Appunti di RM - 1a parte - Fegato,vie biliari e pancreas
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EMOCROMATOSI<br />
L’accumulo <strong>di</strong> Fe abbassa fondamentalmente il T2 , ed in misura minore il T1<br />
(analogamente a quanto av<strong>vie</strong>ne dopo la somministrazione del FeO come agente <strong>di</strong><br />
contrasto).<br />
Nelle sequenze T2 il fegato emocromatosico si presenta ipointenso, <strong>di</strong>ffusamente o<br />
focalmente, ed in misura variabile a seconda del grado <strong>di</strong> accumulo. Soltanto nelle<br />
forme gravi l’ipointensità è visibile anche nelle sequenze pesate in T1. Data la<br />
<strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> valutare con l’<strong>RM</strong> in assoluto il segnale del fegato, per questa valutazione<br />
occorre basarsi sul confronto tra i segnali del fegato e quelli della milza.<br />
Pur essendo allo stu<strong>di</strong>o meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> quantificazione <strong>RM</strong> (misura della suscettibilità<br />
magnetica con un magnetometro), tuttavia allo stato attuale la correlazione tra la<br />
quantità <strong>di</strong> ferro intracellulare (me<strong>di</strong>ante biopsia) ed i dati densitometrici dell’imaging<br />
è possibile solo con la TC, anche se si tratta <strong>di</strong> una valutazione molto<br />
approssimativa. Infatti i dati densitometrici della TC sono più o meno falsati dalla<br />
variabile presenza <strong>di</strong> una componente fibrotica o edematosa nel parenchima<br />
emocromatosico.<br />
Fig.7. Emocromatosi.Sequenza T2 : notevole abbassamento del segnale del<br />
parenchima epatico da accumulo <strong>di</strong> ferro, con presenza <strong>di</strong> nodulo <strong>di</strong> HGC.<br />
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