Diagnostica morfologica: Neuroradiologia - Centauro
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1. Stenosi del<br />
canale spinale<br />
(→ 34:III,G)<br />
XI - MALATTIE DEGENERATIVE DEL RACHIDE<br />
A • Finalità dell’accertamento. Possibilità delle singole metodiche diagnostiche<br />
In questa sezione verranno trattate le alterazioni degenerative del rachide causate dal fenomeno<br />
dell’invecchiamento e a loro volta possibile causa di mieloradicolopatie (→ 34:III).<br />
Le principali finalità dello studio neuroradiologico della spondiloartrosi e delle ernie discali<br />
a livello del rachide e del midollo spinale sono:<br />
– formulare un completo bilancio (sede, natura) delle alterazioni degenerative presenti, individuando<br />
la lesione clinicamente rilevante;<br />
– escludere, data la frequenza elevata di queste lesioni nella popolazione, la presenza di altri<br />
fenomeni patologici che possano causare la medesima sintomatologia;<br />
– evidenziare l’eventuale esistenza di una mielopatia causata dai fatti degenerativi;<br />
– valutare l’efficacia della terapia chirurgica (“normali” modificazioni postoperatorie, failed<br />
back syndrome).<br />
• La radiologia convenzionale, anche se dà informazioni esclusivamente sulle strutture ossee,<br />
mantiene ancora un preciso ruolo nella valutazione di queste alterazioni perché permette<br />
di ottenere informazioni relative a lunghi segmenti del rachide.<br />
• La tomografia computerizzata permette di studiare, oltre alle strutture ossee, anche i dischi<br />
intervertebrali e i legamenti; l’esame è mirato su alcuni spazi discali, definiti sulla base<br />
del quadro clinico presentato dal paziente.<br />
• La risonanza magnetica è, come già detto, il solo esame che consente lo studio diretto, oltre<br />
che delle vertebre e dei dischi intervertebrali, del midollo spinale, delle radici della cauda<br />
equina, degli spazi subaracnoidei.<br />
Le indicazioni alla somministrazione di mezzo di contrasto sono limitate ai controlli postoperatori.<br />
• La mielografia e la mielo-TC sono utilizzate qualora sia impossibile eseguire una RM oppure<br />
se esiste una discordanza tra reperti clinici e risonanza che consigli l’esecuzione di una<br />
mielografia in condizioni dinamiche (acquisizione di radiografie in posizione eretta, sotto il<br />
carico del peso corporeo, dopo somministrazione intratecale di mezzo di contrasto).<br />
Concludendo, per quanto sopra esposto:<br />
– la radiologia convenzionale e la tomografia computerizzata mirata sugli spazi intervertebrali<br />
sede delle alterazioni più marcate evidenziate dai radiogrammi sono sufficienti a studiare<br />
adeguatamente eventuali alterazioni discali e spondiloartrosiche;<br />
– la risonanza magnetica dovrebbe essere richiesta qualora esista una possibile mielopatia,<br />
oppure discordanze tra quadro sintomatologico e TC;<br />
– la mielografia, completata costantemente dalla mielo-TC, dovrebbe essere presa in considerazione<br />
in caso di impossibilità ad eseguire la RM, oppure di discordanza tra reperti<br />
RM e quadro clinico;<br />
– la RM con somministrazione di gadolinio è la tecnica più adeguata allo studio postchirurgico<br />
di questi pazienti.<br />
B • Analisi delle diverse forme di patologia<br />
Può essere congenita, acquisita o essere la conseguenza di una combinazione dei due fenomeni.<br />
La stenosi congenita è dovuta a un alterato sviluppo dei peduncoli vertebrali, che appaiono ipertrofici<br />
e di ridotta lunghezza in senso antero-posteriore.<br />
La stenosi acquisita è conseguenza di alterazioni degenerative che causano una riduzione del diametro<br />
del canale spinale, e più esattamente della formazione:<br />
– di osteofiti, escrescenze ossee che si formano a livello dei margini dei corpi vertebrali e delle faccette<br />
articolari, verosimilmente in conseguenza della degenerazione rispettivamente dei dischi intervertebrali<br />
e delle capsule articolari; più precisamente, si ritiene che la formazione degli osteofiti<br />
vertebrali sia conseguenza della trazione esercitata sulle fibre di Sharpey, che ancorano il disco<br />
intervertebrale ai margini dei piatti vertebrali;<br />
– protrusioni ed ernie discali, trattate più approfonditamente di seguito, che sono estroflessioni del<br />
nucleo polposo discale, non più contenuto dall’anulus fibroso, a causa di una lassità del medesimo<br />
(protrusione) o di una sua fissurazione (ernia discale);<br />
– spondilolistesi, scivolamento in avanti di un corpo vertebrale in rapporto ai corpi vertebrali adiacenti<br />
che può essere causata da spondilolisi e traumi;<br />
Parte Quinta • Procedimenti diagnostici nella patologia neurochirurgica