Testi 08 - La criminalità organizzata di stampo mafioso - Movimento ...
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88 LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA DI STAMPO MAFIOSO - EVOLUZIONE DEL FENOMENO E DEGLI STRUMENTI DI CONTRASTO sede il modello operativo. Dal punto di vista delle politiche di contrasto non vi è, quindi, altro mezzo per sconfiggerla se non quello di massimizzare gli interventi nel settore del reinvestimento nell’ambito dell’economia legale degli enormi proventi illeciti derivanti dalla attività criminale, con l’impiego massiccio e costante dei presidi normativi oggi esistenti in tema di misure di prevenzione patrimoniale e di riciclaggio del denaro. 2.3 LA CAMORRA “…La Camorra, conglomerato di organizzazioni locali, spesso in conflitto fra loro, ha fatto alcuni tentativi per unificarsi. Il più serio, ad opera di Raffaele Cutolo, attualmente detenuto, si concluse con un mare di morti agli inizi degli anni ottanta e con il risultato di far prevalere di nuovo la logica organizzativa di tipo orizzontale (...) Durante un colloquio che ebbi con Tommaso Buscetta su camorra (…) egli si espresse (…): “non voglio neanche parlarne, non mi occupo di buffoni capaci perfino di arruolare guardie municipali (…)” Giovanni Falcone in collaborazione con M. Padovani, Cose di Cosa Nostra, Rizzoli, Milano, 1991, pag. 109. 2.3.1 La piovra vesuviana tra antico e moderno Dal punto di vista storico la camorra, in origine altrimenti detta “Bella società riformata”, affonda le sue radici in un’epoca ben più lontana rispetto a quella delle altre mafie italiche. Se ne possono rinvenire i primi segni fin dal XVI secolo data in cui ha iniziato la sua opera di infiltrazione nel tessuto sociale partenopeo. Il lento ma inesorabile processo evolutivo della mafia campana si snoda, poi, senza soluzione di continuità fino ai nostri giorni passando attraverso vicende che la vedono protagonista di situazioni che la dicono lunga sulla metodologia di contrasto e da: Relazione conclusiva dell’attività della Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari nella XXIII legislatura doc. XXIII n. 57, pag. 41 -44.
LA GEOGRAFIA MAFIOSA 89 sull’apprezzamento della sua pericolosità 128 . Nel primo periodo, quello cioè a cavaliere tra il tramonto dell’era borbonica e quello della rinascita garibaldina l’associazione di estorsori e delinquenti di cui era composta la “Bella società riformata” compie il suo salto di qualità. Ottiene il pubblico riconoscimento della sua esistenza e delle sua “utilità sociale” addirittura dall’allora Ministro degli Interni del regno borbonico che, lungi dal provvedere alla sua epurazione, gli affida la responsabilità dell’ordine pubblico. Il contesto storico dell’evento è quello della dissoluzione delle monarchie assolutistiche: la vittoria di Magenta del 4 giugno 1859 segna la liberazione della Lombardia; l’avvio, l’11 maggio del 1860 della campagna garibaldina determinerà la fine del Regno borbonico sull’Italia meridionale. In questo periodo, particolarmente convulso, sale al vertice del sistema giudiziario borbonico l’avvocato Liborio Romano, che assume formalmente l’incarico di Ministro di polizia ma, nella sostanza, vero e proprio detentore del potere. Pressoché inviso a tutti, Liborio Romano era invece idolatrato dai camorristi e perfino la sua personale guardia del corpo era un affiliato alla “Bella società riformata”. E fu proprio ai camorristi che Liborio Romano si rivolse per costituire la Guardia Cittadina che da allora e fino dopo l’arrivo dell’esercito garibaldino eserciterà direttamente ed ufficialmente l’ordine pubblico. Successivamente alla sua entrata a Napoli, Garibaldi formò un nuovo 128 Segnata da particolare aggressività è la situazione della Campania, ove alla progressiva frammentazione dei clan “storici”, dovuta ai numerosi fatti di sangue ed ai notevoli risultati ottenuti dalle Forze di polizia e dalla Magistratura, è seguita la proliferazione di nuove compagini di vario spessore, che fanno ricorso a strategie di forte intimidazione, secondo modalità di tipo terroristico e logiche di alleanza flessibili legate ad interessi contingenti. Negli ultimi anni, la mancanza di personaggi di “carisma” ha generato un aumento della conflittualità tra gli affiliati alle varie consorterie, determinando una sorta di “anarchia criminale”. La rottura dei vecchi equilibri ha provocato sconfinamenti territoriali e faide, a fronte dei quali è sorta l’esigenza, per i sodalizi coinvolti, di rafforzarsi collegandosi con altri gruppi criminali. Mentre nel Casertano e nel Salernitano non si registrano significativi mutamenti nell’assetto dei vertici, a Napoli si va profilando il tentativo di assumere l’egemonia da parte di un singolo aggregato criminale, punto di riferimento per le principali attività illegali. I clamorosi episodi verificatisi nell’autunno rientrano, verosimilmente, nella logica di consolidamento del predominio di quel sodalizio e sono indicativi di un’evoluzione nelle tecniche operative, finalizzata a ribadire la capacità di colpire i clan rivali. L’influenza sul territorio e l’assunzione di un ruolo centrale nell’ambito sociale vengono perseguite dalla camorra anche attraverso tentativi di infiltrare il fronte dei disoccupati. Siffatto contesto postula una stretta vigilanza sulla realizzazione di importanti opere pubbliche e di altre iniziative di rilancio economico affinché esse, nel Capoluogo come nell’intera regione, non costituiscano oggetto di indebita cooptazione. da: Presidenza del Consiglio dei Ministri – Relazione sulla politica informativa e della sicurezza, secondo semestre 1998.
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quello cioè a cavaliere tra il tramonto dell’era borbonica e quello della<br />
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Ottiene il pubblico riconoscimento della sua esistenza e delle sua<br />
“utilità sociale” ad<strong>di</strong>rittura dall’allora Ministro degli Interni del regno<br />
borbonico che, lungi dal provvedere alla sua epurazione, gli affida la<br />
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quello della <strong>di</strong>ssoluzione delle monarchie assolutistiche: la vittoria <strong>di</strong><br />
Magenta del 4 giugno 1859 segna la liberazione della Lombar<strong>di</strong>a;<br />
l’avvio, l’11 maggio del 1860 della campagna garibal<strong>di</strong>na determinerà<br />
la fine del Regno borbonico sull’Italia meri<strong>di</strong>onale. In questo periodo,<br />
particolarmente convulso, sale al vertice del sistema giu<strong>di</strong>ziario<br />
borbonico l’avvocato Liborio Romano, che assume formalmente<br />
l’incarico <strong>di</strong> Ministro <strong>di</strong> polizia ma, nella sostanza, vero e proprio<br />
detentore del potere. Pressoché inviso a tutti, Liborio Romano era<br />
invece idolatrato dai camorristi e perfino la sua personale guar<strong>di</strong>a del<br />
corpo era un affiliato alla “Bella società riformata”. E fu proprio ai<br />
camorristi che Liborio Romano si rivolse per costituire la Guar<strong>di</strong>a<br />
Citta<strong>di</strong>na che da allora e fino dopo l’arrivo dell’esercito garibal<strong>di</strong>no<br />
eserciterà <strong>di</strong>rettamente ed ufficialmente l’or<strong>di</strong>ne pubblico.<br />
Successivamente alla sua entrata a Napoli, Garibal<strong>di</strong> formò un nuovo<br />
128 Segnata da particolare aggressività è la situazione della Campania, ove alla progressiva<br />
frammentazione dei clan “storici”, dovuta ai numerosi fatti <strong>di</strong> sangue ed ai notevoli risultati ottenuti<br />
dalle Forze <strong>di</strong> polizia e dalla Magistratura, è seguita la proliferazione <strong>di</strong> nuove compagini <strong>di</strong> vario<br />
spessore, che fanno ricorso a strategie <strong>di</strong> forte intimidazione, secondo modalità <strong>di</strong> tipo terroristico e<br />
logiche <strong>di</strong> alleanza flessibili legate ad interessi contingenti. Negli ultimi anni, la mancanza <strong>di</strong><br />
personaggi <strong>di</strong> “carisma” ha generato un aumento della conflittualità tra gli affiliati alle varie<br />
consorterie, determinando una sorta <strong>di</strong> “anarchia criminale”. <strong>La</strong> rottura dei vecchi equilibri ha<br />
provocato sconfinamenti territoriali e faide, a fronte dei quali è sorta l’esigenza, per i sodalizi<br />
coinvolti, <strong>di</strong> rafforzarsi collegandosi con altri gruppi criminali. Mentre nel Casertano e nel<br />
Salernitano non si registrano significativi mutamenti nell’assetto dei vertici, a Napoli si va profilando<br />
il tentativo <strong>di</strong> assumere l’egemonia da parte <strong>di</strong> un singolo aggregato criminale, punto <strong>di</strong> riferimento<br />
per le principali attività illegali. I clamorosi episo<strong>di</strong> verificatisi nell’autunno rientrano,<br />
verosimilmente, nella logica <strong>di</strong> consolidamento del predominio <strong>di</strong> quel sodalizio e sono in<strong>di</strong>cativi <strong>di</strong><br />
un’evoluzione nelle tecniche operative, finalizzata a riba<strong>di</strong>re la capacità <strong>di</strong> colpire i clan rivali.<br />
L’influenza sul territorio e l’assunzione <strong>di</strong> un ruolo centrale nell’ambito sociale vengono perseguite<br />
dalla camorra anche attraverso tentativi <strong>di</strong> infiltrare il fronte dei <strong>di</strong>soccupati. Siffatto contesto postula<br />
una stretta vigilanza sulla realizzazione <strong>di</strong> importanti opere pubbliche e <strong>di</strong> altre iniziative <strong>di</strong> rilancio<br />
economico affinché esse, nel Capoluogo come nell’intera regione, non costituiscano oggetto <strong>di</strong><br />
indebita cooptazione.<br />
da: Presidenza del Consiglio dei Ministri – Relazione sulla politica informativa e della sicurezza,<br />
secondo semestre 1998.