamente abbandonato.<br />
Generalmente la somministrazione di mezzo di contrasto (in TC come in RM) è decisa dal<br />
Neuroradiologo sulla base della positività dell’esame in bianco, qualora esso evidenzi reperti<br />
sospetti per rottura della barriera emato-encefalica (tumori, processi infiammatori).<br />
Anche se la regola generale è questa, esistono alcuni punti che è opportuno sottolineare:<br />
– nei casi di incertezza diagnostica tra tumori e infarti acuti, l’atteggiamento diagnostico consigliato<br />
è la valutazione con RM o ripetere l’esame TC in bianco a distanza di una settimana<br />
(l’evoluzione del quadro neuroradiologico consente la diagnosi differenziale); possibile anche,<br />
ma spesso non risolutiva, la somministrazione di mezzo di contrasto non-ionico;<br />
– la ricerca di malformazioni vascolari ed aneurismi dovrebbe orientare all’utilizzazione di<br />
altre tecniche diagnostiche (RM, angio-TC, angio-RM, angiografia digitale) più che all’esecuzione<br />
di un esame TC con contrasto;<br />
– la ricerca di patologia infiammatoria (specie nei pazienti HIV positivi) ed i controlli postoperatori<br />
per ricerca di recidive tumorali richiedono il completamento dell’esame TC con<br />
somministrazione di mezzo di contrasto, anche in caso di negatività dell’esame in bianco;<br />
– la ricerca di metastasi, che possono non essere evidenziate dall’esame in bianco, è indicazione<br />
ad eseguire, se opportuno, l’esame TC o RM direttamente con mezzo di contrasto.<br />
Il mezzo di contrasto può anche essere somministrato per evidenziare:<br />
– lesioni la cui dinamica di potenziamento è differente da quella del tessuto normale; è il<br />
caso della ricerca di microadenomi ipofisari e di recidive di ernie discali (assumono il<br />
mezzo di contrasto più lentamente rispettivamente dell’adenoipofisi e del tessuto fibrotico<br />
circostante);<br />
– strutture anatomiche o fenomeni altrimenti non studiabili. La morfologia delle pareti vasali,<br />
per esempio, può essere studiata in angio-TC; la circolazione liquorale, la patologia<br />
intra ed extradurale a livello del rachide possono essere studiate con la cisternografia, la<br />
cisterno-TC, la mielografia e la mielo-TC; la presa di contrasto dei plessi venosi, adiacenti<br />
ai dischi intervertebrali, può essere utilizzata per evidenziare meglio eventuali ernie discali<br />
a livello cervicale in TC, qualora la RM sia controindicata.<br />
F • Studio dei vasi in <strong>Neuroradiologia</strong><br />
a) ANGIO-TC<br />
L’invasività dello studio è modesta, essendo limitata alla somministrazione di mezzo di contrasto endovena.<br />
Può essere effettuato a livello delle biforcazioni carotidee (studio della patologia ateromasica) o<br />
del poligono di Willis (studio patologia aneurismatica).<br />
L’esame consiste nell’acquisizione di una serie di scansioni contigue o parzialmente sovrapposte,<br />
di ridotto spessore, durante la somministrazione di mezzo di contrasto iodato tramite iniettore.<br />
Per lo studio delle biforcazioni carotidee si utilizzano strati di 2-3 mm, acquisiti tra C7 e C2 (le<br />
biforcazioni carotidee sono localizzate tra C6 e C3).<br />
Per lo studio del poligono di Willis si utilizzano strati del minore spessore disponibile acquisiti a<br />
partire dal pavimento della sella turcica.<br />
Le immagini assiali vengono poi esaminate e ricostruite in MIP (maximum intensity projection) e<br />
in 3D, utilizzando programmi disponibili sull’apparecchio o su workstations dedicate.<br />
Le ricostruzioni MIP si basano sulla proiezione dei pixel ad elevata densità (o intensità), presenti<br />
nel volume sottoposto a ricostruzione, su un piano, lungo una direzione determinata dall’operatore;<br />
la tecnica è di particolare interesse perché consente di ottenere ricostruzioni estremamente simili<br />
ad angiografie digitali.<br />
Le ricostruzioni tridimensionali vengono ottenute definendo dapprima opportune soglie di densità;<br />
i pixel di densità compresa nell’intervallo prestabilito entrano a far parte dell’oggetto ricostruito,<br />
tutti i pixel di densità non compresa nell’intervallo in questione ne vengono esclusi.<br />
È importante osservare che entrambe le tecniche comportano una manipolazione dei dati acquisiti<br />
e, dunque, sono soggette a possibili errori; è sempre opportuno verificare i risultati sulle immagini<br />
acquisite direttamente.<br />
Questo tipo di studio può essere eseguito solo su apparecchi TC particolarmente veloci nelle acquisizioni<br />
e possibilmente, dunque, su apparecchi ad acquisizione elicoidale, pena la somministrazione<br />
di quantità di contrasto troppo elevate.<br />
Inoltre, bisogna sempre considerare che l’esecuzione di questo tipo di esame è estremamente impegnativo,<br />
richiedendo molto tempo per la ricostruzione e l’analisi delle immagini.<br />
Dal punto di vista semeiologico, il lume vasale è perfettamente delineato, iperdenso a causa della<br />
presenza del mezzo di contrasto; la trombosi vasale è evidenziata dall’assenza di mezzo di contrasto<br />
all’interno del vaso. Le placche calcifiche sono iperdense, le fibrolipidiche sono ipodense, le<br />
Parte Quinta • Procedimenti diagnostici nella patologia neurochirurgica