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Diagnostica morfologica: Neuroradiologia - Centauro

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860<br />

1. Generalità<br />

(→ 12;18)<br />

2. Traumi cervicali<br />

(→ 18)<br />

XIV - TRAUMI MIDOLLARI E DEL RACHIDE<br />

I principali meccanismi patogenetici attraverso i quali il trauma causa un danno a carico delle strutture<br />

ossee sono:<br />

– flessione, in cui si possono determinare fratture a cuneo dei corpi vertebrali e lacerazioni multiple<br />

di legamenti (interspinoso, longitudinale posteriore, giallo, capsulare) con possibile sublussazione<br />

e infrazione dei processi articolari e conseguenti sublussazioni vertebrali; è comune a livello<br />

della colonna cervicale, toracica e del passaggio toraco-lombare;<br />

– iperestensione, che causa fratture degli elementi posteriori, del legamento longitudinale anteriore,<br />

sublussazione vertebrale posteriore ed ematoma prevertebrale; è più comune a livello<br />

cervicale;<br />

– schiacciamento, in cui la frattura interessa il corpo vertebrale che assume un aspetto cuneiforme<br />

e gli elementi laterali con possibile sublussazione e spondilolistesi; interessano più frequentemente<br />

il tratto cervicale (es.: tuffi) ed il tratto toraco-lombare (es.: salti);<br />

– rotazione, quasi sempre combinata a meccanismi di flessione ed estensione causa fratture delle<br />

masse laterali, spesso monolaterali, sublussazione delle faccette articolari e lacerazioni legamentose<br />

con instabilità e sublussazioni vertebrali mono o bilaterali; a livello cervicale sono anche frequenti<br />

fratture uncovertebrali.<br />

Sono frequenti e spesso si accompagnano a lesioni del midollo spinale.<br />

Il rachide cervicale è molto esposto a fratture perché poco protetto, molto mobile e perché la testa<br />

agisce come un centro d’inerzia quando si verifica una brusca decelerazione. Inoltre ogni impatto<br />

del cranio è trasmesso al rachide cervicale.<br />

La possibilità di lesioni del midollo spinale è aumentata dalla preesistenza di malformazioni o lesioni<br />

che causino instabilità, limitazione della mobilità o stenosi del canale spinale.<br />

Tutti i meccanismi patogenetici precedentemente descritti (flessione, estensione, compressione,<br />

rotazione) possono causare una lesione del rachide cervicale.<br />

Lussazione occipito-atlantoidea<br />

È rara, e quasi costantemente fatale. Il meccanismo è di iperestensione con strappamento dei legamenti<br />

occipito-atlantoidei ed occipito-odontoidei; l’osso occipitale tende a scivolare indietro sull’atlante,<br />

causando compressione sul bulbo ed arresto respiratorio.<br />

• La radiologia convenzionale evidenzia un aumento della distanza tra dente dell’epistrofeo<br />

e clivus che se superiore a 12,5 mm deve essere considerata patologica.<br />

• La tomografia computerizzata, se eseguita acquisendo strati sottili e ricostruendo le immagini<br />

sui piani sagittali e coronali può confermare la diagnosi.<br />

Frattura di Jefferson<br />

È causata da compressione dell’atlante tra i condili occipitali e l’epistrofeo, con conseguente frattura<br />

degli archi anteriore e posteriore con spostamento laterale dei frammenti. Di norma i pazienti non<br />

presentano deficit neurologici.<br />

• La radiologia convenzionale dimostra, specie nella proiezione transbuccale, la dislocazione<br />

delle masse laterali dell’atlante, la cui entità permette di valutare l’integrità o meno del legamento<br />

trasverso (il legamento è rotto se la distanza tra le masse laterali e l’odontoide è superiore<br />

a 7 mm); la rottura del legamento trasverso implica l’esistenza di instabilità vertebrale.<br />

• La tomografia computerizzata conferma la diagnosi, specie se eseguita con ricostruzioni<br />

multiplanari.<br />

Sublussazioni anteriori e posteriori atlanto-epistrofee<br />

Sono di norma causate da fratture del dente dell’epistrofeo o da anomalie congenite del medesimo,<br />

ma possono anche essere causate da rottura del legamento trasverso e del legamento che unisce il<br />

dente dell’epistrofeo al clivus (legamento dell’apice del dente). Altre condizioni che favoriscono<br />

questo fenomeno sono un ascesso retrofaringeo, la tubercolosi, l’artrite reumatoide.<br />

Nelle dislocazioni anteriori, dovute a un meccanismo di flessione, l’atlante scivola in avanti sull’epistrofeo,<br />

mentre nelle dislocazioni posteriori, dovute a un meccanismo di estensione, l’atlante<br />

scivola indietro sull’epistrofeo.<br />

La dislocazione atlanto-epistrofea è una lesione instabile e può causare compressione sulla giunzione<br />

bulbo-midollare.<br />

• La radiologia convenzionale evidenzia l’aumento della distanza tra il dente dell’epistrofeo e<br />

Parte Quinta • Procedimenti diagnostici nella patologia neurochirurgica

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