Poesie di Emily Dickinson tradotte da Silvio Raffo - LietoColle

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29.05.2013 Views

Né mormorarlo a tavola – né sventata accennare per la via che oggi stesso entrerò nel cuore dell’enigma – 51 Passavo spesso dal villaggio Nel ritornare a casa dalla scuola – e mi chiedevo: “Che ci fanno là? Perché tanto silenzio?” Non potevo sapere allora l’anno in cui sarebbe giunta la chiamata per me – più presto è giunta – almeno sul quadrante – che per gli altri. C’è più calma che all’ora del tramonto, più frescura che all’alba – non han timore di venire qui le margherite – e vi posano uccelli il loro volo. Così quando sei stanca e non sai cosa fare, o se avrai freddo – fìdati della promessa dolce di sottoterra, grida “Son Dollie, prendimi!” ed io t’abbraccerò! 53 Sottratta agli uomini – stamani – trasportata da uomini quest’oggi – accolta con vessilli dagli dei – che via di qui la scortarono – Una bambina sottratta ai compagni – un’allieva di meno nella scuola – Quanti ospiti accoglie il Paradiso –

non c’è una stanza libera – Lontani – come dalla sera l’Est – pallidi – come stella di confine – i nostri morti sono i cortigiani bizzarri, di case regali. 75 Morì per gioco, declinò scherzosa il suo contratto d’ore variopinte, poi gaia come un turco s’immerse in un letto di fiori. Ieri e oggi vagò sulla collina Il lieve suo fantasma – Vello argenteo le sue vesti – Un soffio – il suo sembiante. 79 Andare in Cielo! quando – non lo so - Non domandarmi come! Sono troppo stupita Per pensare a risponderti! Andare in Cielo! Come suona strano! Pure sicuramente Avverrà – come il gregge per la notte Ritorna fra le braccia del pastore! Forse anche tu ci andrai! Chi lo può dire? Se dovessi arrivarci tu per primo tieni un posto piccino a me serbato accanto ai due che ho perso! Andrà bene il più umile vestito, e anche solo un frammento di corona – perché tu sai che non importa l’abito con cui si torna a casa –

Né mormorarlo a tavola –<br />

né sventata accennare per la via<br />

che oggi stesso entrerò<br />

nel cuore dell’enigma –<br />

51<br />

Passavo spesso <strong>da</strong>l villaggio<br />

Nel ritornare a casa <strong>da</strong>lla scuola –<br />

e mi chiedevo: “Che ci fanno là?<br />

Perché tanto silenzio?”<br />

Non potevo sapere allora l’anno<br />

in cui sarebbe giunta la chiamata<br />

per me – più presto è giunta –<br />

almeno sul quadrante – che per gli altri.<br />

C’è più calma che all’ora del tramonto,<br />

più frescura che all’alba –<br />

non han timore <strong>di</strong> venire qui<br />

le margherite –<br />

e vi posano uccelli il loro volo.<br />

Così quando sei stanca<br />

e non sai cosa fare, o se avrai freddo –<br />

fì<strong>da</strong>ti della promessa<br />

dolce <strong>di</strong> sottoterra,<br />

gri<strong>da</strong> “Son Dollie, pren<strong>di</strong>mi!”<br />

ed io t’abbraccerò!<br />

53<br />

Sottratta agli uomini – stamani –<br />

trasportata <strong>da</strong> uomini quest’oggi –<br />

accolta con vessilli <strong>da</strong>gli dei –<br />

che via <strong>di</strong> qui la scortarono –<br />

Una bambina sottratta ai compagni –<br />

un’allieva <strong>di</strong> meno nella scuola –<br />

Quanti ospiti accoglie il Para<strong>di</strong>so –

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