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I Tarocchi dorati dei Visconti le carte che uso io - cartomante ...

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20/05/2011 - 18.23 I <strong>Tarocchi</strong> <strong>dorati</strong> <strong>dei</strong> <strong>Visconti</strong> <strong>le</strong> <strong>carte</strong> <strong>che</strong> <strong>uso</strong> <strong>io</strong><br />

considerate un semplice passatempo popolare (come in genere avviene oggi), ma<br />

un'attività il cui duplice scopo era quello di divertire e allo stesso tempo costituire<br />

una fonte di insegnamento mora<strong>le</strong>, ciò <strong>che</strong> ai nostri g<strong>io</strong>rni verrebbe definito un<br />

"g<strong>io</strong>co educativo". Ta<strong>le</strong> concetto può servire a spiegare la decis<strong>io</strong>ne, circa 150 anni<br />

più tardi, di aggiungere al mazzo del<strong>le</strong> Minchiate un magg<strong>io</strong>r numero di tr<strong>io</strong>nfi,<br />

come variante del tarocco classico. Se an<strong>che</strong> <strong>le</strong> anti<strong>che</strong> "carticellas" fossero state<br />

uno strumento educativo, il fatto di essere state viste in mano a bambini<br />

troverebbe una spiegaz<strong>io</strong>ne plausibi<strong>le</strong>. Diversi esperti però respingono questa<br />

teoria, negando qualsiasi rapporto fra la suddetta testimonianza e i 22 tr<strong>io</strong>nfi del<br />

tarocco.<br />

NASCITA DEI TAROCCHI REGIONALI<br />

I primissimi tarocchi erano dipinti o incisi da artisti, e solo l'élite <strong>che</strong> poteva<br />

permettersi un articolo così di lusso g<strong>io</strong>cava al<strong>le</strong> <strong>carte</strong>. Quando un nuovo mazzo<br />

veniva prodotto, i soggetti verosimilmente traevano l'ispiraz<strong>io</strong>ne da opere quali<br />

dipinti, libri miniati, altri mazzi di <strong>carte</strong>, ecc., <strong>che</strong> l'autore conosceva per averli<br />

visti localmente o presso altre corti nobili <strong>che</strong> aveva visitato in precedenza.<br />

Questo è il modo in cui i diversi mazzi dal punto di vista grafico svilupparono una<br />

correlaz<strong>io</strong>ne con specifi<strong>che</strong> aree geografi<strong>che</strong> o città; tanto magg<strong>io</strong>re era la distanza<br />

fra due aree, tanto più evidenti sarebbero state <strong>le</strong> differenze fra i mazzi prodotti<br />

nei rispettivi luoghi. Inoltre, non solo lo sti<strong>le</strong> grafico era diverso, ma an<strong>che</strong> la<br />

gerarchia o valore <strong>dei</strong> tr<strong>io</strong>nfi, quindi il loro ordinamento, era soggetto ai<br />

cambiamenti.<br />

Lo storico <strong>dei</strong> tarocchi Michael Dummett ha proposto <strong>che</strong> gli ar<strong>che</strong>tipi del<strong>le</strong> molte<br />

varietà ora note possano essere ricondotti a tre stili principali, <strong>che</strong> ha chiamato A,<br />

B e C. Un altro esperto e col<strong>le</strong>z<strong>io</strong>nista di tarocchi, Tom Tadfor Litt<strong>le</strong>, ha rinominato<br />

i tre gruppi sulla base dell'area<br />

geografica da cui verosimilmente<br />

provenivano:<br />

quello dalla corte <strong>dei</strong> <strong>Visconti</strong>, a Milano<br />

(detto sti<strong>le</strong> occidenta<strong>le</strong>), diede origine ai<br />

tarocchi francesi e svizzeri, ed è<br />

probabilmente il più conosciuto nel<br />

mondo; questo gruppo corrisponde al<br />

tipo C di Dummett.<br />

Quello dalla corte degli Este, a Ferrara<br />

(detto sti<strong>le</strong> orienta<strong>le</strong>), non fece molta<br />

strada, e si fermò a Venezia; questo<br />

gruppo corrisponde al tipo B di<br />

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