Testi 08 - La criminalità organizzata di stampo mafioso - Movimento ...
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LA GEOGRAFIA MAFIOSA 47<br />
tutte le attività dell’isola ad offesa soprattutto dello Stato, a danno<br />
soprattutto della popolazione, la quale senza libertà <strong>di</strong> scelta, tra lo<br />
Stato vero, lontano e inerte, e l’altro vicino, presente ed operante,<br />
dovette piegarsi a questo e subirne il gioco...”.<br />
C. MORI “Con la mafia ai ferri corti”, Mondadori, Milano, 1932.<br />
Alla fine degli anni Quaranta la mafia siciliana è ridotta a poco più<br />
che un simulacro <strong>di</strong> se stessa. Su questo punto, sussistono teorie<br />
<strong>di</strong>verse: la prima la vorrebbe perdente nello scontro con l’altro potere<br />
egemone presente sul territorio rappresentato dal Prefetto Mori 67<br />
(molti mafiosi sono stati ristretti nelle patrie galere e molti altri<br />
avviati al confino); la seconda, più con<strong>di</strong>visibile, segnala come<br />
l’azione repressiva abbia colpito con durezza esclusivamente la “bassa<br />
mafia”, ossia quella della manovalanza, ma abbia appena sfiorato se<br />
non ad<strong>di</strong>rittura inglobato “l’alta borghesia mafiosa” 68 . Aderire all’una<br />
o all’altra tesi appare oggi irrilevante se non sotto il profilo<br />
dell’indagine storiografica essendo ben più imponenti i cambiamenti<br />
che si verificheranno <strong>di</strong> lì a breve 69 .<br />
67 Nominato Prefetto <strong>di</strong> Palermo solo da pochi giorni (23 ottobre 1925) Cesare Mori è in grado <strong>di</strong> dare<br />
attuazione a quel programma che aveva già sperimentato negli anni precednti a Castelvetrano e a<br />
Trapani. Il 17 novembre, intervenendo ai lavori del primo congresso agricolo regionale, ne illustrò i<br />
contenuti essenziali: (Quoti<strong>di</strong>ano Sicilia Nuova, 17, 18 Novembre 1925) “L’Ora è giunta in cui gli<br />
ostacoli si misurano, si affrontano, si aggre<strong>di</strong>scono e si frantumano…e se qui, oggi, si chiamano<br />
mafia e malvivenza, peggio per loro…due or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> provve<strong>di</strong>menti quin<strong>di</strong>: gli uni <strong>di</strong> carattere<br />
preminentemente politico, sociale, economico e tecnico…quanto agli altri provve<strong>di</strong>menti, essi<br />
consistono nell’azione <strong>di</strong>retta, piena contro l’elemento attivo della situazione: mafia e<br />
malvivenza…”.<br />
68 Il Prefetto Mori non ci va <strong>di</strong> certo con la mano leggera. I mafiosi arrestati sono sistematicamente<br />
sottoposti a ruvi<strong>di</strong> trattamenti e finiscono per parlare. Nel giro <strong>di</strong> poco tempo il Prefetto giunge così<br />
dove forse neppure il Regime Fascista voleva arrivasse, cioè alla scoperta dei rapporti tra mafia e<br />
politica, tra mafia ed economia. Anche in questo caso non vi è una definitiva certezza; sta <strong>di</strong> fatto che<br />
il Mori fu nominato Senatore ed allontanato dalla Sicilia prima <strong>di</strong> poter assestare il colpo definitivo.<br />
L’allontanamento <strong>di</strong> Mori da Palermo si inserì nel vasto rimescolamento delle autorità prefettizie<br />
voluto dal regime fascista nel 1925 per meglio inserirsi nello Stato (i prefetti erano tratti dal partito e<br />
non dalla carriera prefettizia). Mussolini ne <strong>di</strong>ede l’annuncio a Mori con il seguente telegramma:<br />
“Decifri da sé. Con R.D. in corso V.E. è stata collocata a riposo per anzianità <strong>di</strong> servizio a decorrere<br />
dal 16 luglio. <strong>La</strong> ringrazio per i luoghi e lodevoli servizi resi al paese”. <strong>La</strong> norma citata da Mussolini<br />
stabiliva il limite <strong>di</strong> 55 anni per la permanenza in servizio dei Prefetti e Mori lo aveva superato.<br />
69 S. PORTO, Mafia e Fascismo. Il Prefetto Mori in Sicilia, Armando Siciliano E<strong>di</strong>tore, Messina, 2001,<br />
pag. 129, 130 “…L’azione <strong>di</strong> Mori si <strong>di</strong>fferenziò dalle precedenti perché non fu solo repressione<br />
poliziesca, ma azione mirante al coinvolgimento della popolazione. Mori volle che la popolazione<br />
siciliana partecipasse alla lotta contro la mafia con coscienza e volontà, a questo puntarono i suoi<br />
ripetuti incontri con guar<strong>di</strong>ani e campieri nei vari raduni <strong>di</strong> città e <strong>di</strong> campagna (anche se talvolta si<br />
esagerò per la cornice <strong>di</strong> epopea in cui operò, quando il “novello liberatore” era salutato da scritte<br />
come “Ave Caesar”). Non si può <strong>di</strong>sconoscere che Mori avesse capito l’animo siciliano, che riuscisse