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Diagnostica morfologica: Neuroradiologia - Centauro

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864<br />

1. Spine bifide<br />

aperte<br />

2. Spine bifide<br />

occulte<br />

3. Meningoceli<br />

XV - MALFORMAZIONI CONGENITE DEL RACHIDE<br />

A • Disrafismi spinali (→ 19:C,D)<br />

Costituiscono un gruppo di malformazioni congenite della colonna vertebrale e del midollo<br />

spinale caratterizzate da mancata, incompleta o anomala saldatura sulla linea mediana del tessuto<br />

nervoso, osseo o mesenchimale.<br />

Si distinguono:<br />

– spina bifida aperta, in cui il contenuto spinale (tessuto nervoso e/o meningi), erniato attraverso<br />

un difetto osseo posteriore, è esposto alla visione sulla linea mediana del dorso;<br />

– spina bifida occulta, in cui la lesione è ricoperta da cute intatta; può esistere o meno un difetto<br />

osseo posteriore.<br />

Le forme di più frequente riscontro sono mielocele e mielomeningocele, in cui si osserva:<br />

– la presenza di una placca di tessuto nervoso, il placode, in posizione dorsale, sulla linea mediana,<br />

in rapporto di continuità con la cute adiacente;<br />

– l’esistenza, nel mielomeningocele, di una dilatazione dello spazio subaracnoideo, che causa una<br />

elevazione del placode sulla superficie cutanea;<br />

– l’origine delle radici spinali dorsali dalla superficie anteriore del placode, lateralmente alle radici<br />

ventrali;<br />

– la dura madre, l’aracnoide e la pia ricoprono la superficie ventrale del placode;<br />

– “ancoramento” e posizione più bassa rispetto alla norma (“tethered cord”) del midollo spinale;<br />

– esistenza di un difetto osseo posteriore, che interessa più vertebre contigue, attraverso cui si verifica<br />

l’erniazione del contenuto spinale.<br />

Il riscontro di un meningocele semplice è possibile, ma molto più raro.<br />

Dal punto di vista embriologico, la malformazione è causata da un fallimento nella fusione sulla<br />

linea mediana delle pieghe neurali della placca neurale, che, pertanto, restano in continuità con l’ectoderma<br />

che formerà la cute.<br />

L’incidenza è di 1-2 casi per 1000 nati vivi, ed è più frequente nel sesso femminile.<br />

È costantemente presente una malformazione di Chiari tipo II; possono anche essere presenti<br />

idromielia (30-75% dei pazienti), siringomielia (20%), lipomi intracanalari (occasionalmente), idrocefalo<br />

(80%), agenesia del corpo calloso, diastematomielia (30-45%), scoliosi (20%), cifosi (10%),<br />

deformità delle anche.<br />

La localizzazione più frequente è a livello lombo-sacrale.<br />

I pazienti con questo tipo di anomalia non vengono quasi mai sottoposti ad accertamenti<br />

neuroradiologici, con la sola eccezione dell’ecografia prenatale, che dimostra la presenza<br />

della malformazione.<br />

Indicazione all’esecuzione di una risonanza magnetica è, invece, il riscontro di un deterioramento<br />

delle condizioni neurologiche dopo l’intervento chirurgico, che si può verificare a seguito di:<br />

– riancoramento (“retethering”) del midollo spinale, dovuto alla cicatrice o ad altra malformazione<br />

associata;<br />

– compressione del midollo spinale da parte della dura, a seguito della riparazione chirurgica;<br />

– compressione del midollo spinale da parte di un tumore dermoide, epidermoide o di una<br />

cisti aracnoidea;<br />

– ischemia del midollo spinale;<br />

– formazione di una cavità idrosiringomielica.<br />

Queste complicanze sono diagnosticabili dalla RM, con la sola eccezione del riancoramento,<br />

che viene formulata quando siano state escluse le altre possibili complicanze postoperatorie.<br />

Costituiscono un gruppo eterogeneo di lesioni, la cui esatta embriologia è sconosciuta, caratterizzate<br />

in contrapposizione alla spina bifida aperta dalla esistenza di cute integra che ricopre la lesione<br />

stessa. Le più frequenti sono il meningocele, il seno dermico dorsale, il lipomielomeningocele, il<br />

fibrolipoma del filum terminale, i lipomi intradurali.<br />

Sono protrusioni delle meningi (dura e aracnoide) e di liquido cefalo-rachidiano attraverso un difetto<br />

osseo posteriore del rachide, che può interessare uno o più segmenti; la malformazione è caratterizzata<br />

dall’assenza di tessuto nervoso al suo interno e dall’integrità della cute sovrastante.<br />

Di norma, il paziente è neurologicamente integro.<br />

L’incidenza è di 1 caso ogni 10.000 nati vivi.<br />

Parte Quinta • Procedimenti diagnostici nella patologia neurochirurgica

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