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a p p r o f o n d i m e n t o<br />
A questo punto i tempi erano maturi per il primo intervento di paratiroidectomia,<br />
che fu realizzato nel 1925 dall’austriaco Mandl su un autista di tram<br />
viennese affetto da una grave forma di malattia di von Recklinghausen. La<br />
decisione di eseguire l’intervento chirurgico non fu per Mandl affatto facile.<br />
Ritenendo che le lesioni ossee fossero dovute a una carente funzione delle paratiroidi,<br />
egli dapprima somministrò estratti paratiroidei senza alcun beneficio e<br />
successivamente trapiantò al paziente le paratiroidi prelevate da un uomo deceduto<br />
per incidente stradale. In assenza di risultato, ed in conseguenza di una<br />
sopravvenuta frattura spontanea del femore invalidante, il temerario Mandl<br />
decise di eseguire l’esplorazione cervicale, scoprendo ed asportando un grosso<br />
(25 x 15 mm.) adenoma paratiroideo. Fu un successo: la calcemia si ridusse e<br />
il paziente fu in grado di camminare dopo tre anni. Dopo altri tre anni il paziente<br />
sviluppò litiasi renale recidivante (quando è destino . . .). Mandl lo rioperò,<br />
ma questa volta non trovò nessuna paratiroide ingrossata. L’evoluzione della<br />
malattia portò il paziente al decesso nel 1936: all’esame autoptico non fu trovata<br />
alcuna paratiroide patologica, verosimilmente nascosta in sede ectopica.<br />
Clamoroso fu negli Stati Uniti il caso del giovane capitano di vascello Charles<br />
Martell, affetto da una gravissima forma di coinvolgimento osseo che aveva<br />
causato otto fratture, deformità di varie ossa compresa una grave cifoscoliosi,<br />
e riduzione dell’altezza di ben 18 cm. Egli soffriva inoltre di litiasi renale recidivante.<br />
Dal 1926 al 1932 Martell fu sottoposto a ben sei interventi di esplorazione<br />
cervicale, tutti senza successo. Aggravandosi sempre più la malattia,<br />
Churchill e Cope decisero un nuovo intervento e, ritenendo che la paratiroide<br />
patologica non fosse in sede cervicale, decisero di esplorare il mediastino (ardimentosi,<br />
anche se era ora per il povero capitano). Essi trovarono un grosso<br />
adenoma di 3 cm, che asportarono per circa il 90% allo scopo di evitare la tetania.<br />
Ciononostante il paziente morì dopo sei settimane per laringospasmo da ipocalcemia,<br />
insorto subito dopo un intervento di disostruzione ureterale da litiasi<br />
(quando la sf . . . ortuna ti punta non hai scampo).<br />
L’isolamento del paratormone fu realizzato nel 1923 da Hanson, chirurgo del<br />
Minnesota che, insieme ad un farmacologo, conduceva i suoi esperimenti in un<br />
laboratorio approntato nello scantinato della sua abitazione.<br />
L’iperparatiroidismo primitivo rimase una malattia ancora poco conosciuta e<br />
ritenuta molto rara fino agli anni ’80, allorquando la diffusione del dosaggio<br />
della calcemia ne fece comprendere la reale incidenza e permise di approfondire<br />
il quadro clinico di malattia metabolica (interessamento neuro-psichico,<br />
muscolare, cardio-vascolare, gastro-intestinale, ecc). Nel 1988 Nussbaum di<br />
Boston riuscì con un artifizio a ridurre il tempo di incubazione per il dosaggio<br />
del PTH da 24 ore a pochi minuti, rendendone così possibile l’impiego per verificare<br />
intraoperatoriamente la guarigione del paziente.<br />
Nel 1995 Michel Gagner praticò a Cleveland la prima laboriosissima paratiroidectomia<br />
endoscopica in un 37enne. E il genio italico? Presente, anche se per<br />
il rotto della cuffia. Nel 1997 Paolo Miccoli a Pisa modificò l’intervento di<br />
Gagner, realizzando così la paratiroidectomia videoassistita.<br />
Felix Mandl<br />
(1892-1957)<br />
Ivar Sandström<br />
(1852-1889)<br />
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