e viceversa CS P - Associazione Onlus Centro Studi Panis
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CENTRO STUDI P.A.N.I.S.<br />
poesia arte narrativa ideazione spettacolo<br />
e <strong>viceversa</strong><br />
C S P<br />
Arte e Poesia
e <strong>viceversa</strong><br />
A cura di Anna Rita Zara<br />
Arte e Poesia<br />
CENTRO STUDI P.A.N.I.S.<br />
(poesia arte narrativa ideazione spettacolo)<br />
C<br />
C S P<br />
2
Copertina: Acquerello di Mirella Rosso Cappellini<br />
Ex Libris: Acquerelli, oli su tela e tempere di Mirella Rosso Cappellini<br />
Pag. 30 fotografia di Roberto di Pietro<br />
Realizzazione grafica: Elisa Ghirardi<br />
3
Prefazione di Andrea Maia<br />
Keats, che con Shelley e Byron forma la triade della seconda<br />
generazione romantica inglese, conclude una celebre<br />
composizione, Ode su un’urna greca, facendo trasmettere<br />
dall’urna stessa un messaggio all’uomo:<br />
“La bellezza è verità, la verità bellezza”, questo è tutto<br />
ciò che voi sapete in terra, e tutto ciò che vi serve sapere.<br />
La scelta del titolo dell’antologia poetica di PANIS 2008, “Il<br />
bello, il vero… e <strong>viceversa</strong>” deriva – immagino – non solo<br />
dalla tematica proposta dalla Fiera del Libro di Torino di<br />
quest’anno, ma anche da questo celebre passo.<br />
“Ancora una antologia poetica?” , domanderà qualcuno,<br />
come quel mio conoscente che sostiene, da un punto di vista<br />
pratico e concreto, l’inutilità della poesia. Ma talvolta - come<br />
osserva Elias Canetti in un suo aforisma, le cose inutili<br />
risultano poi le sole veramente indispensabili. Inutili, dal<br />
punto di vista della funzione concreta, sono la Venere di<br />
Botticelli, il Davide di Michelangelo, o l’Amleto, inutile il<br />
Don Giovanni di Mozart; inutili i Canti di Leopardi o i I fiori<br />
del male di Baudelaire. Ma se per un miracolo (infausto<br />
miracolo) quelle opere non fossero mai esistite, quanto<br />
sarebbe più povero il mondo degli umani! Senza Silvia ed<br />
Ofelia, privo di Zerlina, senza albatri volanti su gorghi amari,<br />
senza quel giovane eroe che s’avvia a sfidare il gigante, senza<br />
la bellissima dea che nasce dal mare...<br />
L’antologia realizzata dai poeti di <strong>Panis</strong> è formata dalle<br />
creazioni di undici autori per un totale di 57 testi; ma non<br />
possiamo dimenticare Mirella Rosso, poetessa del pennello,<br />
che contribuisce al libro con lo splendido acquerello della<br />
copertina e con altri dipinti che lo variano ed arricchiscono.<br />
Le poesie sono tutte inedite, originali ed interessanti, ma non<br />
posso naturalmente analizzarle tutte quante; sceglierò quindi<br />
un testo per ciascun autore; il criterio di scelta non ha alla sua<br />
origine un motivato giudizio critico, ma una impressione, un<br />
“segno” derivato da uno spunto, un lampo, una immagine che<br />
mi ha colpito o attirato e che trova istintiva consonanza nel<br />
mio animo di lettore. Quanto all’ordine, che nel libro è<br />
alfabetico, mi consentirete, per una volta, di seguirlo sì, ma a<br />
ritroso, partendo dalla Z per risalire fino alla A. Consideratela<br />
una licenza…critica.<br />
4
Pur apprezzando i notturni e la sensibilità musicale presente<br />
in altri testi di Milena Zirafa, la mia preferenza va a Lindos,<br />
luminoso omaggio al mondo mediterraneo e classico: dal<br />
borgo (che si trova nell’isola di Rodi), con le sue candide<br />
casette circonfuse di luce, lo sguardo sale ai resti della<br />
maestosa Acropoli e l’anima ricupera come attuale il mitico<br />
passato.<br />
Anna Rita Zara, oltre a cantare con disteso affetto la nascita<br />
di una nipotina, scrive un’amara ed irridente critica sugli<br />
strumenti usati un tempo e su quelli oggi diffusi per<br />
“costruire” una “bellezza clonata”, trattando così in modo<br />
ironico il tema della Fiera del Libro.<br />
Le poesie di Stefania Marello colpiscono per l’attenzione<br />
umanitaria verso gli emarginati (un prigioniero, una badante)<br />
che cerchiamo di dimenticare; ma il testo ove ho ritrovato un<br />
mio sentimento – che non saprei esprimere con pari efficacia<br />
– è Habitat condominiale; qui il recupero dell’idea di “casa”,<br />
come rifugio e guscio protetto, anche all’interno di una<br />
disumana metropoli, trova un’espressione suggestiva e<br />
profonda.<br />
Tra le esercitazioni di acrobatico sperimentalismo di<br />
Lorenza Manfredi, mi ha colpito, per l’appassionata<br />
adesione al tema e per il ricco e suggestivo “ritratto” che<br />
viene delineato, l’omaggio al papa Giovanni Paolo II,<br />
rievocato con partecipe sintonia nella sua gloria di sostenitore<br />
di pace, giustizia e libertà, ma anche nel suo calvario.<br />
Renzo Guerci offre all’antologia un esito del lungo studio e<br />
del grande amore per l’opera di Dante, traendo spunto dalla<br />
Vita Nova del poeta fiorentino; la poesia Il centro – tripartita<br />
- presenta un io narrante che compie un mistico percorso per<br />
foreste oscure alla ricerca della luce, arso dalla bruciante sete<br />
di immortalità; dall’ermetismo che balena nei versi emerge<br />
un vivido senso di mistero.<br />
La lunga litania, ritmata e veloce, ora ansante ora limpida,<br />
intitolata Cuore, con i suoi versi lunghi e movimentati,<br />
continuamente oscillanti fra tragedia ed ironia, fra il pianto e<br />
il riso e la paura e l’ira, offre un esempio convincente della<br />
singolare quanto suggestiva originalità della voce poetica di<br />
Elisa Ghirardi.<br />
Dopo interventi di psicologia applicata alla cronaca, di<br />
esortazione alla solitudine, riflessioni di amara arguzia su un<br />
barcone “scopamare”, Roberto Di Pietro mi sorprende e<br />
commuove con la ripresa dell’Albatro baudeleriano e con<br />
l’immagine contrapposta (di pascoliana tenerezza) del<br />
tremulo pulcino nascosto nelle stoppie (ma subito ritorna<br />
all’ironia epigrammatica, tipica del suo poetare recente).<br />
5
Una poesia impostata sull’assenza di una figura femminile,<br />
Lui pota, di Rina d’Alessandro, è caratterizzata da una<br />
efficace semplicità: un uomo pota, e parla con una donna che<br />
non c’è; il fatto che il motivo dell’assenza resti celato, suscita<br />
la curiosità del lettore e circonda il quadro quotidiano di<br />
un’atmosfera arcana e colma di mistero.<br />
Di Edvige Cervellera ho trovato suggestiva Mattinata, in cui<br />
una serie di quadretti contribuisce a definire l’atmosfera di un<br />
mattino di settembre; profili di alberi, una donna che batte un<br />
tappeto, un suono distante di campana, una coppia di<br />
scriccioli bastano per offrire un senso di pace e di bellezza ad<br />
una donna colpita dal dolore.<br />
In Ardente passione Raffaella Carrisi Martini, con<br />
l’intensità passionale che caratterizza i suoi testi, sogna il<br />
ritorno dalle nebbie del Nord alla luminosa terra d’origine, la<br />
Puglia, dove ancora vivono i miti classici (dove di notte<br />
cantano le sirene), e in un assorto silenzio s’ode solo il<br />
bisbigliare degli uccelli.<br />
E siamo risaliti fino a Miriam Bonamico, di cui ho<br />
apprezzato in particolare una critica pittorica in forma di<br />
poesia: L’urlo di Munch. Il celebre dipinto rivive nei brevi<br />
versi ritmati e in esso la poetessa scopre un significato<br />
universale: la sofferenza dell’uomo che urla appartiene a tutti<br />
gli uomini, che chiedono aiuto, ma non trovano risposta.<br />
Ecco i nostri poeti ed i loro testi, nati dalla loro fantasia, dal<br />
pensiero, dal cuore. Leggiamoli attentamente, godiamoci i<br />
versi, e manifestiamo gratitudine a chi ogni giorno,<br />
umilmente, senza sperare in vantaggi concreti, persiste nel<br />
dedicarsi a conseguire, attraverso la parola, per citare<br />
Ungaretti, la limpida meraviglia / di un delirante fermento,<br />
per chi dimostra che esistono valori che vanno al di là della<br />
semplice sopravvivenza, che ci sono nutrimenti che stanno<br />
oltre il cibo materiale, che esiste un mondo interiore in cui<br />
“la bellezza è verità, la verità bellezza”.<br />
6
MIRIAM BONAMICO<br />
Miriam Bonamico ha compiuto gli studi al liceo classico<br />
Andrea Doria di Genova. Laureata in giurisprudenza<br />
coltiva, da sempre, una grande passione per la letteratura.<br />
La sua predilezione per la poesia, espressione in cui trova<br />
conforto e armonia, è un piacere personale che negli ultimi<br />
anni condivide con gli amici dell’<strong>Associazione</strong> P.A.N.I.S.<br />
7
L'URLO DI MUNCH<br />
Il tuo urlo<br />
pover'uomo<br />
si spande<br />
in fasce colorate<br />
e contorte.<br />
L'arancio<br />
il verde<br />
il blu gelido<br />
Forse un'alba<br />
dopo una notte<br />
insonne.<br />
Il tuo tormento è di tutti<br />
di tutti quelli che chiedono<br />
aiuto.<br />
E nessuno risponde.<br />
Oslo, 2006<br />
8
UNA GOCCIA D'INFINITO<br />
Non corre la luna<br />
fra cirri e cumuli<br />
in questo cielo<br />
di pianura.<br />
Né il sole appare lucente.<br />
Nessun messaggio<br />
dal piatto cielo grigio.<br />
Sul mare, invece, i cieli<br />
mutano, parlano,<br />
i colori incantano.<br />
E la luna corre limpida<br />
fra riccioli di nubi.<br />
Tutto un mondo<br />
in quel cielo di stelle occhieggianti.<br />
Un linguaggio segreto<br />
fra cielo e terra.<br />
Son qui, Signore, a braccia aperte,<br />
chiusi gli occhi, proteso il viso<br />
nel buio d'una notte stellata,<br />
son qui, in attesa d'una goccia<br />
d'Infinito.<br />
9
C'E' UNA CASA<br />
C' è una casa<br />
per te<br />
nel mio cuore.<br />
Abitala<br />
per dormire,<br />
per sognare,<br />
per amarmi.<br />
Se esci<br />
aspetterò<br />
e quando tornerai<br />
accosterò i lembi.<br />
LA LUNA ESTIVA<br />
La luna estiva<br />
della prima sera<br />
è così grande e gialla<br />
così vicina e bella.<br />
Oh, luna, non muoverti,<br />
non fare il tuo corso.<br />
Tu, sola resta.<br />
Si spengano le luci<br />
tutte.<br />
Tu, sola,<br />
ed io ,sola,<br />
ti guardo.<br />
10
NUVOLE OBLUNGHE<br />
Nuvole oblunghe<br />
appese<br />
nel cielo baltico.<br />
Dolce è navigare<br />
sull'onda breve.<br />
Forse la pace sognata<br />
è in questo arcipelago.<br />
Ma quale sarà<br />
l'isola perfetta<br />
lo scoglio prediletto<br />
nel cui mare gettare<br />
l'ancora della mia vita?<br />
Stoccolma, 2007<br />
11
RAFFAELLA CARRISI MARTINI<br />
Di origine pugliese, giovanissima si trasferì a Zoldo Alto,<br />
presso Belluno, e successivamente a Torino, dove risiede<br />
tuttora.Membro di varie istituzioni nazionali e straniere, ha<br />
ricevuto importanti premi nazionali e internazionali e titoli<br />
onorifici per la sua opera di poetessa e di scrittrice. Con le<br />
sue opere e con la sua attività di giornalista è presente in<br />
Inghilterra, in Francia, in U.S.A, Svizzera, Spagna, Turchia,<br />
Argentina, Cina; Santo Domingo, Grecia e altrove.<br />
Le è stata conferita la medaglia d’oro per l’opera svolta per<br />
l’umanità, per il Premio V. Hugo, per le Città di Vienna e di<br />
Torino, per il Premio Athena; anche l’Istituto Europeo della<br />
Cultura Popolare Ambientale e l’Accademia Mediterranea<br />
l’hanno insignita di medaglia d’oro.<br />
Le sono stati conferiti i seguenti titoli onorifici:<br />
1977- Cavaliere Ordine Cavalleresco La Rosa Dei Valori-<br />
Duca d’Aosta- Torino; 1982- Senatrice delle Scienze<br />
Letterarie- Firenze; 1982- Senatrice per le Lettere<br />
dell’Accademia delle Scienze di Roma; 1983- Oscar del<br />
Golfo di Napoli dal Senato Accademico S.Marco 1983-<br />
Commendatore delle lettere Orden In.Le. De Guliermo I,<br />
Spagna; 1983- Laurea H.S. in Sociologia e Psicologia,<br />
Londra 1983- Laurea H.S.Humanistir Disciplines Univ.<br />
Popolare, Ischia (NA); 1988- Ambasciatrice d’Italia per la<br />
Comunità Europea Li.S.S.P.A.R.E., CEI, Brindisi 1988-<br />
Membro onorario Comunità Europea dei Giornalisti, Roma;<br />
1988- Corporations- H.S. Doctor in Letras Ist. Universale of<br />
Humanistic, U.S.A.1997- Premio Della Cultura dalla<br />
Presidenza del Consiglio dei Ministri, Roma<br />
Opere Edite:<br />
1981- GRANELLI DI SABBIA, poesie, ed. Opinioni Libere ,<br />
Torino. 1981- UNA VITA, poesie, ed. CIAC, Roma.<br />
1986- RICERCA DELLA POESIA POPOLARE DAL 400 AI<br />
NOSTRI GIORNI sulla rivista Arte Pensiero, Firenze.<br />
1988- IL BORGO DEI SILENZI, poesie, ed. Seledizioni,<br />
Bologna. 1989- FRAMMENTI DI VITA, poesie, ed. Nuovi<br />
Autori, Milano. 1989- TRA LE VERDI ANTENNE, ed.<br />
Gabrieli, poesie, Roma. 1990- AMANDO LE TEMPESTE AL<br />
TRAMONTO, poesie, ed. Il Grappolo, Salerno.<br />
1991- DIARIO DI GUERRA INGIALLITO Narrativa,<br />
premiato dal Cons. Dei Ministri, Taranto. 1991- LA<br />
POTENZA DEL DOLORE, poesie, ed. Lorenzo, Torino.<br />
2005- CADONO LE FOGLIE, poesie, ed. Gabrieli, Roma<br />
2006- IL SEGRETO DI UN ALPINO, narrativa, ed Nero Su<br />
Bianco, Belluno. 2006- IL MISTERO DEL CASTELLO<br />
INCANTATO.<br />
Opere inedite: LE PAURE DI IERI E DI DOMANI -<br />
DOVE I SUONI S’ANNULLANO<br />
12
DIALOGANDO CON LA LUNA<br />
Anima mia,<br />
parla, chiedi alla luna.<br />
Fermati ora,<br />
rammenta la pineta nera.<br />
lo sguardo è annebbiato<br />
con tanti rimorsi ricordati.<br />
Il mio io s’è spento quella sera<br />
senza poter coronare<br />
il desiderio d’amare.<br />
La luna illumina il muschio<br />
coperto di rugiada, pare sia scesa<br />
dal dirupo di questa montagna.<br />
Sott’al fogher<br />
vi sono due tizzoni accesi,<br />
la fiamma illumina le pareti gelide<br />
che sostano fra queste quattro mura.<br />
la notte nutre l’alba,<br />
l’Aurora si veste di viola,<br />
cresce e fiorisce<br />
come quella lontana primavera:<br />
chiederò alla luna se rammenta ciò<br />
che sgorgò dall’animo, nella sonora Valle<br />
del cuore, a palpitare, ad assumere calore,<br />
impulso, sino a germinare l’Amore.<br />
13
CANTO VELATO… DI MALINCONIA<br />
Non so come o perché<br />
la mente<br />
non trova riposo:<br />
non riesce a inforcare<br />
il sentiero, per valicare<br />
il sentiero dell’amore.<br />
Anima mia,<br />
sollecita il passo,<br />
non curarti delle ombre spettrali<br />
che si proiettano<br />
nel tuo cammino.<br />
Fra i silenzi della sera<br />
i sogni danzano come fantasmi,<br />
quelle ombre<br />
t’inseguono,<br />
affiorano<br />
come a volerti insegnare<br />
quali sono o chi sono<br />
quei bagliori filtrati<br />
fra la nebbia<br />
dove sembrano fuochi accesi<br />
invece è il fumo delle ceneri<br />
di quei fantasmi.<br />
14
ARDENTE PASSIONE<br />
Tornare<br />
dove di notte cantano le sirene,<br />
solo la luna ne è testimone.<br />
Tornare…<br />
per quelle vie polverose, semivuote,<br />
s’ode solo il bisbigliare degli uccelli.<br />
E’ forse la strada dei sogni?<br />
in un crescendo di nubi<br />
tutto s’infrange,<br />
scrivere si vorrebbe quella trama.<br />
Passione ardente,<br />
l’animo brucia come la cerulea gemma<br />
colpita dal gelo.<br />
La nebbia<br />
si strofina sulle panchine scivolose<br />
sostando a lungo sulla scena,<br />
è una storia vissuta, accaduta<br />
in una morbida notte d’agosto.<br />
Avremo ancora tempo per tornare,<br />
per dare l’ultimo addio<br />
alla terra del cuore?<br />
15
AURORA… RITROVATA<br />
Perché meravigliosa aurora<br />
quest’incertezza di proseguire<br />
in questo giorno. Forse…<br />
mi restano pochi giorni!<br />
per desiderare di<br />
raggiungere<br />
la Vetta?<br />
Sono come pianta<br />
arsa nel deserto.<br />
Perché ostruire<br />
il presente?<br />
Non morire,<br />
splendida<br />
Aurora!<br />
scalda la terra<br />
di quest’aiola.<br />
Resta, se vuoi com’io<br />
lo voglio in<br />
questo giorno.<br />
Il sole sta per tramontare,<br />
resterà solo questo mio dolore<br />
nutrendomi del profumo delle viole.<br />
Fra questi petali appassiti, cosa può<br />
sussistere in me di speranza di vita,<br />
se manca il tuo splendore.<br />
16
E’ UN’ALBA DI GELO<br />
In quest’alba di gelo<br />
vegeta il pensiero:<br />
incute solo tristezza,<br />
non lascia nutrirsi<br />
dal nettare dell’amore.<br />
Resta solo, e poi solo,<br />
la solitudine e il silenzio.<br />
In quest’alba<br />
l’ombra mia vacilla, vorrebbe parlare,<br />
alzare la voce, ma è tanto roca.<br />
E’ un’alba nebulosa,<br />
il freddo è terrificante,<br />
penetra le ossa;<br />
il vuoto divora l’anima, l’annienta.<br />
Il cielo è ovattato di silenzio<br />
un silenzio profondo.<br />
La valle è imbiancata,<br />
come fare per trovare la strada?<br />
Perché il sole s’attarda!...<br />
resta la via smarrita, senza comprendere<br />
che ti toglie la vita.<br />
17
EDVIGE CERVELLERA<br />
Le sue poesie ed i suoi racconti si nutrono dell’amore per la<br />
natura e degli studi classici: ora sospesi tra sogno e realtà<br />
ora nel ricordo della terra d’origine, essi esaltano i valori<br />
della maternità e della natura con una costante ricerca<br />
dell’essenziale.<br />
Vive la poesia come momento unico e irripetibile, in cui è<br />
possibile sciogliere i nodi interiori, le lacerazioni o le<br />
carezze degli abissi e delle estasi dell’animo.<br />
I suoi racconti sono stati inseriti nel periodico<br />
CONTROLUCE di Chianciano ed ha partecipato alle<br />
raccolte antologiche del <strong>Centro</strong> <strong>Studi</strong> P.A.N.I.S., di<br />
ARTECULTURA di Milano e dell’<strong>Associazione</strong> di Firenze<br />
A.C.S.I.<br />
Dei premi ricevuti segnala PROMETHEUS di Massa<br />
Marina e vari diplomi del PREMIO DI NARRATIVA E<br />
POESIA di Rivoli.<br />
18
SHAKESPEARIANAMENTE<br />
Vieni, mio caro,<br />
uomo più di qualunque altro,<br />
apriamo la finestra,<br />
che la tua fronte si arrossi del tramonto.<br />
A me le guance, pallide<br />
per così lungo lacrimar d’amore,<br />
Ascolta:<br />
giungono a noi orme di suoni antichi,<br />
canta l’usignolo con voce pura,<br />
leggero e mesto di smemorati voli.<br />
Leggeri i tuoi pensieri,<br />
uccelli piumati<br />
vestiti di colore verde-azzurro<br />
nella sera che già l’autunno accende.<br />
Tienmi per mano: vorrai?<br />
Ti condurrò fuori dal tuo nuraghe<br />
e opalescenti e tersi,<br />
e fatti noi stessi nuvole,<br />
alle nuvole ruberemo<br />
la fonte arcana<br />
del loro facile pianto.<br />
Mostrami ora la stella<br />
che in una notte tranquilla ci guardava,<br />
quando senza domande si scialava il tempo,<br />
e le pupille<br />
fissavano insieme la stessa eternità.<br />
Vedi? è sempre lì, lei:<br />
ferma, immutata, solamente nostra.<br />
Con la punta dell’indice,<br />
ricordi?<br />
una ciocca bagnata di mare<br />
a me scostavi lungo il viso<br />
quella strana notte.<br />
Strana carezza! e,<br />
lieve mantello sopra la mia pelle,<br />
piovevano i tuoi lunghi sguardi,<br />
verdi<br />
di quella strana luna che smagava.<br />
Scrollami ora dalle spalle<br />
l’immane peso della tua leggerezza:<br />
nell’angolo io deporrò i rimbrotti<br />
e poi, sbocconcellati e triti,<br />
per questa notte<br />
fingeremo di amarci come allora.<br />
19
PENSIERO CONFUSO<br />
Tu<br />
il mio universo<br />
le cime gli abissi<br />
e la fatica di tenerti dietro.<br />
Tu<br />
insaziato magnete<br />
scandagli i miei pensieri<br />
i miei orizzonti chiudi<br />
non oltre la tua ombra al mezzogiorno.<br />
Apriti Sesamo<br />
Sesamo no, non aprirti<br />
e che a nessuno venga mai in mente<br />
di avvicinarsi a me con altra chiave.<br />
Mi si lasci dondolare sospesa<br />
a fissare negli occhi<br />
la mia povera certezza di funambola.<br />
ARKE’<br />
Nel porto di dimena la goletta<br />
da un molo all’altro<br />
ad occhi chiusi la respinge l’onda.<br />
Ancorarsi non può<br />
né uscire dai bracci<br />
ad affrontarlo decisa<br />
il nemico che fuori sa aspettare.<br />
La goletta… l’abbraccio del mare<br />
la sera che discende<br />
il ritorno alla Madre<br />
l’urlo che taglia la tenebra<br />
e il petto squarciato<br />
e la ferita del cielo…<br />
Sarà poi il silenzio<br />
a ricomporre il fumo delle cose:<br />
l’urlo hai strozzato,<br />
il petto ha sempre il suo respiro,<br />
il cielo è invulnerabile.<br />
E la Madre<br />
cercala alle spalle della luna.<br />
20
TI CERCHERO’<br />
Ti cercherò<br />
come il viandante sfinito la taverna,<br />
il pescatore all’alba il faro nella nebbia,<br />
la donnetta nella casa la sua dracma perduta.<br />
Ti cercherò<br />
lontano dalle mie abitudini<br />
e dalle mie certezze,<br />
fuori dai binari ben noti<br />
e dai codici impressi a fuoco,<br />
fuori dalle mille tavole della Legge<br />
e dai costumi smessi dell’uomo.<br />
Ti cercherò<br />
dove il canto di cieche nebbie<br />
sospinge verso il vuoto<br />
e il sentiero s’inerpica sdrucciolevole<br />
e il respiro si fa affanno,<br />
e non c’è alcuno,<br />
proprio non c’è alcuno<br />
cui rivolger la parola<br />
e che ridica poi la tua storia e la tua fine.<br />
E in quel deserto, trasmutata<br />
in essenziale crosta di lichene,<br />
incontrerò redenta il mio Signore.<br />
21
MATTINATA<br />
Trapassa le ossa<br />
questa ferma aria esangue<br />
di mezzo settembre<br />
che felpa i rumori<br />
dilava i pensieri.<br />
Nel cortile alberi immoti<br />
come acquerellati<br />
al balcone una donna<br />
stancamente batte tappeti.<br />
Rallenta il passo l’ora<br />
nel tardo mattino<br />
la campana lontana<br />
sminuzza dilata i rintocchi.<br />
Vien sulla soglia<br />
lo scricciolo a visitarmi<br />
la compagna<br />
d’un frullo gli è accanto.<br />
I sensi impazziti di pace<br />
melagrana matura<br />
il cuore frantumato di bellezza<br />
su questa mia sedia a rotelle.<br />
22
RINA D’ALESSANDRO<br />
Vive a Torino, dipinge e scrive da molti anni: è autrice di<br />
poesie, di racconti, saggi e recensioni d’arte.<br />
Collabora a riviste letterarie. Ha fatto parte di giurie di<br />
premi di poesia. Per la sua attività ha ricevuto premi e<br />
riconoscimenti.<br />
23
PIAZZA<br />
Amorosa luce di giugno è questa piazza.<br />
Un polline trasvola sulla mano:<br />
è sfiorare di te, quasi ala d’uccello.<br />
Lo spazio saturo di vita, già insieme solcata<br />
evocata da voci presenti<br />
sul fiato soave di tiglio.<br />
Sento la misura colma<br />
infinita e breve l’eternità che bevo<br />
l’attimo vergine<br />
e ancora ancora<br />
l’insaziabile ancora<br />
che morde l’impulso di narrare<br />
per non perdersi.<br />
L’ASSISTENTE<br />
Ogni tanto s’attorcigliava nei tuoi occhi<br />
un cielo disperato<br />
eppure era impetuoso il tuo ridere<br />
o il sorridere di piccole vene azzurre alla tempia<br />
per la condivisione d’un sollievo.<br />
Andavi svelta tra i letti<br />
ti muovevi attenta<br />
il camice spandeva un chiarore puro.<br />
Inquieta disponibile<br />
un tampone sull’anima ferita.<br />
24
A GIULIA<br />
Tu, voce viva d’uccello.<br />
Scivolano ciliege e mele verdi nei canali dell’aria.<br />
Gioia repentina dentro mi ride<br />
fugge come pesce inseguito.<br />
Ai tuoi suoni<br />
cose annuvolate si sollevano in luci di latte<br />
colori irradiano gli angoli<br />
la muta dei dolori si disperde.<br />
S’avvolge l’anima attorno a te<br />
nel benessere vitale.<br />
PASCOLANDO<br />
Intorno a te sto pascolando<br />
al sole.<br />
Lembi di te vagano in trasparenze alterne;<br />
aperta<br />
sparsa per raggiungerli,<br />
sento il respiro, carezze<br />
sento voci, che non so più se mie<br />
o calde del tuo corpo.<br />
25
PAUSA<br />
Intima pace<br />
rarefatta aria di montagna.<br />
Respirare calmo.<br />
Racconto forse<br />
ascoltato con l’anima<br />
senza domande.<br />
Caduto il vento<br />
le sue percosse.<br />
Poesia baluginare<br />
in brandelli.<br />
Sparire con la grazia di una nuvola.<br />
Camminare<br />
senza stirare il viso per evitare lacrime.<br />
LUI POTA<br />
Lui pota la vigna<br />
e intanto parla:<br />
parla con lei<br />
ma senza lei davanti.<br />
Vagamente ascolta uccelli<br />
sente l’odore della terra che si apre.<br />
La luce, aureolata di brume<br />
lo accarezza.<br />
Il gusto più segreto della pianta<br />
quello più nascosto della donna<br />
nel cuore si confondono.<br />
Si aprono radici in un ventaglio<br />
dentro il respiro.<br />
Lui pota la vigna e intanto parla.<br />
26
NATURA OFFESA<br />
L’angolo più bello della spiaggia<br />
ancora verde d’alberi antichi e fiori<br />
percorso da stradine innamorate<br />
ecco viene inumato nel moderno:<br />
sarà un prezioso porticciolo, corredato.<br />
Serrato tra adunchi bracci di moli<br />
diviso fra parcheggi, aiuole, alberetti inamidati<br />
centro benessere, centro shopping, mini market<br />
boutiques, minigolf, minibill, miniball.<br />
E nell’angolo in fondo così, tanto per evocare,<br />
una spiaggetta di sabbia riportata.<br />
Infierisce avido l’uomo<br />
che tira penne alla viva natura.<br />
In riva al mare puoi guardare solo il mare.<br />
27
ROBERTO DI PIETRO<br />
“Dopo il recente volume, Come versi, murici, secondo (dopo<br />
Come conchiglie, liriche) e massiccio pannello relativo a un<br />
individuabile progetto di scrittura di ampio respiro e peso<br />
nell’ambito della poesia contemporanea, alcune nuove<br />
pagine mostrano già ulteriori articolazioni in una poetica tra<br />
le più sismiche, polivalenti e affilate del nostro tempo: essa<br />
affronta la 'insoddisfacente ragione' e se ne intride per<br />
vivisezionarla fra le sponde di un'ironia spesso drammatica,<br />
sempre rovente, che in ogni caso non rinuncia al lirismo e<br />
non teme il peso del concetto di 'divenire' il quale, peraltro,<br />
sta alla base dell'umano significarsi come sta alla base della<br />
poesia. E quella di Roberto Di Pietro tocca vertici di<br />
inusitato e imprevedibile dinamismo formale, contenutistico,<br />
e - non in ultima istanza - fonico, dando voce a un 'teatro del<br />
pensiero' capace di trasformare la strofa in una oltremodo<br />
allarmante e insieme disarmante lanterna magica della<br />
psiche e della parola."<br />
(da: Agenda Arte e Pensiero/Labirinto Catottrico, Ed.<br />
Helicon, Arezzo, 2008)<br />
28
Si lascia in pace<br />
chi ha appiccato l’incendio,<br />
e si punisce chi ne dà l’allarme.<br />
(Nicolas de Chamfort)<br />
Si dovrebbe essere fieri di ciò che non si è fatto.<br />
Ma è una fierezza che resta da inventare.<br />
(E. M. Cioran)<br />
“SEI BELLISSIMA…”<br />
(Epigramma)<br />
(Moraleggiando intorno ad un misfatto,<br />
un altro, che fa cronaca del giorno)<br />
Ti bisbigliò all’orecchio “Sei bellissima…”<br />
(lusinga troppo dolce?...troppo ardita?...)<br />
e tu, sincera, in lacrime, corresti<br />
a fucilare un altro di quei molti<br />
che colpe ne hanno poche, e vanno al muro.<br />
“Ma va scusaaata!” – incalza un telegenico<br />
psicologo, l’oracolo di turno –<br />
“E’ questo il buon consiglio che vi porgo<br />
da bravo padre, saggio e comprensiiivo…”<br />
E tu?...vuoi quel perdono?... Ma è veleno!<br />
T’arresta il cuore mentre già lo invita<br />
a discolparsi e, senza un buon tremore,<br />
finanche a replicare… oh un peccatuccio:<br />
la morte ti dà in premio, t’assassina<br />
con un sol bacio in fronte!… quell’ amico.<br />
Consiglio c’è, per un miglior domani.<br />
Se onesta sei e vorrai che ti si creda,<br />
fa’ che tu più non copra a suon di pianti,<br />
sussulti e gridi ingenui, una menzogna:<br />
per i teatri osceni – e, o Dio, perfetti…-<br />
sui giusti afflitti calano i sipari.<br />
29
E' la Liguria una terra leggiadra...<br />
(V. Cardarelli)<br />
30<br />
Prese Iddio un musico mare!<br />
e lo spinse a sospirare<br />
contro ciottoli d'argento…<br />
(Angiolo Silvio Novaro)<br />
B A N D I E R E B L U<br />
(e “lavori subacquei”)<br />
E p i g r a m m a<br />
Riviera solatia, dolce paese<br />
cui regnaron sagaci condottieri<br />
d'aviti ostelli, che quel tuo Stellone<br />
di zaffìri e diamanti l'ingemmaron --<br />
e di smalti oggidì se l'inazzurrano.<br />
Ma fosca è l'aria; e c'è una luna (piena, ah...<br />
ìnvida? o schietta?...) che dall'alto addita<br />
il ventre (giallo) di un barcone in rada;<br />
“Mitilus” l'han chiamato, e cozza sembra!<br />
sospinta a galla poi che andata a male.<br />
“Dragaggi/Scopamare”: in blu, sbandiera<br />
da prua a poppa. E...che farà? Che ausculti unnn...<br />
paio di vasi?... di Eufronio?... il Ceramografo?...<br />
Crateri arcani – che, modestamente,<br />
son detti appena “lavori subacquei”.
La vita di società ha questo di buffo:<br />
che ognuno crede di recitarvi la parte principale.<br />
(Ennio Flaiano)<br />
I.<br />
NARCISISMO… FRUSTRATO<br />
(Epigramma)<br />
Non esserci: supremo<br />
gesto di narcisismo?<br />
Parrebbe: indegno è scegliersi un’eclissi<br />
negando il beneficio di uno specchio<br />
a quei presenzialisti<br />
che lo aspettano.<br />
II.<br />
ALLEGRA PARVENZA<br />
(impoetica postilla)<br />
Di contro a una magnifica incoscienza<br />
del triste isolamento nel sociale,<br />
sarà immorale assumere un’allegra<br />
parvenza di felice solitudine?<br />
***<br />
Canzone, io credo che saranno radi/ color che tua ragione<br />
intendan bene/ tanto la parli faticosa e forte…(Dante, Conv.)<br />
LA SPADA E IL FODERO<br />
(letterina destinata al mittente)<br />
Carissima Ironia,<br />
lo scotto che ti pago è giusta ammenda<br />
quando tu mi tradisci: come spada,<br />
trafiggi tuo malgrado chi t’affida<br />
nuda pur sempre ai troppi che suppongono<br />
un’arma sempre priva del suo fodero.<br />
31
Mai come nel dolore l’uomo percepisce<br />
la falsità delle parole di conforto<br />
dette in modo estrinseco,<br />
senza autentica partecipazione.<br />
(Gianfranco Ravasi)<br />
Mi lanci addosso truppe sempre fresche!<br />
Quando la finirai, tu, di spiarmi?<br />
Mi lascerai inghiottire la saliva?<br />
(Giobbe – 7,19)<br />
NEL MONDO DELLE OMBRE<br />
(o: voyeurismo edificante)<br />
Cultura capillare? Non si scappa!<br />
Eccoci accalappiati: qui anche noi<br />
nei corridoi di un carcere, irretiti<br />
da un’agenzia fra mille che, animate<br />
dai viscerali moti filantropici<br />
di un umanitarismo a tutto campo,<br />
programmano nel mondo delle ombre<br />
“tours del sorriso” o “visite cordiali” –<br />
come quest’altra, tesa a comprovare<br />
che gli anaconda in gabbia a San Vittore,<br />
se vai a trovarli, sono più felici<br />
di quelli a zonzo per il Mato Grosso.<br />
*<br />
C’è un vecchio; è gobbo, magro. Oltre le sbarre<br />
mi sfida mentre passo. Quasi un Cristo<br />
sorpreso nel Getsèmani in ginocchio,<br />
sembra volermi urlare: “Almeno tu…<br />
sta’ sveglio!... Forse tu saprai pregarlo<br />
quel Padre nostro che da un pezzo ormai<br />
non mi saluta più! Non vuol saperne…<br />
perché s’aspetterebbe – te l’immagini?...—<br />
ch’io qui me li baciassi, addirittura,<br />
quei luridi guardiani! Che mi stanno<br />
sul collo da una vita! Che mi schifano<br />
come sti…amici buoooni! Come teee…”<br />
32
Ecco imbrunir la notte, e farsi scura<br />
la gran faccia del ciel ch’era sì bella,<br />
e la dolcezza in cor farsi paura...<br />
(G Leopardi – Appressamento della Morte)<br />
E disse: “Il temporal foco e l'eterno<br />
veduto hai, figlio; e sei venuto in parte<br />
dove io per me più oltre non discerno.”<br />
(Dante, Purgatorio XXVII)<br />
E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce…<br />
(Giovanni 3, 19)<br />
Pigionanti della casa,<br />
pensieri di una mente inaridita<br />
in un’arida stagione.<br />
(T. S. Eliot – Gerontion)<br />
PER UN PASSEGGIO<br />
Vecchiette mie, antiche<br />
consunte ciabatte,<br />
dagli anni vostri e dai miei deformate,<br />
amiche ancora con me?...che a tastoni<br />
vi cerco in sonno dal ciglio del letto?<br />
Siete un impegno che giace e non dorme,<br />
una ragione che a notte non posa,<br />
ritorna, bussa: “Su, sveglia!”, ripete,<br />
“Andiamo! Alziamoci insieme!... A trovare<br />
per le vie oscure di casa il buon lume…<br />
che spento sembra?... Dall’ombra inghiottito,<br />
ma è là che aspetta…vacilla, e non cede:<br />
fedele anch’esso, ti vuol rammentare<br />
come sia caro quel certo che assiste<br />
quanto più infermo è il sol piede che resta<br />
per un passeggio<br />
nel buio<br />
quando è sera.<br />
33
…ora sai che non può nascere l’aquila<br />
dal topo.<br />
(E. Montale – Satura)<br />
…semblable au prince des nuées…<br />
A TE…<br />
A QUEL POETA CHE NON SONO<br />
O grand’alato, che ti libri e spazi<br />
oltre ogni altura, in quei siderei venti<br />
ove il respiro indomito s’incontra<br />
con le sepolte rinvenute tracce<br />
di un palpito superno nell’umano!<br />
Unirmi, ah se vorrei, al tuo spiegato<br />
volarcantando che lassù scolora<br />
senza un affanno i cori delle stelle:<br />
con te, o Piumato! che, alitando appena,<br />
disperdi le bufere, e le svergogni.<br />
Io, pigolante tremulo pulcino,<br />
scivolo rasoterra… ad ogni soffio<br />
nascondo il corpicino fra le stoppie:<br />
sai, temo troppo che un viandante incauto<br />
mi scambi per un àlbatro ferito.<br />
34
ELISA GHIRARDI<br />
Elisa Ghirardi vive in provincia di Torino.<br />
I suoi versi incontrano l’inestinguibile stupore dell’essere e<br />
s’intrecciano al disincanto, al dolore: luoghi inevitabilmente<br />
percorsi ma, soprattutto, dimensioni reali che sanno di poter<br />
essere riscattate dal segno profondo e luminoso della poesia.<br />
Ha pubblicato versi in alcune sillogi contemporanee.<br />
35
LUCE SO DI TE<br />
Luce so di te calmi movimenti,<br />
le parole d’acqua nei tocchi lenti<br />
del sole, quanto il mare d’alabastro<br />
attira e riflette stranamente<br />
negli abissi del cuore.<br />
So quando tregue stupite<br />
sottovoce attanagliano gli occhi<br />
e l’allegria dorata, incandescente<br />
e distratta tocca l’anima piano<br />
il cielo mio coloratissimo, sbadato.<br />
So di te, Luce, l’armonia sfrontata,<br />
intrappolata in schermaglie di sogni<br />
e i bagliori ombrosi, ridenti<br />
come stupide stelle un attimo<br />
un solo attimo, silenziosamente.<br />
36
GELIDE LE CHIAMIAMO STELLE<br />
si distribuiscono uniformemente<br />
su argentee braccia di platani<br />
e brillano replicandosi in voci<br />
ghiacciate, s'attardano inquiete<br />
in lenti vapori di luci: gelide,<br />
le chiamiamo stelle<br />
s'intravedono in certi lievi<br />
riflessi di lenti a contatto<br />
in un'assenza estemporanea<br />
del cielo consueto: si allineano<br />
vaghe tra rughe d'aria, tossiscono<br />
le osserviamo con l'inquietudine<br />
che un pericolo meraviglioso<br />
improvviso si addensi, non è qui<br />
è già stato, vive nel sogno che<br />
sogna in prima fila e s'addormenta<br />
tutte le parole del mondo, neanche<br />
una dimenticata, ammiccano<br />
con noncurante approssimazione<br />
in guisa di astri sorprendenti:<br />
e freddo si risveglia il silenzio<br />
in quelle che - gelide - chiamiamo stelle<br />
37
LET IT SNOW<br />
lascia che nevichi<br />
che tutto il ciarpame<br />
del terrestre affollarsi<br />
incantevolmente fiorisca<br />
nei cristalli turbinanti<br />
nei silenzi d'ovattante<br />
ripensarsi<br />
lascia una sera trasparire<br />
in tramontana un soffio,<br />
lasciati smarrire<br />
tradire l'assedio notturno<br />
sognando e ripetendo<br />
la lentezza della neve<br />
pazza, inconsistente, lieve<br />
lascia che nevichi<br />
nei chiaroscuri anteriori<br />
e soprattutto qui<br />
tra le balze del sonno<br />
cadenzando il ripetuto<br />
estinguersi del tempo<br />
lascia che sia<br />
un pianto, una dolcezza<br />
imprecisa e improvvisa<br />
il solo rumore di neve<br />
che cade, ricade<br />
incessantemente<br />
sino a terra esalando<br />
un ultimo respiro breve<br />
38
CUORE<br />
cuore senza ascensore<br />
tra un graffio di parole e un silenzio indiscreto<br />
cuore da confinare nelle notti senza una prevista fine<br />
nei giorni che il grigio incatena ad un letargo strano<br />
cuore come un cioccolatino sopra un termosifone<br />
cuore sfogliato come un libro letto e riletto<br />
sempre nuovo e sempre dimenticato<br />
cuore senza paracadute, centometrista della<br />
spensieratezza<br />
cuore rischiarato da lune d'arancio,<br />
cuore, cuore stanco<br />
cuore navigante, esploratore di stelle non catalogate<br />
cuore sul montacarichi - preferirei salire -<br />
cuore in insalata condito con baci a cascata<br />
cuore infrangibile e catarinfrangente<br />
cuore silente -<br />
cuore addomesticato, cuore che corri a perdifiato<br />
cuore senza coscienza, cuore a galassia avvolto sul<br />
tuo batticuore<br />
cuore dai sospiri lenti, troppo impaziente<br />
cuore invisibile respiro dai battiti fiamma<br />
cuore spericolato speleologo di sogni<br />
cuore introverso ripiegato e addormentato<br />
cuore minuscola lucciola, cuore di stagnola nella<br />
favola del mago<br />
cuore legato con lo spago, cuore di leonessa,<br />
cuore trasparente<br />
cuore di principessa, cuore alla catena di montaggio<br />
cuore mio imprevedibile ingranaggio<br />
cuore, cuore nelle rose di maggio, cuore pellegrino<br />
cuore sulle scale della torre, cuore in caduta libera,<br />
cuore in virata<br />
cuore dolce come marmellata<br />
cuore amaro come un caffè ristretto e non zuccherato<br />
cuore che rimbalzi impertinente sul selciato, cuore di<br />
gomma<br />
cuore d'acciaio più duro d'un marmoreo sospetto<br />
cuore dal silenzioso andirivieni di lancette, cuore<br />
cuore senza rete di protezione<br />
cuore che ti risvegli senza convinzione, cuore igloo<br />
senza porta d'entrata<br />
39
cuore affacciato sulla soglia d'una domanda<br />
disperata<br />
cuore, cuore che non mente, cuore assiderato,<br />
cuore vigile e attento,<br />
cuore come foglia al vento,<br />
cuore quarta dimensione: quella immateriale della<br />
luce e della notte senza fine apparente<br />
cuore altalena, pulsazione di follia<br />
e invisibile<br />
funambolica<br />
ragione<br />
CILIEGI<br />
S’inclina al passo lento una luce<br />
strati d’un tiepido tempo<br />
betulle rivoli foglie<br />
rovi sole rovi tra le macchie.<br />
Rincorre silenzi chiari<br />
l'abilità dell'usignolo<br />
vento fragile tra l'erica e la felce<br />
intensamente nuvole<br />
alberi di silenzio<br />
affreschi lacerati nel tramonto.<br />
Soffiano petali scendono un sorriso<br />
intorno al mormorio serale<br />
volano pezzi d'anima<br />
nudi colori a velo:<br />
cado tra l'erba e l'ape deliziosa<br />
gli occhi nel cielo intenti<br />
vento<br />
nei veli bianchi sui ciliegi.<br />
40
RENZO GUERCI<br />
Renzo Guerci è nato ad Alessandria e dal 1970 risiede a<br />
Torino ove svolge attività di consulente ed operatore<br />
culturale.<br />
Fondatore e presidente dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Studi</strong> Danteschi e<br />
Tradizionali e direttore della Rassegna di studi danteschi<br />
“Sotto il Velame” edita a cura dell’<strong>Associazione</strong> con Il<br />
Leone Verde ed. di Torino.<br />
Membro del Consiglio Direttivo del <strong>Centro</strong> <strong>Studi</strong> PANIS di<br />
Torino.<br />
Autore di opere di poesia, narrativa e saggistica, con alcune<br />
delle quali ha conseguito premi e riconoscimenti.<br />
Ha pubblicato: la raccolta di poesie “L’uomo che è in me”<br />
(ed. Firenze Libri, Firenze 1988); il romanzo allegorico “La<br />
città” (ed. Era – Il Leone Verde, Torino 2000); alcuni<br />
racconti nell’antologia “Novilunio” (ed. Era – Il Leone<br />
Verde, Torino 2000); la raccolta di poesie “Nostra meta<br />
costante” (Edizioni Penna d’Autore, Torino 2007).<br />
41
IL CENTRO<br />
Ond’io cominciai a parlare così con esso:<br />
“Segnore della nobilitate e perché piangi tu?” E quelli<br />
mi dicea queste parole: “ Ego tamquam centrum<br />
circoli, cui simili modo se habent circumferentie<br />
partes; tu autem non sic”.<br />
(Dante – Vita Nova – XII, 19-23)<br />
I.<br />
Camminavo. La notte<br />
era uno stanco ribollire<br />
di vetuste domande .<br />
Il sentiero nel buio<br />
dipanava un filo inesauribile.<br />
Ero un cespuglio ansante<br />
perduto in mare d'erbe,<br />
oscura linfa, germe<br />
ignaro delle foglie.<br />
Ancora in alto, lontano,<br />
si librava consapevole luce.<br />
Ma Tu eri già in attesa<br />
al limitare del cammino.<br />
42
II.<br />
Tu fai sbocciare rose di misteri<br />
sopra il cammino evanescente<br />
delle nostre scientifiche certezze.<br />
Il fragore possente<br />
dei Tuoi imperscrutabili silenzi<br />
dominava la voce inconcludente<br />
dei miei giorni assopiti.<br />
Hai scavato solchi di fiamma<br />
tra le zolle dei miei dubbi fecondi<br />
43
III.<br />
E' questo rotolare sul domani<br />
che ci sprofonda nella nebbia,<br />
il lento persistente sgretolarsi<br />
dei giorni e delle ore,<br />
percezione del tempo che rimane,<br />
sconosciuto ed ambito<br />
per un progetto smisurato,<br />
troppo grande per esser contenuto<br />
nell'intervallo di una vita.<br />
Così perdiamo nella corsa<br />
la voce dell'Essere:<br />
assetati di immortalità,<br />
dimentichiamo l'eternità.<br />
44
LORENZA MANFREDI<br />
Lorenza Manfredi. Perenne interesse artistico-culturale,<br />
fiorito nel segno della pittura, della scrittura.<br />
La poesia: il mio canto, il mio sogno.<br />
45
IL BELLO, IL VERO E VICEVERSA<br />
passo di danza<br />
la<br />
paròla, òcchio del dire, bocca del fare,<br />
il bèllo, il vero…<br />
traghetto di vita, tocco di memòria<br />
profumo<br />
.<br />
buòno<br />
dove<br />
sèi<br />
?<br />
danzo sui tetti, miro le stelle, canto l’avvenire<br />
talora<br />
nascosto<br />
fra<br />
solstizi, equinòzi, le pièghe del dolore, del libro, del tram, del pil<br />
.<br />
ècco<br />
il bèllo, il vero, il buòno,<br />
il buòno, il vero, il bèllo<br />
…<br />
io<br />
buòno<br />
il<br />
re<br />
!?!?!?<br />
il bèllo, il vero, il buòno<br />
asta del giorno<br />
grazia del respiro<br />
icòna<br />
46
°<br />
PAESAGGIO<br />
° ° °<br />
dubbi certezze pesi miopie memorie ambiguità glòrie misèrie<br />
trapuntano<br />
il paesaggio del cuòre<br />
°<br />
°<br />
onde curve piani cime spigoli stille tetti rèsti squilli<br />
trapuntano<br />
il paesaggio di natura<br />
°<br />
anthropos<br />
tu<br />
grande-piccola sintesi universale<br />
èco dei giorni<br />
tocco della campana<br />
maèstro di speranza<br />
vai<br />
!<br />
fuòri-dentro<br />
la sapida pèlle<br />
lo<br />
sguardo incantato<br />
°<br />
canta<br />
il<br />
paesaggio visibile-invisibile<br />
la<br />
zòlla imponènte<br />
la<br />
stella regale<br />
il<br />
vènto fiato di luce<br />
. . .<br />
47
NASCITA<br />
Dove come quando nasci, univèrso? Soffio di matèria<br />
viva, il tuo fiato.<br />
tu<br />
?<br />
Ghiotto di piaceri, spii pròvi deliberi gèsti atti discipline.<br />
Cònscio – incònscio, lì, nel giorno che va. Lusso di natura,<br />
figlio dell’ideale e del travaglio, giuòchi il presente, tasti<br />
l’avvenire, nell’urna del tèmpo – spazio issato come un dio.<br />
Unto di giòie e dolori, il segreto succhi d’ogni vivente, potere<br />
delizia follia. Folle – savio come il tast. Atto di sostanza, il<br />
còrpo. Fonda l’anima di ricòrdi dubbi incanti, di certezza<br />
ardente. Felicità, o bèlla!<br />
“Il grillo, infine, eh?” “Ehi, caro mio!”<br />
uòmo<br />
!<br />
Unico nel fasto esistenziale. Unto l’intelletto, indago<br />
l’orizzonte sèmpre nuòvo. Innesco minerali vegetali animali,<br />
stupendi compagni di viaggio. Pure me li mangio. Rilèggo,<br />
inesausto, tèrra mare cièlo, l’inguine della tròta, il domani…<br />
E, me ne vèsto. Virtù sovrana, la sapiènza ricrea arti sciènze<br />
religioni: castèlli di stòria ispirazione riscatto. Come per<br />
miracolo, reinvento colori sapori odori suòni carezze: fluide<br />
trame di passaggio presa resa. Frugo atomi cèllule molècole,<br />
regale pappa sorgiva. Lùdico di speranza, svèntolo il verme,<br />
la bandièra, l’avvenire. Edifico miti riti siti, balòcchi fiòcchi,<br />
rimembranze. Ritocco valori mète inflorescènze raduni<br />
sponde figli. Cauto nel sospètto, chissà!, fluido nel piglio,<br />
agisco rischio mischio. Casto – lussurioso come il cup. Il<br />
sole corteggio, la luna, le stelle: gloriose amanti dello<br />
sguardo, del pòllice, del pòi. Ahi! Che fate lì, fulmini uragani<br />
terremòti tignòle pugni carcasse barzellette abrador… Mi<br />
suda, la pèlle del cuòre! A che, il dolore, la paura, lo<br />
schianto, l’ammanco, il tuch? Pago forse il respiro, il<br />
peccato, il vizio, il DNA incartato? Doppia la faccia del<br />
mastèllo. Libertà – schiavitù: moneta corrènte. Ecco, qui,<br />
caro mio! Come? Scopèrchio coraggio paziènza èstro.<br />
Coltivo senso sentimento pensièro volontà: eccellènze del<br />
mio sé. Dici? Ambigua la certezza dei mortali, servi del più,<br />
del meno che sovrasta scompiglia striglia? Già! Come te,<br />
alle prese con l’enigma universale… E l’altro, il carino, la<br />
carina… Teatro, la spècie, concèrto di suoni rumori silènzi…<br />
48
Bloch! Sfido la vita che mi sfida: il vagito, il lutto, la<br />
merenda, la malizia. Bacio il giorno, la nòtte. Mangio la<br />
luce. Contemplo la fede. Macché, dici? Perché nò, caro mio.<br />
Ecco, lì, vive il cièlo spirituale: pura verità bellezza bontà,<br />
là, lì, qui, con me, con te se ti rièsce il cuòre. Mi passo, fra le<br />
dita, la tecnologia, la margherita, l’òcchio, l’ala, la<br />
campana… A buon intenditor basta la ciòcca. Coltiva il<br />
sonno, lo sguardo, l’alfabeto. Mira la potènza del<br />
linguaggio, l’arte del… fare la vita. Come? Frullìo<br />
sempitèrno, il sèsso, rurale asta del mondo? Cip! cip! cip!<br />
Ridi, caro mio, anzi sorridi al vènto. “Uomo misura di tutte<br />
le còse?” “Sènza Dio, niènte uòmo?”<br />
eleganza stile dono, l’avvènto!<br />
fiore pasqua – frutto amore<br />
mamma Emma – Achille papà<br />
sfreccia, il mio canto<br />
vive e vive<br />
il sogno della vita<br />
NATALE, TEMPO DI PACE<br />
49<br />
°<br />
nasci<br />
ancora<br />
nasci<br />
in<br />
Cièlo<br />
nasci<br />
con<br />
Gesù<br />
sommo bène<br />
amore dell’amore<br />
tu e tu<br />
°
GIOVANNI PAOLO II<br />
50<br />
° ° °<br />
continènti popoli nazioni<br />
genti e genti d’ogni età apprèsso al tuo sonno<br />
chiare nel pianto nel sorriso<br />
Tu<br />
maèstro<br />
di<br />
fede speranza carità virtù di comunione<br />
e<br />
sèi<br />
!<br />
svettano i valori mandano rintocchi<br />
gèsti paròle silènzi liturgici<br />
apostolici viaggi lì nei giorni fugaci<br />
segnano il Tuo passo largo di anni e di sospiro<br />
aprico monte, il pontificato, occhio di stella<br />
l’èssere sussurra: “stai con me apri l’ala mangia la vita<br />
Io<br />
Dio dei crocifissi<br />
Io<br />
amico tuo se cingi la buona volontà baci il mattino<br />
Io<br />
Cristo Gesù Dio dell’amore”<br />
come ogni carne<br />
anche<br />
Tu<br />
Papa<br />
colpito frugato spènto<br />
anche<br />
Tu<br />
supino nel guado esistenziale<br />
sofferènza impotènza cruccio del limite<br />
anche<br />
Tu<br />
figlio della Vergine cantica di luce<br />
“TOTUS TUUS”<br />
canta<br />
il<br />
Cièlo<br />
canta<br />
la<br />
nuòva promessa antica<br />
canta<br />
giustizia pace libertà<br />
sorèlle<br />
in<br />
fiore<br />
!
STEFANIA MARELLO<br />
Torinese, nata nel 1952, lavoro presso una grande azienda.<br />
Nel tempo libero scrivo racconti e poesie. Ho vinto alcuni<br />
premi e segnalazioni di merito in vari concorsi letterari.<br />
Da sempre affascinata da ogni genere di poesia leggo con<br />
curiosità e interesse le opere di poeti sia classici che<br />
contemporanei e da tutti traggo insegnamento e ispirazione.<br />
Le mie composizioni, a volte essenziali e sintetiche altre<br />
volte narranti vere e proprie storie di vita quotidiana,<br />
rivelano la ricerca di un ritmo musicale, anche se non<br />
sempre obbediscono a corrette regole di metrica.<br />
Ogni poesia è sottoposta ad un lavoro paziente di scelta e<br />
collocazione delle parole fino al raggiungimento di un<br />
equilibrio soddisfacente tra desiderio e realtà, tra bellezza e<br />
razionalità, tra ammirazione e ironia.<br />
51
AMORE NEL BRACCIO DELLA MORTE<br />
Ho portato una coperta di lana<br />
e una sporta di arance per te.<br />
Un secondino te le porterà<br />
oltre il cancello sbarrato<br />
oltre la barriera di cristallo<br />
avrà lo sguardo indifferente<br />
o crudele o sprezzante<br />
e alla cintura il manganello.<br />
Amore mio che importa<br />
se le guardie rideranno<br />
del mio amore malcelato<br />
per un uomo sfortunato<br />
rinchiuso e dimenticato<br />
per un uomo già morto<br />
per te.<br />
Intanto scorre un tempo freddo bianco,<br />
un tempo asciutto di lacrime, privo di sole,<br />
finale scontato di una storia d’amore<br />
interrotta da un viaggio senza ritorno.<br />
Il desiderio di te così intoccabile<br />
si nutre di tue poche scarne parole<br />
che ripeterò come una preghiera<br />
al tuo triste deserto funerale.<br />
Amore mio non sai<br />
quanto può essere ostinato<br />
l’amore di una donna<br />
per un uomo sfortunato<br />
rinchiuso e dimenticato<br />
per un uomo già morto<br />
per te.<br />
52
LA BADANTE<br />
Non mi lascia sola mai, sorride<br />
mentre mi lava con energia<br />
mentre mi veste con mano agile<br />
come fossi una vecchia bambola fragile.<br />
Lei non teme il contatto con i segni<br />
del tempo, abilmente mi volta e rivolta<br />
senza smettere di parlare un attimo.<br />
Ha scintille negli occhi neri<br />
fronte imperlata di sudore<br />
fiato che sa di erbe montane<br />
mani calde e ruvide.<br />
Quando esce dalla stanza<br />
io la sento camminare ancora,<br />
dietro la porta sento rumori,<br />
canzoni straniere e nostrane<br />
di chi non sa lavorare in silenzio.<br />
Così mi addormento.<br />
Quando mi sveglio è buio<br />
(già o ancora? Non so)<br />
sento il suo respiro,<br />
sento che mi dorme accanto<br />
sulla sua branda di fortuna.<br />
Mi riaddormento pensando<br />
fortuna, fortuna per me<br />
averla accanto.<br />
53
HABITAT CONDOMINIALE<br />
Enormi solidi colorati<br />
posati su un prato stento<br />
rivelano il senno geometrico<br />
di qualche architetto scontento.<br />
Eppure in tali luoghi abito,<br />
e quando la sera mi avvicino,<br />
stanca di promiscuità forzate,<br />
distinguo il mio cubo tra gli altri<br />
con l’emozione antica<br />
di chi ritorna a casa, a cercarvi<br />
uno spazio privato e famigliare,<br />
un meritato silenzio, un rifugio<br />
adatto al riposo ed al pensiero<br />
ALL’OMBRA DEL CIELO<br />
Anche morire sarà inutile passaggio:<br />
sarò ancora sotto questo cielo<br />
così lontano misterioso e sacro<br />
che non rivelerà alle mie spoglie<br />
ciò che in vita mi nasconde.<br />
Maledetto allora sia quel cielo<br />
che di luce pare fatto,<br />
ma sulla terra getta quasi un’ombra.<br />
54
MEMORIA METROPOLITANA<br />
Ho consumato il tempo dell’infanzia<br />
in una città del Nord dal clima ostile.<br />
Poche indulgenze tra lavoro e sonno:<br />
una musica alla radio, una partita a dama,<br />
una scatola sfondata di fotografie,<br />
un bagliore di sole inaspettato<br />
che nell’ora più pietosa dell’inverno<br />
nella nebbia disegnava un’ombra.<br />
Ombra … ombra delicata, cantilenavo<br />
tra balcone e cortile, ricordando<br />
le ombre nitide giù al paese, in piazza,<br />
cielo azzurro e brezza<br />
di mare dal pontile.<br />
Dalla finestra, la mattina presto<br />
logori panni stesi ad asciugare,<br />
nel buio una sirena e un opificio:<br />
entravano spettri, altri ne uscivano,<br />
stanche le mani sulle biciclette,<br />
la barba lunga, lo sguardo rassegnato<br />
ad aspettare come un dono raro<br />
la luce piena del giorno di festa.<br />
Luce … luce malata, cantilenavo<br />
tra balcone e cortile, ricordando<br />
il sole giù al paese, in piazza,<br />
cielo azzurro e brezza<br />
di mare dal pontile.<br />
55
PENSIERO BALNEARE<br />
In te ritrovo il mistero<br />
dei fondali azzurri e profondi,<br />
l’acre sapore dell’acqua salsa.<br />
Tra schiume d’ira furibonda<br />
e l’immenso limite dell’orizzonte<br />
solo apparente è il tuo moto:<br />
tu, come il mare, resti.<br />
In te ritrovo il ritmo instancabile<br />
dell’onda e la tempesta in agguato<br />
nella bonaccia, divinità di fuoco<br />
invincibile, placata solo per poco.<br />
In te ritrovo il fresco abbraccio<br />
che reca sollievo alla calura,<br />
il piacere di ascoltare e di guardarti<br />
come guardo e ascolto, senza<br />
stancarmi mai, questo mare<br />
56
ANNA RITA ZARA<br />
Quando scrivo un saggio, percorro un sentiero complesso,<br />
che però riesco a controllare, quando scrivo un racconto o<br />
un romanzo, gioco con personaggi e situazioni che io stessa<br />
creo, ma la poesia …la poesia mi fa lievitare quel senso<br />
doloroso dell’esistenza che ci appartiene ab origine e che<br />
inutilmente cerco di mitigare aggrappandomi agli affetti, alla<br />
solidarietà, all’ironia…<br />
57
B…COME BAMBINO<br />
Prima d’ogni Tempo<br />
Prima d’ogni Memoria<br />
Da una cometa cadde<br />
Un minuscolo seme<br />
Da cui nacque e crebbe<br />
GIGANTESCO<br />
L’Albero della Vita.<br />
Ora sui suoi rami<br />
S’è posato un nuovo nido<br />
Intessuto di leggere piume<br />
Un mondo piccino<br />
Come te, Francesca Alba,<br />
Dove ti culla rara<br />
E preziosa la musica<br />
Del tuo cuore nuovo.<br />
Ali di farfalla e petali<br />
Di rosa le tue manine<br />
Ricamano nell’aria<br />
Danze misteriose.<br />
Nuvole gentili<br />
Compongono e disfano<br />
Scelgono scenari<br />
Disegnano il tuo Tempo<br />
Appena nato.<br />
Sei ancora sogno,<br />
Ma già realtà<br />
Magia di un dono<br />
Che ridona innocenze<br />
Appannate dalla vita<br />
Speranze rinnovate<br />
Di domani sereni,<br />
Francesca Alba,<br />
perché<br />
Quando nasce un Bambino<br />
L’Albero della Vita<br />
Rinnova le sue foglie<br />
58<br />
A Francesca Alba
PLENILUNIO D’INVERNO<br />
La luna d’inverno<br />
incombe gelida<br />
non indica la via.<br />
Ombre smarrite<br />
s’aggirano sgomente<br />
lungo il fiume in piena<br />
che trascina nel mare<br />
della vergogna<br />
il fiero volto sfregiato<br />
di Benazir Bhutto<br />
e tanti troppi corpi<br />
violati e fatti a pezzi.<br />
Il candore del plenilunio<br />
inargenta tetti e campanili<br />
di finto zucchero filato,<br />
ma non soffoca il lutto<br />
nelle case dove si piange<br />
chi è morto sul lavoro.<br />
Nel plumbeo cielo<br />
s’addensano grumi<br />
di pensieri brumosi<br />
di ricordi sfilacciati<br />
di verità sommerse<br />
di bellezze perdute.<br />
BIANCA LA LUNA<br />
BIANCA LA CITTA’<br />
BIANCA LA MORTE<br />
59
UVA ACERBA<br />
Nel cerchio chiuso<br />
della perfezione<br />
gelosa custode di se stessa<br />
culla Armonia<br />
beatamente<br />
forma<br />
d’immagine<br />
di pensiero<br />
di sogno<br />
inutile meta<br />
per l’arrogante<br />
invidioso.<br />
Finge d’ignorarla<br />
-uva acerba negletta<br />
da insoddisfatta<br />
volpe ghiotta-<br />
ma intanto evita<br />
la luce temendo<br />
di vedersi nello specchio.<br />
Non si paga così<br />
il biglietto di viaggio<br />
capace d’imbrigliare<br />
il Biancoalato Pegaso.<br />
60
DURA LEX SED LEX<br />
E’ che il male di vivere<br />
sfrangia e corrode<br />
i fiori troppo delicati<br />
quelli che si disfano presto<br />
al primo soffio di vento.<br />
Il dolore è l’unico<br />
maestro capace<br />
d’insegnarti<br />
a condividere la pena<br />
di chi vorresti forte<br />
e vedi invece<br />
declinare nell’ombra<br />
e di chi patisce<br />
per ferite non rimarginate<br />
e di chi s’aggrappa<br />
a cari affetti perduti.<br />
Troppo fugaci furono<br />
i sogni, la vita<br />
mette alla prova<br />
ogni tesoro custodito<br />
dentro la tua torre<br />
di lucente avorio.<br />
Siamo prigionieri del presente<br />
incapaci d’avanzare<br />
incapaci di tornare indietro<br />
povere rondini smarrite<br />
senza orizzonti.<br />
Trasciniamo stancamente<br />
la nostra grigia danza<br />
sotto il gelido raggio<br />
della luna d’inverno.<br />
61
B…COME BELLEZZA<br />
Se la bellezza è l’illusione<br />
che un tempo cercavi<br />
strizzando il busto<br />
fra stecche di balena<br />
fino a strozzarti il respiro,<br />
ti consolava il detto antico<br />
che per esser bella<br />
dovevi un po’ soffrire.<br />
E quanta sofferenza<br />
per farti bella<br />
continui a provare:<br />
il seno raddoppiato<br />
appena maggiorenne<br />
il nasino all’insù<br />
prodotto in serie<br />
e la palestra<br />
e le diete<br />
e la liposuzione<br />
e i tiraggi di qua<br />
e i riempimenti di là.<br />
Finalmente ti specchi<br />
e miri soddisfatta<br />
la tua bellezza clonata<br />
dopo tanto soffrire<br />
conquistata.<br />
62
VERA MILENA ZIRAFA<br />
Dopo gli studi magistrali si è specializzata in pedagogia, è<br />
diplomata in lingua inglese, francese e spagnola. Scrive<br />
racconti e poesie.<br />
Ha vinto importanti premi nazionali ed europei con poesie in<br />
lingua italiana e spagnola; nel 2000 è stata premiata a<br />
Barcellona la sua silloge Sensaciones de l’alma e a Madrid<br />
l’anno seguente con la silloge Chorros.<br />
Le è stato conferito il titolo alla carriera dal <strong>Centro</strong><br />
Italiano Arte e Cultura di Roma. Nel 2004 è finalista al<br />
Concorso Internazionale Città di Lerici con la silloge Il volto<br />
dell’anima e nel 2005 ha ricevuto il Premio D’Oro San<br />
Valentino proposto dal Lyons di Moncalieri e UNITRE<br />
Torino ed è finalista al Premio S.Marco; ha ricevuto<br />
anche il Premio speciale di Radio Italia sul tema delle<br />
Olimpiadi invernali di Torino.<br />
63
NOTTURNO<br />
Profondo respiro di natura.<br />
Il cielo cupo<br />
in uno spicchio di luna.<br />
Giochi di luci<br />
tra bianche nuvole<br />
sparse, ovattate.<br />
La terra profuma<br />
con aghi di pino.<br />
Un cerbiatto fermo<br />
guardingo scruta<br />
gli umani movimenti.<br />
Folate di vento<br />
su rami d’alberi<br />
sulle foglie<br />
una carezza sui monti.<br />
L’abbraccio del mondo.<br />
Scompiglia i capelli<br />
le vesti<br />
i pensieri.<br />
64
INVERNO<br />
Melanconica stagione<br />
quando s’addormenta la natura.<br />
Il freddo intorpidisce il corpo.<br />
Al parco:<br />
filari di alberi spogli.<br />
Corti i giorni.<br />
Chioccolio d’uccelli<br />
gorgoglio della fontana.<br />
Zampilli sull’acqua.<br />
Rivedo<br />
riflesso<br />
il tuo viso, il tuo sorriso.<br />
E a passi lenti<br />
m’avvio<br />
verso casa.<br />
65
LA PIANISTA<br />
Buio profondo.<br />
Gli occhi velati.<br />
Angoscia, dolore, tormento.<br />
Giorni d’oblio<br />
lacrime<br />
il pianto frantuma il mondo.<br />
Sorge l’alba.<br />
Raggi di luce filtrano nella stanza.<br />
Candide, snelle dita<br />
animano la tastiera.<br />
Armonia di suoni<br />
note di melodia<br />
sul pentagramma.<br />
Ricomposto lo spartito<br />
in nuovi orizzonti<br />
a ritrovar lo spirito.<br />
66
INCENDIO DOLOSO<br />
Costiera amalfitana.<br />
Il paesaggio tra alture<br />
a strapiombo sul mare;<br />
rigogliosa la flora dei boschi.<br />
Al crepuscolo<br />
il contadino<br />
ritto, in piedi<br />
con il fuoco negli occhi.<br />
Lo sguardo alla sua terra<br />
divorata dalle fiamme.<br />
Sul volto sofferto<br />
profondi i segni.<br />
In cuore la morte.<br />
Impotente all’incendio.<br />
Alte lingue<br />
s’alzano al cielo.<br />
Sfuma una vita<br />
di fatica, lavoro, rinunce.<br />
Il futuro: un nuovo<br />
nero mondo.<br />
67
LINDOS<br />
La strada in una verde pianura:<br />
tra ali bianche di mulini a vento<br />
Lindos appare<br />
lucente la piccola baia<br />
con candide case dalle persiane azzurre.<br />
Stradine e viottoli<br />
negozietti:<br />
famosi i piatti<br />
dai colori intensi<br />
dipinti floreali, animali e pesci.<br />
In alto l’acropoli<br />
dal profilo frastagliato<br />
luogo suggestivo.<br />
Austero il portico<br />
in stile dorico.<br />
Nel brillio del sole<br />
da una scarpata di roccia<br />
a strapiombo sul mare<br />
il Santuario di Athena Lindia.<br />
Maestose le colonne.<br />
Vibra l’anima e ricalca l’antico passato<br />
che diventa<br />
d’incanto<br />
presente<br />
68
INDICE DEGLI AUTORI E DELLE OPERE<br />
Miriam Bonamico pag. 7<br />
L’urlo di Munch<br />
Una goccia d’infinito<br />
C’è una casa<br />
La luna estiva<br />
Nuvole oblunghe<br />
Raffaella Carrisi pag. 12<br />
Dialogando con la luna<br />
Canto velato… di malinconia<br />
Ardente passione<br />
Aurora… ritrovata<br />
E’ un’alba di gelo<br />
Edvige Cervellera pag. 18<br />
Shakespearianamente<br />
Pensiero confuso<br />
Arké<br />
Ti cercherò<br />
Mattinata<br />
Rina D’Alessandro pag. 23<br />
Piazza<br />
L’assistente<br />
A Giulia<br />
Pascolando<br />
Pausa<br />
Lui pota<br />
Natura offesa<br />
Roberto Di Pietro pag. 28<br />
Sei bellissima<br />
Bandiere blu<br />
Narcisismo… frustrato<br />
Allegra parvenza<br />
La spada e il fodero<br />
Nel mondo delle ombre<br />
Per un passeggio<br />
A te… a quel poeta che non sono<br />
69
Elisa Ghirardi pag. 35<br />
Luce so di te<br />
Gelide le chiamiamo stelle<br />
Let it snow<br />
Cuore<br />
Ciliegi<br />
Renzo Guerci pag. 41<br />
Il centro:<br />
I<br />
II<br />
III<br />
Lorenza Manfredi pag. 45<br />
Il bello, il vero… e <strong>viceversa</strong><br />
Paesaggio<br />
Nascita<br />
Natale tempo di pace<br />
Giovanni Paolo II<br />
Stefania Marello pag. 51<br />
Amore nel braccio della morte<br />
La badante<br />
Habitat condominiale<br />
Memoria metropolitana<br />
All’ombra del cielo<br />
Pensiero balneare<br />
Anna Rita Zara pag. 57<br />
B… come bambino<br />
Plenilunio d’inverno<br />
Uva acerba<br />
Dura lex sed lex<br />
B… come bellezza<br />
Milena Zirafa pag. 63<br />
Notturno<br />
Inverno<br />
La pianista<br />
Incendio doloso<br />
Lindos<br />
70
Mirella Rosso Cappellini – Pittrice<br />
Il pennello di Mirella Rosso Cappellini, autrice delle opere<br />
inserite nell’antologia, percorre luci ed ombre reali<br />
trasportandole in una limpida dimensione di veglia-sogno.<br />
Luminosi graffi di vento, buio e penombre, inarrestabili<br />
carezze di luce movimentano le immagini di questo libro,<br />
scorrono in essenziali visioni emotive, ricche di grande<br />
coinvolgimento ed intensità.<br />
Hanno scritto di lei:<br />
“I suoi cieli non sono limitati dai tetti rossi delle nostre case<br />
di città, ma da sottili cespugli dai colori primaverili, che si<br />
possono allargare all’azzurro con il leggero gesto delle<br />
nostre mani. I suoi fiori non muoiono per avvelenamento<br />
ma, vivi, in una sinfonia di mille colori, sono raccolti in vasi<br />
trasparenti”. Paolo Levi.<br />
“ … non è che l’effetto del vento, tanto amato dalla pittrice,<br />
portatore di profumi lontani, di una forza interiore che rende<br />
libero ogni elemento…”. Silvia Casali.<br />
“Fantasia, prontezza d’esecuzione, visione di luoghi<br />
lungamente amati, sanciscono l’essenza della sua scrittura<br />
per immagini in una sorta di riscoperta delle macchie<br />
d’arbusti che si ramificano nell’aria come simboli di un<br />
mondo arcano, magico, misterioso.<br />
E’ la magia di una natura rivisitata, riconsiderata, ridefinita<br />
come parole di un lungo racconto che è vita, sogno, recupero<br />
di istanti di un tempo lontano che riemergono con tutta la<br />
loro evocativa tensione”. Angelo Mistrangelo.<br />
71
Le poesie dell’antologia poetica Il bello, il vero… e<br />
<strong>viceversa</strong> sono di proprietà degli autori che ne hanno<br />
concesso la presente stampa.<br />
<strong>Centro</strong> <strong>Studi</strong> P.A.N.I.S.<br />
Via B.De Canal 59 – 10137 Torino<br />
Tel. e fax 011 3090442 – Tel. 011 3140682<br />
www.panistudi.info<br />
e-mail: zara_panis@yahoo.it<br />
Aprile 2008<br />
72
COLLANA P.A.N.I.S.<br />
Arte e Poesia<br />
Autori vari Le vie del mare 1997<br />
Damascati Joe Espansione dell’essere 1997<br />
Guerci Renzo Nostra meta costante 1997<br />
Autori vari Il tempo e le stagioni 1999<br />
Autori vari Almanacco 2000 2000<br />
Mondo Adriana Conclave d’amore 2000<br />
Autori vari Torino…città di nettari sepolti 2000<br />
Autori vari Voci di tenebra azzurra 2001<br />
Autori vari La donna e la guerra 2001<br />
Autori vari La casa del tempo 2002<br />
Autori vari Linea di respiro 2003<br />
Autori vari Ad Ventura 2006<br />
.Autori vari Vortici 2007<br />
Autori vari Il bello, il vero… e <strong>viceversa</strong> 2008<br />
73