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PapeMatico Settembre 2011 Ciao a tutti! - Accademia Matematica

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<strong>PapeMatico</strong><br />

<strong>Settembre</strong> <strong>2011</strong><br />

<strong>Ciao</strong> a <strong>tutti</strong>!<br />

Rieccoci dopo le vacanze estive (non ho<br />

ancora capito bene se sono troppo poche o passano<br />

troppo in fretta), pronti a riprendere il nostro<br />

consueto appuntamento con i Giochi Matematici.<br />

A proposito, tra qualche giorno sarà<br />

pubblicato il bando, il regolamento e la scheda<br />

d’iscrizione ai Giochi Matematici del Mediterraneo<br />

2012. Parlatene con i vostri insegnanti e<br />

… vi aspetto anche quest’anno.<br />

Proseguiamo con la conoscenza delle<br />

donne che hanno contribuito allo sviluppo del<br />

pensiero scientifico. In questa conversazione<br />

vorrei parlarvi di Ipazia di Alessandria, che è<br />

stata, forse, la più grande tra le studiose di matematica<br />

dell’antichità<br />

Ipazia nacque ad Alessandria nel 370 d.<br />

C., figlia del filosofo Teone, Rettore dell' Università<br />

di Alessandria. Fu instradata dal padre<br />

verso lo studio del mondo scientifico, soprattutto<br />

verso la geometria e l’astronomia. Oltre alla<br />

formazione scientifica, contribuisce al vasto sapere<br />

di Ipazia anche quella relativa a tendenze<br />

occultistiche. In quel tempo, poi, non essendo<br />

ben definiti i confini tra scienza e magia, ogni<br />

filosofo o scienziato alessandrino era anche in<br />

parte un alchimista. Inoltre, in Alessandria era<br />

ben diffuso anche il sapere mistico delle religioni<br />

e filosofie egizie e assiro-babilonesi, di<br />

cui i greci si appropriarono culturalmente. Ipazia<br />

si recò ad Atene e a Roma (qualcuno dice<br />

che non le bastavano più gli insegnamenti paterni)<br />

per svolgere i suoi studi, e lì si mise in luce<br />

per le sue doti intellettuali ma anche per la<br />

sua notevole bellezza.Ritornata ad Alessandria,<br />

intraprese l'insegnamento di matematica, astro-<br />

nomia, filosofia, meccanica e la sua casa divenne<br />

così un vero e proprio centro intellettuale.<br />

La sua opera più significativa è costituita<br />

dai tredici volumi di commento all' "Aritmetica"<br />

di Diofanto; che è considerato il "padre" dell'<br />

algebra. Notevole è anche il trattato, in otto volumi,<br />

sulle "Coniche di Apollonio" (che cercò di<br />

spiegare le orbite dei pianeti); si ricordano anche<br />

trattati su Euclide e Tolomeo e l'importante<br />

Corpus astronomico, raccolta di tavole sui corpi<br />

celesti. Delle opere di Ipazia, generalmente<br />

caratterizzate da un'impostazione didatticodivulgativa,<br />

non ci rimane molto; infatti sono<br />

andate quasi del tutto perdute; rimangono, però,<br />

alcune copie ritrovate nel Quattrocento e conservate<br />

a Roma nella Biblioteca Vaticana. Le<br />

sole notizie di prima mano su di lei le troviamo<br />

nelle lettere di Sinesio di Cirene, poeta e oratore,<br />

il suo allievo prediletto che dopo averla<br />

chiamata madre, sorella, maestra e benefattrice<br />

tradì il suo insegnamento, dal momento che divenne<br />

vescovo di Tolemaide. Gli interessi di<br />

Ipazia abbracciarono anche meccanica e tecnologia:<br />

disegnò strumenti scientifici come un astrolabio<br />

piatto (strumento che serviva a misurare<br />

la posizione dei pianeti), uno strumento per<br />

misurare il livello dell'acqua, uno per distillarla,<br />

e un idrometro di ottone per determinare la<br />

densità di un liquido.<br />

Per quanto riguarda la sua importanza<br />

come filosofa, ricordiamo che fu pagana e seguace<br />

del neoplatonismo più tollerante su base<br />

matematica; Ipazia sostiene che il grande libro<br />

della natura è scritto con caratteri matematici,<br />

e solo attraverso questi ultimi è possibile la sua<br />

lettura. Fu inoltre sostenitrice della distinzione<br />

e autonomia tra religione e filosofia, separando<br />

nettamente (e così rendendo non incompatibili)<br />

da una parte la ricerca logica e scientifica, e<br />

dall' altra la scelta di fede come fatto personale.<br />

Socrate Scolastico cita infatti Ipazia come la<br />

terza caposcuola del Platonismo, dopo Platone<br />

e Plotino.<br />

Lo straordinario coraggio della grande<br />

matematica le permise di rifiutare la conversione<br />

al Cristianesimo, di non abbandonare le sue<br />

idee, così venne brutalmente assassinata. Nel<br />

primo periodo dell'espansione della cristianità il<br />

misticismo e l'astrologia tendevano a soppiantare<br />

l'osservazione scientifica; ad Alessandria<br />

venne distrutta la Biblioteca e ciò che era rimasto<br />

del Museo. In una città cosmopolita come


Alessandria, in quel periodo teatro di intrighi e<br />

lotte per il potere, Ipazia ebbe influenza negli<br />

ambienti filosofici e politici, frequentò il prefetto<br />

romano Oreste, che era in rotta con il patriarca<br />

Cirillo. Il Cristianesimo ormai, cessando di<br />

essere perseguitato con l' editto di Costantino<br />

del 313, divenne legittimato come religione di<br />

Stato con l' editto di Teodosio del 380. Allora<br />

iniziò a perseguitare il paganesimo, nel 392,<br />

quando furono distrutti i templi greci e bruciati i<br />

testi "pagani". Nel 412 ad Alessandria divenne<br />

patriarca il fondamentalista Cirillo (che poi,<br />

successivamente, fu "giustamente" fatto santo)<br />

e, nonostante il suo ruolo di predicatore della<br />

religione dell'amore, iniziò una persecuzione<br />

contro i neoplatonici e gli ebrei, costringendoli<br />

all'esilio, e più in generale iniziò ad opprimere<br />

filosofi e scienziati, definendoli eretici. Cristiani<br />

fanatici e violenti (definiti da qualcuno esseri<br />

abominevoli, vere bestie), spesso analfabeti, avevano<br />

costituito una specie di setta che seminava<br />

terrore per Alessandria, e Cirillo si servì di<br />

questo "braccio armato" di combattenti per ferire<br />

il prefetto Oreste, ma la sua vera vittima fu<br />

Ipazia. Non furono i violenti fanatici cristiani i<br />

responsabili dell' orrenda fine di Ipazia, bensì<br />

un "pio" lettore ufficiale di sacre scritture, Pietro<br />

il Cireneo, e i suoi seguaci.<br />

Ipazia aveva la "colpa" non soltanto di<br />

essersi rifiutata di convertirsi e di abbandonare<br />

le proprie idee, ma anche di rappresentare, quale<br />

"faro culturale" di Alessandria, una potenziale<br />

minaccia per il potere spirituale e quello temporale;<br />

basti pensare che allora la grande matematica<br />

era a capo della scuola neoplatonica alessandrina,<br />

e in quell' epoca una scuola filosofica<br />

poteva arrivare ad influenzare la politica cittadina.<br />

Cirillo non poteva tollerare la scuola di<br />

Ipazia, vivo centro spirituale che intralciava e<br />

disturbava il suo progetto di conquista della città.<br />

Inoltre, Cirillo provava, si dice, una grande<br />

invidia nei confronti di Ipazia, data la notevole<br />

considerazione e notorietà che la filosofa aveva<br />

raggiunto in città, negli ambienti culturali. Infatti,<br />

Cirillo rappresentava il massimo potere ecclesiastico,<br />

ma Ipazia era il più importante esponente<br />

culturale, occupando la prestigiosa<br />

cattedra di filosofia, la quale derivava addirittura<br />

da Plotino.<br />

Così morì una delle poche donne che ebbero<br />

la possibilità di distinguersi nella scienza,<br />

considerata fino a non molto tempo fa, appannaggio<br />

esclusivo del mondo maschile; una donna<br />

che pagò con la propria vita questa passione,<br />

facendo in modo che il suo nome rimanesse<br />

scritto a caratteri indelebili negli annali della<br />

matematica. L'assassinio rimase nascosto tra le<br />

pagine di una storia misconosciuta.<br />

Con la sua morte (avvenuta con un linciaggio<br />

terribile) scomparve una delle menti più<br />

geniali della storia dell' umanità, nonché una<br />

delle più importanti comunità scientifiche di<br />

ogni epoca. La sua drammatica morte ha colpito<br />

scrittori di diverse epoche che l'hanno immortalata<br />

come l' ultima e pura erede del pensiero<br />

greco.<br />

Alcune testimonianze attestano che fosse<br />

solita, vestita di un mantello, uscire in mezzo<br />

alla città e spiegare pubblicamente, a chiunque<br />

volesse prestare ascolto, Platone, Aristotele, o le<br />

opere di qualsiasi altro filosofo. Naturalmente,<br />

questo le attirava autorità e simpatia da parte del<br />

popolo. Non solo, però, ciò avveniva da parte<br />

del popolo: parecchie autorità cittadine la ossequiavano<br />

e molti capi si recavano da lei prima di<br />

prendersi carico delle questioni pubbliche. Socrate<br />

sottolineò il tema dell' odio e della gelosia:<br />

ci dice infatti che Ipazia era giunta ad un alto<br />

grado di cultura tanto da superare i filosofi suoi<br />

contemporanei; accedeva anche al cospetto dei<br />

capi della città, non provava vergogna nello stare<br />

tra gli uomini; a causa della sua straordinaria<br />

saggezza <strong>tutti</strong> la rispettavano profondamente e<br />

ne avevano timore reverenziale. Per <strong>tutti</strong> questi<br />

motivi, è facile capire che si attirò le invidie della<br />

gente, oltre che l' ammirazione.<br />

Di Ipazia si sono occupati molti autori:<br />

solo per fare alcuni esempi, Voltaire ne parla evidenziando<br />

l'avvenenza e l'ingiusta condanna<br />

della donna; anche Vincenzo Monti la menziona<br />

quale martire innocente. Comunque, una certa<br />

forma di "censura" nei confronti di questa straordinaria<br />

donna sembra durare ancora, dal momento<br />

che ancora oggi, nei libri di filosofia antica,<br />

è raramente menzionata.<br />

Vorrei darvi ora le soluzioni dei quesiti della puntata precedente; dato che è passato molto<br />

tempo vi ripropongo i quesiti con le soluzioni:


1. I numeri scomparsi<br />

2. Il problema dell’orologio<br />

A mezzanotte precise le lancette dell’orologio coincidono. A quale ora precisa, al decimo di secondo,<br />

le due lancette torneranno nuovamente a coincider<br />

Poiché la lancetta dei minuti gira 12 volte più veloce di quella delle ore, nel periodo delle 12 ore<br />

coincideranno 11 volte. E’ quindi sufficiente prendere come intervallo l’undicesima parte di 12 ore,<br />

cioè 65 minuti, 27 secondi e 3/11 di secondo. Perciò l’incontro successivo delle lancette avverrà<br />

all’una, 5 minuti, 27 secondi e 3/11 di secondo.<br />

3. Il problema dei polli<br />

"Allora Maria – disse il fattore Jones alla moglie – se vendessimo 75 polli, come propongo io, il<br />

mangime che è rimasto, ci basterebbe venti giorni in più. Se invece comprassimo altri 100 polli,<br />

come dici tu, finiremmo il mangime quindici giorni prima".<br />

"D’accordo Josiah – rispose la moglie – ma, in ogni caso, quanti polli abbiamo?"<br />

Ecco il problema: quanti erano i polli?<br />

Josiah e Maria avevano in tutto 300 polli, e cibo sufficiente per 60 giorni.<br />

Ed eccoci ora ai quesiti di questa puntata:<br />

1. Osserva la figura (ci sono mele, pere e un libretto;<br />

sapendo che il libretto pesa 110 g, quanto pesa una<br />

mela?<br />

L’archeologo sta esaminando una divisione scolpita<br />

su un masso che ha subito l’erosione del tempo<br />

e si leggono soltanto più alcune cifre, sufficienti<br />

comunque per ricostruire l’intera operazione.<br />

2. Se aggiungo 7 al doppio di un numero, compreso tra 1 e 9, ottengo il triplo del numero considerato.<br />

Qual è il numero?<br />

3. Un tempo esistevano gli accattoni che raccoglievano le cicche delle sigarette (cioè quello che avanzava;<br />

ricordo che le sigarette erano tutte senza filtro) dalle quali ricuperavano il tabacco e con<br />

una cartina facevano altre sigarette da poter fumare. Un giorno uno di essi trova 9 cicche; per fare<br />

una sigaretta occorrono 3 cicche; quante sigarette potrà fumare con queste 9 cicche?


Attendo le vostre risposte: inviatele, via mail, a a.guido@accademiamatematica.it, specificando<br />

il vostro nome, cognome, la classe, la Scuola che frequentate e la città di appartenenza.<br />

Non mi resta che salutarvi e augurarvi un buon anno scolastico. Spero di vedervi partecipare<br />

ai Giochi Matematici del Mediterraneo 2012, anzi, ditelo anche ai vostri amici, fratelli, sorelle che<br />

frequentano altre scuole: fate una buona pubblicità, a presto,<br />

Alfredo Guido

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