29.05.2013 Views

La ballata degli antieroi di Daniele Spini - Teatro Alighieri

La ballata degli antieroi di Daniele Spini - Teatro Alighieri

La ballata degli antieroi di Daniele Spini - Teatro Alighieri

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

legame con le poetiche romantiche. Come Brecht anche Weill è <strong>di</strong> sinistra, e irresistibilmente<br />

attratto dal teatro come da certi aspetti della musica cosiddetta leggera.<br />

Un bel giorno si vede proporre da un festival <strong>di</strong> musica da camera <strong>di</strong> Baden-Baden la<br />

commissione per un’opera da camera: ha altri impegni, e vorrebbe rifiutare; ma gli capitano<br />

in mano le Hauspostille, e cambia subito idea. Nasce così Mahagonny: non è ancora<br />

la più ampia e oggi notissima Ascesa e caduta della città <strong>di</strong> Mahagonny, che Brecht e Weill<br />

elaboreranno più tar<strong>di</strong>, ma un Songspiel, un ibrido fra il vecchio genere del Singspiel, con<br />

i pezzi musicali separati dalla recitazione parlata, dapprima leggero e poi reso sublime<br />

dal Flauto magico <strong>di</strong> Wolfgang Amadeus Mozart e dal Fidelio <strong>di</strong> Ludwig van Beethoven,<br />

e il song, la canzone moderna americana, che satireggia, e con le scelte musicali non<br />

meno che con i testi, l’avi<strong>di</strong>tà filistea del piccolo borghese, usando l’America come metafora<br />

della Germania moderna. È la prima collaborazione <strong>di</strong> un duo creativo destinato<br />

a gloria imperitura: Weill utilizza nella sua partitura anche qualche melo<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Brecht,<br />

quasi subentrandogli in maniera più ampia e professionalmente solida nell’impegno musicale<br />

che tende ad ampliare in canzoni le sue poesie. Un incontro <strong>di</strong> parola e suono che<br />

potrebbe ricordare Richard Wagner, ma, ancora una volta, alla rovescia, senza ambizioni<br />

alla grandezza esteriore e alla narcosi estetica del lettore-spettatore-ascoltatore. Alla<br />

prima, il 17 luglio 1927, partecipa una cantante-attrice genialmente in bilico fra teatro<br />

classico e cabaret, Lotte Lenya, che da un anno è la moglie <strong>di</strong> Weill. I frutti successivi della<br />

collaborazione fra Brecht e Weill saranno Morte nella foresta, una cantata da camera su<br />

un’altra delle Hauspostille, ma soprattutto Die Dreigroschenoper, L’opera da tre sol<strong>di</strong>, che<br />

svilupperà in forma più completa e significativa le premesse <strong>di</strong> questa prima Mahagonny.<br />

Avvicinandosi il bicentenario della Beggar’s Opera, Brecht riprende il vecchio testo <strong>di</strong><br />

John Gay con l’intenzione <strong>di</strong> metterne in risalto e svilupparne in termini attuali, dunque<br />

antiborghesi, tutta la carica <strong>di</strong> contestazione sociale. Punto <strong>di</strong> partenza è la traduzione<br />

tedesca <strong>di</strong> Elisabeth Hauptmann, che ha già collaborato con lui per i Mahagonny Songs,<br />

e come allora si tratta ben più che <strong>di</strong> una semplice collaborazione. <strong>La</strong> storia <strong>di</strong> Macheath,<br />

ribattezzato qui Mackie Messer, “Mackie Coltello”, benvestito e sfrontato capo dei ban<strong>di</strong>ti<br />

<strong>di</strong> strada, è spostata dalla Londra <strong>di</strong> Giorgio II a quella ottocentesca della regina Vittoria,<br />

la cui incoronazione fa da sfondo al racconto, che è poi anche la Londra <strong>di</strong> Charles Dickens.<br />

<strong>La</strong> storia d’amore <strong>di</strong> Mackie con Molly Peachum, ostacolata dai genitori <strong>di</strong> lei, non<br />

è certo quella <strong>di</strong> Romeo e Giulietta: se Peachum, figura sor<strong>di</strong>da come i men<strong>di</strong>canti <strong>di</strong> cui<br />

è il capo, e una moglie degna <strong>di</strong> lui, or<strong>di</strong>scono intrighi e trappole per far fuori il genero non<br />

desiderato, Mackie non ne esce certo come un angioletto, viste anche le sue tresche con<br />

Jenny delle Spelonche, prostituta e sua ex, e la <strong>di</strong>sinvolta seduzione <strong>di</strong> Lucy, figlia <strong>di</strong> un<br />

capo della polizia connivente a sua volta con i ladri <strong>di</strong> Macheath: né troppo più poetico,<br />

nella sua ostentata incre<strong>di</strong>bilità, sarà il lieto fine che vedrà Mackie sfuggire all’ultimo<br />

momento all’impiccagione. Ancora una volta il testo si articola in recitazione parlata e<br />

canzoni: le canzoni <strong>di</strong> Kurt Weill, che anche qui le definisce proprio songs, in inglese, con<br />

chiara allusione alla canzone moderna americana sulla linea così felicemente sperimentata<br />

in Mahagonny. I testi <strong>di</strong> queste, spesso elaborati da Elisabeth Hauptmann (il lavoro<br />

con Brecht si svolge per qualche tempo in Riviera, dove poi li raggiunge anche Weill),<br />

a volte fanno riferimento anche a modelli illustri: Rudyard Kipling, per il Kanonensong<br />

(Canzone dei cannoni) e soprattutto François Villon, quattrocentesco poeta maledetto<br />

ante litteram, scampato alla forca come il protagonista della Dreigroschenoper, <strong>di</strong> cui è<br />

qui parafrasato più <strong>di</strong> un testo. Il titolo definitivo, dopo che Brecht ha esitato fra <strong>di</strong>verse<br />

65

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!