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Testi 08 - La criminalità organizzata di stampo mafioso - Movimento ...

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FONDAMENTI PER UNA VISIONE GEOPOLITICA DEL FENOMENO MAFIE IN ITALIA 23<br />

Affrontare il tema <strong>di</strong> una qualificazione in prospettiva <strong>di</strong><br />

“or<strong>di</strong>namento giuri<strong>di</strong>co” <strong>di</strong>squisendo <strong>di</strong> organizzazioni criminali non è<br />

tuttavia mero esercizio <strong>di</strong> stile ma, come si vedrà in seguito,<br />

rappresenta una necessità pratica ai fini dell’esplorazione della<br />

congruenza e della incisività delle scelte <strong>di</strong> politica criminale che si<br />

andranno ad adottare per sconfiggerle 31 .<br />

Indubbiamente accostare il concetto <strong>di</strong> Stato a quello <strong>di</strong><br />

associazione delinquenziale genera imme<strong>di</strong>ate e non poche perplessità<br />

sulla stessa sostenibilità <strong>di</strong> una simile asserzione: non<strong>di</strong>meno il<br />

<strong>di</strong>battito sussiste e molti sono gli operatori del <strong>di</strong>ritto che pervengono<br />

a conclusioni tutt’altro che scontate in <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> una assoluta non<br />

configurabilità dell’assunto.<br />

Andando in<strong>di</strong>etro nel tempo, ossia alle ra<strong>di</strong>ci dei primi stu<strong>di</strong> che<br />

tentarono <strong>di</strong> definire l’entità delle forze in gioco e stabilire, in<br />

conseguenza, le migliori strategie <strong>di</strong> contrasto, si ritiene <strong>di</strong> dover far<br />

cricche <strong>di</strong> potere tra<strong>di</strong>zionali legate al più intransigente liberalismo, voleva <strong>di</strong>re sconfiggere un’idea<br />

separatista, battere la delinquenza che sarebbe rimasta senza protezione, voleva <strong>di</strong>re affermazione<br />

dello Stato nella sua unità e centralità contro i poteri periferici, voleva <strong>di</strong>re una vittoria buona per le<br />

prime pagine dei giornali. Molti <strong>di</strong> questi motivi, non ultimo la spinta psicologica del viaggio in<br />

Sicilia e <strong>di</strong> certe esperienze vissute sull’isola, dovettero essere presenti in Mussolini quando decise la<br />

“demolizione” della mafia. Ma Mussolini, quando affermò che questa battaglia si sarebbe conclusa in<br />

breve tempo, sbagliò, non previde che la mafia avrebbe preso le sue contromisure e avrebbe adottato<br />

quella tattica che ne faceva un fenomeno sgusciante, sfuggente, anche ad ogni possibilità <strong>di</strong><br />

definizione univoca…”.<br />

31 Tra il 1992 e il 1993 si è <strong>di</strong>spiegata per intero e in tutta la sua virulenza la linea stragista dei<br />

corleonesi, con il suo carico <strong>di</strong> morti e <strong>di</strong> lutti. L’attuale fase, invece, sembra essere caratterizzata<br />

dalla totale assenza <strong>di</strong> stragi e da una così netta <strong>di</strong>minuzione degli omici<strong>di</strong> mafiosi da aver indotto <strong>di</strong><br />

recente qualche osservatore a ritenere che Cosa nostra sia del tutto, o quasi, scomparsa perché oramai<br />

definitivamente vinta. È bene <strong>di</strong>re, sin dall’inizio e con la massima chiarezza, che Cosa nostra non è<br />

scomparsa e che non è stata definitivamente sconfitta. Essa esiste, continua ad essere ra<strong>di</strong>cata,<br />

soprattutto in Sicilia, ed è ancora molto pericolosa sebbene abbia in gran parte mutato le forme <strong>di</strong><br />

presenza sul territorio ed abbia ridotto notevolmente gli aspetti che l’avevano resa visibile sul piano<br />

nazionale e su quello internazionale. In una parola, ha abbandonato la linea stragista e le azioni più<br />

scopertamente violente per scegliere una condotta meno appariscente, <strong>di</strong> inabissamento com’è stato<br />

detto con felice espressione, ma non per questo <strong>di</strong> più bassi profilo. In termini più generali, la<br />

<strong>criminalità</strong> <strong>di</strong> tipo <strong>mafioso</strong> nel nostro Paese non è certamente scomparsa perché essa è ancora viva ed<br />

operante sia nei territori d’antico e storico inse<strong>di</strong>amento <strong>mafioso</strong> come la Sicilia, la Calabria, la<br />

Campania e la Puglia sia, seppure a macchia <strong>di</strong> leopardo e con <strong>di</strong>versa intensità da una zona all’altra,<br />

nei nuovi territori delle regioni del Centro e del Nord Italia. Nonostante l’attività <strong>di</strong> contrasto dello<br />

Stato e gli indubbi successi ottenuti con la <strong>di</strong>sarticolazione <strong>di</strong> numerosi sodalizi mafiosi, le varie<br />

organizzazioni - Cosa nostra, ‘ndrangheta, Camorra e Sacra corona unita - continuano ad essere vitali<br />

ed operanti. <strong>La</strong> loro pericolosità ed il loro ra<strong>di</strong>camento, seppure <strong>di</strong>minuiti rispetto al più recente<br />

passato, sono ancora molto allarmanti e preoccupanti.<br />

da: Relazione conclusiva dell’attività della Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno<br />

della mafia e delle altre associazioni criminali similari nella XXIII legislatura doc. XXIII n. 57, pag.<br />

38.

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