Testi 08 - La criminalità organizzata di stampo mafioso - Movimento ...

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84 LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA DI STAMPO MAFIOSO - EVOLUZIONE DEL FENOMENO E DEGLI STRUMENTI DI CONTRASTO uno scudo a protezione dei segreti e della sicurezza, oltrechè della riproduzione della propria identità sia nei luoghi di origine sia in quelli di emigrazione...”. Riletto alla luce delle presenti specificazioni è da notare come il paradigma della “unitarietà” non perda di valore e di efficacia. Tuttavia, appare sufficientemente evidente che non si possa parlare allo stesso modo di “unicità di comando”, intesa nel senso della possibile individuazione di una univoca figura di vertice 122 . La forma organizzativa di tipo chiuso adottata in passato e mantenuta anche ai giorni nostri dalla ‘Ndrangheta anche in questa recente mutazione ordinamentale ha poi risvolti di carattere pratico, rinvenibili, principalmente, in una quasi assoluta impenetrabilità della sua essenza. In materia ci si può riferire alle precisazioni offerte dal dott. Lombardo, ex Procuratore della Repubblica di Locri e dal già citato dott. Boemi in tema di pentiti, ed in particolare sulla loro oggettiva scarsità nel contesto calabrese. I predetti magistrati riconoscono alla ‘Ndrangheta una capacità “persuasiva” e “dissuasiva” nei confronti dei collaboratori nettamente più penetrante ed efficace rispetto alle tecniche adottate nel medesimo settore dalle paritetiche organizzazioni mafiose. In particolare il Boemi sostiene che “... in Calabria non si uccidono i parenti dei pentiti e non si uccidono neanche i pentiti (...) La ‘Ndrangheta ha la capacità sistematica di ricontattare i pentiti, tutti quanti, uno per uno...” ed il 122 L’ipotesi di una aggregazione di tipo “federativo” è poi ulteriormente confermata da recenti relazioni della DIA in cui è possibile leggere:”... La ‘Ndrangheta, presente sul territorio regionale con diversi gradi di pericolosità, si è recentemente dotata di una struttura unitaria di comando, mutuando, attraverso la creazione di mandamenti, i tradizionali modelli organizzativi di Cosa Nostra. Il rinnovamento dell’organizzazione avrebbe sostanzialmente il duplice scopo di limitare i cruenti conflitti interni affidando le decisioni importanti ad un preciso organismo e migliorare sensibilmente la gestione dell’elevato volume di affari economici... “ La ‘Ndrangheta, continua nelle mutazioni degli assetti strutturali... in grado di agevolare ulteriormente la metodica infiltrazione delle ‘ndrine nell’edilizia pubblica e nel controllo dell’edilizia privata e del territorio. Sotto il profilo degli investimenti dei proventi originati dalle attività criminali, la ‘Ndrangheta si avvale di neofiti sempre più colti in grado di operare, attraverso oculati investimenti all’estero in linea con il diversi orientamenti statuali, al fine di porre al riparo dall’azione di contrasto i patrimoni riferibili alle ‘ndrine...”. “...La ‘Ndrangheta (...) si sta affermando nel panorama criminale, non solo nazionale, con grande determinazione e autorevolezza, come confermato anche dall’appello lanciato dal Procuratore Nazionale Antimafia. L’organizzazione criminale ha ormai assunto un ruolo di primaria importanza in ambito mondiale nel traffico di sostanze stupefacenti, acquisendo e gestendo i principale canali di importazione, tanto che (...) e la stessa Cosa Nostra, ricorrerebbero ai calabresi per i loro rifornimenti...”. da: DIA - Relazioni semestrali al Parlamento –primo e secondo semestre 2001 e primo semestre 2002.

LA GEOGRAFIA MAFIOSA 85 Lombardo, in via confermativa così interviene “... la ‘Ndrangheta dispone di mezzi economici di gran lunga superiori a quelli dello Stato e può in questo modo agire per far ritrattare o per impedire le confessioni...”. 2.2.4 Ulteriori caratteri peculiari e brevi note conclusive I modelli evolutivi, adottati dalle consorterie mafiose precedentemente analizzate, riportano tutti ad un sistema di infiltrazione “silenziosa” sia nel tessuto economico, sia per quanto riguarda il governo del territorio. In tale contesto la ‘Ndrangheta si differenzia moltissimo dalle altre organizzazioni mafiose per almeno un triplice ordine di fattori: non tutte le province calabre risultano “attenzionate” allo stesso modo dalle cosche, privilegiandosi in tal senso la proliferazione sulle aree storiche di primigenio insediamento; il mafioso calabrese, per sua natura votato alla riservatezza omertosa, adotta forme di ostentata manifestazione non comuni ad altri omologhi criminali, facendo della visibilità un segno del potere e quindi della indiscussa autorità 123 ; il governo del territorio, almeno nelle zone ritenute di interesse ovvero di possibile sviluppo, è attuato secondo standardizzate e collaudate metodologie di infiltrazione. In punto di visibilità ci si può richiamare ad un passo - estratto da una nota sentenza redatta dal dott. Agostino Cordova - il quale testualmente scrive: “il mafioso, assicuratosi il predominio e il controllo in una determinata zona, è universalmente conosciuto, riconosciuto, rispettato e temuto come tale dai locali e da chiunque debba intraprendere una qualsiasi attività economica nella zona: donde l’erroneità di ritenere le associazioni mafiose come società segrete, laddove sono occulti i quadri operativi, le modalità esecutive, i collegamenti, la quasi totalità dei fatti delittuosi e degli specifici interessi, ma non la qualità mafiosa dei maggiori esponenti e dei principali affiliati, che, se mai, sono circondati dall’omertoso timore. Il mafioso costituisce per le persone di cui sopra un’autorità più 123 E. CICONTE, ‘Ndrangheta dall’unità ad oggi, Ed. Laterza, Bari, 1992, pag. 253.

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LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA DI STAMPO MAFIOSO - EVOLUZIONE DEL FENOMENO<br />

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uno scudo a protezione dei segreti e della sicurezza, oltrechè della<br />

riproduzione della propria identità sia nei luoghi <strong>di</strong> origine sia in<br />

quelli <strong>di</strong> emigrazione...”. Riletto alla luce delle presenti specificazioni<br />

è da notare come il para<strong>di</strong>gma della “unitarietà” non perda <strong>di</strong> valore e<br />

<strong>di</strong> efficacia. Tuttavia, appare sufficientemente evidente che non si<br />

possa parlare allo stesso modo <strong>di</strong> “unicità <strong>di</strong> comando”, intesa nel<br />

senso della possibile in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> una univoca figura <strong>di</strong><br />

vertice 122 .<br />

<strong>La</strong> forma organizzativa <strong>di</strong> tipo chiuso adottata in passato e<br />

mantenuta anche ai giorni nostri dalla ‘Ndrangheta anche in questa<br />

recente mutazione or<strong>di</strong>namentale ha poi risvolti <strong>di</strong> carattere pratico,<br />

rinvenibili, principalmente, in una quasi assoluta impenetrabilità della<br />

sua essenza. In materia ci si può riferire alle precisazioni offerte dal<br />

dott. Lombardo, ex Procuratore della Repubblica <strong>di</strong> Locri e dal già<br />

citato dott. Boemi in tema <strong>di</strong> pentiti, ed in particolare sulla loro<br />

oggettiva scarsità nel contesto calabrese. I predetti magistrati<br />

riconoscono alla ‘Ndrangheta una capacità “persuasiva” e<br />

“<strong>di</strong>ssuasiva” nei confronti dei collaboratori nettamente più penetrante<br />

ed efficace rispetto alle tecniche adottate nel medesimo settore dalle<br />

paritetiche organizzazioni mafiose. In particolare il Boemi sostiene<br />

che “... in Calabria non si uccidono i parenti dei pentiti e non si<br />

uccidono neanche i pentiti (...) <strong>La</strong> ‘Ndrangheta ha la capacità<br />

sistematica <strong>di</strong> ricontattare i pentiti, tutti quanti, uno per uno...” ed il<br />

122 L’ipotesi <strong>di</strong> una aggregazione <strong>di</strong> tipo “federativo” è poi ulteriormente confermata da recenti relazioni<br />

della DIA in cui è possibile leggere:”... <strong>La</strong> ‘Ndrangheta, presente sul territorio regionale con <strong>di</strong>versi<br />

gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> pericolosità, si è recentemente dotata <strong>di</strong> una struttura unitaria <strong>di</strong> comando, mutuando,<br />

attraverso la creazione <strong>di</strong> mandamenti, i tra<strong>di</strong>zionali modelli organizzativi <strong>di</strong> Cosa Nostra. Il<br />

rinnovamento dell’organizzazione avrebbe sostanzialmente il duplice scopo <strong>di</strong> limitare i cruenti<br />

conflitti interni affidando le decisioni importanti ad un preciso organismo e migliorare sensibilmente<br />

la gestione dell’elevato volume <strong>di</strong> affari economici... “ <strong>La</strong> ‘Ndrangheta, continua nelle mutazioni<br />

degli assetti strutturali... in grado <strong>di</strong> agevolare ulteriormente la meto<strong>di</strong>ca infiltrazione delle ‘ndrine<br />

nell’e<strong>di</strong>lizia pubblica e nel controllo dell’e<strong>di</strong>lizia privata e del territorio. Sotto il profilo degli<br />

investimenti dei proventi originati dalle attività criminali, la ‘Ndrangheta si avvale <strong>di</strong> neofiti sempre<br />

più colti in grado <strong>di</strong> operare, attraverso oculati investimenti all’estero in linea con il <strong>di</strong>versi<br />

orientamenti statuali, al fine <strong>di</strong> porre al riparo dall’azione <strong>di</strong> contrasto i patrimoni riferibili alle<br />

‘ndrine...”. “...<strong>La</strong> ‘Ndrangheta (...) si sta affermando nel panorama criminale, non solo nazionale, con<br />

grande determinazione e autorevolezza, come confermato anche dall’appello lanciato dal Procuratore<br />

Nazionale Antimafia. L’organizzazione criminale ha ormai assunto un ruolo <strong>di</strong> primaria importanza<br />

in ambito mon<strong>di</strong>ale nel traffico <strong>di</strong> sostanze stupefacenti, acquisendo e gestendo i principale canali <strong>di</strong><br />

importazione, tanto che (...) e la stessa Cosa Nostra, ricorrerebbero ai calabresi per i loro<br />

rifornimenti...”.<br />

da: DIA - Relazioni semestrali al Parlamento –primo e secondo semestre 2001 e primo semestre<br />

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