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P4.A relazione descrittiva Budello.pdf - QArchitettura - Studio di ...

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Progetto <strong>di</strong> recupero e conservazione delle Torri Costiere <strong>di</strong> proprietà della Regione Sardegna Relazione Descrittiva - Torre del <strong>Budello</strong><br />

1. Localizzazione<br />

1.1.Dati identificativi del bene<br />

Denominazione: Torre del <strong>Budello</strong> (o <strong>di</strong> Porto <strong>Budello</strong>)<br />

Localizzazione geografico amministrativa: 38°55'55.86"N - 8°43'22.43"E<br />

Provincia: Cagliari<br />

Comune: Teulada<br />

Nome sito: Porto <strong>di</strong> Teulada<br />

Dati Catastali: Co<strong>di</strong>ce: L154<br />

Foglio: n. 10<br />

Sezione: G<br />

Mappale: n. 36 – (n. 65 Aerea)<br />

Superficie: 100 mq<br />

1.2.Con<strong>di</strong>zione giuri<strong>di</strong>ca<br />

Proprietà del Bene: R.A.S. Agenzia Conservatoria delle Coste.<br />

Regime <strong>di</strong> titolarità dell’Area: Proprietà privata, ere<strong>di</strong> Paglietti Luigi.<br />

Concessioni in essere: Nessuna<br />

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Progetto <strong>di</strong> recupero e conservazione delle Torri Costiere <strong>di</strong> proprietà della Regione Sardegna Relazione Descrittiva - Torre del <strong>Budello</strong><br />

Sussistenza Vincoli: Bene: D.Lgs. N. 42/2004; P.P.R. ex All. 3.<br />

1.3.Caratteristiche morfologiche<br />

Dimensioni:<br />

Quota s.l.m.: 12 m.<br />

Diametro esterno: 10,2 m<br />

Diametro interno: 5,80 m<br />

Altezza: 11,80 m<br />

Circonferenza: 32 m<br />

Spessore murature: 2,15 m<br />

Area: S.I.C. Isola Rossa e Capo Teulada.<br />

Numero piani: 1 con sottostante cisterna.<br />

Forma Geometrica: Troncoconica<br />

Impianto strutturale:<br />

Strutture verticali: Tecnica costruttiva e materiali: Muratura a sacco con doppio<br />

<strong>di</strong>verso <strong>di</strong>ametro e malta <strong>di</strong> calce.<br />

Strutture orizzontali:<br />

paramento in pietra locale (leucograniti rosa) non squadrata,<br />

allettata con malta <strong>di</strong> calce, con riempimento in conglomerato <strong>di</strong><br />

pietrame dello stesso tipo del paramento esterno ma con elementi <strong>di</strong><br />

Tecnica costruttiva e materiali: Pavimento dell’ambiente principale a copertura della cisterna<br />

Strutture <strong>di</strong> collegamento:<br />

realizzata con struttura a volta con pilastro centrale, in blocchi<br />

dello stesso tipo della <strong>di</strong> quello del paramento esterno.<br />

Tecnica costruttiva e materiali: Collegamento all’ultimo accesso alla torre a livello <strong>di</strong> circa un<br />

metro, realizzato con scala in pietra e attualmente chiuso con<br />

intervento improprio.<br />

Tecnica costruttiva e materiali: Collegamento all’ingresso a 4,50 m, in origine reso possibile da<br />

scala removibile in legno.<br />

Tecnica costruttiva e materiali: Collegamento alla piazza d’armi tramite scala interna al muro<br />

Aperture:<br />

perimetrale con intradosso del vano scala in legno.<br />

Tipologia e Sistema costruttivo: Apertura d’ingresso originaria a circa 4,50 m dal piano <strong>di</strong> campagna,<br />

sovrastante la cisterna dove veniva raccolta l'acqua piovana, con<br />

architrave monolitico pietra arenaria e piedritti in due blocchi in arenaria<br />

per lato allettato con malta bastarda e basamento monolitico <strong>di</strong> granito<br />

rosso. Nel secolo XIX venne realizzata la scala esterna in muratura <strong>di</strong><br />

pietrame dello stesso tipo della torre su apertura realizzata a circa un<br />

metro dal piano <strong>di</strong> campagna.<br />

Tipologia e Sistema costruttivo: Le finestre presenti sono tre e presentano architravi con arco a sesto<br />

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Progetto <strong>di</strong> recupero e conservazione delle Torri Costiere <strong>di</strong> proprietà della Regione Sardegna Relazione Descrittiva - Torre del <strong>Budello</strong><br />

ribassato realizzate con lo stesso pietrame della muratura e in parte crollate per l’erosione dei giunti e conseguente crollo. Le<br />

tre aperture presentano segni <strong>di</strong> interventi successivi <strong>di</strong> ripristino e <strong>di</strong><br />

restringimento delle stesse con gli stessi materiali del sospetto<br />

intervento <strong>di</strong> restauro. La finestra orientata verso Est mostra segni <strong>di</strong><br />

interventi impropri per tipologia e materiali, infatti il parziale crollo dell’arco a sesto ribassato è stato ripristinato con<br />

frammenti <strong>di</strong> laterizio e malta cementizia a formare una sorta <strong>di</strong> architrave<br />

orizzontale; la stessa apertura ha inoltre subito un restringimento<br />

laterale sul lato esterno sinistro.<br />

Presenza elementi decorativi: Nessun elemento rilevato nei paramenti esterni alla data del sopralluogo.<br />

Pavimentazioni: Non rilevabili allo stato attuale.<br />

Dotazioni:<br />

Arre<strong>di</strong>: Attualmente non rilevabili.<br />

Armamenti: Inesistenti.<br />

In origine: cannoni, spingarda e fucili.<br />

Con<strong>di</strong>zioni statiche: Ottime.<br />

Con<strong>di</strong>zioni architettoniche: Buono. Strutture integre ed in ottimo stato <strong>di</strong> conservazione per la parte<br />

<strong>di</strong> struttura rivolta verso l’entroterra, mentre la parte rivolta al mare è esposta all’azione erosiva degli agenti atmosferici che<br />

ha causato l’assenza dell’intonaco ormai totalmente eroso ed una<br />

Stato <strong>di</strong> conservazione del bene:<br />

rilevante erosione dei giunti spintasi per una profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> oltre 45 cm.<br />

Stato <strong>di</strong> conservazione dell’area: Ottimo in quanto non intaccato dalla presenza dell’uomo. L’area su cui<br />

insiste il bene è recintata e risulta <strong>di</strong> proprietà privata.<br />

Annessi e Pertinenza Inesistenti.<br />

Informazioni geologiche: Batolite ercinico con termini litologici dominanti costituiti da<br />

1.4.Altre informazioni<br />

leucograniti.<br />

Fruibilità del bene: Nulla in quanto risulta chiuso l’unico accesso.<br />

Accessibilità dell’area: Buona.<br />

Carrabile: Facilmente raggiungibile. Lasciata la SS 195 in <strong>di</strong>rezione Teulada, si<br />

svolta a sinistra percorrendo la strada provinciale n 71 per circa 2,5 km, e si svolta a destra per 2,1 km, trovando una strada<br />

bianca sulla sinistra che conduce all’area <strong>di</strong> sosta della spiaggia del<br />

budello. Tornando in<strong>di</strong>etro sulla strada appena percorsa sulla destra<br />

si accede al sentiero <strong>di</strong> circa 250 metri fino alla Torre.<br />

Pedonale: Agevole e sicura per la quasi totalità del percorso, fanno eccezione alcun<br />

punti del sentiero già tracciato per la presenza <strong>di</strong> piccole rocce emergenti. Attualmente l’area <strong>di</strong> pertinenza è <strong>di</strong> proprietà<br />

Percorrenza dal punto <strong>di</strong> sosta dell’auto: 5 minuti.<br />

privata e quin<strong>di</strong> sussiste l’in<strong>di</strong>sponibilità momentanea del sito.<br />

Panoramicità: Me<strong>di</strong>a per un raggio visivo <strong>di</strong> circa 270°. Si può osservare l’intera<br />

spiaggia del <strong>Budello</strong>.<br />

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Progetto <strong>di</strong> recupero e conservazione delle Torri Costiere <strong>di</strong> proprietà della Regione Sardegna Relazione Descrittiva - Torre del <strong>Budello</strong><br />

Torri visibili: Torre <strong>di</strong> Malfatano, Torre <strong>di</strong> Pixinnì, Torre <strong>di</strong> Porto Scuro, Torre <strong>di</strong><br />

Emergenze Paesaggistiche,<br />

Sant’Isidoro.<br />

Ambientali, Storico - Culturali: Rada <strong>di</strong> Teulada.<br />

Cantierabilità: Me<strong>di</strong>a.<br />

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2. Analisi Storica 1<br />

La torre del <strong>Budello</strong>, posta a 12 m. sul livello del mare, domina l’intera baia <strong>di</strong> Teulada fino alla foce del fiume, comprendendo nel<br />

suo panorama le torri <strong>di</strong> Sant’ Isidoro, <strong>di</strong> Pixinni, <strong>di</strong> Malfatano e <strong>di</strong> Porto Scudo.<br />

Fu costruita nel 1601 a spese dell’impren<strong>di</strong>tore Cagliaritano Pietro Porta, proprietario anche <strong>di</strong> una tonnara a Piscinnì, che solo nel<br />

1604 riceverà dall’Amministrazione un contributo <strong>di</strong> 1500 Lire sarde per l’ultimazione della fabbrica 2 .<br />

Ha forma troncoconica, con un <strong>di</strong>ametro esterno <strong>di</strong> 10,2 m. e un’altezza <strong>di</strong> 11,80 m. All’interno un solo ambiente, con volta a cupola<br />

e pilastro centrale, dotato <strong>di</strong> troniera, caminetto e botola della cisterna; attraverso una scala si accedeva alla piazza d’armi.<br />

I primi interventi <strong>di</strong> restauro sono documentati già negli anni 1617-19, intrapresi dai mastri Agostino Cannas e Giuliani Taris 3 .<br />

Nei documenti viene denominata Torre del Budel (1603), Torre <strong>di</strong> Teulada (1763-1773), Torre <strong>di</strong> Sant Joan del Budell (XVII-XVIII<br />

secolo); nelle carte geografiche viene in<strong>di</strong>cata dopo il 1638 (Carta <strong>di</strong> Francesco Vico, 1639).<br />

Era una torre de armas presi<strong>di</strong>ata da guarnigione: 1 comandante (1603), 1 artigliere e 4 soldati (1767), 1 artigliere e 3 soldati (1801),<br />

1 artigliere e 4 soldati (1812). Il primo comandante fu Costantino Melis, incaricato nel <strong>di</strong>cembre del 1603.<br />

Nel 1720, questo lo Stato degli Alcai<strong>di</strong> e Soldati, che sono, nelle torri del Regno <strong>di</strong> Sardegna a conto dell’Amministrazione del R.le:<br />

[…]<br />

Capo <strong>di</strong> Cagliari<br />

[…]<br />

Torre <strong>di</strong> San Giovanni del Bodello - Alcaide Gregorio Gonsalbo serve dalli 9 Giugno 1716 - Artigliere Macario Corria serve dalli 28<br />

Febbraio 1690 - Soldato Gavino Lorenzo Fodai serve dalli 6 Settembre 1715 - Soldato Pietro Oppu serve dalli 22 Dicembre 1695 -<br />

Soldato L’uxorio Pixeddu serve dalli 16 Ottobre 1712 - Soldato Sebastiano Tacori serve dal 1 Giugno 1715 4<br />

Nel 1720 la torre risulta inoltre in buono stato: così si evince dalla Relazione del Cagnoli, dalla Relazione del De Vincenti, dalla<br />

Relazione dell’Ing. Soleri e dalla Carta del Colombino.<br />

Passata la Sardegna sotto il dominio piemontese, infatti, alcuni ingegneri militari furono incaricati <strong>di</strong> effettuare una nuova<br />

perlustrazione del litorale dell’isola allo scopo <strong>di</strong> puntualizzare e meglio definire lo stato delle torri esistenti, ancora in funzione o<br />

<strong>di</strong>messe. Tra questi ingegneri spicca senza dubbio la figura del De Vincenti, il quale consegnò al viceré S. Remy un rapporto<br />

dettagliato sullo stato delle torri, nonché delle spese occorrenti per il mantenimento <strong>di</strong> quel sistema <strong>di</strong>fensivo. Tra le torri enumerate<br />

dall’Ingegnere compare anche la torre <strong>di</strong> San Giovanni del Bodello:<br />

San Giovanni del Bodello …..Lire sarde 540<br />

Nel 1729 la torre <strong>di</strong> S. Juan del Bodel è annoverata nella Tabella de las Torres del Reyno empezando por Pula, y acabando por<br />

Carbonara en q se expressan por orden las q son de Armas, las de Armas, las de Guar<strong>di</strong>a, y las Guar<strong>di</strong>as sin torre, el territorio en q<br />

estan sitas los qlas Guarnecen, y de quien vienen pagadas 5<br />

[…]<br />

1 Bibliografia Bibliografia Atti vari presso Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> Cagliari e Torino. Carte <strong>di</strong> Pasquale Tola in BUS. O Alberti 1970; P. Castelli 1984; F. C.Casula 1992;<br />

G. Conteddu 1912; G. Cossu 1799; Della Marmora 1860; F. Fois 1992; G. Lumbroso 1901; G. Montaldo 1992; E. Pillosu 1957; M. Rassu 2000; M. Rassu<br />

2005; F. Russo 1992.<br />

2 Regia Amministrazione delle Torri, in ASC<br />

3 Regia Amministrazione delle Torri, in ASC<br />

4 Regia Segreteria <strong>di</strong> Stato e <strong>di</strong> Guerra, in ASC<br />

5 Regia Segreteria <strong>di</strong> Stato e <strong>di</strong> Guerra in ASC<br />

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Progetto <strong>di</strong> recupero e conservazione delle Torri Costiere <strong>di</strong> proprietà della Regione Sardegna Relazione Descrittiva - Torre del <strong>Budello</strong><br />

Torres y Guar<strong>di</strong>as territorio Alcaides Artilleros Soldados Quien los paga<br />

S. Juan del Bodel de Armas Del Baron de Teulada 1 1 4 La Real Administ.on<br />

[…]<br />

Nel 1755 la fabbrica risulta in buone con<strong>di</strong>zioni:<br />

Relazione delle riparazioni che si credono in<strong>di</strong>spensabili da farsi atorno <strong>di</strong>verse Torri, con la spesa a calcolo <strong>di</strong> quanto puonno<br />

importare e progetto <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse altre che sarebbero necessarie e<strong>di</strong>ficarsi per maggior conservatione <strong>di</strong> questo Regno, e<br />

corrispondenza de fari<br />

[…]<br />

Territorio <strong>di</strong> Tavolara<br />

[…]<br />

T. <strong>di</strong> S. Gio del Bodel: si ritrova in buono stato 6<br />

Ma nel 1763 e successivamente nel 1784 si eseguono nuovi lavori <strong>di</strong> riparazione e restauro: i primi ad opera del mastro Allione <strong>di</strong><br />

Brondel, per una spesa complessiva <strong>di</strong> L. 1769; gli altri ad opera del capomastro Eusebio Carta, sotto la <strong>di</strong>rezione del Capitano<br />

Ingegnere Marciot. Tra l’altro in quell'occasione verrà chiusa la piazza d’armi con un classico parapetto con cannoniere e merlature.<br />

Nel 1767 il Cav. Ripol, sulle orme del Camos, allo scopo <strong>di</strong> verificare la funzionalità del sistema <strong>di</strong>fensivo dell’isola, ripercorre il<br />

litorale. Risultato della perlustrazione una dettagliata Relazione sullo stato delle torri:<br />

Visita generale delle torri del Regno fatta da Cav Ripol Capitano Comandante delle medesime nell’anno 1767<br />

[...]<br />

Torre <strong>di</strong> S. Giovanni del <strong>Budello</strong>:<br />

Alcaide <strong>di</strong> anni 36, serve nelle torri anni 6 più nel Reggimento Sardegna anni 4 …artigliere d’anni 36….soldati 4…50…37…47…30<br />

Questa torre è situata in una picciola collina che guarda il porto <strong>di</strong> Teulada e guarda al mezzogiorno e libeccio-tiene d’ampiezza per<br />

<strong>di</strong> dentro un trabucco e 8 pie<strong>di</strong>….<br />

Necessita questa torre un cantaro <strong>di</strong> polvere, più palle per gli canoni 50, più una cascia per un canone perché ve ne una<br />

d’inservibile, più pietre da fucile 20, perché quelle che vi sono non servono più<br />

-una porta alla camera dell’alcaide che non serve per essere rotta<br />

-accomodare la porta del boccaporto per molto sconcia.<br />

Questa torre è provvista <strong>di</strong> canochiale e <strong>di</strong> pietre e legno minuto per far gli fuochi. Questa torre è <strong>di</strong>stante <strong>di</strong> quella <strong>di</strong> Porto Scuro<br />

ore 4 7<br />

6 Regia Segreteria <strong>di</strong> Stato e <strong>di</strong> Guerra in ASC<br />

7 AST Sardegna Economico<br />

AST 1792<br />

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Nelle Istruzioni generali del 20 ottobre 1782 prescritte dal S. E. Il Conte Masino, <strong>di</strong>rette ai torrieri del Regno, la torre del Bodello<br />

risulta ancora presi<strong>di</strong>ata.<br />

Altri lavori <strong>di</strong> restauro vengono intrapresi nel 1808, nel 1819 e nel 1840.<br />

Nel Regolamento <strong>di</strong> S.A.R.il Sig Duca del Genovese ec. ec. per la custo<strong>di</strong>a, e <strong>di</strong>fesa delle torri del Regno , datato 18 Agosto 1812,<br />

viene destinato alla Torre <strong>di</strong> San Giovanni del Bodello un fondo in deposito <strong>di</strong> munizioni da guerra:<br />

Carlo Felice <strong>di</strong> savoia Duca del Genovese, capitano generale delle Regie Armate, capo, e presidente della Reale Amministrazione<br />

delle torri del Regno <strong>di</strong> Sardegna<br />

[…]<br />

Stato delle torri nelle quali si conserverà un fondo in deposito <strong>di</strong> munizioni da guerra per <strong>di</strong>stribuirle con conto, e ragione, alle torri dè<br />

rispettivi Dipartimenti, che alle occorrenze ne abbisognassero<br />

[…]<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Palmas<br />

San Giovanni del Bodello, le torri <strong>di</strong> Calapiombo, Portoscuro, Piccinì 8<br />

Nel 1831 si eseguiranno nella torre nuove riparazioni per una spesa complessiva <strong>di</strong> L. 240.10.2:<br />

8 Ed VI 116 in BUC<br />

LA MARMORA 1860<br />

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Calcolo delle spesa necessaria per le riparazioni da eseguirsi nella torre <strong>di</strong> S. Gio. del Bodello<br />

Quantità Prezzo Importo<br />

13.20 Met. Q.ti arricciatura da farsi nello stibbio delle due stanze della<br />

mezzaluna e muraglia interna<br />

4.84 Id. Lastricamento <strong>di</strong> pianelle or<strong>di</strong>narie in calcina da farsi sopra la<br />

mezzaluna, compreso il rimpiazzamento del legname inservibile<br />

32.40 Met. Q.i arricciatura, e piccolo scagliamento da farsi nel parapetto e<br />

merloni della piazza d’armi<br />

L. 15 9.18<br />

1.10 7.5.2<br />

15 24.6<br />

Riparazione da farsi nella porta della polveriera 1.10<br />

27 Riparazione da farsi nella stibbia della polveriera per ciò che<br />

concerne il solo muratore, e materiali<br />

18.15 Met. Qti arricciatura, ed intonacatura da farsi nei due lati della scala<br />

per salire alla piazza d’armi<br />

3.10<br />

1 18.3<br />

24 Met. Id arricciatura da farsi nel Corpo della Torre 1.10 15<br />

141.90 Met. Qi Scagliamenti ed arricciatura da farsi esternamente alla<br />

Torre<br />

n. 26 Pianelle da impiegarsi per raccomodo dei gra<strong>di</strong>ni della scala e<br />

calcolo<br />

Cagliari 22 Ottobre 1831 9<br />

1 141.18<br />

L. 240.10.2<br />

La torre del Bodello risulta in funzione fino al 1843: è elencata fra le 63 torri ancora presi<strong>di</strong>ate in una Relazione <strong>di</strong> autore ignoto<br />

(datata 20 marzo 1843), conservata nell’Archivio Storico <strong>di</strong> Torino<br />

Dalla metà del XIX secolo cominciò tuttavia ad essere utilizzata esclusivamente per la lotta al contrabbando: risale a questo periodo<br />

la scala esterna in muratura.<br />

Con Regio Decreto 25 Aprile 1867 la torre <strong>Budello</strong>, al pari <strong>di</strong> tutte le altre fortificazioni costiere, viene definitivamente smilitarizzata:<br />

Elenco dei castelli , delle torri e fortezze esistenti in Sardegna che cessano <strong>di</strong> essere considerate come fortificazioni o posti fortificati<br />

in base al R. Decreto 25 aprile 1867<br />

[…]<br />

Litorale sud<br />

[…]<br />

Torre <strong>Budello</strong><br />

9 Le carte <strong>di</strong> Pasquale Tola nella Biblioteca Comunale <strong>di</strong> Sassari; tesi <strong>di</strong> Laurea <strong>di</strong> A. Podda, Relatore Prof. M. Brigaglia, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Sassari aa 1975-<br />

76<br />

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3. Analisi dello stato <strong>di</strong> fatto<br />

3.1.Materiali costitutivi e sistema strutturale<br />

La fabbrica adotta una geometria tronco-conica con una rastremazione del paramento <strong>di</strong> circa 50 cm in circa 12 metri che mentre il<br />

<strong>di</strong>ametro alla base è <strong>di</strong> 10,40 m.<br />

Per raggiungere l’estradosso della copertura e la piazza d’armi si adopera una scala in muratura posta all’interno dello spessore<br />

murario <strong>di</strong> oltre 2 metri e coperta con una serie <strong>di</strong> tavole lignee.<br />

Una volta a cupola emisferica copre il vano abitabile ampio 5,80 metri scaricando i pesi in maniera omogenea su tutto il perimetro e<br />

sul pilastro centrale ed è realizzata con lo stesso materiale delle murature e con una <strong>di</strong>sposizione secondo anelli concentrici degli<br />

elementi.<br />

La piazza d’armi, protetta a suo tempo da una tettoia lignea, è contornata da un parapetto murario <strong>di</strong> circa 80 cm <strong>di</strong> altezza non<br />

omogenea essendo resa frastagliata dai crolli.<br />

Si accede alla torre tramite un’apertura ricavata alla quota <strong>di</strong> circa 4,5 m dal terreno e dai contorni rimaneggiati alla quale si arrivava<br />

tramite una scala retrattile in corda.<br />

Il sistema <strong>di</strong> organizzazione del paramento<br />

Il coronamento si presenta definito e in buono stato. Sono evidenti i rifacimenti e le<br />

integrazioni più o meno recenti.<br />

La torre rientrando nella categoria <strong>di</strong> armas adotta una tipologia più complessa per quanto riguarda la <strong>di</strong>stribuzione e con <strong>di</strong>mensioni<br />

della fabbrica <strong>di</strong> una certa consistenza.<br />

Tali caratteristiche implicano un compito strutturale impegnativo e l’organizzazione generale dei sistemi resistenti è sufficientemente<br />

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con una sezione muraria con due paramenti pseudo-squadrati <strong>di</strong>sposti nei fronti esterni (<strong>di</strong> circa 30 cm) ciascuno e un riempimento<br />

<strong>di</strong> elementi più minuti all’interno <strong>di</strong> uno spessore <strong>di</strong> circa 140 cm. I gran<strong>di</strong> vuoti all’interno <strong>di</strong> questa muratura composita sono colmati<br />

da malte molto povere a base <strong>di</strong> calce e residui della lavorazione dello stesso materiale lapideo.<br />

Come materiale lapideo viene utilizzato quasi esclusivamente il granito rosa sia informa <strong>di</strong> pietrame che <strong>di</strong> elementi squadrati;<br />

troviamo una malta <strong>di</strong> allettamento costituita da calce aerea, riconducibile alla cottura del calcare compatto del Trias proveniente<br />

dall’Isola <strong>di</strong> Sant’Antioco, ed inerti silicei talvolta contenenti bioclasti (0-4 mm.). Stessa composizione per la malta da intonaco con<br />

inerti <strong>di</strong> granulometria inferiore.<br />

Dettaglio del paramento murario prevalentemente costituito da elementi in granito rosa.<br />

Si nota lo stato <strong>di</strong> <strong>di</strong>sgregazione superficiale della malta e alcuni vuoti causate da cadute <strong>di</strong> pietrame minuto..<br />

Gli strati <strong>di</strong> intonaco sono ancora visibili nel paramento e troviamo lo stesso composto delle malte <strong>di</strong> allettamento ma con inerti più<br />

piccoli.<br />

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3.2.Stato <strong>di</strong> conservazione: degra<strong>di</strong> e <strong>di</strong>ssesti<br />

Per quanto riguarda le considerazioni <strong>di</strong> carattere generale bisogna rifarsi ai contenuti <strong>di</strong> cui al Capitolo 3), mentre gli aspetti specifici<br />

relativi allo stato <strong>di</strong> conservazione saranno <strong>di</strong> seguito trattati valutando prima quelli legati all’equilibrio della fabbrica e<br />

successivamente quelli riferiti alle alterazioni dei materiali costitutivi.<br />

L’e<strong>di</strong>ficio ha delle <strong>di</strong>mensioni considerevoli e in assenza <strong>di</strong> una costante manutenzione può <strong>di</strong>rsi sufficientemente conservata nel<br />

complesso; tuttavia, il progre<strong>di</strong>re <strong>di</strong> una situazione <strong>di</strong> degrado dei materiali costitutivi ha posto in essere alcuni fenomeni <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssesto<br />

strutturale.<br />

I fenomeni <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssesto analizzati sono i seguenti:<br />

Localizzazione Descrizione<br />

A Elementi in pietra intagliata a contorno delle apertura • Le spalle dell’apertura sono realizzate con elementi<br />

squadrati che risultano solo accostati al resto della<br />

parete;<br />

• Sono visibili le lesioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>stacco tra i due sistemi<br />

dovuti alla per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> potere adesivo della malta<br />

• Il piedritto destro (realizzato in due blocchi) è<br />

caricato in maniera asimmetrica generando una<br />

cerniera con una rotazione antioraria agevolata dai<br />

vuoti che si sono creati;<br />

• Il piedritto sinistro (realizzato in due blocchi) è<br />

caricato in maniera asimmetrica generando una<br />

cerniera con una rotazione oraria che risulta<br />

confinata dalla muratura laterale;<br />

POSSIBILI SVILUPPI<br />

• La tensione <strong>di</strong>viene insostenibile e i piedritti si fessurano schiacciandosi;<br />

• Si sgretola l’appoggio dei piedritti e quest’ultimi scivolano verso il basso trascinando nel crollo l’architrave e la parabola <strong>di</strong><br />

muratura superiore da essa sostenuta..<br />

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Localizzazione Descrizione<br />

B Paramento esterno parte alta • Le lesioni in<strong>di</strong>cano una sofferenza del paramento<br />

esterno in zona prossima al coronamento<br />

• la loro <strong>di</strong>versa ampiezza, giacitura e datazione<br />

in<strong>di</strong>ca la sommatoria <strong>di</strong> problemi <strong>di</strong>versi e<br />

localizzati;<br />

• la loro connessione nel tempo è frutto <strong>di</strong> una<br />

normale evoluzione che tende ad isolare dalla<br />

struttura principale e ancora in funzione le parti non<br />

più validamente collegate;<br />

• la causa più probabile è da ascriversi alla<br />

penetrazione <strong>di</strong> acque meteoriche dal paramento e<br />

dai muretti della piazza d’armi non adeguatamente<br />

protetti .<br />

POSSIBILI SVILUPPI<br />

Come sopra evidenziato quando tutte le <strong>di</strong>scontinuità si collegheranno staccandosi dal resto della torre, anche ciò dovesse<br />

avvenire solo per una parte dello spessore murario della torre che è <strong>di</strong> oltre 2 m, allora il peso stesso determinerà un cinematismo<br />

sotto la prima sollecitazione importante o se dovesse mo<strong>di</strong>ficarsi la situazione <strong>di</strong> appoggio del piede. Non sembra tuttavia che, dato<br />

il grande spessore murario, ciò possa condurre a <strong>di</strong>ssesti tali da pregiu<strong>di</strong>care l’intera stabilità della costruzione.<br />

La natura dei sostegni verticali, pieni <strong>di</strong> vuoti ed intrinsecamente vulnerabili, rende possibili comportamenti localizzati e generali che<br />

determinano movimenti, cambiamenti <strong>di</strong> forma e crolli in quanto non riescono ad opporre alle sollecitazioni comportamenti d’insieme<br />

in tutte le circostanze.<br />

I punti precedentemente in<strong>di</strong>viduati registrano una situazione <strong>di</strong> generale <strong>di</strong>ssesto in parte stabilizzato e in parte in continuo <strong>di</strong>venire,<br />

non ascrivibile ad una singola causa ma piuttosto al progre<strong>di</strong>re <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> cause: la spinta della volta, il <strong>di</strong>lavamento dei leganti,<br />

la cattiva esecuzione dei sostegni, il naturale invecchiamento degli elementi e dei materiali.<br />

Non si sono riscontrati elementi tali da lasciare ipotizzare ce<strong>di</strong>menti fondali (l’andamento geometrico del quadro fessurativo rilevato<br />

non riporta alcuna lesione caratteristica in tal senso).<br />

Tutto ciò considerato, il quadro strutturale deve essere letto in <strong>relazione</strong> allo stato <strong>di</strong> conservazione dei materiali poiché il sistema<br />

basa il suo funzionamento nel sovra<strong>di</strong>mensionamento degli elementi resistenti realizzati con materiali e tecniche poveri. Qualora,<br />

quin<strong>di</strong>, la sezione si riduca per effetto <strong>di</strong> una delle alterazioni peggiorative pertinenti <strong>di</strong> cui all’elenco del Documento NORMAL 1/88,<br />

l’intero sistema viene messo in <strong>di</strong>scussione generandosi cinematismi più o meno estesi.<br />

La tipologia <strong>di</strong> degrado in<strong>di</strong>viduate dalle Raccomandazioni NorMaL 1/88 e riconosciuti nell’e<strong>di</strong>ficio in esame, sono molteplici e <strong>di</strong><br />

varia natura. La loro descrizione, desunta dalle suddette Raccomandazioni racchiude le principali cause dei fenomeni descritti.<br />

La simbologia grafica con la quale le forme del degrado vengono descritte negli elaborati, risulta semplicemente in<strong>di</strong>cativa.<br />

Secondo le raccomandazioni NorMaL per alterazione si intende “una mo<strong>di</strong>ficazione del materiale che non implica necessariamente<br />

un peggioramento delle sue caratteristiche sotto il profilo conservativo”, mentre con il termine degradazione si intende una<br />

mo<strong>di</strong>ficazione che “implica sempre un peggioramento”.<br />

Nello specifico si sono riscontrati nelle superfici interne ed esterne della Torre:<br />

ALVEOLIZZAZIONE: Degradazione che si manifesta con la formazione <strong>di</strong> cavità <strong>di</strong> forme e <strong>di</strong>mensioni variabili.<br />

Gli alveoli sono spesso interconnessi e hanno <strong>di</strong>stribuzione non uniforme.<br />

Nel caso particolare in cui il fenomeno si sviluppa essenzialmente in profon<strong>di</strong>tà con andamento a <strong>di</strong>verticoli si può usare il termine<br />

alveolizzazione a cariatura.<br />

ALTERAZIONE CROMATICA: Alterazione che si manifesta attraverso la variazione <strong>di</strong> uno o più parametri che definiscono il colore<br />

ossia la tinta, la chiarezza o la saturazione. Può manifestarsi con morfologie <strong>di</strong>verse a seconda delle con<strong>di</strong>zioni e può riferirsi a zone<br />

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ampie o localizzate<br />

DEPOSITO SUPERFICIALE per accumulo <strong>di</strong> materiali estranei <strong>di</strong> varia natura quali polveri, terriccio guano, etc. con spessore<br />

variabile, presenta una scarsa aderenza al materiale sottostante. Tali depositi sono agevolati dalla scabrosità delle superfici e dal<br />

cattivo stato <strong>di</strong> conservazione delle cornici e delle copertine sulle murature che consentono il percolamento delle acque meteoriche.<br />

PRESENZA DI VEGETAZIONE SPONTANEA fortemente ra<strong>di</strong>cata nel paramento murario con in atto fenomeni <strong>di</strong> espulsione <strong>di</strong><br />

materiale e micro-<strong>di</strong>ssesti negli elementi strutturali. L’assenza <strong>di</strong> manutenzione ha consentito l’impianto e la crescita in<strong>di</strong>sturbata <strong>di</strong><br />

piante con piccoli apparati ra<strong>di</strong>cali, ma anche <strong>di</strong> elementi arborei con sezioni <strong>di</strong> fusto non in<strong>di</strong>fferente. Locuzione impiegata anche<br />

quando vi sono licheni, muschi e piante; le zone che sono frequentemente umide si prestano all’inse<strong>di</strong>amento dei microrganismi tra i<br />

quali i più frequenti sono i microscopi vegetali. Le colonie <strong>di</strong> questi sono per lo più <strong>di</strong> colore verde o giallo; le zone infestate<br />

assumono però progressivamente un colore quasi nero.<br />

EROSIONE dell’intonaco superficiale dovuta all’azione delle acque meteoriche e del vento con la ripetuta azione meccanica delle<br />

particelle in esso sospese. L’intonaco lascia intravedere parte della muratura sottostante<br />

DISGREGAZIONE avanzata degli strati superficiali <strong>di</strong> finitura che lascia a nudo parti strutturali della muratura. Il paramento<br />

sottostante si presenta fortemente compromesso per la contemporanea <strong>di</strong>sgregazione delle malte <strong>di</strong> allettamento e dell’erosione dei<br />

materiali lapidei. Questo fenomeno <strong>di</strong>viene maggiormente acuto data l’estrema <strong>di</strong>sorganizzazione tecnologica <strong>di</strong> alcuni tratti<br />

interessati con elementi <strong>di</strong>sposti in maniera casuale e senza alcun accorgimento che aumenti la capacità portante della sezione<br />

LACUNA E/O MANCANZA dovute a crolli localizzati <strong>di</strong> materiale o a <strong>di</strong>ssesti più o meno estesi.<br />

FESSURAZIONE: degradazione che si manifesta con la formazione <strong>di</strong> soluzioni <strong>di</strong> continuità del materiale e che può implicare lo<br />

spostamento reciproco delle parti Indotta da rottura <strong>di</strong> tipo meccanico dei conci e/o dalla particolare tessitura della muratura.<br />

DISTACCO DI INTONACO: <strong>di</strong> granuli sotto minime sollecitazioni meccaniche; la cristallizzazione dei sali solubili causano danni<br />

sull’intonaco che, grazie ai micropori e alle piccole fessure, penetra tra le varie sezioni <strong>di</strong> malta creando delle spinte meccaniche<br />

sulle pareti provocandone con il tempo il <strong>di</strong>stacco.<br />

INCROSTAZIONE: deposito stratiforme compatto e generalmente aderente al sub-strato composto da sostanze inorganiche o da<br />

strutture <strong>di</strong> natura biologica;<br />

MACCHIE (RUGGINE): alterazione che si manifesta con pigmentazione accidentale e localizzata della superficie; è correlata alla<br />

presenza <strong>di</strong> materiale estraneo al substrato nel caso in particolare trattasi <strong>di</strong> ferro.<br />

PATINA BIOLOGICA: strato sottile morbido e omogeneo aderente alla superficie e <strong>di</strong> evidente natura biologica, <strong>di</strong> colore variabile<br />

per lo più verde; si forma con l’attacco da parte <strong>di</strong> organismi autotrofi in ambiente umido con elevata umi<strong>di</strong>tà relativa. Causato dalle<br />

infiltrazioni d’acqua proveniente dal malfunzionamento <strong>di</strong> pluviali o grondaie.<br />

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4. Il restauro conservativo<br />

4.1.Programma degli interventi <strong>di</strong> conservazione<br />

Sono state già analizzate le problematiche in atto in ragione delle quali risulta prioritario ristabilire una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> equilibrio quanto<br />

più stabile possibile; successivamente saranno attuate tutte le possibili meto<strong>di</strong>che per riconfigurare la leggibilità della fabbrica e per<br />

proteggere i materiali costitutivi.<br />

La sequenza logica sopra sinteticamente illustrata terrà conto nella sua attuazione programmatica delle acquisizioni culturali e<br />

metodologiche della <strong>di</strong>sciplina del restauro la cui prassi si sostanzia nell’azioni salienti della pulitura, del consolidamento, della<br />

integrazione/completamento, della protezione e reintegrazione/sostituzione.<br />

Le scelte progettuali e metodologiche alla cui trattazione si rimanda hanno portato alla definizione <strong>di</strong> una serie agile <strong>di</strong> lavorazioni<br />

<strong>di</strong>stinte per natura del supporto e per risoluzione <strong>di</strong> particolari problematiche al cui interno sono comprese le singole categorie<br />

operative sopra ricordate dalla pulitura alla protezione.<br />

Si riporta <strong>di</strong> seguito l’in<strong>di</strong>cazione delle lavorazioni sud<strong>di</strong>vise in gruppi omogenei:<br />

4.1.1. Operazioni preliminari<br />

In questa fase si censirà e raccoglierà il materiale lapideo sciolto <strong>di</strong> pezzatura eterogenea e trasportabile a mano, costituito da<br />

materiali <strong>di</strong> crollo, <strong>di</strong> deposito o <strong>di</strong>lavamento superficiale reperibili attorno all’area <strong>di</strong> intervento in vista <strong>di</strong> un possibile riutilizzo in<br />

cantiere.<br />

Verrà collocato il ponteggio e valutata la con<strong>di</strong>zione generale della struttura anche in ragione dell’organizzazione <strong>di</strong> opere <strong>di</strong><br />

puntellamento aggiuntive.<br />

Successivamente con tutte le cautele del caso e previa adeguata documentazione fotografica saranno rimosse piccole parti lapidee<br />

ormai staccate dal supporto, parti terrose e/o polverose superficiali depositate sulle murature sia verticali che orizzontali, gli arbusti<br />

con apparato ra<strong>di</strong>cale sviluppatosi all'interno delle murature, da eseguirsi con cautela al fine <strong>di</strong> non danneggiare l'apparecchio<br />

murario con attrezzature manuali e successivamente con aria compressa e lavaggi eseguiti con l'aiuto <strong>di</strong> spazzola non metallica. Il<br />

tutto senza arrecare danno alle murature, agli intonaci antichi e alle riscagliature ancora recuperabili.<br />

4.1.2. Interventi <strong>di</strong> ricomposizione statica delle murature<br />

Le lesioni <strong>di</strong> maggiore entità in quanto passanti in senso trasversale la muratura dovranno essere trattate onde conferire continuità al<br />

sistema tramite la ripresa <strong>di</strong> muratura in pietrame, da eseguirsi per larghezze non inferiori a cm 60 intorno alla lesione, me<strong>di</strong>ante<br />

sostituzione parziale del materiale con metodo scuci-cuci (eseguita gradatamente in modo da non interrompere la funzionalità statica<br />

delle murature, anche prevedendo un eventuale puntellamento della struttura, la demolizione in breccia nella zona <strong>di</strong> intervento), la<br />

ricostruzione della muratura me<strong>di</strong>ante il riutilizzo del materiale proveniente da materiale reperito sul posto e precedentemente<br />

classificato e ritenuto reimpiegabile. Al fine <strong>di</strong> garantire un comportamento statico solidale le malte <strong>di</strong> allettamento e/o <strong>di</strong> finitura<br />

dovranno essere costituita da calce ed inerti appropriati prodotta secondo le risultanze delle indagini svolte per la caratterizzazione<br />

dei materiali presenti.<br />

La stessa tecnica verrà utilizzata per ricucire gli elementi intagliati dell’aperture con il muro a<strong>di</strong>acente allo scopo <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>re gli<br />

spostamenti in atto migliorando anche gli appoggi.<br />

Si consolideranno le aperture definendone staticamente i contorni onde evitare il ripetersi dei meccanismi <strong>di</strong> danno riscontrati tramite<br />

elementi in pietra lavorata a geometria semplice con particolare cura al fine <strong>di</strong> garantire la corretta ammorsatura con le strutture<br />

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murarie contigue.<br />

Attraverso la bocciardatura degli elementi si provvederà a rendere sufficientemente <strong>di</strong>stinguibile l’integrazione;<br />

4.1.3. Interventi <strong>di</strong> restauro delle superfici murarie e degli intonaci<br />

Al fine <strong>di</strong> evitare il progre<strong>di</strong>re dei degra<strong>di</strong> dei paramenti che come abbiamo descritto sono spesso il prelu<strong>di</strong>o dei <strong>di</strong>ssesti si<br />

provvederà al restauro conservativo della superficie muraria esterna ed interna degradata e priva <strong>di</strong> intonaco che<br />

sostanzialmente costituisce una estesa zona che separa quella i crolli da un'altra in <strong>di</strong>screto stato <strong>di</strong> conservazione, tramite una<br />

serie precisa <strong>di</strong> opere:<br />

1. avulsione provvisoria <strong>di</strong> conci pericolanti e successiva accurata reintegrazione in sito con malta <strong>di</strong> calce costituita da malta <strong>di</strong><br />

calce appositamente formulata;<br />

2. reintegrazione delle piccole lacune dell'apparecchio murario per profon<strong>di</strong>tà non superiori a cm 45, da eseguirsi anche a tratti<br />

saltuari, con elementi lapidei <strong>di</strong> tipo, forma e <strong>di</strong>mensioni idonei per ciascuna specifica situazione seguendo la tecnologia costruttiva<br />

esistente, allettati in profon<strong>di</strong>tà con malta <strong>di</strong> calce appositamente formulata;<br />

3. accurata rimozione delle stuccature, sbavature o incrostazioni incompatibili con la conservazione del paramento con assoluta<br />

esclusione delle malte antiche ancora in sito, da eseguirsi con strumenti meccanici <strong>di</strong> precisione non abrasivi e senza l'uso <strong>di</strong><br />

solventi;<br />

4. rinzeppature con scaglie <strong>di</strong> pietra poste in opera con malta <strong>di</strong> calce appositamente formulata con tecnica identica a quella<br />

esistente;<br />

5. ripresa delle stuccature, su tutta la superficie interessata dall’intervento, me<strong>di</strong>ante malta <strong>di</strong> calce apposita e inerti assortiti,<br />

eventualmente precolorata con terre naturali fino ad ottenere un impasto avente granulometria e colore analogo al contesto<br />

esistente.<br />

L’intonaco originario presente verrà restaurato me<strong>di</strong>ante le seguenti fasi:<br />

1. Pulizia puntuale delle superfici intonacate, effettuata tramite spazzole <strong>di</strong> saggina, stracci e scopini e/o spugne imbevute <strong>di</strong> acqua<br />

deionizzata;<br />

2. Riparazione delle piccole lesioni e delle sfessurazioni fra intonaco e intonaco me<strong>di</strong>ante stuccature e sigillature, inclusa la<br />

saturazione in profon<strong>di</strong>tà (in modo non visibile) delle alveolizzazioni dell’intonaco nei casi in cui queste rappresentino situazioni <strong>di</strong><br />

ristagno d’acqua al loro interno, da eseguirsi a spatola e/o con strumenti manuali con malta <strong>di</strong> calce appositamente formulata;<br />

3. Riancoraggio dell'intonaco staccato dal supporto me<strong>di</strong>ante iniezioni puntuali <strong>di</strong> malta <strong>di</strong> calce appositamente formulata,<br />

4. Esecuzione <strong>di</strong> eventuali bordature e per l'applicazione <strong>di</strong> supporti temporanei <strong>di</strong> sostegno idonei ad evitare il <strong>di</strong>stacco delle parti <strong>di</strong><br />

intonaco pericolante durante le operazioni <strong>di</strong> pulizia e consolidamento;<br />

5. Integrazione delle parti <strong>di</strong> intonaco degradato o mancante effettuata con l'impiego <strong>di</strong> malta <strong>di</strong> calce appositamente formulata simile<br />

per composizione e lavorazione a quella degli intonaci ancora presenti<br />

6. Risanamento superficiale della muratura sottostante;<br />

7. Ripresa puntuale delle coloriture nelle integrazioni <strong>di</strong> intonaco, con prodotti selezionati a base <strong>di</strong> calce, acqua <strong>di</strong> calce e terre<br />

naturali.<br />

Il pilastro interno alla torre che sostiene la volta verrà consolidato tramite un restauro conservativo <strong>di</strong> superficie in conci squadrati,<br />

consistente nelle seguenti <strong>di</strong>stinte ma connesse lavorazioni:<br />

1. accurata rimozione delle stuccature, sbavature o incrostazioni incompatibili con la conservazione del paramento con assoluta<br />

esclusione delle malte antiche ancora in sito, da eseguirsi con strumenti meccanici <strong>di</strong> precisione non abrasivi e senza l'uso <strong>di</strong><br />

solventi;<br />

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2. ripresa delle stuccature, su tutta la superficie interessata dall’intervento, me<strong>di</strong>ante malta <strong>di</strong> calce apposita e inerti assortiti,<br />

eventualmente precolorata con terre naturali fino ad ottenere un impasto avente granulometria e colore analogo al contesto<br />

esistente. Si precisa che la malta <strong>di</strong> allettamento e/o <strong>di</strong> finitura dovrà essere costituita da calce ed inerti appropriati, prodotta<br />

secondo le risultanze delle indagini svolte per la caratterizzazione dei materiali<br />

La protezione delle superfici integrate e/o restaurate sarà condotta con tecniche pre-moderne allo scopo <strong>di</strong> aumentarne la<br />

compatibilità visiva e chimica, in particolare con un trattamento superficiale <strong>di</strong> paramento murario interno e/o esterno<br />

precedentemente restaurato, <strong>di</strong> parti intonacate e similari, da eseguirsi me<strong>di</strong>ante applicazione a pennello in più mani, <strong>di</strong> acqua <strong>di</strong><br />

calce, con consumo me<strong>di</strong>o non inferiore a gr. 2000/mq. Con l’eventuale aggiunta <strong>di</strong> terre naturali.<br />

Le pareti interne ed esterne ricoperte da scritte e vernici deturpanti saranno restaurati previa rimozione <strong>di</strong> vernici sovrammesse a<br />

superfici in materiale lapideo naturale e artificiale me<strong>di</strong>ante applicazione <strong>di</strong> compresse assorbenti costituite da polpa <strong>di</strong> cellulosa<br />

ad<strong>di</strong>zionata a sepiolite, imbevute <strong>di</strong> solventi organici e/o inorganici, da eseguirsi anche in cicli successivi fino alla completa<br />

asportazione delle sostanze suddette; preliminarmente a questa operazione saranno condotti saggi per l'in<strong>di</strong>viduazione dei solventi,<br />

dei tempi <strong>di</strong> applicazione idonei e alla successiva rimozione meccanica dei depositi solubilizzati me<strong>di</strong>ante pennellesse, spazzole,<br />

bisturi, specilli.<br />

Le stesse superfici restaurate saranno accordate cromaticamente al contesto tramite riduzione dell’interferenza visiva sulla pietra <strong>di</strong><br />

supporto e/o sugli intonaci, eseguita con colori ad acquarello o pigmenti naturali in legante da scegliersi in seguito delle indagini<br />

minero petrografiche previste.<br />

4.1.4. Interventi <strong>di</strong> restauro dei livelli pavimentali<br />

Al fine <strong>di</strong> evitare il progre<strong>di</strong>re dei degra<strong>di</strong> della muratura e degli interni per effetto dell’infiltrazione <strong>di</strong> acque meteoriche le superfici<br />

orizzontali della copertura e dell’interno devono essere adeguatamente restaurati, reintegrati e protetti. In particolare:<br />

la realizzazione nella terrazza <strong>di</strong> copertura <strong>di</strong> un massetto continuo in cocciopesto dello spessore <strong>di</strong> cm. 5 costituito da calce<br />

idraulica e coccio pesto idraulicizzante della granulometria da mm. 2 a mm. 10. La pavimentazione sarà messa in opera su supporto<br />

sano esistente, previa stesura <strong>di</strong> tessuto non tessuto da 200 gr/mq. e realizzato in due strati successivi da cm. 2 con interposta rete<br />

in fibra <strong>di</strong> polipropilene a maglia cm. 3 x 3, con formazione <strong>di</strong> giunti <strong>di</strong> <strong>di</strong>latazione eseguiti successivamente al getto.<br />

Nel pavimento interno si prevede il restauro conservativo e/o il rifacimento nei casi <strong>di</strong> accertata impossibilità <strong>di</strong> recupero, da<br />

eseguirsi me<strong>di</strong>ante l'accurata rimozione delle stuccature, sbavature o incrostazioni incompatibili con la conservazione del pavimento,<br />

con assoluta esclusione delle malte antiche ancora in sito, da eseguirsi con strumenti meccanici <strong>di</strong> precisione non abrasivi e senza<br />

l'uso <strong>di</strong> solventi. Successiva reintegrazione delle malte andate perdute, da eseguirsi anche a tratti saltuari, con tecnica identica a<br />

quella esistente utilizzando malta <strong>di</strong> calce costituita da legante a base <strong>di</strong> calce e inerti appropriati, eventualmente precolorata con<br />

terre naturali fino ad ottenere un impasto avente granulometria e colore analogo a quello esistente. Comprese le eventuali iniezioni<br />

<strong>di</strong> calce fluida qualora le parti originarie risultino <strong>di</strong>staccate dal supporto.<br />

Per maggiori in<strong>di</strong>cazioni relative alle lavorazioni e alla loro localizzazione sono contenute negli elaborati grafici e nel computo<br />

metrico allegato.<br />

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5. La riqualificazione della viabilità <strong>di</strong> accesso e delle aree contigue.<br />

La Torre è raggiungibile in circa 5 minuti attraverso un percorso pedonale, accessibile dal punto <strong>di</strong> sosta auto nei pressi della<br />

spiaggia del <strong>Budello</strong>, che risulta facilmente percorribile e non presenta particolari accidentalità.<br />

5.1.Interventi <strong>di</strong> valorizzazione<br />

L’intervento prevede alcune azioni finalizzate al miglioramento della fruizione, in particolare perimetralmente alla torre sarà realizzata<br />

una fascia <strong>di</strong> pavimentazione in terra stabilizzata in prossimità dell’attacco a terra del monumento anche con funzione <strong>di</strong><br />

allontanamento delle acque meteoriche e protezione delle strutture murarie.<br />

In prossimità della torre, in posizione defilata e mascherata dalla vegetazione esistente sarà posizionato un pannello<br />

<strong>di</strong>dascalico/fotovoltaico, costituito da 8 pannelli fotovoltaici tipo "Far System CIS" in film sottile, delle <strong>di</strong>mensioni ciascuno pari a<br />

1200x600 mm; Il supporto del pannello sarà costituito da elementi piatti accoppiati in acciaio zincato e verniciato e collegati<br />

all’interno me<strong>di</strong>ante appositi <strong>di</strong>stanziatori, fissato al terreno me<strong>di</strong>ante appositi da<strong>di</strong> in calcestruzzo previo scavo e rinterro.<br />

Inoltre si prevede l’inserimento della cartellonistica <strong>di</strong>rezionale che consentirà più facilmente <strong>di</strong> raggiungere il sito.<br />

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