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Diagnostica morfologica: Neuroradiologia - Centauro

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854<br />

– presa di contrasto dei piatti vertebrali, che si osserva nel 19% dei pazienti fino a 18 mesi dopo<br />

l’atto chirurgico.<br />

Recidive di ernia discale<br />

La differenziazione di una recidiva di ernia discale dalla fibrosi epidurale può essere estremamente<br />

difficile sulle immagini TC e RM acquisite senza somministrazione di mezzo di<br />

contrasto, in quanto la localizzazione è la stessa, sono entrambe isodense in TC, isointense<br />

in T1 e lievemente iperintense in DP e T2 in risonanza magnetica.<br />

Dopo somministrazione di mezzo di contrasto la maggior parte delle recidive non si potenzia<br />

se non dopo diversi minuti dalla somministrazione stessa, permettendone così la differenziazione<br />

dalla fibrosi epidurale; esistono, tuttavia, casi eccezionali di ernie discali vascolarizzate<br />

che presentano un precoce marcato potenziamento e che pertanto non possono essere<br />

differenziate dalla fibrosi epidurale (→ 34:III,F).<br />

Osteomieliti e disciti<br />

Sono state descritte nel capitolo dedicato alle malattie infiammatorie.<br />

Anche se, come già detto, una presa di contrasto della parte posteriore dell’anulus fibroso e dei<br />

piatti vertebrali è di frequente osservazione, la combinazione di presa di contrasto dell’intero disco<br />

intervertebrale, dei piatti vertebrali e della midollare ossea adiacente, l’ipointensità di segnale sulle<br />

immagini pesate in T1 precontrasto e l’iperintensità sulle immagini pesate in T2 con perdita della<br />

normale linea di demarcazione tra corticale e midollare ossea, la eventuale presenza di ascessi paraspinali<br />

e epidurali, l’erosione della corticale ossea, i dati clinici (recente intervento chirurgico, marcato<br />

dolore ed elevata velocità di eritrosedimentazione), consentono di porre la corretta diagnosi.<br />

Ascessi paraspinali ed epidurali<br />

Sono stati descritti nel capitolo dedicato alle malattie infiammatorie.<br />

Possono essere isolati o associarsi a discite e/o a osteomielite.<br />

Aracnoiditi<br />

Si manifestano in una percentuale di pazienti variabile dal 6 al 16% dei pazienti trattati chirurgicamente,<br />

ma possono anche fare seguito a emorragie meningee, spondilodiscite tubercolare, traumi,<br />

mielografie eseguite con olii iodati, anestesia spinale, o essere idiopatiche.<br />

Il quadro clinico è caratterizzato da interessamento multiradicolare, con dolori e parestesie ad<br />

entrambi gli arti inferiori.<br />

La diagnosi di aracnoidite è estremamente difficoltosa.<br />

• In risonanza magnetica, sulle scansioni assiali acquisite in T2 fast spin-echo è possibile evidenziare<br />

una adesione delle radici spinali presenti all’interno del sacco tecale l’una all’altra,<br />

alle pareti del sacco durale oppure una massa che oblitera lo spazio subaracnoideo; possono<br />

anche formarsi loculazioni dello spazio subaracnoideo e vere e proprie cisti aracnoidee;<br />

l’eventuale presa di contrasto delle radici avvalora l’ipotesi diagnostica, ma si può osservare<br />

anche nella infiammazione cronica delle radici.<br />

L’aracnoidite può, inoltre, essere associata e verosimilmente causare siringomielia.<br />

• La mielografia e la mielo-TC, qualora non sia possibile eseguire una RM, evidenziano<br />

i medesimi reperti oppure difetti di riempimento ed irregolarità marginali del sacco<br />

tecale.<br />

Radicoliti<br />

Verosimilmente sono causate dalla trazione e dalla compressione esercitata sulle fibre nervose dalla<br />

fibrosi epidurale o perineurale.<br />

In risonanza magnetica, il potenziamento, dopo somministrazione di gadolinio, delle radici spinali<br />

nel loro decorso intradurale deve essere considerato indicativo di una radicolite postoperatoria,<br />

quando, in un paziente sintomatico, esso persiste oltre gli 8 mesi dall’intervento chirugico.<br />

Pseudomeningoceli<br />

Sono causate da una soluzione di continuità della dura a seguito dell’intervento chirurgico.<br />

Possono essere evidenziati in TC e in RM come una cavità di densità e segnale liquorale localizzato<br />

a livello della sede di intervento con estensione posteriore in regione paraspinale.<br />

La mielografia e la mielo-TC dimostrano la continuità della cavità con lo spazio subaracnoideo.<br />

Spondilolistesi<br />

Sono state descritte precedentemente.<br />

Sono conseguenza di interventi demolitivi che interessino gli elementi posteriori.<br />

Parte Quinta • Procedimenti diagnostici nella patologia neurochirurgica

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