Testi 08 - La criminalità organizzata di stampo mafioso - Movimento ...
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LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA DI STAMPO MAFIOSO - EVOLUZIONE DEL FENOMENO<br />
E DEGLI STRUMENTI DI CONTRASTO<br />
autorizzato, con provve<strong>di</strong>mento motivato del <strong>di</strong>rettore dell’istituto<br />
ovvero, per gli imputati fino alla pronuncia della sentenza <strong>di</strong> primo<br />
grado, dall’autorità giu<strong>di</strong>ziaria competente ai sensi <strong>di</strong> quanto stabilito<br />
nel secondo comma dell’articolo 11, e solo dopo i primi sei mesi <strong>di</strong><br />
applicazione, un colloquio telefonico mensile con i familiari e<br />
conviventi della durata massima <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci minuti sottoposto, comunque,<br />
a registrazione. Le <strong>di</strong>sposizioni della presente lettera non si applicano<br />
ai colloqui con i <strong>di</strong>fensori;<br />
c) la limitazione delle somme, dei beni e degli oggetti che possono<br />
essere ricevuti dall’esterno;<br />
d) l’esclusione dalle rappresentanze dei detenuti e degli internati;<br />
e) la sottoposizione a visto <strong>di</strong> censura della corrispondenza, salvo<br />
quella con i membri del Parlamento o con autorità europee o<br />
nazionali aventi competenza in materia <strong>di</strong> giustizia;<br />
f) la limitazione della permanenza all’aperto, che non può<br />
svolgersi in gruppi superiori a cinque persone, ad una durata non<br />
superiore a quattro ore al giorno fermo restando il limite minimo <strong>di</strong><br />
cui al primo comma dell’articolo 10.<br />
2-quinquies - 2-sexies (omessi).<br />
L’articolo 41-bis, comma secondo, dell’Or<strong>di</strong>namento<br />
Penitenziario, introdotto dal Decreto Legge 8 giugno 1992, n. 306,<br />
convertito in Legge 7 agosto 1992 n. 356, consente al Ministro della<br />
Giustizia, per sua iniziativa o su richiesta del Ministro dell’Interno, <strong>di</strong><br />
sospendere per “gravi motivi d’or<strong>di</strong>ne e <strong>di</strong> sicurezza pubblica”<br />
l’applicazione delle regole or<strong>di</strong>narie <strong>di</strong> trattamento nei confronti <strong>di</strong><br />
detenuti - indagati, imputati, in attesa <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio e non solo<br />
condannati - per i reati <strong>di</strong> <strong>criminalità</strong> <strong>organizzata</strong> in<strong>di</strong>cati al comma 1<br />
dell’articolo 4-bis dell’Or<strong>di</strong>namento Penitenziario: mafia, traffico <strong>di</strong><br />
droga, sequestro <strong>di</strong> persona, terrorismo, omici<strong>di</strong>o, estorsione, rapina<br />
nonché altri compiuti “avvalendosi delle con<strong>di</strong>zioni previste<br />
dall’articolo 416-bis del co<strong>di</strong>ce penale ovvero al fine <strong>di</strong> agevolare<br />
l’attività delle associazioni previste dallo stesso articolo”. Con la<br />
Legge 23 <strong>di</strong>cembre 2002 n. 279, il regime penitenziario <strong>di</strong> cui<br />
all’articolo 41-bis, da misura transitoria quale era, è <strong>di</strong>venuto parte<br />
integrante dell’or<strong>di</strong>namento penitenziario. A ben vedere la nuova<br />
<strong>di</strong>sciplina, introdotta nel decreto legge chiamato a fronteggiare la<br />
recrudescenza della <strong>criminalità</strong> mafiosa dopo le stragi dell’estate del