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Testi 08 - La criminalità organizzata di stampo mafioso - Movimento ...

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LA GEOGRAFIA MAFIOSA 91<br />

ricomparsa in quanto tale; e certo non hanno alcun carattere <strong>di</strong> setta le<br />

o<strong>di</strong>erne organizzazioni camorristiche. Per più <strong>di</strong> cinquanta anni, in<br />

Campania, con la parola “camorra”, si è generalmente voluto in<strong>di</strong>care,<br />

più che altro, una mentalità: la mentalità del sopruso, della<br />

sopraffazione e dell’estorsione. Per altro verso il medesimo termine è<br />

stato utilizzato quale appellativo finalizzato a stigmatizzare<br />

comportamenti vessatori o la pretesa <strong>di</strong> illecite prebende 130 . Una<br />

precisa fotografia del successivo contesto evolutivo è resa dallo stesso<br />

Paliotti che, con semplice linearità, ne traccia un percorso sintetico ma<br />

efficace a far data dal primo dopoguerra alle guerre degli anni recenti.<br />

L’autore, testualmente sostiene: “Per quanto riguarda le epoche<br />

recenti, va precisato che già agli inizi degli anni ‘50 si tornò a parlare<br />

<strong>di</strong> camorra e anzi giornalisti e sociologi assicurarono che il criminoso<br />

sodalizio era <strong>di</strong> nuovo in attività. Si temé, in particolare, che la<br />

camorra fosse risorta nel 1955, quando la giovane e bella Pupetta<br />

Maresca uccise, in pieno giorno e in una strada frequentatissima,<br />

Antonio Esposito, detto “Totonno ‘e Pomigliano”, da lei ritenuto<br />

mandante dell’omici<strong>di</strong>o <strong>di</strong> suo marito Pasquale Simonetti detto<br />

“Pascalone ‘e Nola”. In quell’occasione si ragionò apertamente <strong>di</strong><br />

lotta fra due gruppi camorristici, entrambi operanti sul mercato<br />

ortofrutticolo, e la tesi fu esplicitamente confermata dalla stessa<br />

Pupetta Maresca 131 la quale, in Corte d’Assise, <strong>di</strong>chiarò can<strong>di</strong>damente<br />

che suo marito era stato eletto “presidente dei prezzi” e che alla stessa<br />

carica ambiva il rivale Antonio Esposito. Indubbiamente, quelle che<br />

compirono “Pascalone’e Nola” e “Totonno ‘e Pomigliano” erano<br />

azioni camorristiche; indubbiamente essi avevano dato vita a veri e<br />

propri racket; certamente, però, le loro bande assomigliavano poco<br />

alla Bella società riformata. Sempre in quanto tangente, la camorra<br />

tornò ad essere praticata in maniera massiccia intorno agli anni<br />

Settanta, e colpì molti settori dell’economia napoletana; i criteri ora<br />

adottati dagli sfruttatori erano <strong>di</strong> scuola Nordamericana, privi cioè <strong>di</strong><br />

130 A tal proposito va chiarito che la parola “camorra” è proprio sinonimo gergale <strong>di</strong> tangente: la setta si<br />

denominava, infatti, Bella società riformata e veniva chiamata “camorra” solo dai profani, i quali<br />

estendevano all’associazione medesima il nome <strong>di</strong> ciò che essa con la violenza percepiva. PALIOTTI,<br />

Op. cit., pag. 18.<br />

131 Per approfon<strong>di</strong>menti specifici sulla vicenda Maresca e sul ruolo delle donne sul fronte mafia e<br />

antimafia si rinvia a CLARE LONGRIGG, L’altra metà della mafia. L’anima femminile <strong>di</strong> Cosa nostra,<br />

‘Ndrangheta e Camorra. Donne che comandano, che subiscono e che combattono. Le loro voci, le<br />

loro ragioni, Ponte alle Grazie E<strong>di</strong>tore, Milano, 1997.

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