I Tarocchi dorati dei Visconti le carte che uso io - cartomante ...
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20/05/2011 - 18.23 I <strong>Tarocchi</strong> <strong>dorati</strong> <strong>dei</strong> <strong>Visconti</strong> <strong>le</strong> <strong>carte</strong> <strong>che</strong> <strong>uso</strong> <strong>io</strong><br />
un g<strong>io</strong>co scegliere tema migl<strong>io</strong>re della stessa vita umana per avere successo presso<br />
la magg<strong>io</strong>r parte del<strong>le</strong> corti nobili?<br />
Tanto <strong>le</strong> rego<strong>le</strong> del g<strong>io</strong>co <strong>che</strong> i soggetti raffigurati dal<strong>le</strong> <strong>carte</strong> richiesero forse<br />
qual<strong>che</strong> tempo per raggiungere una combinaz<strong>io</strong>ne idea<strong>le</strong>, ma alla fine questa fu<br />
conseguita; dopo di <strong>che</strong> la struttura del tarocco non subì mai modifi<strong>che</strong> sostanziali,<br />
e i g<strong>io</strong>chi <strong>che</strong> vi si praticano oggi sono ancora basati su anti<strong>che</strong> rego<strong>le</strong> <strong>che</strong> risalgono<br />
al XVII secolo, o persino a epo<strong>che</strong> più remote.<br />
Una del<strong>le</strong> teorie più interessanti circa la scelta <strong>dei</strong> soggetti per i tr<strong>io</strong>nfi è quella<br />
secondo cui <strong>le</strong> 22 <strong>carte</strong> figurate potrebbero essere state in origine uno strumento<br />
educativo.<br />
Un antico documento, la cui veridicità non è purtroppo sondabi<strong>le</strong> in alcun modo, è<br />
il diar<strong>io</strong> di viagg<strong>io</strong> di una compagnia di francesi <strong>che</strong> nel 1227 visitarono l'Italia: <strong>le</strong><br />
loro note riferiscono <strong>che</strong> nel<strong>le</strong> corti <strong>dei</strong> nobili i bambini g<strong>io</strong>cavano con picco<strong>le</strong><br />
illustraz<strong>io</strong>ni finemente decorate, menz<strong>io</strong>nate col nome di "carticellas", un termine<br />
<strong>che</strong> suggerisce figurine dipinte su carta o cartoncino. Lo stesso termine, pur con<br />
minime<br />
differenze linguisti<strong>che</strong> (ad esemp<strong>io</strong>: cartulae, <strong>carte</strong>xel<strong>le</strong>, ecc.) ma sicuramente<br />
riferito al<strong>le</strong> <strong>carte</strong> da g<strong>io</strong>co, lo si ritrova in diversi documenti del XV secolo.<br />
Sebbene non è escl<strong>uso</strong> <strong>che</strong> ciò sia frutto di fantasia, è emoz<strong>io</strong>nante immaginare <strong>che</strong><br />
queste illustraz<strong>io</strong>ni possano essere state i progenitori <strong>dei</strong> futuri tr<strong>io</strong>nfi, subendo<br />
nel tempo alcuni cambiamenti, <strong>le</strong>ntamente sviluppandosi nella serie <strong>che</strong> oggi è ben<br />
nota a tutti, o almeno fornendo un'ispiraz<strong>io</strong>ne per la loro creaz<strong>io</strong>ne. Il concetto<br />
secondo sui i g<strong>io</strong>chi di <strong>carte</strong> potrebbero essere nati come metodo educativo, però,<br />
non è del tutto astratto. Fra i mazzi di <strong>carte</strong> prodotti nel Rinascimento, quello<br />
famoso conosciuto col nome di Tarocco di Mantegna, pur non essendo un vero<br />
tarocco, risa<strong>le</strong> al 1460-70 circa. È composto da 50 <strong>carte</strong>, <strong>che</strong> raffigurano la<br />
gerarchia dell'universo, dall'umi<strong>le</strong> mendicante fino alla struttura stessa del cosmo.<br />
Le <strong>carte</strong> sono divise in gruppi o "livelli", in accordo con <strong>le</strong> suddette teorie<br />
neoplatoni<strong>che</strong>.<br />
I soggetti del mazzo detto di Mantegna e il loro ordinamento ne suggeriscono<br />
fortemente uno scopo educativo. Una certa somiglianza fra queste <strong>carte</strong> e il vero<br />
tarocco è innegabi<strong>le</strong>, come viene più ampiamente discusso nella gal<strong>le</strong>ria ad esse<br />
dedicata, e nonostante l'ordinamento e il numero <strong>dei</strong> soggetti non corrispondano, la<br />
progress<strong>io</strong>ne è praticamente la stessa, e si possono trovare numerose analogie tra<br />
<strong>le</strong> illustraz<strong>io</strong>ni appartenenti allo specia<strong>le</strong> mazzo e quel<strong>le</strong> <strong>dei</strong> tarocchi più<br />
tradiz<strong>io</strong>nali.<br />
Altre fonti descrivono come, sempre nel Rinascimento, alcuni tutori per<br />
l'insegnamento ai figli <strong>dei</strong> nobili facessero ricorso a <strong>carte</strong> illustrate. Ma ciò non è<br />
una vera prova della relaz<strong>io</strong>ne tra tali illustraz<strong>io</strong>ni e <strong>le</strong> <strong>carte</strong> da g<strong>io</strong>co.<br />
È un'ipotesi plausibi<strong>le</strong>, però, <strong>che</strong> nel XV secolo <strong>le</strong> <strong>carte</strong> potrebbero non essere state<br />
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