Diagnostica morfologica: Neuroradiologia - Centauro

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856 3. Ascessi subdurali (→ 35:I,H) 4. Osteomieliti tubercolari (→ 34:II,B2) 5. Altre infezioni granulomatose 6. Infezioni da funghi 7. Infezioni parassitarie (→ 16) 8. Meningiti • Mielografia e mielo-TC. Si osserva la presenza di una massa extradurale che può causare un blocco liquorale. Sono rari. Il quadro clinico non è specifico. Può riconoscere cause iatrogene (puntura lombare, anestesia). • Il quadro neuroradiologico è estremamente simile a quanto descritto per gli ascessi epidurali. Rappresentano la più comune infezione granulomatosa che interessa il tessuto osseo. Possono essere secondarie a una localizzazione polmonare o primitiva. Sono più frequenti in pazienti di età inferiore ai 20 anni. Fattori predisponenti sono l’immunodepressione, l’alcolismo, la debilitazione. La localizzazione più comune è a livello delle ultime vertebre dorsali e delle vertebre lombari; l’infezione interessa inizialmente la parte antero-inferiore di un corpo vertebrale, successivamente si estende posteriormente e si diffonde al di sotto del legamento longitudinale posteriore ai corpi vertebrali contigui; particolarmente frequente (dal 55 al 95% dei casi) è la formazione di ascessi paraspinali, anche di notevoli dimensioni, spesso con calcificazioni. Il quadro clinico è sfumato ed insidioso, caratterizzato da vaghi dolori rachidei; l’evoluzione è meno severa della spondilo-discite da piogeni. • Radiologia convenzionale. Evidenzia distruzione ossea, con riduzione dello spazio intervertebrale. Occasionalmente è possibile osservare fusione dei corpi vertebrali; masse paravertebrali sono di frequente osservazione. • Tomografia computerizzata. Dimostra la distruzione ossea e la presenza di ascessi paraspinali, la cui estensione è sproporzionata all’entità della distruzione ossea. • Risonanza magnetica. Il corpo vertebrale interessato è distrutto, con perdita dei limiti della corticale ossea; possono essere interessate vertebre adiacenti, ma con relativo risparmio dei dischi intervertebrali. L’interessamento dell’arco vertebrale è frequente. • Somministrazione di mezzo di contrasto. Evidenzia una presa di contrasto delle vertebre interessate e degli eventuali ascessi paraspinali presenti. È possibile dimostrare la diffusione dell’infezione al di sotto del legamento longitudinale posteriore. • Diagnosi differenziale. È già stata discussa a proposito dell’osteomielite e discite piogenica. La brucellosi interessa più frequentemente il rachide lombare. La contaminazione avviene per ingestione di latte infetto. Si localizza a livello del rachide lombare, ha evoluzione acuta e il quadro neuroradiologico non è distinguibile da quello della tubercolosi. Anche la sarcoidosi causa lesioni ossee difficilmente distinguibili da quelle della tubercolosi. L’actinomicosi può svilupparsi esclusivamente in pazienti immunodepressi; causa la formazione di aree osteolitiche, con condensazione periferica, che interessano più vertebre risparmiando i dischi intervertebrali; a differenza della tubercolosi gli archi posteriori e le costole possono essere interessate; gli ascessi paravertebrali sono di piccole dimensioni, non calcificati. La blastomicosi, la criptococcosi, la coccidiomicosi, la candidosi e l’aspergillosi possono interessare il rachide. Sono estremamente rare in Italia; la candidosi è più frequente nei trapiantati, in pazienti alimentati per via parenterale. Gli aspetti radiologici non sono specifici. La diagnosi si basa sugli esami colturali. La cisticercosi si manifesta a livello leptomeningeo, con la formazione di una cisti a livello subaracnoideo. L’echinococcosi interessa l’osso trabecolare con la formazione di una cisti con possibile condensazione periferica, frequente è l’estensione alle costole adiacenti; anche se il quadro radiologico è aspecifico, l’assenza di presa di contrasto di questa lesione può indirizzare alla diagnosi. Possono essere causate da agenti batterici, funghi, virus, sarcoidosi. Nella grande maggioranza dei casi sono secondarie a meningite cerebrale. Possono essere evidenziate solo con uno studio in risonanza magnetica dopo gadolinio, che può evidenziare prese di contrasto: – lineari lungo la superficie del midollo spinale o delle radici nervose; Parte Quinta • Procedimenti diagnostici nella patologia neurochirurgica

9. Artrite reumatoide (→ 34:II,D) 42 • Diagnostica morfologica: Neuroradiologia – nodulari lungo la superficie delle medesime strutture; – massive da parte di tessuto infiammatorio che oblitera lo spazio subaracnoideo. Le possibili sequele sono costituite da infarti o formazione di cavità siringomieliche. È una sinovite infiammatoria. L’incidenza è, nelle diverse casistiche, variabile dallo 0,3 al 2,1% della popolazione; il sesso femminile è affetto più frequentemente del sesso maschile (3:1). L’esordio dei sintomi, nell’80% dei casi si verifica tra i 35 ed i 50 anni. Si accompagna nel 55-90% dei casi a una lesione del rachide cervicale, nel 25% a una sublussazione antero-posteriore C1-C2 e nel 5% a una compressione midollare; raro è l’interessamento delle altre porzioni del rachide; praticamente tutti i pazienti con sintomi neurologici hanno una sublussazione atlanto-epistrofea. Dal punto di vista anatomo-patologico la lesione tipica dell’artrite reumatoide è la formazione di un tessuto di granulazione definito “panno”, che si localizza a livello delle superfici sinoviali e che accrescendosi può distruggere la cartilagine articolare ed erodere il sottostante tessuto osseo; si può associare un interessamento dei legamenti (disinserzione, edema); questi fenomeni (più frequenti a livello dell’articolazione atlanto-epistrofea) si traducono in erosioni asimmetriche delle masse laterali dell’atlante (possibili dislocazioni con spostamento verso l’alto o rotazione dell’odontoide, sublussazioni laterali e rotazioni dell’atlante), erosioni dell’odontoide (possibili fratture), disciti ed erosioni dei piatti vertebrali ai livelli cervicali inferiori, compressioni del midollo spinale e delle radici dovute al panno reumatoide, mielopatia (dal 2 al 5% dei casi) e mielomalacia. La presenza di mielopatia ha significato prognostico negativo, in quanto causa deficit neurologici progressivi e morte, entro un anno dalla diagnosi, nel 50% circa dei pazienti. Occasionalmente si può sviluppare una necrosi fibrinoide delle pareti vasali delle arterie, seguita da trombosi e da eventuali infarti cerebrali. • Radiologia convenzionale. Dovrebbero essere sempre eseguiti radiogrammi in flessione, estensione e transbuccali. Permette di evidenziare le erosioni a carico delle masse laterali di C2, dell’odontoide e di C1, la traslocazione dell’odontoide e la sublussazione anteriore e laterale dell’atlante, più evidente in flessione. L’interessamento dei dischi intervertebrali è documentato da minime sublussazioni dei relativi corpi vertebrali. • Tomografia computerizzata. Permette di studiare meglio, grazie alle ricostruzioni multiplanari, le lesioni precedentemente descritte, e di dimostrare le eventuali fratture degli archi posteriori di C1 e C2. Il panno reumatoide appare come una area ipodensa interposta tra l’odontoide e l’arco anteriore dell’atlante. Una sublussazione atlanto-odontoidea superiore ad 8 mm è indice prognostico negativo. • Risonanza magnetica. Dimostra la presenza del panno reumatoide (iso-ipointenso in T1, iperintenso in DP e T2), l’eventuale obliterazione dello spazio subaracnoideo, la compressione del midollo spinale, le aree di mielomalacia. Non è sempre possibile acquisire immagini in flessione ed estensione, tuttavia l’esistenza di una deformazione del midollo cervicale sulle immagini acquisite in condizioni basali rende estremamente probabile l’esistenza di una compressione midollare in flessione. • Somministrazione di mezzo di contrasto. Il panno reumatoide assume marcatamente il mezzo di contrasto, il che permette una migliore definizione dei rapporti reciproci tra panno e midollo cervicale. 857

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3. Ascessi<br />

subdurali<br />

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4. Osteomieliti<br />

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(→ 34:II,B2)<br />

5. Altre infezioni<br />

granulomatose<br />

6. Infezioni<br />

da funghi<br />

7. Infezioni<br />

parassitarie<br />

(→ 16)<br />

8. Meningiti<br />

• Mielografia e mielo-TC. Si osserva la presenza di una massa extradurale che può causare<br />

un blocco liquorale.<br />

Sono rari. Il quadro clinico non è specifico.<br />

Può riconoscere cause iatrogene (puntura lombare, anestesia).<br />

• Il quadro neuroradiologico è estremamente simile a quanto descritto per gli ascessi epidurali.<br />

Rappresentano la più comune infezione granulomatosa che interessa il tessuto osseo.<br />

Possono essere secondarie a una localizzazione polmonare o primitiva.<br />

Sono più frequenti in pazienti di età inferiore ai 20 anni. Fattori predisponenti sono l’immunodepressione,<br />

l’alcolismo, la debilitazione.<br />

La localizzazione più comune è a livello delle ultime vertebre dorsali e delle vertebre lombari;<br />

l’infezione interessa inizialmente la parte antero-inferiore di un corpo vertebrale, successivamente<br />

si estende posteriormente e si diffonde al di sotto del legamento longitudinale posteriore ai corpi<br />

vertebrali contigui; particolarmente frequente (dal 55 al 95% dei casi) è la formazione di ascessi<br />

paraspinali, anche di notevoli dimensioni, spesso con calcificazioni.<br />

Il quadro clinico è sfumato ed insidioso, caratterizzato da vaghi dolori rachidei; l’evoluzione è<br />

meno severa della spondilo-discite da piogeni.<br />

• Radiologia convenzionale. Evidenzia distruzione ossea, con riduzione dello spazio intervertebrale.<br />

Occasionalmente è possibile osservare fusione dei corpi vertebrali; masse paravertebrali<br />

sono di frequente osservazione.<br />

• Tomografia computerizzata. Dimostra la distruzione ossea e la presenza di ascessi paraspinali,<br />

la cui estensione è sproporzionata all’entità della distruzione ossea.<br />

• Risonanza magnetica. Il corpo vertebrale interessato è distrutto, con perdita dei limiti della<br />

corticale ossea; possono essere interessate vertebre adiacenti, ma con relativo risparmio<br />

dei dischi intervertebrali. L’interessamento dell’arco vertebrale è frequente.<br />

• Somministrazione di mezzo di contrasto. Evidenzia una presa di contrasto delle vertebre<br />

interessate e degli eventuali ascessi paraspinali presenti. È possibile dimostrare la diffusione<br />

dell’infezione al di sotto del legamento longitudinale posteriore.<br />

• Diagnosi differenziale. È già stata discussa a proposito dell’osteomielite e discite piogenica.<br />

La brucellosi interessa più frequentemente il rachide lombare. La contaminazione avviene per ingestione<br />

di latte infetto. Si localizza a livello del rachide lombare, ha evoluzione acuta e il quadro neuroradiologico<br />

non è distinguibile da quello della tubercolosi.<br />

Anche la sarcoidosi causa lesioni ossee difficilmente distinguibili da quelle della tubercolosi.<br />

L’actinomicosi può svilupparsi esclusivamente in pazienti immunodepressi; causa la formazione<br />

di aree osteolitiche, con condensazione periferica, che interessano più vertebre risparmiando i dischi<br />

intervertebrali; a differenza della tubercolosi gli archi posteriori e le costole possono essere interessate;<br />

gli ascessi paravertebrali sono di piccole dimensioni, non calcificati.<br />

La blastomicosi, la criptococcosi, la coccidiomicosi, la candidosi e l’aspergillosi possono interessare il<br />

rachide. Sono estremamente rare in Italia; la candidosi è più frequente nei trapiantati, in pazienti<br />

alimentati per via parenterale. Gli aspetti radiologici non sono specifici. La diagnosi si basa sugli esami<br />

colturali.<br />

La cisticercosi si manifesta a livello leptomeningeo, con la formazione di una cisti a livello subaracnoideo.<br />

L’echinococcosi interessa l’osso trabecolare con la formazione di una cisti con possibile condensazione<br />

periferica, frequente è l’estensione alle costole adiacenti; anche se il quadro radiologico è<br />

aspecifico, l’assenza di presa di contrasto di questa lesione può indirizzare alla diagnosi.<br />

Possono essere causate da agenti batterici, funghi, virus, sarcoidosi.<br />

Nella grande maggioranza dei casi sono secondarie a meningite cerebrale.<br />

Possono essere evidenziate solo con uno studio in risonanza magnetica dopo gadolinio, che può<br />

evidenziare prese di contrasto:<br />

– lineari lungo la superficie del midollo spinale o delle radici nervose;<br />

Parte Quinta • Procedimenti diagnostici nella patologia neurochirurgica

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