Testi 08 - La criminalità organizzata di stampo mafioso - Movimento ...
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2 LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA DI STAMPO MAFIOSO - EVOLUZIONE DEL FENOMENO E DEGLI STRUMENTI DI CONTRASTO Parimenti sorprendente è poi il fatto che il termine mafia risulti sconosciuto all’ordinamento fino a tutto il 1965 e che la criminalizzazione dell’associazione mafiosa sia intervenuta solo nel 1982. Nel medesimo ambito, particolare rilievo è stato attribuito al peso che una perenne cultura di tipo emergenziale ha determinato nella produzione della legislazione di contrasto e che ha restituito un sistema ricco di norme tra loro scarsamente coordinate, non di rado contraddittorie e non sempre del tutto adeguate all’esigenza da soddisfare. I primi tre capitoli del testo, inseriti nella prima parte, si occupano appunto degli aspetti definitori in senso lato, della evoluzione strutturale e territoriale delle cinque mafie endogene nonché delle principali mafie esogene, del loro radicamento sulla restante parte del territorio nazionale, per dimostrare, da una parte, la permanente assenza di uno stabile momento di definizione e, dall’altra, una sostanziale paritetica incertezza con riferimento al modello organizzativo conosciuto. In tale ottica, alle precorse teorie della devianza e della sottostima socio - culturale delle aree di primigenio insediamento, si è inteso contrapporre in via preferenziale quelle, ben più appaganti sotto il profilo scientifico, basate su concetti di tipo relazionale, economico o sistemico. Il primo capitolo in particolare, pone l’accento sulle possibili soluzioni interpretative, fornisce un quadro generale di riferimento ed indica le attuali prospettive della ricerca nel settore: da una mafia “espressione criminale” si passa così ad una mafia “sistema criminale”, con ciò intendendo un intero reticolo di relazioni verticali e orizzontali. Il secondo capitolo intende ripercorrere l’evoluzione recente di tutti i sodalizi nazionali (dal 1943 ai nostri giorni) individuandone i momenti costitutivi. Un’analisi serrata e attenta, dimostra che il percorso recente delle mafie nostrane sia caratterizzato da plurimi momenti di adattamento e di trasformazione: non solo, quindi, un apprezzamento dei fatti ma, soprattutto, la loro analisi prospettica per comprendere quale ne sia realmente l’attuale assetto e le possibili prospettive. Il momento centrale delle valutazioni è quello della fissazione di un punto fermo circa attività e organizzazione interna delle singole consorterie e dei legami che portano a riconoscere l’opportunità di considerare le differenti tipologie criminali come
PREFAZIONE 3 elementi di un unico puzzle criminale, costituito da singole unità fisicamente distinte ma finalisticamente dirette al perseguimento del medesimo “scopo sociale”. Una visione d’insieme, quella proposta dall’elaborato, che trova diretto riscontro nei risultati a cui è stato possibile pervenire esaminando i momenti di evoluzione strutturale e territoriale di ognuna delle aggregazioni prese in esame: fattori di contiguità e cooperazione tra sodalizi diversi dimostrano l’effettiva esistenza di matrici criminali comuni. E’ il caso di Cosa Nostra e della Camorra rinate nell’immediato dopoguerra con l’avallo delle forze liberatrici; come pure la contiguità tra la stessa Cosa Nostra e la ‘Ndrangheta nella gestione del traffico degli stupefacenti; non ultima l’unicità di intenti tra Camorra e Sacra Corona Unita nella gestione del contrabbando. Il terzo capitolo è quindi dedicato alle principali mafie esogene (le cd. “nuove mafie”). Al riguardo, in relazione al crescente peso assunto dalle organizzazioni criminali a base etnica che operano sul territorio nazionale, si è reso utile fornire, seppur ad ampio respiro, un generale quadro di riferimento delineando le possibili contiguità con le mafie di tipo tradizionali - specie in determinati traffici illeciti - ed i conseguenti condizionamenti che queste comportano nel contesto socio - economico del Paese. Il capitolo quarto, inserito nella seconda parte - da intendersi quale raccordo ideale con la prima parte dell’elaborato, pone l’accento su quella che appare essere la vera essenza del potere mafioso: un potere silente e non visibile, ma di certo non meno pericoloso delle manifestazioni eclatanti osservate a cavallo degli anni Novanta. Un potere, questo, che si sostanzia nella formazione di una cultura imprenditoriale sempre meno illecita nella forma e sempre più illecita nella sostanza, che incide sul libero mercato con effetti devastanti per la concorrenza, il lavoro, ed il credito. Il capitolo quinto, sempre inserito nella parte seconda, approfondisce l’aspetto probabilmente più “sensibile” del modus operandi delle organizzazioni mafiose: il riciclaggio dei capitali illecitamente accumulati. Attraverso il riciclaggio e sostanzialmente il “reinvestimento” dei capitali, le associazioni mafiose ottengono il duplice risultato di accumulare ricchezza, da reintrodurre e “ripulire” nei mercati legali e non, e di “miscelarsi” alle imprese “pulite”,
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LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA DI STAMPO MAFIOSO - EVOLUZIONE DEL FENOMENO<br />
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Parimenti sorprendente è poi il fatto che il termine mafia risulti<br />
sconosciuto all’or<strong>di</strong>namento fino a tutto il 1965 e che la<br />
criminalizzazione dell’associazione mafiosa sia intervenuta solo nel<br />
1982. Nel medesimo ambito, particolare rilievo è stato attribuito al<br />
peso che una perenne cultura <strong>di</strong> tipo emergenziale ha determinato<br />
nella produzione della legislazione <strong>di</strong> contrasto e che ha restituito un<br />
sistema ricco <strong>di</strong> norme tra loro scarsamente coor<strong>di</strong>nate, non <strong>di</strong> rado<br />
contrad<strong>di</strong>ttorie e non sempre del tutto adeguate all’esigenza da<br />
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I primi tre capitoli del testo, inseriti nella prima parte, si occupano<br />
appunto degli aspetti definitori in senso lato, della evoluzione<br />
strutturale e territoriale delle cinque mafie endogene nonché delle<br />
principali mafie esogene, del loro ra<strong>di</strong>camento sulla restante parte del<br />
territorio nazionale, per <strong>di</strong>mostrare, da una parte, la permanente<br />
assenza <strong>di</strong> uno stabile momento <strong>di</strong> definizione e, dall’altra, una<br />
sostanziale paritetica incertezza con riferimento al modello<br />
organizzativo conosciuto. In tale ottica, alle precorse teorie della<br />
devianza e della sottostima socio - culturale delle aree <strong>di</strong> primigenio<br />
inse<strong>di</strong>amento, si è inteso contrapporre in via preferenziale quelle, ben<br />
più appaganti sotto il profilo scientifico, basate su concetti <strong>di</strong> tipo<br />
relazionale, economico o sistemico.<br />
Il primo capitolo in particolare, pone l’accento sulle possibili<br />
soluzioni interpretative, fornisce un quadro generale <strong>di</strong> riferimento ed<br />
in<strong>di</strong>ca le attuali prospettive della ricerca nel settore: da una mafia<br />
“espressione criminale” si passa così ad una mafia “sistema<br />
criminale”, con ciò intendendo un intero reticolo <strong>di</strong> relazioni verticali<br />
e orizzontali.<br />
Il secondo capitolo intende ripercorrere l’evoluzione recente <strong>di</strong><br />
tutti i sodalizi nazionali (dal 1943 ai nostri giorni) in<strong>di</strong>viduandone i<br />
momenti costitutivi. Un’analisi serrata e attenta, <strong>di</strong>mostra che il<br />
percorso recente delle mafie nostrane sia caratterizzato da plurimi<br />
momenti <strong>di</strong> adattamento e <strong>di</strong> trasformazione: non solo, quin<strong>di</strong>, un<br />
apprezzamento dei fatti ma, soprattutto, la loro analisi prospettica per<br />
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prospettive. Il momento centrale delle valutazioni è quello della<br />
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delle singole consorterie e dei legami che portano a riconoscere<br />
l’opportunità <strong>di</strong> considerare le <strong>di</strong>fferenti tipologie criminali come