Testi 08 - La criminalità organizzata di stampo mafioso - Movimento ...

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36 LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA DI STAMPO MAFIOSO - EVOLUZIONE DEL FENOMENO E DEGLI STRUMENTI DI CONTRASTO fenomeno sia sconfitto. Recentemente il Procuratore Capo della Repubblica di Palermo - Pietro Grasso - ha affermato che la mafia non è mai stata forte come adesso. Essa, a detta del predetto magistrato, ha solo cambiato pelle un’altra volta inabissandosi nei suoi affari, diventando cioè invisibile 57 . 57 Il problema della “invisibilità” delle mafie endogene e della loro sommersione in ambiti caratterizzati da scarsissima visibilità è fenomeno apprezzato dal Governo e dalle componenti specializzate del contrasto già a partire dalla metà degli anni Novanta. Nella relazione sulla politica informativa e della sicurezza sul primo semestre 1997 sostenne che: Ai rilevanti risultati conseguiti dagli apparati istituzionali, la criminalità organizzata di stampo mafioso ha risposto evolvendo verso forme più complesse e meno “visibili”. Permane la propensione a ricercare il controllo del territorio, facendo ricorso ad attività meno eclatanti, ma comunque redditizie, quali l’usura e le estorsioni e risulta tuttora sostenuto l’interesse dei sodalizi all’inserimento nel settore degli appalti pubblici ed all’acquisizione indebita di provvidenze statali. (…). Nel semestre successivo le autorità italiane rilevarono che I clan di rilievo (…) hanno optato per una strategia di apparente basso profilo operativo nei confronti delle Istituzioni. Ciò, essenzialmente allo scopo di: - indurre lo Stato e la società civile ad una minore attenzione, accreditando il convincimento che possa considerarsi esaurita la funzione di quei provvedimenti normativi ispirati a particolare rigore e rivelatisi assai efficaci nell’azione di contrasto; - favorire il riassetto organizzativo, la ridefinizione degli equilibri interni nonché la ricostituzione delle reti di copertura e di approvvigionamento di armi, anche sofisticate; - privilegiare il reinvestimento degli ingenti proventi illeciti accumulati, cercando, nel contempo, il capillare controllo del territorio attraverso le estorsioni e l’usura. La diffusione di quest’ultima fattispecie criminosa - evidenziata dalla crescita anomala delle intermediazioni finanziarie in aree depresse - appare agevolata dalle note difficoltà di accesso al credito ordinario e da inserimenti criminali nei circuiti economico-finanziari. da: Presidenza del Consiglio dei Ministri – Relazione sulla politica informativa e della sicurezza, primo semestre 1997 – da: www.serviziinformazionesicurezza.gov.it Presidenza del Consiglio dei Ministri – Relazione sulla politica informativa e della sicurezza, secondo semestre 1997 – da: www.serviziinformazionesicurezza.gov.it Molto più di recente, esattamente nell’anno 2003 anche il Parlamento si è occupato di tale particolare aspetto sostenendo che: Si è convenuto che la mafia rappresenta un cancro eversivo dello Stato di diritto, luogo delle regole e della legalità democratica: la sua azione è particolarmente pericolosa per la società e le istituzioni poiché limita la libertà dei cittadini, ne condiziona l’espressione del pensiero anche politico, nonché la possibilità di intrapresa economica e il diritto al lavoro. Colpisce alcuni dei principali diritti sanciti dalla Costituzione Il crimine organizzato è l’elemento di frattura più insidioso e devastante, che frappone l’apparenza di uno stato di diritto democratico alla società civile, intesa come lo spazio ove le singole individualità si compongono nel rapporto tra consociati. In termini più espliciti, il crimine organizzato si contrappone alla stessa idea di cittadinanza politica, presupposto, quest’ultimo, per la definizione di qualsivoglia ordinamento giuridico in chiave di effettività. Infatti l’appartenenza ad un clan, ad una cosca, ad una organizzazione o comunità intermedia ostili alla polis svuota il concetto stesso di civis, poiché contrappone all’idea di cittadino l’immagine dell’affiliato. Si è considerato che la mafia tende oggi a suscitare minore attenzione e scalpore e si indirizza su qualsiasi settore atto a produrre denaro da reinvestire in altre attività a carattere criminale nonché per fare ingresso nell’economia sana; dopo il periodo stragista, il fenomeno di mimetizzazione, segnalato da procuratori della Repubblica e da analisti, costituisce una tattica in grado di rendere più difficile l’azione di contrasto, in presenza di minore allarme sociale da: Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata mafiosa o similare. (relatore: Senatore Centaro) doc. XXIII n. 3, relazione approvata dalla Commissione nella seduta del 30 luglio 2003, pag. 18.

FONDAMENTI PER UNA VISIONE GEOPOLITICA DEL FENOMENO MAFIE IN ITALIA 37 In mancanza di emergenze potrà un sistema legislativo fondato sulla cultura dell’emergenza cogliere il senso del cambiamento e fornire gli operatori dei necessari strumenti di contrasto? In verità vi è più da essere scettici che allegri, perché in tale prospettiva è ben più facile prevedere lo smantellamento delle strutture di contrasto piuttosto che il loro rafforzamento. Infatti,... l’assenza di manifestazioni eclatanti (ci vorrebbe almeno un omicidio eccellente all’anno per contare sul massimo impegno di tutte le forze istituzionali diceva Falcone) ha finito col far perdere la percezione della pericolosità di Cosa Nostra. Siamo abituati a combattere la mafia che spara, che commette stragi, che regola i conti interni lasciando decine di cadaveri sulle strade. Non siamo abituati a fronteggiare la mafia quando si inabissa, quando tesse una ragnatela di interessi, compromessi e relazioni, quando riscopre la vocazione al dialogo con le istituzioni. È il limite culturale di tutti gli addetti ai lavori. Ma è anche il risultato del consenso attorno a un modello che riesce a garantire vantaggi a tutti coloro che ne rimangono coinvolti” 58 . 58 PIETRO GRASSO e SAVERIO LODATO, La Mafia invisibile, Mondadori, Milano, 2001, pag. 161.

FONDAMENTI PER UNA VISIONE GEOPOLITICA DEL FENOMENO MAFIE IN ITALIA 37<br />

In mancanza <strong>di</strong> emergenze potrà un sistema legislativo fondato<br />

sulla cultura dell’emergenza cogliere il senso del cambiamento e<br />

fornire gli operatori dei necessari strumenti <strong>di</strong> contrasto? In verità vi è<br />

più da essere scettici che allegri, perché in tale prospettiva è ben più<br />

facile prevedere lo smantellamento delle strutture <strong>di</strong> contrasto<br />

piuttosto che il loro rafforzamento.<br />

Infatti,... l’assenza <strong>di</strong> manifestazioni eclatanti (ci vorrebbe almeno<br />

un omici<strong>di</strong>o eccellente all’anno per contare sul massimo impegno <strong>di</strong><br />

tutte le forze istituzionali <strong>di</strong>ceva Falcone) ha finito col far perdere la<br />

percezione della pericolosità <strong>di</strong> Cosa Nostra. Siamo abituati a<br />

combattere la mafia che spara, che commette stragi, che regola i conti<br />

interni lasciando decine <strong>di</strong> cadaveri sulle strade. Non siamo abituati a<br />

fronteggiare la mafia quando si inabissa, quando tesse una ragnatela <strong>di</strong><br />

interessi, compromessi e relazioni, quando riscopre la vocazione al<br />

<strong>di</strong>alogo con le istituzioni. È il limite culturale <strong>di</strong> tutti gli addetti ai<br />

lavori. Ma è anche il risultato del consenso attorno a un modello che<br />

riesce a garantire vantaggi a tutti coloro che ne rimangono<br />

coinvolti” 58 .<br />

58 PIETRO GRASSO e SAVERIO LODATO, <strong>La</strong> Mafia invisibile, Mondadori, Milano, 2001, pag. 161.

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