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Testi 08 - La criminalità organizzata di stampo mafioso - Movimento ...

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44<br />

LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA DI STAMPO MAFIOSO - EVOLUZIONE DEL FENOMENO<br />

E DEGLI STRUMENTI DI CONTRASTO<br />

‘ndranghetista o camorrista, l’italiano è <strong>mafioso</strong>). Ragionando delle<br />

sue origini più remote se ne potrebbe far <strong>di</strong>scendere i presupposti<br />

ad<strong>di</strong>rittura dalla fine dell’età me<strong>di</strong>oevale, cioè a quel periodo che vede<br />

la transizione dall’economia feudale a quella capitalistica. Secondo il<br />

Braudel 63 , infatti, è in questo momento storico che se ne<br />

materializzano i presupposti, fissati, nella sua analisi, da un lato, nella<br />

generalizzata incapacità <strong>di</strong> cogliere i segni e le prospettive del<br />

cambiamento che si stava realizzando e, dall’altro, dalla fen<strong>di</strong>tura tra<br />

la Sicilia del latifondo e le aspettative <strong>di</strong> una realtà politica e sociale in<br />

evoluzione. Per altro verso non sarebbe neppure scorretto farne risalire<br />

la nascita (in questo caso peraltro meno incerta) alle “gesta” dei Beati<br />

Paoli <strong>di</strong> ottocentesca memoria, in ragione, stavolta, della contiguità<br />

ideologica della citata associazione segreta con lo stereotipo che vuole<br />

l’esistenza <strong>di</strong> una mafia buona, votata cioè non alla sopraffazione ma<br />

al ripristino della legalità in surrogazione dell’assente stato <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto,<br />

contrapposta, idealmente, ad una mafia cattiva (la mafia della<br />

prevaricazione). Ovvero, infine, alle contrad<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> una<br />

riunificazione forzata e forse mai completamente <strong>di</strong>gerita 64 . Ma<br />

affrontare il problema in questi termini comporterebbe<br />

necessariamente l’addentrarsi nel campo delle ipotesi, della<br />

sociologia, dell’interpretazione. Non ci pare il caso in questo contesto<br />

<strong>di</strong> andare così lontano e <strong>di</strong> filosofeggiare, ben potendo restringere il<br />

campo dell’analisi a perio<strong>di</strong> decisamente più recenti, storicamente<br />

caratterizzati da ampia significatività e, per certo, precursori<br />

dell’attuale assetto organizzativo dell’associazionismo <strong>mafioso</strong><br />

siciliano. Si è detto che esiste una <strong>di</strong>fferenza sostanziale tra<br />

l’associazione per delinquere <strong>di</strong> tipo or<strong>di</strong>nario e l’associazione per<br />

delinquere <strong>di</strong> <strong>stampo</strong> <strong>mafioso</strong> e che il punto qualificante <strong>di</strong> tale<br />

<strong>di</strong>fferenziazione si gioca sul piano della commistione collusiva tra<br />

poteri: <strong>mafioso</strong> da un lato, politico dall’altro. Si ritiene, quin<strong>di</strong>, che<br />

63<br />

F. BRAUDEL, Il Me<strong>di</strong>terraneo: lo spazio e la storia: gli uomini e la tra<strong>di</strong>zione, Garzanti, Milano,<br />

1977.<br />

64<br />

U. SANTINO, Storia della mafia tra continuità e trasformazione, rapporto del Centro Impastato <strong>di</strong><br />

Palermo. “…In una serie <strong>di</strong> rapporti redatti dal Questore <strong>di</strong> Palermo Ermanno Sangiorgi tra il<br />

novembre del 1898 e il febbraio del 1900 si danno informazioni dettagliate sugli aderenti ad<br />

“associazioni <strong>di</strong> malfattori” che hanno precise regole formalizzate, operano nei quartieri <strong>di</strong> Palermo e<br />

nei paesi della provincia, hanno una struttura <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento e sono sottoposte al comando <strong>di</strong> un<br />

“capo supremo”…”.

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