Testi 08 - La criminalità organizzata di stampo mafioso - Movimento ...

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292 LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA DI STAMPO MAFIOSO - EVOLUZIONE DEL FENOMENO E DEGLI STRUMENTI DI CONTRASTO consolidamento e della espansione anche trasnazionale delle mafie endogene. Le principali iniziative e i settori di intervento appaiono essere quelli correlati: al contrasto del riciclaggio di somme derivanti da illecito al fine di prevenirne il reimpiego nell’economia sana con pesanti ritorni negativi in termini di concorrenza e di stabilità degli operatori economici sani; alla istituzione e mantenimento di strutture finanziarie operanti in Paesi a fiscalità privilegiata e riconducibili al paradigma del paradiso fiscale o bancario o finanziario in grado di garantire un elevatissimo grado di tutela dell’anonimato quale fattore idoneo a favorire coperture per il lavaggio di capitali di origine illecita 320 ; l’infiltrazione di grandi organizzazioni criminali negli appalti pubblici per le grandi opere e nella gestione di progetti ed iniziative finalizzate al rilancio occupazionale delle zone depresse del Paese 321 . Sotto un profilo di carattere sostanziale, invece, c’è da rilevare come l’odierna criminalità organizzata, ossia quella dei mafiosi nati dopo il secondo conflitto mondiale, sia profondamente diversa sia nei modi di presentazione sulla scena criminale, sia con riferimento alle prospettive. Appare evidente che ci si trova in una ennesima fase di transizione: dalla mafia urbana si passa alla mafia del terzo millennio, che taluni dei più esperti mafiologi non indugiano a definire “Cosa Nuova” 322 , con ciò intendendo una mafia sempre più marcatamente a contenuto economico imprenditoriale. 320 da: Presidenza del Consiglio dei Ministri – Relazione sulla politica informativa e della sicurezza, primo semestre 1997 – versione web da: www.serviziinformazionesicurezza.gov.it Presidenza del Consiglio dei Ministri – Relazione sulla politica informativa e della sicurezza, primo semestre 1998 – versione web da: www.serviziinformazione sicurezza.gov.it 321 da: Presidenza del Consiglio dei Ministri – Relazione sulla politica informativa e della sicurezza, primo semestre 1998 – versione web da: www.serviziinformazione sicurezza.gov.it Presidenza del Consiglio dei Ministri – Relazione sulla politica informativa e della sicurezza, primo semestre 2000 – versione web da: www.serviziinformazionesicurezza.gov.it Presidenza del Consiglio dei Ministri – Relazione sulla politica informativa e della sicurezza, primo semestre 2001 – versione web da: www.serviziinformazionesicurezza.gov.it Ministero dell’Interno – Lo stato della sicurezza in Italia – Roma – 15 agosto 2003 – pagg. 128-131. 322 L’attenzione va, poi, tenuta particolarmente alta, se si ha riguardo alla insidiosità del fenomeno mafioso ed alla sua evoluzione: non più e non soltanto il rozzo, per origine ed educazione, criminale, benché potentissimo, ma il professionista colto ed inserito nella media ed alta borghesia, dai modi

CONCLUSIONI 293 Dall’enorme e sempre crescente disponibilità di proventi illeciti, ne è derivato il difficile problema del loro reimpiego e legittimazione. Tale ultimo aspetto è quello maggiormente pericoloso per un’economia, costituendo elemento di rottura dell’equilibrio finanziario e della competitività basata sulla corretta allocazione dei fattori della produzione. Sotto il profilo investigativo emergono segnali precisi circa l’orientamento delle consorterie endogene verso un modello di criminalità d’impresa. In ognuna delle tre regioni maggiormente colpite da fenomeni storici tale peculiarità sembra farsi strada, imponendosi come il nuovo modello da contrastare 323 . A titolo di inquadramento del sottostrato economico su cui poggia oggi il potere criminale mafioso si riporta, di seguito, una sintesi delle più recenti evidenze di settore partendo dalla loro originaria forma di manifestazione e di successivo sviluppo: Cosa Nostra: i rapporti con il mondo imprenditoriale si modificarono radicalmente nei primi anni ‘80, in relazione alle profonde trasformazioni dell’organizzazione mafiosa, intervenute con la “guerra di mafia” del 1981 e con l’avvento dell’egemonia dei gruppi corleonesi. Sino al 1981, Cosa Nostra aveva un modello organizzativo di tipo “pluralistico”, con ampie autonomie riconosciute ai capi mandamento e ai capi urbani e ben accetto anche nelle migliori cerchie sociali. Sia le emergenze del primo maxi-processo celebrato a Palermo che altre indagini, anche recenti, hanno dimostrato come potenti boss o loro terminali diretti siano stati e siano stimati professionisti benestanti. Il rischio si accentua con riferimento all’evoluzione «finanziaria» della criminalità organizzata. Con ciò non si intende rilanciare od accreditare la teoria della mafia dei colletti bianchi, che conduce al fantomatico terzo livello, bensı` parlare di una modifica comportamentale ed esteriore del mafioso o, meglio, dell’affiliato addetto al settore del riciclaggio o dell’attività di impresa o del rapporto con le istituzioni. In ultimo, è opportuno sottolineare, benché le valutazioni contenute in numerosi capitoli siano esplicite in proposito, come il contrasto alla criminalità organizzata debba focalizzarsi sul versante economico, nell’accezione lata del termine, almeno in misura pari a quello sul versante della sicurezza e del controllo del territorio. L’ablazione di beni, sia mobili che immobili, la scoperta dei canali e dei santuari finanziari colpiscono le mafie forse anche più della restrizione più o meno prolungata in carcere degli affiliati. Ciò, sia perché si inaridiscono od eliminano i canali di alimentazione dei traffici illeciti; sia perché lo Stato si riappropria di beni illecitamente acquisiti e ne fa uso legittimo, con la conseguente caduta di immagine per l’organizzazione criminale; sia perché si colpisce il suo fine ultimo. E ` una sfida da raccogliere con risposte adeguate ed equilibrate e che evitino intralci eccessivi ai rapporti economici sani ma è una sfida vitale perché i concetti di democrazia e di Stato di diritto non siano mera forma bensı` vera sostanza. da: Commissione Parlamentare d’Inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata mafiosa o similare, doc XXIII, n. 3, pag. 196, 203, datata 30 luglio 2003. 323 Commissione Parlamentare d’Inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata mafiosa o similare, doc XXIII, n. 3, pag. 196, 203, datata 30 luglio 2003.

CONCLUSIONI 293<br />

Dall’enorme e sempre crescente <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> proventi illeciti,<br />

ne è derivato il <strong>di</strong>fficile problema del loro reimpiego e legittimazione.<br />

Tale ultimo aspetto è quello maggiormente pericoloso per<br />

un’economia, costituendo elemento <strong>di</strong> rottura dell’equilibrio<br />

finanziario e della competitività basata sulla corretta allocazione dei<br />

fattori della produzione. Sotto il profilo investigativo emergono<br />

segnali precisi circa l’orientamento delle consorterie endogene verso<br />

un modello <strong>di</strong> <strong>criminalità</strong> d’impresa. In ognuna delle tre regioni<br />

maggiormente colpite da fenomeni storici tale peculiarità sembra farsi<br />

strada, imponendosi come il nuovo modello da contrastare 323 .<br />

A titolo <strong>di</strong> inquadramento del sottostrato economico su cui poggia<br />

oggi il potere criminale <strong>mafioso</strong> si riporta, <strong>di</strong> seguito, una sintesi delle<br />

più recenti evidenze <strong>di</strong> settore partendo dalla loro originaria forma <strong>di</strong><br />

manifestazione e <strong>di</strong> successivo sviluppo:<br />

Cosa Nostra: i rapporti con il mondo impren<strong>di</strong>toriale si<br />

mo<strong>di</strong>ficarono ra<strong>di</strong>calmente nei primi anni ‘80, in relazione alle<br />

profonde trasformazioni dell’organizzazione mafiosa,<br />

intervenute con la “guerra <strong>di</strong> mafia” del 1981 e con l’avvento<br />

dell’egemonia dei gruppi corleonesi. Sino al 1981, Cosa Nostra<br />

aveva un modello organizzativo <strong>di</strong> tipo “pluralistico”, con<br />

ampie autonomie riconosciute ai capi mandamento e ai capi<br />

urbani e ben accetto anche nelle migliori cerchie sociali. Sia le emergenze del primo maxi-processo<br />

celebrato a Palermo che altre indagini, anche recenti, hanno <strong>di</strong>mostrato come potenti boss o loro<br />

terminali <strong>di</strong>retti siano stati e siano stimati professionisti benestanti. Il rischio si accentua con<br />

riferimento all’evoluzione «finanziaria» della <strong>criminalità</strong> <strong>organizzata</strong>. Con ciò non si intende<br />

rilanciare od accre<strong>di</strong>tare la teoria della mafia dei colletti bianchi, che conduce al fantomatico terzo<br />

livello, bensı` parlare <strong>di</strong> una mo<strong>di</strong>fica comportamentale ed esteriore del <strong>mafioso</strong> o, meglio,<br />

dell’affiliato addetto al settore del riciclaggio o dell’attività <strong>di</strong> impresa o del rapporto con le<br />

istituzioni. In ultimo, è opportuno sottolineare, benché le valutazioni contenute in numerosi capitoli<br />

siano esplicite in proposito, come il contrasto alla <strong>criminalità</strong> <strong>organizzata</strong> debba focalizzarsi sul<br />

versante economico, nell’accezione lata del termine, almeno in misura pari a quello sul versante della<br />

sicurezza e del controllo del territorio. L’ablazione <strong>di</strong> beni, sia mobili che immobili, la scoperta dei<br />

canali e dei santuari finanziari colpiscono le mafie forse anche più della restrizione più o meno<br />

prolungata in carcere degli affiliati. Ciò, sia perché si inari<strong>di</strong>scono od eliminano i canali <strong>di</strong><br />

alimentazione dei traffici illeciti; sia perché lo Stato si riappropria <strong>di</strong> beni illecitamente acquisiti e ne<br />

fa uso legittimo, con la conseguente caduta <strong>di</strong> immagine per l’organizzazione criminale; sia perché si<br />

colpisce il suo fine ultimo. E ` una sfida da raccogliere con risposte adeguate ed equilibrate e che<br />

evitino intralci eccessivi ai rapporti economici sani ma è una sfida vitale perché i concetti <strong>di</strong><br />

democrazia e <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto non siano mera forma bensı` vera sostanza.<br />

da: Commissione Parlamentare d’Inchiesta sul fenomeno della <strong>criminalità</strong> <strong>organizzata</strong> mafiosa o<br />

similare, doc XXIII, n. 3, pag. 196, 203, datata 30 luglio 2003.<br />

323 Commissione Parlamentare d’Inchiesta sul fenomeno della <strong>criminalità</strong> <strong>organizzata</strong> mafiosa o<br />

similare, doc XXIII, n. 3, pag. 196, 203, datata 30 luglio 2003.

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