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Testi 08 - La criminalità organizzata di stampo mafioso - Movimento ...

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FONDAMENTI PER UNA VISIONE GEOPOLITICA DEL FENOMENO MAFIE IN ITALIA 35<br />

costituito un freno allo sviluppo <strong>di</strong> politiche <strong>di</strong> repressione normativa<br />

strutturata l’adagiarsi su una logica <strong>di</strong> coabitazione 55 . Secondo<br />

Violante la coabitazione è stato un criterio largamente dominante ma<br />

non esclusivo nei rapporti tra Stato e mafia.<br />

Lo Stato la interruppe dopo la strage del 1962, dopo l’omici<strong>di</strong>o del<br />

Procuratore Capo Scaglione nel ‘77 e dopo l’assassinio del Generale<br />

Dalla Chiesa nell’82.<br />

In tutti e tre i casi le risposte furono eccellenti ma si arenarono<br />

dopo pochi anni 56 . Ancora più <strong>di</strong> recente, e forse in via definitiva, si è<br />

segnata la rottura della perversa regola della coabitazione,<br />

specialmente dopo gli omici<strong>di</strong> Falcone e Borsellino e l’avvio della<br />

stagione delle stragi. Dalla legge Rognoni - <strong>La</strong> Torre in avanti pochi<br />

sono stati i provve<strong>di</strong>menti emessi nel senso del contrasto e della<br />

prevenzione del fenomeno; tra questi l’unico che appare rilevante (ad<br />

eccezione <strong>di</strong> quelli relativi alle limitazioni dell’uso del contante e dei<br />

depositi bancari) risale al 2001, data in cui, con la legge n°45, è stato<br />

rivisto (tra mille critiche) un istituto fondamentale (la gestione dei<br />

collaboranti) per la comprensione <strong>di</strong> ciò che oggi è <strong>di</strong>ventata la mafia.<br />

L’esperienza insegna in questo campo: il fatto che da qualche anno<br />

non vi siano omici<strong>di</strong> eccellenti o visibili manifestazioni <strong>di</strong> tracotanza<br />

mafiosa né in Sicilia né in altre regioni non significa <strong>di</strong> certo che il<br />

55 Nei decenni passati è stato commesso il grave errore <strong>di</strong> ritenere possibile una coabitazione <strong>di</strong> settori<br />

dello Stato con la vecchia mafia, considerata buona per definizione. <strong>La</strong> coesistenza con le istituzioni<br />

è stata devastante per la cre<strong>di</strong>bilità delle istituzioni non certo per la mafia perché ha permesso e<br />

consentito rapporti e frequentazioni dei mafiosi con uomini politici e uomini delle istituzioni che<br />

hanno irrobustito la forza dei criminali mafiosi, il loro potere e il loro prestigio che sono stati usati<br />

per vendere morte trafficando droga e armi, per penetrare nell’economia, per occupare posizioni <strong>di</strong><br />

potere. Durante il periodo della coesistenza si sono verificati numerosi delitti eccellenti; alcuni <strong>di</strong><br />

questi sono stati decisi e anzi sono stati ritenuti necessari perché i capimafia non potevano tollerare<br />

che uomini politici o rappresentanti delle istituzioni facessero il loro dovere senza piegarsi a questo<br />

patto non scritto. <strong>La</strong> coesistenza, oltre che immorale, è stato un danno molto serio per la democrazia<br />

italiana. <strong>La</strong> storia, recente e antica, ha <strong>di</strong>mostrato che Cosa nostra non si batte con la coesistenza o<br />

con la trattativa tra lo Stato e il potere <strong>mafioso</strong>. Tra Riina che or<strong>di</strong>nava le stragi per poter trattare da<br />

una posizione <strong>di</strong> forza con lo Stato e Provenzano che chiude con le stragi nella speranza <strong>di</strong> trattare da<br />

una posizione <strong>di</strong> forza con lo Stato c’è una <strong>di</strong>fferenza apparentemente sostanziale che, però, a ben<br />

vedere, si <strong>di</strong>stingue solo per i meto<strong>di</strong> adottati, l’uno più violento dell’altro; in realtà tale <strong>di</strong>fferenza<br />

non deve oscurare l’obiettivo <strong>di</strong> fondo che è comune a entrambi perché entrambi intendono<br />

assicurarsi la sopravvivenza della mafia e la continuità del suo potere e la salvaguar<strong>di</strong>a delle sue<br />

ricchezze.<br />

da: Relazione conclusiva dell’attività della Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno<br />

della mafia e delle altre associazioni criminali similari nella XXIII legislatura doc. XXIII n. 57, pag.<br />

46, 47.<br />

56 VIOLANTE citato pag. 53.

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