Diagnostica morfologica: Neuroradiologia - Centauro
Diagnostica morfologica: Neuroradiologia - Centauro
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1. Osteomieliti<br />
e disciti da<br />
batteri piogeni<br />
(→ 34:II,B1)<br />
2. Ascessi<br />
epidurali<br />
(→ 35:I,B)<br />
42 • <strong>Diagnostica</strong> <strong>morfologica</strong>: <strong>Neuroradiologia</strong><br />
XII - MALATTIE INFETTIVE E INFIAMMATORIE<br />
DEL RACHIDE E DEL MIDOLLO SPINALE<br />
Gli agenti patogeni implicati più frequentemente sono Staphylococcus aureus, Enterobacter, Escherichia<br />
coli, Salmonella, Pseudomonas aeruginosa, Klebsiella pneumoniae.<br />
L’infezione può propagarsi per via ematogena, per contiguità, per inoculazione diretta (interventi<br />
chirurgici, ferite aperte).<br />
L’età dei pazienti è per lo più tra i 60 e i 70 anni. Pazienti immunocompromessi presentano un<br />
rischio più alto di infezione.<br />
La localizzazione più frequente è a livello lombare, seguita da quella toracica, cervicale e infine<br />
sacrale.<br />
Nei bambini l’infezione interessa inizialmente il disco intervertebrale e nelle fasi più avanzate si<br />
diffonde ai piatti vertebrali e ai corpi vertebrali; negli adulti, causa la scarsa vascolarizzazione dei dischi<br />
intervertebrali, l’infezione interessa inizialmente la parte subcondrale dei corpi vertebrali.<br />
Il quadro clinico è estremamente variabile; di norma il paziente accusa dolore locale; la febbre<br />
non è costante; la velocità di eritrosedimentazione è di norma elevata; la presenza di sintomi neurologici<br />
deve fare sospettare la diffusione dell’infezione allo spazio epidurale.<br />
• Radiologia convenzionale. Non evidenzia alterazioni nei primi 8-10 giorni dall’esordio dei<br />
sintomi. Successivamente è possibile osservare riduzione dello spazio intervertebrale ed erosioni<br />
dei piatti vertebrali.<br />
• Tomografia computerizzata. Inizialmente l’esame può essere normale. Nelle fasi più avanzate<br />
si possono evidenziare riduzione dello spessore dei dischi intervertebrali, ipodensità del<br />
disco intervertebrale, erosioni focali dei piatti vertebrali ed eventualmente masse isodense<br />
paravertebrali (ascessi paravertebrali).<br />
• Risonanza magnetica. I corpi vertebrali interessati appaiono ipointensi in T1 ed iperintensi<br />
in DP e T2; la corticale ossea non può essere distinta dalla midollare; il disco intervertebrale<br />
non è differenziabile dall’osso adiacente in T1 ed è iperintenso in T2.<br />
• Somministrazione di mezzo di contrasto. È assolutamente essenziale per la formulazione<br />
della corretta diagnosi. La presa di contrasto è meglio apprezzabile in RM (scansioni sagittali)<br />
e interessa il disco intervertebrale, i piatti vertebrali e la midollare ossea adiacente.<br />
Permette anche di precisare la presenza di ascessi paraspinali, estensioni epidurali (possibile<br />
causa di compressione sul midollo spinale e sulle radici), interessamento meningeo.<br />
• Medicina nucleare. La scintigrafia ossea evidenzia precocemente una captazione ossea di<br />
radionuclide, che, anche se non specifica, può orientare alla diagnosi.<br />
• Diagnosi differenziale. La differenziazione da metastasi vertebrali si basa sull’interessamento<br />
di due corpi vertebrali adiacenti e del disco intervertebrale, tuttavia nelle fasi precoci<br />
può essere difficile.<br />
La diagnosi differenziale con una osteomielite tubercolare, si basa sul relativo risparmio del disco<br />
intervertebrale che si osserva in quest’ultima, specie negli esami eseguiti dopo somministrazione<br />
di mezzo di contrasto; la diagnosi definitiva è comunque affidata alla biopsia ossea.<br />
Il microrganismo più frequentemente implicato è lo Staphilococcus aureus. La via di propagazione è, di<br />
norma, ematogena, da un focolaio cutaneo, polmonare o delle vie urinarie. Come già detto, è anche possibile<br />
l’estensione dell’infezione per contiguità a partire da un focolaio osteomielitico. Talora l’infezione<br />
ha un carattere iatrogeno (iniezioni o infusioni epidurali, anestetiche e/o analgesiche).<br />
L’infezione può interessare qualunque segmento e di norma si estende per più metameri consecutivi<br />
(in un terzo dei casi più di 6); la localizzazione è più frequentemente posteriore.<br />
Il quadro clinico, nelle fasi iniziali, non è specifico; i pazienti presentano febbre, elevazione della<br />
velocità di eritrosedimentazione. Condizioni predisponenti sono il diabete, il consumo di droghe,<br />
i traumi, le malattie debilitanti.<br />
• Radiologia convenzionale. Può essere del tutto negativa o evidenziare, se l’ascesso è causato<br />
da una osteomielite e discite, i reperti precedentemente descritti tipici di queste lesioni.<br />
• Tomografia computerizzata. Non evidenzia alterazioni specifiche.<br />
• Risonanza magnetica. Evidenzia la presenza di una massa extradurale all’interno del canale<br />
spinale, iso-ipointensa in T1 ed iperintensa in DP e T2, che esercita compressione sul<br />
sacco durale ed eventualmente sul midollo spinale.<br />
È importante valutare l’eventuale presenza di infarti (aree iperintense in DP e T2) del midollo<br />
spinale, secondari a tromboflebiti.<br />
• Somministrazione di mezzo di contrasto. Permette di delimitare meglio l’ascesso, specie in<br />
RM. L’ascesso può assumere diffusamente il mezzo di contrasto oppure può presentare un<br />
potenziamento ad anello con una porzione centrale necrotica ipointensa in T1.<br />
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