Poesie di Emily Dickinson tradotte da Silvio Raffo - LietoColle
Poesie di Emily Dickinson tradotte da Silvio Raffo - LietoColle Poesie di Emily Dickinson tradotte da Silvio Raffo - LietoColle
Vanno maestosi gli anni di sopra – in curva schiera – mondi compiono ellissi – remano firmamenti – diademi cadono – si arrendono Dogi – taciti come bruscoli sopra disco di neve 241 A me piace uno sguardo d’agonia perché so che è sincero – L’uomo non può contraffare lo spasimo né simulare il rantolo – Vitrei si fanno gli occhi – ed è la Morte – impossibile fingere le perle di sudore sulla fronte infilate da una sommessa angoscia. 255 Morire non esige che un istante – Dicono inoltre che non faccia male: ci si sente più deboli, per gradi, e poi – più nulla. Un nastro più scuro, per un giorno, un crespo sul cappello – ed ecco poi ritorna il sole a splendere e ci aiuta a scordare la mistica creatura disparita – che se non fosse stato per amore di noi, sarebbe andata a dormire di quel sonno profondo – senza angoscia – 279 Signore, annoda i lacci alla mia vita, sono pronta a partire! Un’occhiata ai cavalli
svelta, potrà bastare! Mettimi dalla parte più sicura che non debba scivolare – Verso il Giudizio dobbiamo cavalcare – e un buon tratto è in discesa- Ma io non temo i ponti come non temo il mare – stretta a Te nella corsa senza fine che abbiamo scelto insieme – Alla vita di sempre dico addio – ed al mondo che mi fu familiare – e date un bacio per me alle colline – Sono pronta ad andare! 280 Sentii un funerale nel cervello – e gente a lutto andava avanti e indietro – indietro e avanti sempre, finchè parvero i sensi venir meno Poi, quando tutti furono seduti, un rito cominciò – come un tamburo – e batteva, batteva – finchè parve la mente mi si stesse congelando Li udii poi sollevare una bara e trapassarmi scricchiolando l’anima con quegli stessi stivali di piombo – lo spazio cominciò a suonare a tocchi Come se tutti i cieli un’immensa campana fossero, e l’universo un solo grande orecchio – io e il Silenzio personaggi strani – naufraghi, solitari, a questa riva – Nella Ragione si spezzò una trave – ed io precipitai – e urtavo un mondo ad ogni movimento – e finii col conoscere – a quel punto –
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<strong>di</strong> sopra – in curva schiera –<br />
mon<strong>di</strong> compiono ellissi –<br />
remano firmamenti –<br />
<strong>di</strong>ademi cadono – si arrendono Dogi –<br />
taciti come bruscoli sopra <strong>di</strong>sco <strong>di</strong> neve<br />
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A me piace uno sguardo d’agonia<br />
perché so che è sincero –<br />
L’uomo non può contraffare lo spasimo<br />
né simulare il rantolo –<br />
Vitrei si fanno gli occhi – ed è la Morte –<br />
impossibile fingere<br />
le perle <strong>di</strong> sudore sulla fronte<br />
infilate <strong>da</strong> una sommessa angoscia.<br />
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Morire non esige che un istante –<br />
Dicono inoltre che non faccia male:<br />
ci si sente più deboli, per gra<strong>di</strong>,<br />
e poi – più nulla.<br />
Un nastro più scuro, per un giorno,<br />
un crespo sul cappello –<br />
ed ecco poi ritorna il sole a splendere<br />
e ci aiuta a scor<strong>da</strong>re<br />
la mistica creatura <strong>di</strong>sparita –<br />
che se non fosse stato per amore<br />
<strong>di</strong> noi, sarebbe an<strong>da</strong>ta a dormire<br />
<strong>di</strong> quel sonno profondo – senza angoscia –<br />
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Signore, anno<strong>da</strong> i lacci alla mia vita,<br />
sono pronta a partire!<br />
Un’occhiata ai cavalli